Una luce nel labirinto

Una luce nel labirinto
Non arrendersi mai.

una luce nel labirinto

una luce nel labirinto
Non sottomettersi mai.

sabato 30 aprile 2022

Se lo vogliamo, possiamo fare la storia!

Primo maggio internazionalista. E’ in corso un riarmo globale e una lotta per nuovo ordine mondiale che tenga conto delle differenti forze emerse negli ultimi decenni. L’ordine scaturito dopo la seconda guerra mondiale non è più attuale e le nuove potenze cercano più spazio nella contesa mentre le vecchie si danno da fare per difendere il loro potere in decadenza. La guerra in Ucraina è uno scontro tra potenze imperialistiche. E’ la prima di una serie che segnerà la nuova era nelle relazioni tra le potenze. La classe lavoratrice è carne da macello in questa lotta imperialistica. L’ unico modo per fermare questa tragedia è far si che i lavoratori diventino potenza tra le potenze ed esprimano con forza la determinazione di lottare per un mondo nuovo. Sono 300 milioni i proletari europei, russi e ucraini; se uniti porterebbero al macero ogni imperialismo e ogni nazionalismo. La ferocia del sistema capitalistico si manifesta in tutte le sue guerre, attualmente vi sono 65 nel mondo, anche in quelle oscurate dai mass-media, e nel trattamento dei migranti che muoiono a centinaia nel Mediterraneo nella generale indifferenza. L’unica alternativa risolutiva a questo scempio è l’unità di tutti i lavoratori. Se si vuole la pace, bisogna lottare per superare i rapporti di classe, la produzione per il profitto e non, come sarebbe nel mondo nuovo, per il consumo. Non c’è bisogno di pacifismo, ma di comunismo! Il primo maggio ricorda la lotta dei lavoratori per le otto ore, otto ore di lavoro, otto ore di svago, otto ore per dormire. Le otto ore al giorno La nascita del 1° Maggio, come Giornata internazionale dei lavoratori, è legata indissolubilmente alla lotta per l'introduzione per legge della giornata lavorativa di otto ore. Siamo nella seconda metà del 1800, agli albori del movimento organizzato dei lavoratori. Allora i capitalisti imponevano, anche ai fanciulli, di lavorare per un misero salario dalle 12 alle 16 ore al giorno pena il licenziamento. Nel 1886 negli Stati Uniti per la prima volta fu avanzata questa importantissima rivendicazione. "La prima e grande necessità del presente - recitava la risoluzione del Congresso operaio generale di Baltimora - per liberare il lavoro di questo Paese dalla schiavitù capitalistica, è la promulgazione di una legge per la quale otto ore devono costituire la giornata normale in tutti gli Stati dell'Unione americana". Nel settembre dello stesso anno, a Ginevra, la Prima Internazionale dei partiti operai guidata da Marx ed Engels assunse tale rivendicazione: "Dichiariamo - si leggeva nel testo di una risoluzione - che la limitazione della giornata lavorativa è una condizione preliminare, senza la quale non possono non fallire tutti gli altri sforzi di emancipazione (...) Proponiamo otto ore di lavoro come limite legale della giornata lavorativa". Proprio per rivendicare le otto ore, il sindacato americano, che allora si chiamava "Nobile ordine dei Cavalieri del lavoro", organizzò il 1° Maggio del 1886 a Chicago una grande manifestazione cui presero parte 50 mila operai. La repressione governativa e padronale fu brutale e selvaggia. Intervennero la polizia e l'esercito. Sulla folla dei manifestanti si abbatté una pioggia di proiettili e venne fatta esplodere una bomba in mezzo al corteo. Morti e feriti si contarono a decine. Centinaia furono gli arrestati. Fra questi gli organizzatori e i leader del movimento, processati sommariamente e condannati alla pena capitale per impiccagione. Tre anni dopo, si tenne il 14 luglio 1889 a Parigi lo storico Congresso della fondazione della Seconda Internazionale di cui Engels sarà dirigente e capo riconosciuto; presenti 391 delegati in rappresentanza delle organizzazioni operaie di 21 paesi. In quella sede fu istituita la Giornata internazionale dei lavoratori, in ricordo dell'eccidio degli operai di Chicago. Nel documento intitolato "Manifestazione internazionale del Primo Maggio 1890" è scritto: "Sarà organizzata una grande manifestazione internazionale a data fissa, in modo che contemporaneamente in tutti i Paesi e in tutte le città, lo stesso giorno convenuto, ingiungano ai poteri pubblici di ridurre legalmente a otto ore la giornata lavorativa e di applicare le altre risoluzioni del Congresso internazionale di Parigi". In ricordo dell'eccidio di Chicago Cosicché nel 1° Maggio del 1890 si tennero grandi manifestazioni di lavoratori nelle più importanti città degli Usa e dell'Europa sfidando in parecchie circostanze le cariche e gli arresti della polizia, serrate padronali e licenziamenti. Per la prima volta nella storia, nello stesso momento, in tutti i Paesi dell'occidente, la classe operaia organizzata manifestava per la propria emancipazione. Un avvenimento di grandissimo rilievo che non a caso nella prefazione del "Manifesto del Partito Comunista", datata 1° Maggio, Engels sottolineava con queste parole: "Oggi, mentre scrivo queste righe, il proletariato d'Europa e d'America passano in rivista le sue forze mobilitate per la prima volta come un solo esercito, sotto una sola bandiera, per un solo fine prossimo: la giornata lavorativa normale di otto ore, proclamata già dal congresso di Ginevra dell'Internazionale del 1886, e di nuovo dal congresso operaio di Parigi del 1889, da introdursi per legge. E lo spettacolo di questa giornata aprirà gli occhi ai capitalisti e ai proprietari terrieri di tutti i Paesi sul fatto che oggi i proletari di tutti i Paesi si sono effettivamente uniti. Fosse Marx accanto a me, a vederlo con i suoi occhi!". Accanto alla repressione antioperaia della borghesia e dei governi reazionari, si mobilitò anche la Chiesa cattolica che temeva la lotta di classe, il marxismo e le idee del socialismo. Papa Leone XIII, il 15 maggio 1891, pubblicò l'enciclica "Rerum Novarum" che conteneva la dottrina sociale dei cattolici. Un dottrina interclassista, che predicava l'inviolabilità della proprietà privata e la conciliazione degli interessi tra sfruttati e sfruttatori. In essa il papa sosteneva che la proprietà privata rappresentava un "diritto di natura"; condannava il socialismo perché sovvertitore dell'ordine esistente; dipingeva la lotta di classe come lo "sconcio maggiore", da rigettare e sostituire con la "concordia sociale". Dato che, aggiungeva, si "deve supportare la condizione propria dell'umanità: togliere dal mondo le disparità sociali è cosa impossibile". Di conseguenza anche lo sciopero veniva definito nella stessa enciclica "sconcio grave e frequente". L'orientamento della Chiesa consisteva insomma nel "conciliare e mettere d'accordo fra loro i ricchi e i proletari, ricordando agli uni e agli altri i mutui doveri". Un orientamento che, non c'è dubbio ha fatto scuola non solo per i cattolici ma anche per i riformisti e i rinnegati del comunismo di tutti i tempi, fino ai nostri giorni. Il 1° Maggio in Italia
In Italia la prima celebrazione del 1° Maggio (1890) ebbe un gran successo e dimensioni diffuse e imponenti. Scioperi e manifestazioni si tennero nelle principali città del Paese: a Livorno, nonostante che il governo Crispi l'avesse vietata esplicitamente prendendo a pretesto lo scoppio sospetto di una bomba; a Napoli, Torino, Genova, Palermo, Pavia; inoltre a Roma e Milano con migliaia e migliaia di lavoratori in piazza. Da allora, il 1° Maggio ha segnato momenti storici di lotta incancellabili: le proteste del 1914 contro la prima guerra mondiale imperialista; le lotte operaie del 1920; gli scioperi del 1943 contro la dittatura mussoliniana; le folle immense che riempirono le piazze nel 1945 all'indomani della Liberazione dal nazifascismo; la manifestazione di Portella della Ginestra del '47 dove fu compiuta la prima strage di Stato; le grandi lotte del '68 e degli anni '70. Così è stato anche in tutto il mondo. Non solo nel nostro Paese, non solo negli Usa e in Europa, ma anche in Asia, America Latina, Africa, Australia. Che il 1° Maggio abbia sempre avuto un'impronta proletaria, rivoluzionaria, anticapitalista, antifascista e antimperialista è dimostrato anche dal fatto che sia Hitler che Mussolini appena saliti al potere abolirono tassativamente la celebrazione della ricorrenza. Il duce sostituì il 1° Maggio, con la "festa del lavoro" in chiave corporativa fascista, da tenersi il 21 aprile ricorrenza del "natale di Roma". (...) Ecco cosa diceva Lenin in un celebre discorso del 1905: "Compagni operai! Il giorno della grande festa degli operai di tutto il mondo è venuto. Il Primo Maggio gli operai festeggiano il loro risveglio alla luce e alla conoscenza, la loro unione in un'alleanza fraterna per lottare contro ogni oppressione, contro ogni arbitrio, contro ogni sfruttamento per dare un assetto socialista alla società". Così decisero gli operai fin dal 1889". www.vallarsa.com > indice > Storia del Primo Maggio “ Per i suoi principi, il comunismo è al di sopra del dissidio tra borghesia e proletariato, poiché lo considera giustificato nel suo significato storico soltanto per il presente, non per il futuro; esso intende appunto sopprimere tale dissidio. Riconosce perciò, finchè il dissidio permane, che il risentimento del proletariato contro i suoi oppressori è una necessità, che rappresenta la leva più importante del movimento operaio ai suoi inizi; ma va oltre tale risentimento, perché il comunismo è appunto una causa di tutta l’umanità, non soltanto degli operai.” F. Engels, La situazione della classe operaia in Inghilterra. “ Noi ci chiamiamo comunisti. Che cos’è un comunista? Comunista è una parola latina. Comunista deriva dalla parola comune. La società comunista significa: tutto in comune, la terra, le fabbriche, il lavoro. Ecco cos’è il comunismo!” Lenin, I compiti delle associazioni giovanili. La classe lavoratrice, se s’impossessa di organizzazione e coscienza, può aspirare a un mondo nuovo. Se lo vogliamo, possiamo sognare! Possiamo vivere la vita e non sopravvivere ad essa, se la realtà economico-sociale fa proprio il concetto:” Da ognuno secondo le sue capacità, ad ognuno secondo le sue necessità”.

sabato 9 aprile 2022

E' ora di portare avanti le lancette della storia! Guerra: armi, propaganda, miseria, morti.

E’ ora di portare avanti le lancette della storia. “ Da liberatore delle nazioni quale era nella lotta contro il feudalesimo, il capitalismo, nella fase imperialistica, è divenuto il maggiore oppressore delle nazioni. Da progressivo, il capitalismo è divenuto reazionario, ha sviluppato a tal punto le forze produttive, che l’umanità deve o passare al socialismo o sopportare per anni, e magari per decenni, la lotta armata tra le “grandi” potenze per la conservazione artificiosa del capitalismo mediante le colonie, i monopoli, i privilegi e le oppressioni nazionali di ogni specie.” Lenin, Il socialismo e la guerra. Dalla fine della seconda guerra mondiale si sono succedute nel mondo conflitti bellici medi e piccoli in varie parti del mondo nella lotta tra le potenze per la spartizione del globo terrestre. Attualmente vi sono due guerre di una certa importanza: quella nello Yemen e quella in Ucraina. Lo Stato arabo si trova in una posizione strategica, perché controlla mezzo stretto di Bab el Mandeb, che collega il Mar Rosso con il Golfo di Aden ed è una via di commercio molto importante, anche per il petrolio. Dopo la fine del regime di Saleh è nato un conflitto, nel 2015, tra i ribelli houthi e le forze governative, appoggiate da otto Paesi arabi, tra cui spicca l’ Arabia Saudita, con il placet degli U.S.A. Dopo circa sette anni la guerra continua ed è sempre più cruenta. Si parla di circa 350.000 morti. E’ una guerra fantasma, nonostante i vasti bombardamenti dell’Arabia Saudita e i tanti morti. I mass-media non ne parlano e il mondo ignora l’esistenza. L’altra guerra, quella in Ucraina, dopo l’invasione russa, è molto visibile, visto lo spazio sugli organi d’informazione. L’occidente si è tinto di blu e giallo in ogni forma, chiarendo che è con Kiev, ma fino a un certo punto. Ha dato sanzioni all’ Orso russo, ma non si priva di petrolio e gas. Il capitalismo europeo e statunitense non ha l’obiettivo di salvare gli ucraini, ma, dosando cinicamente le forniture belliche, cerca di trasformare il conflitto in una guerra di logoramento per l’esercito russo. Si stanno utilizzando gli ucraini come pedine con un unico obiettivo: costituire sulla loro pelle l’esercito europeo. Saranno poi abbandonati al loro destino come successo in Kurdistan, Siria, Libia, Afganistan. Mentre Russia e Ucraina si scontrano sul terreno, U.S.A., Cina e UE giocano le loro carte in una lotta predatoria che non esclude la guerra, ma anzi la prepara. Partiti, chiese e gruppi mediatici con in mano la fanfara nazionalistica si schierano e operano per far allineare i lavoratori da una parte o dall’altra. La guerra è frutto del sistema capitalistico, fondato su interessi divergenti tra forze economico-finanziarie e tra le classi. Se si vuole abolire la guerra, bisogna superare questa dimensione economico-sociale. L’unico modo per portare avanti le lancette della storia è seguire la strada dei giovani della comune di Parigi e dei bolscevichi dell’ottobre 1917 in Russia, e instaurare una società dove l’essere umano e i suoi bisogni materiali e spirituali sia al centro della stessa. I soldati ucraini e russi, invece di ammazzarsi tra di loro, dovrebbero unirsi e dirigere la loro azione contro il sistema russo e ucraino, ambedue capitalistici. I cittadini russi e ucraini sono vittime dello stesso tallone di ferro. “Il pacifismo e la propaganda astratta della pace sono una delle forme della mistificazione della classe operaia…la propaganda della pace se non è accompagnata all’appello all’azione rivoluzionaria delle masse, può soltanto seminare illusioni, corrompere il proletariato, inculcargli la fiducia nell’umanitarismo della borghesia e facendo di esso un trastullo nelle mani della diplomazia segreta delle nazioni belligeranti”. Lenin, Il socialismo e la guerra.
07/04/22, 20:07 Notizie false a Kiev annunciano aprile crudele - Indian Punchline https://www.indianpunchline.com/fake-news-in-kiev-heralds-cruel-april/ 1/5 4 APRI L E 2 0 2 2DI MK BHADRAKUMAR Le fake news a Kiev annunciano un aprile crudele Le truppe ucraine si preparano a combattere le forze russe nel Donbass Una Mosca indignata ha chiesto con rabbia una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite lunedì per le accuse di atrocità da parte delle truppe russe nelle aree intorno a Kiev nell'ultimo mese. Prima facie, questa accusa è una notizia falsa, ma può modellare percezioni errate quando viene smascherata come disinformazione. Un rapporto della Tass afferma: "Il ministero della Difesa russo ha dichiarato domenica che le forze armate russe avevano lasciato Bucha, situata nella regione di Kiev, il 30 marzo, mentre "le prove dei crimini" sono emerse solo quattro giorni dopo, dopo che gli ufficiali dei servizi di sicurezza ucraini era arrivato in città. Il ministero ha sottolineato BATTUTA FINALE INDIANA 07/04/22, 20:07 Notizie false a Kiev annunciano aprile crudele - Indian Punchline https://www.indianpunchline.com/fake-news-in-kiev-heralds-cruel-april/ 2/5 che il 31 marzo il sindaco della città Anatoly Fedoruk aveva confermato in un discorso video che non c'erano truppe russe a Bucha. Tuttavia, non ha detto una parola sui civili uccisi a colpi di arma da fuoco per strada con le mani legate dietro la schiena”. Ancora più sorprendente è che pochi minuti dopo le "ultime notizie", i leader occidentali - capi di stato, ministri degli esteri, ex politici - sono comparsi con dichiarazioni debitamente tenute pronte e basate solo su video, video di pochi secondi e una manciata di foto , pronto a versare accuse. Non è stato chiesto il parere di un esperto, non è stato svolto alcun lavoro forense, non è stata data possibilità all'imputato di essere ascoltato. Il presidente francese Emmanuel Macron ha interrotto la sua campagna elettorale dove è in parità con Marine Le Pen per la rielezione nel sondaggio di domenica prossima per bollare le presunte atrocità russe come "crimini di guerra". Così ha fatto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che è in grossi guai anche perché la Germania sta registrando un'inflazione a +7,3% a marzo. Non c'è niente di insolito nel fatto che i politici assediati si impossessano degli spauracchi. Le menti intelligenti come Macron e Scholz devono ormai rendersi conto delle loro politiche imperfette che portano inesorabilmente a una tale sconfitta strategica per mano della Russia. Ma la grande domanda è: perché tali spettacoli teatrali proprio a questo punto? La fake news è emersa anche se la fase 2 dell'operazione speciale russa dovrebbe iniziare entro una settimana nella regione orientale del Donbass. Qualcosa come 60- 80000 soldati ucraini, classificati come le migliori unità delle forze armate, sono stati accerchiati nel Donbass. La finta russa ha dato i suoi frutti bloccando le forze ucraine a Kiev nel mese scorso. Quando si scoprì la verità sull'organizzazione di Kiev (e sui loro "consiglieri occidentali"), il danno era fatto. L'enormità della situazione risultante ha bisogno di una spiegazione.07/04/22, 20:07 Notizie false a Kiev annunciano aprile crudele - Indian Punchline https://www.indianpunchline.com/fake-news-in-kiev-heralds-cruel-april/ 3/5 La mappa sopra riprodotta dal Novosti (purtroppo in lingua russa) sull'esatta situazione del terreno al 3 aprile e il commento di Ivan Andreev, un esperto corrispondente di guerra che ha coperto le operazioni russe in Siria, dà l'importanza del calderone nel Donbass dove la crème de la crème delle forze ucraine che numerano diverse divisioni è intrappolata, isolata dalle forze opposte dalla loro base logistica e da altre forze amiche. Il calderone è abbastanza grande, segnato a strisce blu e nere sulla mappa nella parte superiore della regione del Donbass in direzione di Kharkiv. La massiccia colonna russa che si è ritirata dalla regione di Kiev una settimana fa sta manovrando in un grande arco verso quel calderone che aggira Chernihiv a nord e le città di Sumy e Kharkiv (vicino al confine russo a nord-est). Le forze ucraine sono ben armate e si sono fortificate pesantemente ma non sono in grado di sfuggire all'intrappolamento. Né è possibile che Kiev invii rinforzi poiché la campagna a ovest è costituita da terreni agricoli in gran parte aperti (fino al fiume 07/04/22, 20:07 Notizie false a Kiev annunciano aprile crudele - Indian Punchline https://www.indianpunchline.com/fake-news-in-kiev-heralds-cruel-april/ 4/5 Dnepr). I russi hanno la supremazia aerea ed è impossibile nascondere i movimenti nemici ai loro occhi vagabondi. Le forze russe hanno messo fuori combattimento tutti gli aeroporti vicini e distrutto sistematicamente le vicine riserve petrolifere ucraine durante la Fase 1 dell'operazione. Come ho scritto in un blog precedente , tre giorni fa, le forze russe hanno assestato un colpo devastante: "In particolare, l'aeroporto militare di Mirgorod nella regione centrale di Poltava, un hub strategicamente importante, è stato messo fuori combattimento e diversi elicotteri da combattimento e aerei ucraini sono stati trovati nei suoi parcheggi mimetizzati, così come i depositi di carburante e armi aeronautiche sono stati distrutti”. Allo stesso modo, Kharkiv è stata circondata e "in un attacco ad alta precisione con i missili tattici operativi Iskander sul quartier generale della difesa della città giovedì, "più di 100 nazionalisti e mercenari dei paesi occidentali" sono stati confermati uccisi". Tuttavia, ci si aspetta che le forze ucraine combattano bene piuttosto che arrendersi, anche se circondate, senza copertura aerea e senza possibilità di ruotare le forze o carburante sufficiente per impegnarsi in una guerra di manovra e con le munizioni in esaurimento. A dire il vero, si avvicina una grande battaglia, la più decisiva dell'intera operazione speciale russa fino ad ora. Il problema è che il calderone ha anche numerosi insediamenti di popolazione etnica russa (compresi i titolari di passaporto russo) e l'offensiva sarà una lunga fatica eseguita pazientemente per evitare vittime civili o la distruzione di infrastrutture civili. Vale a dire, la Fase 2 può durare ovunque fino a un mese circa per essere completata. Non commettere errori, i russi devono vincere qui (cosa che accadranno) poiché spezzeranno anche la schiena alle forze armate ucraine. Nonostante tutte le spacconate di Zelensky, Kiev si renderà conto dell'enormità della sconfitta e anche i suoi mentori occidentali vedranno la scritta sul muro. A dire il vero, ci aspetta un mese intero in cui la strategia occidentale sarà quella di produrre incessantemente notizie false, intensificare la guerra dell'informazione. Anche qualche operazione sotto falsa bandiera potrebbe essere organizzata sotto la supervisione di agenti dell'intelligence occidentale. Nel peggiore dei casi, Kiev potrebbe persino giocare la sua ultima carta: armi chimiche. La Russia ha pubblicizzato i dettagli dei luoghi in cui l'Ucraina ha tenuto scorte di armi07/04/22, 20:07 Notizie false a Kiev annunciano aprile crudele - Indian Punchline https://www.indianpunchline.com/fake-news-in-kiev-heralds-cruel-april/ 5/5 chimiche. È noto che gli Stati Uniti hanno fornito attrezzature speciali per aiuti militari (maschere antigas, indumenti protettivi, ecc.) per far fronte alle armi chimiche e hanno ricevuto un addestramento speciale per la protezione collettiva. L'alacrità con cui Macron e Scholz hanno consumato le fake news è foriera di una nuova fase nella guerra dell'informazione. In parole povere, c'è un sobrio risveglio a Parigi e Berlino che l'operazione russa sta raggiungendo con successo gli obiettivi prefissati. "Aprile", ha scritto TS Eliot nel suo capolavoro The Wasteland, "è il mese più crudele, allevando lillà dalla terra morta, mescolando Memoria e desiderio, mescolando radici ottuse con pioggia primaverile". Ma l'oscura ironia di "Aprilness" di quest'anno sarà che la fecondità e il rinnovamento qui riguarderanno la rigenerazione della Russia in un mondo di storia e miti generati dalle menti occidentali in quarantena. Condividi questo: Facebook Twitter LinkedIn WhatsApp DONBASS , OP ERAZ IONE S P ECIAL E RU SSA

mercoledì 6 aprile 2022

Crisi politica nell' Asia del sud, conseguenze della guerra in Ucraina.

Conseguenze della guerra in Ucraina L’INFLAZIONE GETTA IN CRISI POLITICA L’ASIA DEL SUD In Sri Lanka proteste di massa, in Pakistan il governo lotta per sopravvivere Mathias Peer Il prezzo dei pomodori in Pakistan è raddoppiato in poche settimane. In Sri Lanka latte e medicine sono diventati HB martedì 5/4/22 prodotti di lusso. L’impennata dei prezzi ha gettato i due paesi dell’Asia del sud in una profonda crisi politica. Il primo ministro pakistano Imran Kahn, accusato dall’opposizione di essere responsabile del disastro economico, lotta per la sopravvivenza politica fino a infrangere la Costituzione. In Sri Lanka il governo si confronta con proteste di massa e con un possibile fallimento dello Stato. I due paesi hanno l’inflazione più alta del continente: secondo gli uffici statistici i prezzi alimentari sarebbero cresciuti mediamente del 30% sullo scorso anno, anche per la guerra in Ucraina, grande fornitore di grano e olio di semi di girasole. Ne sono colpiti in particolare strati più bassi e ceto medio. In Pakistan l’opposizione vede nella crisi un’occasione per cacciare il sempre più impopolare Kahn. Ci sarebbe una maggioranza sicura per una sfiducia nei confronti della ex star del cricket. Kahn nel fine settimana ha impedito il voto all’ultimo minuto. Ha spinto il presidente Arif Alvi a sciogliere il parlamento del paese di 220 milioni di abitanti e ad indire nuove elezioni entro 90 giorni. L’opposizione giudica anticostituzionale la decisione di Kahn e ricorre alla Corte Suprema, nei prossimi giorni dovrebbe esserci una risposta. In Sri Lanka si è dimesso lunedì il capo della Banca Centrale, dopo che il gabinetto era stato chiuso dal primo ministro Mahinda Rajapaksa. Resta in carica solo il capo del governo assieme a suo fratello, Gotabaya Rajapaksa. Questo ha invitato l’opposizione a ricoprire incarichi “per cercare assieme soluzioni alla crisi nazionale”. Questo per ora non ha calmato la rabbia degli oppositori. Lo Sri Lanka è ultra indebitato e deve ridurre le importazioni di beni di prima necessità, ai distributori ci sono lunghe file, manca l’energia ultimamente fino a 12 ore al giorno, la scorsa settimana il governo ha rinunciato all’illuminazione delle strade. Crescono le proteste. il capo del governo ha dichiarato lo stato di emergenza, l’accesso ai social media viene impedito per rendere difficile l’organizzazione di manifestazioni ed è in corso un coprifuoco di 36 ore. Manifestazioni che tuttavia ci sono state nel fine settimana, con decine di migliaia di partecipanti, contro il clan Rajapaska. Le proteste sono continuate lunedì, anche nel sud del paese, dove in passato era più forte il sostegno alla famiglia. Alla base della crisi c’è anche il rifiuto del regime, da mesi, di contrattare un pacchetto di aiuti col FMI. Non si sentirebbe pronto alle profonde riforme che il FMI chiede, solo a fine marzo il governo ha deciso di rivolgersi all’organizzazione di Washington. Ma l’aggravarsi della crisi ora esige una soluzione rapida. Il ministro delle finanze che dovrebbe trattare fa parte di quelli che si sono ritirati. Il caos che regna nel governo rende difficili le possibilità di varo di un pacchetto FMI Anche in Pakistan le casse sono vuote. Al contrario dello Sri Lanka il Paese è già dal 2019 in un programma di aiuti FMI … ma deve garantire il rispetto delle condizioni …Dovesse restare al potere Kahn potrebbero peggiorare i rapporti della potenza nucleare con l’occidente. Il politico ha ultimamente inasprito la sua retorica anti americana. E si rivolge ai governi di Pechino e Mosca. Per Kahn l’opposizione interna è fonte di un complotto USA.

Start magazine, settore energia. Il GNL Usa? Pregi e difetti, di Maria Scopece . Data 04/04/2022

Tema articolo: “L’Italia è uno dei paesi più metanizzati al mondo e questo è un problema”. “Noi siamo legati al gas russo da più di 50 anni, che quando noi facemmo questi gasdotti eravamo arci nemici, avevamo il muro di Berlino, la cortina di ferro eppure questo gas l’abbiamo preso da là, è stato un legame di fratellanza – ha detto Armaroli. Lo stesso gasdotto si chiama fratellanza, quello che connette i campi della Siberia all’Europa e che arriva al Tarvisio.Tutte queste operazioni hanno un costo non solo economico ma anche ambientale. “Il gas degli Stati Uniti, quello che ci dovrebbe salvare, è il peggiore di tutti perché viene prodotto attraverso il fracking: un’operazione che inquina e che, negli ultimi 10 anni, ha provocato l’aumento dell’emissione di metano nell’atmosfera, un aumento completamente fuori controllo – continua Armaroli -. Il gas naturale liquido costa di più e impatta di più”. Le alternative sono l’Algeria, che si è astenuta dalla risoluzione ONU contro la Russia. Il Gnl Usa? Ecco pregi e difetti Quali sono le vere alternative al gas russo? Fatti e analisi nell’approfondimento di Nicola Armaroli del Cnr “L’Italia è uno dei paesi più metanizzati al mondo e questo è un problema”. Questa considerazione arriva da Nicola Armaroli, dottorato di ricerche in Scienze chimiche e dirigente di ricerca del Cnr che ha cercato di spiegare perché il nostro paese deve cercare di liberarsi dalla sua dipendenza dal gas (russo o statunitense che sia) e abbracciare in fretta e con più convinzione la strada delle rinnovabili. “Noi siamo legati al gas russo da più di 50 anni, che quando noi facemmo questi gasdotti eravamo arci nemici, avevamo il muro di Berlino, la cortina di ferro eppure questo gas l’abbiamo preso da là, è stato un legame di fratellanza – ha detto Armaroli nel corso di Omnibus (La7) -. Lo stesso gasdotto si chiama fratellanza, quello che connette i campi della Siberia all’Europa e che arriva al Tarvisio. Non abbiamo mai messo in discussione il gas russo, poi è arrivato Putin”. Putin chiede di pagare il gas in rubli Il presidente russo, Vladimir Putin, ha comunicato di aver firmato un decreto presidenziale   Pagina 2 che “obbliga” i cosiddetti Paesi ostili a pagare il gas che acquistano in rubli. Il capo del Cremlino prova così a rispondere alle pressioni economiche messe in campo dai paesi occidentali contro la Russia attraverso le sanzioni. Gli Usa hanno messo a disposizione dei propri alleati il gas naturale liquefatto (qui l’approfondimento di Start Magazine). Il gas statunitense non basterà “Il gas liquido costa di più del gas russo – ha detto il dirigente di ricerca del Cnr esperto anche di energie -. Dipendiamo così tanto dalla Russia perché il gas russo era quello che costava meno, l’abbiamo fatto per una questione di mera convenienza e ora i nodi vengono al pettine”. Il gas liquido costa di più perché arriva da lontano ancora più lontano che dalla Siberia. “Deve essere prima liquefatto, a basse temperature, a 160 gradi sotto zero, quindi immaginatevi il costo economico e anche energetico di un’operazione del genere – ha aggiunto Armaroli -. Poi viene trasportato su una nave che solca gli oceani, deve rimanere a quelle temperature, arriva al rigassificatore e lì viene trasformato in gas e immesso nelle reti”. Il costo ambientale del gas statunitense Tutte queste operazioni hanno un costo non solo economico ma anche ambientale. “Il gas degli Stati Uniti, quello che ci dovrebbe salvare, è il peggiore di tutti perché viene prodotto attraverso il fracking: un’operazione che inquina e che, negli ultimi 10 anni, ha provocato l’aumento dell’emissione di metano nell’atmosfera, un aumento completamente fuori controllo – continua Armaroli -. Il gas naturale liquido costa di più e impatta di più”. La dipendenza italiana dal metano Le conseguenze di un ammanco di gas, a prescindere dalla sua origine, potrebbero essere tanto più pesanti per il nostro Paese che vive una forte dipendenza da gas metano. A ciò consegue che “c’è una grande spinta da parte delle aziende del gas in particolare Snam, ma non solo, di continuare a utilizzare il metano e soprattutto di continuare a utilizzare la infrastruttura del gas – ha sottolineato Armaroli in un’intervista sulla rivista specialistica Qualenergia -. Io voglio sottolineare con forza un fatto: il metano è parte del problema e come tale non può essere parte della soluzione. Quando i problemi sono complessi e le sfide sono difficilissime come quella attuale, bisogna cambiare paradigma: non possiamo pensare che il metano ci aiuterà”. Il gas italiano: una strada non percorribile Tra le varie alternative prospettate per rispondere alla carenza di gas estero c’è la produzione interna. “Le riserve nazionali di gas sono ormai esaurite. I nostri pozzi sono piccoli e dislocati in varie zone del territorio – ha aggiunto Armaroli in un’intervista -. Nel 1994 estraevamo 21 miliardi di metri cubi di gas, ora circa tre. Abbiamo smesso di estrarlo per un motivo semplice: economicamente ci conviene importarlo da Russia e altri Paesi dove hanno giacimenti immensi e di ottima qualità. In Italia, ipotizzando di estrarre tutte le risorse certe e quelle probabili arriviamo a circa 100 miliardi di metri cubi di gas, ci basterebbe per poco più di un anno. E poi cosa facciamo? Il punto è un altro: dobbiamo   Pagina 3 uscire dalla dipendenza dal metano, che peraltro ha un impatto climatico molto peggiore della CO2, quando si disperde in atmosfera. E se ne disperde non poco lungo la filiera. Peraltro nessuno lo dice ma oggi una quota pari alla metà di quanto estratto in Italia lo esportiamo ad altri paesi”. La necessità di cambiare paradigma La soluzione, ora che il gas russo potrebbe uscire di scena, non sarebbe quella di trovare una nuova fonte di approvvigionamento, ma cambiare paradigma. “Quando una persona ha una dipendenza, mettiamo dagli psicofarmaci o dalle droghe, il bravo medico non è quello che cerca di trovare fonti di dipendenza alternative ma prova a cercare una cura che lo faccia uscire dal tunnel – secondo Armaroli -. Quindi se noi vogliamo uscire una volta per tutte da questo tunnel ci vorrebbe quella transizione energetica di cui stavamo parlando fino a pochi giorni fa e che non dovremmo dimenticare. Adesso l’esigenza è vitale perché il vero problema è il cambiamento climatico, non dimentichiamolo. Ogni metro cubo di gas che noi bruciamo facciamo due danni: alimentiamo la guerra tra la Russia e l’Ucraina e il secondo è produrre CO2, immetterla in atmosfera e causare il cambiamento climatico. Da questa gabbia noi ne dobbiamo uscire”. Le opportunità “morali” delle alternative al gas russo La mappa della distribuzione delle materie prime energetiche non corrisponde alla mappa delle democrazie. “Le alternative al gas russo non sono la Svizzera, il Portogallo e la Danimarca – ha rimarcato Armaroli a Omnibus -. Le alternative sono l’Algeria, che si è astenuta dalla risoluzione ONU contro la Russia. L’altra possibilità è l’Azerbaigian. Però voglio ricordare che il gasdotto azero attraversa tutta la Turchia e noi abbiamo la memoria un po’ troppo corta. Fino a pochi mesi fa il cattivo che campeggiava sui giornali occidentali era Erdogan. Perciò stiamo molto attenti perché la nostra idea di buoni e di cattivi cambia molto in fretta perché siamo esposti. Il problema è che noi abbiamo una dipendenza, che è un termine che tipicamente ha un’accezione negativa. La scelta obbligata dell’energia rinnovabile Le rinnovabili sono una scelta obbligata, tanto più che l’impegno preso in sede europea è chiaro. “Noi siamo vincolati all’obiettivo di tagliare del 55 per cento le emissioni climalteranti dell’Ue rispetto al 1990 – ricorda il dott. Armaroli a Qualenergia -. Bene, a che punto siamo? Nel 1990 le emissioni erano 520 milioni di tonnellate, nel 2018 sono arrivate a 439 milioni. Se al 2030 dobbiamo raggiungere il 55 per cento significa che fra un decennio dobbiamo arrivare a 234 milioni di tonnellate. Quindi rispetto dove siamo adesso dobbiamo diminuire le emissioni di oltre il 45 per cento e questo in soli 10 anni. Quindi – e qui arriva il numero che fa venire i brividi – un taglio di emissioni del triplo rispetto a quanto fatto in precedenza in soli 10 anni anziché in 30. Significa aumentare di nove volte la velocità del processo complessivo”. Il fotovoltaico: una strada già nota   Pagina 4 Tra tutte le fonti di energia rinnovabile a disposizione il fotovoltaico è la più semplice da scegliere e distribuire sul territorio nazionale. “Ma con una diffusione del fotovoltaico su larga scala su capannoni ed edifici e con adeguati impianti di stoccaggio, si può produrre tutta l’elettricità di cui abbiamo bisogno, liberandoci dall’uso del gas – aggiunge Armaroli -. A casa mia ho i pannelli fotovoltaici e solari termici, accoppiati a una pompa di calore geotermica. Nulla di fantascientifico, che mi permette di essere completamente indipendente. Con i costi attuali del gas è un investimento che si recupera in cinque anni”. Transizione green: le difficoltà burocratiche A rendere difficile una svolta green non è solo la necessità di riconvertire un intero sistema industriale. “Voglio aggiungere ancora una cosa sulle rinnovabili – conclude Armaroli -. È vero che è difficile installare le rinnovabili. C’è stato un parere negativo del Ministero dei beni culturali sul fatto che vengano messe pale eoliche sulla diga foranea al porto di Genova, che credo sia stato progettato da Renzo Piano. Se corpi dello Stato di oppongono al progresso energetico, dobbiamo metterci d’accordo. Preferiamo che al porto di Genova entrino le navi piene di carbone e rimangano con i motori accesi a caricare il carbone? Queste cose si possono fare ma dobbiamo prendere una linea politica che al momento non c’è”.

martedì 5 aprile 2022

La guerra, strumento della politica borghese.

La guerra, strumento della politica borghese. “ La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è dunque , solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi…Lo scopo politico, motivo primo della guerra, darà dunque la misura tanto dell’obiettivo che l’azione bellica deve raggiungere, quanto degli sforzi che a ciò sono necessari.” Karl von Clausewitz, Della guerra. Il problema dei costi e dei tempi delle azioni belliche, la decisione su quali siano i limiti dei compromessi accettabili, i possibili vantaggi cui mirare sono considerazioni politiche e costituiscono il quadro di riferimento all’interno del quale avvengono poi gli eventi bellici. Una guerra senza politica sarebbe insensata, non così una politica, capitalistica, senza guerra. Il capitalismo è guerra! Questo sistema, basato su classi sociali con interessi disuguali, avendo come fondamento convenienze diverse e contrapposte tra nazioni, gruppi industriali e finanziari è basato sulla guerra, anche quando non si usano le armi. L’evento bellico in Ucraina non è una semplice crisi regionale, ma il primo test importante di una crisi di natura generale a livello mondiale. Sulle spalle dell’ Ucraina è in atto una battaglia tra le grandi potenze; U.S.A., Russia, Cina, Europa, India, per la gestazione di un nuovo ordine mondiale. L’indebolimento degli U.S.A., certificato dagli eventi in Siria, Libia, Afganistan e dal peso calante nell’economia mondiale in contrapposizione ad altri attori in crescita, in primis la Cina, stimata nel 2030 prima potenza mondiale, hanno portato la Russia a tentare d’invertire la rotta della ritirata geopolitica iniziata tre decenni fa e a usare la forza militare per impedire un’ulteriore espansione della Nato nel territorio ex URSS. Una delle conseguenze della guerra in Ucraina è il tentativo di avere un esercito europeo con investimenti ingenti nella “sicurezza” del vecchio continente. La seconda è l’ attenta neutralità della Cina che cerca di porsi in condizione di essere un punto di riferimento mondiale non solo economico, ma anche politico. La terza è il surplace dell’ India in attesa di sviluppi che la possano avvantaggiare. La quarta è che gli U.S.A. spingono forte sulla resistenza ucraina per fermare le mire di Putin, il suo indebolimento, un’eventuale distacco dell’ Europa dalle ali statunitensi e un avvicinamento ad altri lidi. Gli U.S.A. hanno sempre contrastato un’ Europa unita e forte che, se convergente con la Russia, potesse essere una potenza mondiale di grande stazza. La guerra in Ucraina potrebbe portare la geopolitica mondiale a una svolta storica a livello globale. I mass-media, messo da parte il covid e i suoi “ virologi”, stanno riempendo ogni spazio con “specialisti” della guerra e “specialisti” della pace. Nessuno di questi “ specialisti” realisticamente spiega come uscir fuori da queste realtà che insanguinano il mondo e portano alla morte migliaia di esseri umani. “ Quando i ricchi si fanno la guerra, sono i poveri che muoiono.” Jean-Paul Sartre In verità fin quando ci sarà il capitalismo ci saranno le guerre, non essendoci uniformità di interessi tra gli esseri umani, tra le nazioni, tra i gruppi industriali e finanziari. “ Cosa penso della guerra…Questo argomento mi induce a parlare della peggiore fra le creazioni, quella delle masse armate, del regime militare voglio dire, che odio con tutto il cuore. Disprezzo profondamente chi è felice di marciare in ranghi e nelle formazioni al seguito di una musica; costui ha ricevuto solo per errore il cervello; un midollo spinale gli sarebbe più che sufficiente… La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire.” Albert Einstein Per eliminare queste tragedie l’unica frontiera da conquistare è il superamento delle convenienze diverse e contrapposte. Avere tutti gli esseri umani interessi e obiettivi comuni. Chi è per la guerra è per il capitalismo, chi vuole la pace lotta per il comunismo! “ Noi ci chiamiamo comunisti. Che cos’è un comunista? Comunista è una parola latina. Comunista deriva dalla parola comune. La società comunista significa: “Tutto in comune”, la terra, le fabbriche, il lavoro. Ecco cos’è il comunismo.” Lenin, I compiti delle associazioni giovanili.