Una luce nel labirinto

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Non arrendersi mai.

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Non sottomettersi mai.

domenica 14 giugno 2015

Flussi migratori: carattere progressivo...

Flussi migratori: carattere progressivo di distruzione delle barriere nazionali nel capitalismo. In questi ultimi mesi la questione dei flussi migratori riempie le pagine dei mass-media. La politica borghese si divide sul modo di affrontare questa realtà tra accoglienza e respingimenti. Ambedue le posizioni non affrontano il problema in modo scientifico, ma cercano di utilizzare la situazione per avere maggiore consenso elettorale. Nella storia del capitalismo la migrazione dei popoli è sempre stata presente. I Paesi che si sviluppano industrialmente attirano lavoratori dai Paesi più arretrati. L’estrema povertà spinge esseri umani ad abbandonare la patria ed ad assoggettarsi allo sfruttamento più feroce e disonesto del capitale. Questi lavoratori vengono impiegati nei lavori più umili e degradanti, che non sono nell’aspirazione dei lavoratori del luogo. Servono anche ad avere un esercito di riserva di disoccupati che sono utili a tenere basso il salario ed ad accettare condizioni di lavoro e di vita pessime. Nel 2020, causa la bassa natalità in Europa, ci saranno 7 milioni di persone in meno di forza lavoro in questo continente. Servono braccia ed i flussi migratori servono a questo scopo. Tutti i reazionari, tutti coloro che si pongono a difesa del capitale e del profitto, al di là di come vogliono apparire, la discriminante tra reazione-conservazione e progresso-liberazione dei popoli è essere per una società divisa in classi o per il suo superamento, sanno che le migrazioni servono al capitale per tenere sottomessi i lavoratori del luogo, ma fanno finta di essere contro o di volerle gestire. L’inganno per i lavoratori sta nel fatto che partiti di governo e di opposizione sono per il capitale ed il profitto, sono per agevolare l’ottica dei bassi salari e dello sfruttamento, perché sanno che i flussi migratori servono al sistema, ma fanno finta di essere contro o di voler creare reti di contenimento. Chi parla di abolire il Trattato di Schengen sulla libera circolazione di persone e merci, in questo modo, chiuse le frontiere, gl’immigrati non potrebbero che rimanere in Italia, Grecia, Malta; chi di aiutarli nei loro Paesi, dimenticando che costoro scappano o per guerre o per impossibilità di un lavoro e che si dovrebbero determinare occasioni di lavoro e di pace nei loro territori; chi di distruggere le imbarcazioni, magari uccidendo le persone a bordo; chi, addirittura di scatenare guerre ai Paesi di provenienza degl’immigrati. Sono tutte facezie! Buone solo per turlupinare i lavoratori italiani ed europei. “La liberazione dall’oppressione del capitale non avviene e non può avvenire senza un ulteriore sviluppo del capitalismo, senza lotta di classe sul terreno del capitalismo stesso. E proprio a questa lotta il capitalismo trascina le masse lavoratrici di tutto il mondo, spezzando il ristagno e l’arretratezza della vita locale, distruggendo le barriere ed i pregiudizi nazionali, unendo gli operai di tutti i Paesi nelle più grandi fabbriche…La borghesia aizza gli operai di una nazione contro gli operai di un’altra, cercando di dividerli. Gli operai coscienti, comprendendo l’inevitabilità e il carattere progressivo della distruzione di tutte le barriere nazionali operata dal capitalismo, cercano di aiutare a illuminare ed a organizzare i loro compagni dei Paesi arretrati. Lenin Il capitalismo e l’immigrazione operaia Ponendo l’attenzione sui flussi migratori, i reazionari non solo ottengono il risultato di dividere i lavoratori, ma pongono nel dimenticatoio i salari da fame, lo sfruttamento in aumento, la perdita dei diritti acquisiti, la povertà crescente, l’evasione fiscale e contributiva, la corruzione. Il nemico per i lavoratori non è lo sfruttatore borghese o piccolo borghese, ma un altro lavoratore. “Divide et impera” si diceva nell’antica Roma. Oggi si usa lo stesso metodo. I lavoratori, invece di unirsi per lottare per stipendi decenti, condizioni di lavoro e vita dignitose, per un’età pensionabile più bassa, per la riduzione di orario per maggiore occupazione, per il salario garantito in caso di disoccupazione, per una partecipazione di tutti alla fiscalità generale, per più diritti, si stracciano le vesti per occupare le loro menti, e non solo, per combattere altri lavoratori. “Si lotta l’amico e si incensa il nemico!” E’ un’opera d’arte della borghesia e dei suoi pugilatori a pagamento con lingua da schiavi! I lavoratori devono impegnarsi nella conoscenza per acquisire coscienza di classe. Questo è l’unico modo per saper discernere le vie da percorrere nella difesa dei propri interessi immediati e storici. L’unico modo per superare le realtà misere del capitalismo è lottare per una società dove al centro vi sia non il profitto, ma l’essere umano; una società che abbia sulle porte d’ingresso non “Lasciate ogni speranza voi ch’entrate” come nell’attuale sistema, ma “Da ognuno secondo le sue capacità, ad ognuno secondo le sue necessità”.