Una luce nel labirinto

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Non arrendersi mai.

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Non sottomettersi mai.

martedì 8 dicembre 2020

A. Bebel, la donna e il socialismo, la donna nel presente, nel passato e nell'avvenire.

“La donna e il socialismo, la donna nel passato, nel presente, nell’avvenire.” Un libro che ogni essere umano, uomo e donna, dovrebbe studiare per eliminare dalla propria mente e dal proprio cuore credenze ideologiche false e ipocrite, miranti all’ignoranza e all’asservimento spirituale e materiale dell’essere umano, e della donna in particolare, e per comprendere che l’emancipazione della donna va di pari passo con quella del proletariato, di chi vende braccia e cervello per vivere, e dell’intera umanità, nell’ottica della nuova frontiera basata su “Da ognuno secondo le sue capacità, ad ognuno secondo i suoi bisogni.” Metti uno specchio nell’anima e lotta per essere felice! “Sorse il Cristianesimo. Esso personificò l’opposizione contro il materialismo bestiale dominante fra i grandi e i ricchi dell’impero romano, rappresentò la ribellione contro il disprezzo e l’oppressione delle masse; ma cadde nell’estremo opposto, predicando l’ascetismo. Sorto in un tempo che non riconosceva alcun diritto alla donna, considerandola sotto un falso aspetto come l’origine prima dei visi dominanti, esso predicò il disprezzo della donna. Nelle sue inumane dottrine insegnava l’astinenza e la mortificazione della carne. Ma colle su frasi ambigue relative a un regno celeste e ad uno terreno, trovò un sottosuolo fecondo nel terreno paludoso dell’impero romano. La donna, come tutti i miseri, sperando nella sua redenzione, lo abbracciò subito con fervore. Tuttavia fino ad oggi si può dire che non si è compiuto nel mondo nessun importante movimento a cui anche le donne non abbiano partecipato attivissimamente come combattenti e come martiri. Coloro quindi che magnificano il cristianesimo come una grande conquista della civiltà, non dovrebbero dimenticare che furono appunto le donne alle quali esso va debitore di una gran parte del suo successo. Il loro zelo per la conversione fu di grande efficacia nell’impero romano nei primi tempi del cristianesimo, e fra i popoli barbari nel medio evo, e per loro mezzo i più potenti vennero convertiti. Ricordiamo fra le altre Clotilde, che indusse Clodoveo, re dei Franchi, ad abbracciare il cristianesimo; e Berta, regina di Gand, e Gisella regina d’Ungheria, che lo introdussero nei loro Stati. Si deve pure all’influenza della donna la conversione del duca di Polonia e dello czar Iarislao e di molti altri grandi. Ma il cristianesimo ricompensò male la donna. Esso nelle sue dottrine dimostra per essa lo stesso disprezzo che le dimostrano tutte le religioni dell’Oriente; le impone di essere la serva obbediente dell’uomo cui, anche oggidì, essa deve promettere obbedienza davanti all’altare. àgVediamo come la Bibbia ed il cristianesimo parlano della donna e del matrimonio. Già nella storia della creazione viene imposto alla donna di essere sottomessa all’uomo. Nella scena del paradiso. È la donna che seduce l’uomo ed ha la colpa della cacciata dal paradiso. Si vede che i libri di Mosè furono scritti in un tempo in cui l’uomo era già diventato padrone. I dieci comandamenti dell’antico testamento sono rivolti all’uomo; soltanto nel nono comandamento la donna viene nominata insieme ai servi e agli animali domestici, e l’uomo viene avvertito di non lasciarsi tentare né dalla donna del prossimo, né dal suo servo, né dalla sua domestica, né dai buoi né dagli asini, e da tutto ciò che il prossimo possiede. Qui dunque la donna appare come un oggetto; essa era un brano di proprietà che l’uomo acquistava o contro una somma di denaro o contro prestazione di servizi. Gesù, che appartiene a una setta che si era imposta il più rigoroso as significa “racconto”. Nella letteratura rabbinica, l’insieme di racconti, parabole, proverbi e simili a scopo edificante, asce 28 tismo (astinenza) e l’auto evirazione (35), interrogato dai suoi discepoli se fosse bene pigliar moglie, risponde: «Non tutti comprendono la parola, ma soltanto quelli ai quali è dato; imperocché vi sono evirati che così uscirono dall’utero materno, ve ne sono di quelli che vennero evirati dagli uomini; altri poi si sono evirati da sé per ottenere il regno dei cieli» (36). L’evirazione dunque, stando a queste parole, è opera gradita a Dio e la rinunzia all’amore e al matrimonio è un’opera buona. E Paolo che può essere chiamato più che lo stesso Gesù il fondatore del cristianesimo e che fu il primo a dare caratteri internazionali a questa dottrina e la sottrasse alle sette giudaiche, predicava: «Il matrimonio è una condizione infima; maritarsi è bene, ma non maritarsi è meglio», …«Vivi nello spirito e resisti agli stimoli della carne…». «Coloro che furono guadagnati da Cristo, hanno mortificato la loro carne insieme alle loro passioni e ai loro appetiti». Egli stesso seguì le sue dottrine e non contrasse matrimonio. Quest’odio contro la carne e l’odio contro la donna, che viene rappresentata come la seduttrice dell’uomo (veggasi la scena del Paradiso). In questo senso predicavano gli apostoli e i padri della chiesa ed in questo senso operò la Chiesa in tutto il medio evo, creando chiostri e introducendo il celibato dei preti, ed anche oggi essa conserva lo stesso indirizzo. La donna, secondo il cristianesimo, è la impura, la seduttrice che portò il peccato nel mondo e trasse l’uomo a rovina. Perciò gli apostoli e i padri della Chiesa considerarono sempre ilmatrimonio soltanto come un male necessario, come oggi si considera la prostituzione. Tertuliano esclama: «Donna tu dovresti sempre menar vita misera, e triste, con gli occhi pieni di lagrime di pentimento, per far dimenticare che fosti tu a condurre in rovina il genere umano. Donna! tu sei la porta dell'Inferno!». S. Girolamo dice: «Il matrimonio è sempre un peccato; tutto ciò che si può fare è di scusarlo e santificarlo» – perciò se ne fece un sacramento della chiesa. Origene dichiara: «Il matrimonio è qualche cosa di impuro e di irreligioso; stromento di piaceri sensuali » e per resistere alla tentazione si evirò. – Tertulliano: «Il celibato deve essere preferito quand'anche il genere umano perisca». S. Agostino: «I celibi risplenderanno in cielo come lucenti stelle, mentre i loro genitori che li procrearono somiglieranno ad astri senza luce». S. Eusebio e S. Gerolamo concordano nell’affermare che l’espressione della Bibbia: «Crescete e moltiplicatevi» non risponda più ai tempi e la donna cristiana non se ne debba curare. Si potrebbero citare ancora cento dei più illustri luminari della chiesa i quali insegnavano allo stesso modo e predicando di continuo diffusero quei principi contrari alla natura sulle questioni sessuali e sull’accoppiamento fra i due sessi, che pure è un precetto naturale e il ,cui adempimento costituisce uno dei doveri più importanti del compito della vita. L’odierna società è ancora gravemente malata di queste dottrine, e se ne rimette solo a rilento. San Pietro apostrofa le donne energicamente così: «Donne, siate obbedienti all’uomo». San Paolo scrive agli Efesi: «L’uomo è il signore della donna, come Cristo della Chiesa», e ai Corinti: «L’uomo è l’immagine e la gloria di Dio, e la donna è la gloria dell’uomo». A questa stregua ogni minchione d’uomo può tenersi migliore della donna più distinta, e infatti in pratica anche oggi è così. San Paolo alza pure la sua voce autorevole contro una più elevata educazione ed istruzione della donna, dicendo: «Non si permetta a una donna di educarsi od istruirsi, essa deve ubbidire, servire e stare tranquilla». Tali dottrine non erano proprie soltanto del cristianesimo. Come questo è unamiscela di giudaismo e di filosofia greca, e questa ha a sua volta le proprie radici nelle più antiche civiltà degli Egizi, deiBabilonesi, degli Indi; così la posizione subordinata fatta dal cristianesimo alla donna era stata comune ad ogni antica civiltà umana. Ogni rapporto di dominio contiene la degradazione dei dominati. E questa posizione subordinata della donna si è conservata fino ad oggi in Oriente, ove la civiltà non raggiunse che un mediocre sviluppo, più assai che nella cristianità. Non fu il cristianesimo che migliorò a poco a poco la condizione della donna, ma la civiltà progredente dei paesi occidentali, malgrado il cristianesimo. Il cristianesimo non ha proprio nessun merito se oggi la condizione della donna è più elevata di quella che era al tempo della sua origine. Esso, nei riguarda della donna, ha solamente, nolente o costretto, rinnegato la sua vera natura. I fanatici della «missione redentrice del cristianesimo », in questo caso come in molti altri riguardi, sono certo di diverso avviso. Essi sostengono che il cristianesimo ha redento la donna dall’antica servitù, e si appoggiano soprattutto sul culto di Maria madre di Dio sorto più tardi nel cristianesimo, culto che serve per il sesso femminile come tale. Al contrario la chiesa cattolica, che fino ad oggi di questo culto ebbe cura, dovrebbe protestare decisamente. I santi e i padri della Chiesa già citati, e dei quali sarebbe agevole riferire molti altri brani, e tra essi i primi e i più grandi collettivamente e individualmente, si mostrano avversari della donna e del matrimonio. Il Concilio diMacon, che discusse nelVI secolo la questione se la donna ha un anima o non l’ha, si esprime sfavorevolmente sulla intelligenza della donna. L’introduzione del celibato ad opera di papaGregorio VII (37), il furore di una parte dei riformatori, 35) Mantegazza, L’amore nell’umanità (Nota di A. Bebel). Probabilmente si tratta di Paolo Mantegazza, Gli amori degli uomini, 2 voll.,Milano 1886. (36)Matteo [evangelista]: cap. 19, ver. 11 e 12 (Nota diA. Bebel). (37) Fu un provvedimento del quale i parroci, fra gli altri, della diocesi di Magonza si dolsero in questi termini: Voi vescovi e abati possedete grandi ricchezze, una tavola principe 29 e specialmente di Calvino e dei riformatori della chiesa scozzese e dei preti contro i «piaceri della carne», e soprattutto il «Libro dei libri», la Bibbia nelle sue numerose espressioni sfavorevoli alla donna e all’uomo, insegnano il contrario. La chiesa cattolica introducendo il culto diMaria poneva, con astuto calcolo, il suo proprio culto della dea, in luogo del culto pagano delle dee, che esisteva presso tutti i popoli tra i quali si diffuse il cristianesimo. Maria fece le veci di Cibale,Militta,Afrodite, Venere, Cerere ecc. dei popoli meridionali; di Edda, Troia ecc. dei popoli germanici; solamente essa venne idealizzata spiritualmente e cristianamente.” Augusto Bebel,La donna e il socialismo, la donna nel passato, nel presente, e nell’avvenire.

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