Una luce nel labirinto

Una luce nel labirinto
Non arrendersi mai.

una luce nel labirinto

una luce nel labirinto
Non sottomettersi mai.

martedì 24 marzo 2020

Negli anni '70...


Negli anni ’70 i mass-media e i pugilatori a pagamento con lingua da schiavi propagandavano che l’informatica avrebbe fatto si che i lavoratori sarebbero spariti e che sarebbe bastato una persona con camice bianco per mandare avanti la produzione nei vari centri di produzione. In  effetti in 50 anni la tecnologia ha fatto passi in avanti eccezionali, ma non ha abolito la presenza di milioni di lavoratori per mandare avanti produzioni di ogni genere. Negli anni 2000 la canzone della presenza irrilevante dei lavoratori nella produzione di beni è andata avanti. I robot avrebbero preso il posto degli esseri umani.  La  realtà però si presentava in modo diverso. Oggi, con la presenza del covid-19, i fatti, che hanno la testa dura e che sono ruote quadrate, mostrano l’essenzialità della presenza umana nel processo produttivo e dei servizi. Senza le persone che lavorano, anche con l’ausilio della tecnologia è impossibile mandare avanti, ogni tipo di produzione di beni e di servizi. Oggi milioni di lavoratori, mentre impera lo slogan “ Stiamo a casa”, sono costretti a recarsi al lavoro. Si comanda di utilizzare lo distanziamento, ma i mezzi pubblici di trasporto sono pieni, anche per la riduzione dei veicoli, e lo distanziamento è inesistente. Nei posti di lavoro, in molti casi, si lavora senza distanziamento e, addirittura, senza dispositivi di sicurezza. Si attua “la carcerazione domiciliare” a milioni di persone, ma non a tanti lavoratori, milioni di persone che ogni giorno escono da casa non per propria volontà. Si fa passare il covid-19 come una disgrazia, si analizza la causa nei pipistrelli ed in altre teorie, ma non si studia se non vi siano altri fattori, anche di interesse economico e di lotta tra le nazioni o gruppi economico-finanziari, che abbiano determinato questa realtà. Si prende provvedimenti sanitari o sociali, senza prendere esempio da Paesi che hanno affrontato la situazione con strumenti tecnologici, senza limitare più di tanto la libertà di movimento dei cittadini e la produzione di beni e servizi. Appare chiaro e lampante che le persone che operano nei processi produttivi e dei servizi sono basilari nel mandare avanti l’economia e la società stessa. Che senza queste persone i capitalisti non possono fare alcun profitto. Il lavoro è essenziale in ogni dimensione sociale! Il lavoro è il rapporto tra essere umano e natura! E la natura va rispettata e trattata con equilibrio. Nell’attuale sistema, purtroppo, né l’essere umano né la natura sono rispettati. In nome del profitto, del dio denaro, si sfrutta sia l’essere umano, da cui trarre plusvalore che determina il profitto, sia la natura, calpestata per avere la possibilità di guadagni illimitati. Ogni lavoratore ed ogni lavoratrice sia che adoperi le sue braccia sia che utilizzi il proprio cervello sono la base della società. Senza di essi non vi è alcuna produzione di beni e servizi. Tutti coloro che non partecipano attivamente al processo produttivo sono parassiti, che vivono del sangue di chi lavora e produce! Ogni qualsiasi tipo di società non potrebbe vivere senza la produzione di beni e servizi, ma una società che metta al centro della sua azione non il profitto ma l’essere umano non ha bisogno di parassiti. Con il livello di sviluppo economico-sociale attuale, con il livello tecnologico presente e futuro, lavorando tutti due ore al giorno, potendo dedicare l’altro tempo alla conoscenza ed ai propri hobby, tutti potremmo godere di ogni bene prodotto per soddisfare le proprie necessità materiali e dedicare tanto tempo a migliorare la spiritualità di ognuno. Già oggi la produzione mondiale di beni e servizi potrebbe soddisfare il doppio  della popolazione mondiale esistente. Eppure vi sono 2,5 miliardi di esseri umani sotto alimentati , 50 milioni di bambini che muoiono per fame, milioni di persone che perdono la vita per malattie non curate o per mancanza di medicinali. Questa dimensione economico-sociale non è per l’essere umano, ma per coloro che utilizzano gli esseri umani e la natura per i loro interessi finanziari. Chi lavora è il motore del mondo! Meriterebbe un mondo diverso e nuovo dove
“ognuno possa dare secondo le sue capacità ed avere secondo le sue necessità”
Se lo vogliamo, possiamo rendere reale il sogno di ogni essere umano di vivere una vita tranquilla, serena, felice!
 Il dolce sapore del cielo

Il superamento di ogni bisogno, la conquista del cielo, sogno di ogni epoca umana era realtà.
Coloro che avevano visto il passato ricordavano con terrore quell’epoca e la cancellavano subito dalla mente. Tanto era forte il crampo che prendeva lo stomaco!
I nati nella nuova epoca, quando leggevano certi libri o vedevano certi film erano restii a credere che il mondo avesse visto realtà di quel tipo.
Non osavano immaginare che esseri umani potessero utilizzare, come schiavi o finti liberi, altri esseri umani per avere dei miseri pezzi di carta o dei pezzi di materiale ferroso.
Non osavano immaginare che tanta gente non avesse un lavoro, una casa;
che tante persone non mangiassero abbastanza e altre morissero addirittura di fame ;
che i bambini morissero per mancanza di cibo.
Non osavano immaginare che esseri umani uccidessero altri esseri umani per motivi futili e banali; che ci fossero le guerre;
che si distruggessero con le bombe tesori millenari, testimoni della storia dell’umanità;
che un liquido brutto e nero fosse così importante.
Non osavano immaginare che donne e uomini vendessero il loro corpo e, a volte, anche la loro anima per apparire in televisione, sui giornali;
che le persone non esprimessero quello che sentivano nei cuori, ma solo quello che conveniva ai loro interessi;
che un organo, chiamato Stato, imponesse tasse e decidesse sulle scelte delle persone in tema di rapporti d’amore e di vita, decidesse il giusto e l’ingiusto;
che si nascondesse la conoscenza e si diffondesse l’ignoranza;
che un malato dovesse pagare per essere curato;
che la scuola non insegnasse sapere, ma ideologie;
che un laureato non trovasse occupazione;
che non si lavorasse o si lavorasse a segmenti;
che l’informazione fosse solo al servizio di chi godeva del guadagno e nascondesse la verità;
che chi produceva era povero e chi non produceva era ricco;
che si andasse in pensione, ormai vecchi e , dopo una vita di lavoro, fosse dura tirare avanti;
che non tutti avessero una casa e che le case fossero diverse da persona a persona;
che chi praticasse lo sport non lo facesse per passione e piacere, ma per denaro;
che la donna non fosse ritenuta pari all’uomo e vivesse una condizione, spesso, negativa;
che si dovessero pagare i trasporti e che i mezzi fossero così carenti;
che gli anziani fossero abbandonati al loro destino, perché, ormai, improduttivi.
Non riuscivano ad immaginare che ci fossero le armi;
che ci fossero gli eserciti, la polizia, le guardie varie;
che ci fossero le banche, le assicurazioni.
Non riuscivano ad immaginare una politica, fatta non per le esigenze comuni, ma per gl’interessi di comitati d’affare e, anche, di bande di criminali.
Non riuscivano ad immaginare che la stragrande maggioranza della popolazione, che viveva in condizioni precarie, non si ribellasse e, anzi, prendesse a modello proprio coloro, che avevano interesse a tenerli in quella situazione di sottomissione.
I figli della nuova epoca non osavano credere, studiando la storia dell’umanità, che potessero essere esistiti periodi così bui e tristi per l’umanità! “

Da “Il dolce sapore del cielo”
di   Giuseppe Calocero


mercoledì 11 marzo 2020

Va...



Mentre diceva queste parole, chissà perché le venne in mente
la poesia di un poeta anonimo.
Va’ pure tranquillo
nel frastuono di questa vita frenetica,
ma pensa quanta pace
può esserci nel silenzio.
Con dignità,
senza compromessi,
fai di tutto per andare
d’accordo con chi ti sta vicino.
Di’ la tua verità
in modo chiaro e sereno
e ascolta gli altri:
anche se sciocchi o ignoranti
anche loro hanno
una storia da raccontare.
Evita chi è aggressivo
o chi parla troppo forte,
perché opprime il tuo spirito.
Se ti paragoni agli altri
puoi diventare presuntuoso
o invidioso;
mettiti uno specchio nell’anima;
ci sarà sempre
chi è più in alto
o più in basso di te.
Impegnati nel tuo lavoro:
per umile che sia,
è la sola cosa vera
nel gioco delle alterne fortune.
Sii cauto negli affari:
il mondo è pieno di inganni;
ma non essere cieco
di fronte alla vera onestà:
c’è molta gente che lotta
in nome di alti ideali
e c’è eroismo un po’ dovunque.
Sii te stesso. Sii te stesso.
Soprattutto non fingere affetti,
ma non essere cinico in amore,
perché, malgrado le amarezze e le delusioni,
l’amore è la forza prima
che anima l’universo.
Accetta il passare degli anni
e abbandona senza rimpianti
le smanie della gioventù.
Abitua il tuo spirito
a essere forte
perché ti sorregga
nelle improvvise avversità
e non fare drammi su cose
che non esistono:
le paure nascono solo
dalla stanchezza e dalla solitudine.
Sii dolce con te stesso:
hai diritto di stare al mondo.
Con tutte le ipocrisie,
le ingratitudini
e i sogni andati in fumo,
il mondo è ancora bello.
Metti uno specchio nell’anima
e lotta per essere felice!
Da “Il dolce sapore del cielo” di Giuseppe Calocero

lunedì 9 marzo 2020

Vivere la vita...


“ Vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte delle persone esiste. Questo è tutto.”
Oscar Wilde
“E’ importante aggiungere più vita agli anni, non più anni alla vita. La vita è questa . Nulla è facile. Nulla è impossibile.”
Anonimo
La vita  è amore, passione, sogni, tenacia, costanza, determinazione, lotta per giungere alla meta.
Vivere la vita è non accontentarsi di mangiare, bere, parlare di calcio e di donne o fare i pappagalli dei pugilatori a pagamento  con lingua da schiavi  del sistema. Questo è esistere.
La vita è amare con il cuore spettinato, trasformare la sabbia in polvere di stelle, accendere un sogno nel buio;
sognare un mondo di liberi, eguali, fratelli e sorelle e dare il proprio contributo per la sua realizzazione;
vivere i momenti belli e brutti sempre con la sicurezza di un domani migliore;
non arrendersi alle avversità;
non abbattersi nelle sconfitte;
non esaltarsi nelle vittorie;
aprirsi alla conoscenza come strumento di libertà, così da poter vivere le varie epoche dell’umanità, da poter essere in ogni luogo del mondo, da poter dialogare con Omero, Virgilio, Epicuro, Socrate, Seneca, Galilei, Alighieri, Manzoni, Foscolo, Leopardi, Carducci, Pascoli, Marx,  Engels, Lenin, Gramsci, Petrarca, Boccaccio, Eco ed ogni personaggio storico, perché:
“ E’ sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s’illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza”
Socrate
non cadere nelle superstizioni, nei tabù, nei conformismi della società;
non lasciarsi ingannare dalle false ideologie e dalle false verità;
dai finti difensori dei deboli e degli sfruttati;
dai falsi miti;
dall’uso strumentale e sibillino dei dati ;
non scambiare l’amicizia con la conoscenza;
dar senso alle parole con i fatti;
far si che la miglior forma di educazione sia l’esempio,
essere coerente, tenace, costante, determinato;
non perdere mai l’entusiasmo in ogni azione o progetto portato avanti;
dare importanza alla parola data, come forma di rispetto verso se stesso e gli altri;
essere consapevole che siamo tutti umani e non esistono differenze di razza, di lingua, di colore della pelle, ma soltanto tra chi detiene il potere e chi da questo tallone di ferro è schiacciato.
Chi vive con questa etica vivrà cento vite in una vita, una diversa dall’altra. Si sentirà sempre pronto ad una nuova vita , impugnando l’arma della conoscenza, con l’esperienza delle passate e con l’entusiasmo di chi nel cammino vede prossima  la frontiera .
“La vita è per il 10% cosa ti accade e per il 90% come reagisci”
C.R. Swindoll
“ La vita è come una commedia: non importa quanto è lunga, ma come è recitata.”
Lucio Anneo Seneca
La vita è bella! Tutti meritano di gustare il suo splendore!

venerdì 6 marzo 2020

Pane e Rose.



Pane e rose
« The worker must have bread, but she must have roses, too. »
« La lavoratrice deve avere il pane, ma anche le rose. »
Mentre marciamo, marciamo
Nella bellezza del giorno,
Milioni di cucine buie e cupe,
Miriadi di grige soffite,
Son tutte toccate dalla radiosità,
Che un sole improvviso dischiude,
Poichè la gente ci sente cantare:
"Pane e Rose! Pane e Rose!"
Mentre marciamo, marciamo
Noi combattiamo anche per gli uomini
Perchè anche loro son figli di donne,
E noi per loro madri ancora,
Le nostre vite non dovranno esser sudate
Dalla nascita fino alla fine;
I cuori han fame così come i corpi:
Dateci pane, ma dateci anche rose!

Mentre marciamo, marciamo,
Innumerevoli donne morte
Piangono attraverso il nostro canto,
Il loro antico grido per il pane.
Arte e amore e bellezza
I loro spiriti affaticati conobbero.
Si, è per il pane che lottiamo,
Ma anche per le rose!

Mentre marciamo, marciamo
Portiamo giorni migliori.
Poichè la rinascita delle donne
Significa la rinascita dell'umanità. 


Non più la fatica e la noia
Che tessono la trama del riposo,
Ma la condivisione delle gioie della vita:
Pane e Rose! Pane e Rose!

Le nostre vite non dovranno esser sudate
Dalla nascita fino alla fine;
I cuori han fame così come i corpi:
Pane e Rose! Pane e Rose!

James Oppenheim


La giornata internazionale della donna.


Una storica testimonianza su “ La giornata internazionale delle donne” affinchè  la memoria della storia non venga offuscata dall’uso consumistico di questa giornata.
L’emancipazione della donna è la misura del livello di sviluppo della società. Purtroppo, allo stato attuale, lo sviluppo economico-sociale del sistema non determina l’emancipazione delle donna e relega, non solo la donna, ma tanti esseri umani in situazioni di disuguaglianza, di ingiustizia, di falsa libertà.
Ci sono ancora tanti passi da percorrere per giungere alla nuova frontiera!
Bisognerebbe allungare il passo!
E’ inutile avere le gambe se non si tenta qualche volta un passo più lungo!

“ Considerate la vostra semenza;
fatti non foste per vivere come bruti,
ma per seguir virtute e conoscenza.”

Dante Alighieri
Inferno
Canto XXVI




La giornata internazionale delle donne

Aleksandra Kollontaj | Mezhdunarodnyi den' rabotnitz (International Women's Day), Moscow 1920

marzo 1920

Una celebrazione militante [1]

La Giornata delle Donne (o Giornata delle donne lavoratrici) é una giornata di solidarietà internazionale e un giorno per ricordare la resistenza e l'organizzazione delle donne proletarie.

Ma questa non è una giornata speciale solo per le donne. L'8 marzo è una data storica e memorabile per gli operai e i contadini, russi e di tutto il mondo. Nel 1917, in questo giorno prese avvio la grande Rivoluzione di Febbraio [2]. Furono le operaie di Pietrogrado ad iniziare questa Rivoluzione; furono esse che decisero di innalzare la bandiera dell'opposizione allo zar e ai suoi sostenitori. E così questo giorno, per noi, è una doppia celebrazione.

Ma se questa è una festa per tutto il proletariato perché la chiamano Giornata della donna? Perché teniamo incontri e celebrazioni dedicate in modo particolare alle operaie e alle contadine? Non può questo, forse, offuscare l'unità e la solidarietà della classe lavoratrice?

Per rispondere a queste domande dobbiamo fare un passo indietro. A come e perché fu organizzata la Giornata della donna.

Come e perché è stata organizzata la giornata della donna?

Non molto tempo fa, in effetti circa dieci anni fa, la questione dell'uguaglianza della donna e la questione della sua partecipazione al governo accanto agli uomini erano fortemente dibattute. La classe operaia in tutte le nazioni capitalistiche lottava per i diritti delle lavoratrici: la borghesia non voleva accettare queste rivendicazioni. Non era nel suo interesse rafforzare il voto della classe operaia nel parlamento; e in tutti i paesi i borghesi ostacolarono il passaggio di leggi che davano più diritti alle lavoratrici.

I socialisti del Nord America premevano sulla propria rivendicazione del voto con particolare insistenza.

Il 28 febbraio 1909 le donne socialiste degli Stati Uniti organizzarono grandi manifestazioni e incontri in tutto il paese, rivendicando i diritti politici per le donne lavoratrici. Questa fu la prima "Giornata della donna". L'iniziativa per l'organizzazione di questa giornata spetta quindi alle operaie d'America.

Nel 1910 alla Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Operaie, Clara Zetkin portò avanti la proposta di organizzare una Giornata internazionale delle donne lavoratrici. La conferenza decise che ogni anno, in ogni paese, si sarebbe celebrata nello stesso giorno, una "Giornata della Donna" sotto lo slogan "Il voto alle donne unirà la nostra forza nella lotta per il socialismo".

In quegli anni la richiesta di rendere il parlamento più democratico allargando appunto il suffragio ed estendendolo alle donne era una questione vitale. Precedentemente alla prima guerra mondiale gli operai avevano il diritto di voto in tutte le nazioni borghesi ad eccezione della Russia. Solo le donne, come i malati di mente, rimanevano senza questo diritto. Allo stesso tempo però, la dura realtà del capitalismo esigeva che la donna partecipasse all'economia della nazione. Ogni anno c'era un incremento nel numero di donne che lavoravano nelle fabbriche e nei negozi, o come domestiche o donne a ore. Queste donne lavoravano accanto agli uomini e producevano con le loro mani la ricchezza del paese. Ma restavano senza diritto di voto.

Ma negli ultimi anni prima della guerra l'aumento dei prezzi spinse anche le casalinghe più pacifiche ad interessarsi delle questioni politiche ed a protestare ad voce alta contro la politica di saccheggio della borghesia. Le "rivolte delle casalinghe" divennero sempre più frequenti, infiammandosi in momenti diversi in Austria, Inghilterra, Francia e Germania.

Le lavoratrici compresero che non era sufficiente fracassare i banchetti al mercato o minacciare qualche commerciante: capirono che queste azioni non abbassavano il costo della vita. Bisognava cambiare la politica del governo. E per realizzare questo, la classe lavoratrice doveva ottenere che fosse esteso il diritto di voto.

Fu deciso di istituire una Giornata delle donne in ogni nazione come forma di lotta per il diritto di voto. Questa giornata doveva essere una giornata di solidarietà internazionale nella lotta per obiettivi comuni e per misurare la forza delle donne lavoratrici organizzate sotto la bandiera del socialismo.

La prima giornata internazionale delle donne

La decisione presa al Secondo Congresso Internazionale delle Donne Socialiste non fu lasciata sulla carta. Fu deciso di tenere la prima Giornata Internazionale delle donne il 19 marzo 1911. Questa data non fu scelta a caso. Le nostre compagne tedesche scelsero questo giorno perché rivestiva un'importanza storica per il proletariato tedesco. Il 19 marzo 1848 il re di Prussia conobbe per la prima volta la forza del popolo armato e si arrese di fronte alla minaccia della rivolta proletaria. Fra le molte promesse fatte - e che più tardi si sarebbe rimangiato - c'era l'introduzione del diritto di voto per le donne.

Dopo l'11 gennaio vennero compiuti molti sforzi in Germania e in Austria per preparare la Giornata delle donne. Fu reso noto, sia attraverso il "passa parola" che tramite la stampa, il progetto di una manifestazione. Nella settimana antecedente alla Giornata delle donne apparvero due giornali: "Il voto alle donne" in Germania e la "Giornata delle donne" in Austria. I vari articoli dedicati alla Giornata della donna - Donne e parlamento, Le donne lavoratrici e gli affari comunali, Cosa deve fare la casalinga rispetto alla politica ?... - analizzavano a fondo la questione dell'uguaglianza delle donne nel governo e nella società. Tutti gli articoli sottolineavano lo stesso punto e cioè che era assolutamente necessario rendere il parlamento più democratico estendendo il diritto di voto alle donne.

La prima Giornata Internazionale delle Donne si tenne nel 1911. Il suo successo andò oltre ogni aspettativa. In Germania e in Austria la giornata fu un mare impetuoso di donne. Incontri furono organizzati ovunque - nelle piccole città e perfino nei villaggi le sale erano così stracolme che si doveva chiedere ai lavoratori uomini di lasciare il posto alle donne.

Questa fu certamente la prima manifestazione di militanza delle lavoratrici. Gli uomini rimanevano a casa con i bambini mentre le mogli, le casalinghe-prigioniere, andavano agli incontri. Durante il più largo dei cortei, cui presero parte circa 30.000 donne, la polizia decise di sequestrare le bandiere delle dimostranti: le operaie resistettero. Nei tafferugli che seguirono, solo l'intervento dei parlamentari socialisti evitò spargimenti di sangue.

Nel 1913 la "Giornata internazionale delle Donne" fu spostata all'8 Marzo. Questo giorno è rimasto un giorno di militanza delle donne lavoratrici.

È necessaria la giornata della donna?

In America ed in Europa questa giornata ottenne risultati straordinari. E' pur vero che nessun singolo parlamento borghese intese fare concessioni ai lavoratori o rispondere alle rivendicazioni delle donne. In quel momento, la borghesia non era minacciata da una rivoluzione socialista.

Ma la Giornata della donna ottenne qualcosa. Divenne soprattutto un eccellente metodo di agitazione tra le meno politicizzate delle nostre sorelle proletarie. Anche quando non potevano intervenire, la loro attenzione veniva attirata dagli incontri, dalle manifestazioni, dalle locandine, dai volantini e dagli articoli sui giornali dedicati alla Giornata della donna. Anche le più arretrate politicamente tra le donne lavoratrici dicevano a sé stesse: "oggi è il nostro giorno, la festa delle donne che lavorano" e correvano agli incontri e alle manifestazioni. Dopo ogni Giornata delle donne lavoratrici sempre più donne entravano a far parte dei partiti socialisti e i sindacati dei lavoratori crescevano. L'organizzazione migliorava e la coscienze politica si sviluppava.

La Gior­nata delle donne ebbe anche un'altra funzione: rafforzò la solidarietà internazionale fra i lavoratori. Solitamente, in questa occasione, i partiti di paesi diversi si scambiavano gli oratori: i compagni tedeschi andarono in Inghilterra, i compagni inglesi in Olanda... La coesione internazionale della classe operaia diventava più forte e più risoluta e ciò significava che la lotta collettiva del proletariato stava crescendo.

Ecco il grande risultato di questa giornata di mili­tanza. La giornata di militanza delle donne lavoratrici aiutava la crescita della coscienza e dell'organizzazione del proletariato femminile, il cui contributo è necessario ed essenziale al successo di tutte le battaglie per un futuro migliore della classe operaia.

La giornata delle donne lavoratrici in Russia

Le lavoratrici russe presero parte per la prima volta ad una Giornata delle donne nel 1913. Erano tempi reazionari in cui lo zarismo teneva operai e contadini nella sua stretta morsa. Non erano pensabili celebrazioni della Giornata delle donne con aperte manifestazioni. Ma le lavoratrici organizzate furono comunque capaci di partecipare alla giornata internazionale.

Entrambi i giornali legali della classe operaia - il bolscevico "Pravda" e il menscevico "Looch" - riportavano articoli circa la Giornata Internazionale delle donne: riportavano articoli speciali, ritratti di alcune militanti nel movimento delle donne lavoratrici e saluti da compagni come Bebel e Clara Zetkin.

In questi anni tristi gli incontri erano vietati. Ma a Pietrogrado, al Kalashaikovsky Exchange, le donne operaie che appartenevano al partito organizzarono un dibattito pubblico sulla "Questione della donna". L'entrata costava cinque copechi. Pur essendo l'incontro illegale la sala era stracolma. Parlarono membri del partito. Ma questo animato e "chiuso" dibattito si interruppe bruscamente quando la polizia, avvertita del'incontro, intervenne e arrestò molti degli oratori. Per i lavoratori di tutto il mondo ebbe un grande significato che le donne russe, pur sotto la repressione zarista, potessero unirsi in qualche modo alla Giornata internazionale delle donne. La Russia si stava svegliando; le prigioni zariste e le forche avevano sempre meno potere e non potevano più sopprimere lo spirito di lotta e di protesta degli operai.

Nel 1914, la Giornata delle donne in Russia fu organizzata meglio. Entrambi i giornali dei lavoratori parteciparono alla celebrazione. Le nostre compagne si impegnarono a fondo nella preparazione di questa giornata. A causa dell'intervento della polizia non riuscirono a promuovere una manifestazione e quelle coinvolte nella progettazione della Giornata delle donne lavoratrici si ritrovarono rinchiuse nelle prigioni zariste e molte furono successivamente mandate al freddo confino del nord. Per questo lo slogan "per il voto alle lavoratrici" è diventato in Russia un richiamo aperto al rovesciamento dell'autocrazia zarista.

Le donne lavoratrici durante la guerra imperialista

Scoppia la prima guerra mondiale. La classe operaia di ogni paese versa il proprio sangue. Nel 1915 e 1916 il Giorno delle Donne non ebbe molta risonanza. Le donne socialiste che condividevano le idee del partito bolscevico provarono a trasformare l'8 marzo in una manifestazione di donne operaie contro la guerra. Ma i traditori del Partito Socialista in Germania e in altri paesi non permisero alle donne socialiste di organizzare incontri e furono rifiutati loro i passaporti che servivano per andare nei paesi neutrali dove le lavoratrici intendevano tenere incontri internazionali e mostrare in faccia alla borghesia che lo spirito della solidarietà internazionale continuava a vivere.

Nel 1915 solo in Norvegia fu organizzata una manifestazione internazionale nella Giornata delle donne; vi parteciparono rappresentanti della Russia e dei Paesi neutrali. Non si poteva pensare ad organizzare una Giornata delle donne in Russia perché il potere zarista e la sua macchina militare erano scatenati.

Quindi arrivò il grande, meraviglioso, 1917. Fame, freddo e tribolazioni della guerra ruppero la pazienza delle operaie e delle contadine russe. L'8 marzo del 1917 (23 febbraio), proprio nella Giornata delle donne, invasero le vie di Pietrogrado. Le donne - lavoratrici, mogli di soldati, contadine - chiedevano "pane per i nostri figli", "ritorno dei nostri mariti dal fronte". In quei momenti decisivi, le proteste delle lavoratrici furono così decise che persino le forze di sicurezza zariste non usarono le solite maniere contro la rivolta ma, disorientate, guardavano quel mare tempestoso di rabbia popolare.

Il "giorno delle donne" del 1917 divenne una data memorabile nella storia. Le donne russe impugnarono la torcia della rivoluzione proletaria e incendiarono il mondo intero. La Rivoluzione di Febbraio data il suo inizio in questo giorno.

Il nostro richiamo alla battaglia

La Giornata della donna lavoratrice fu organizzata per la prima volta 10 anni fa nella campagna per l'uguaglianza della donna e la lotta per il socialismo. Questo obiettivo è stato raggiunto dalla donna della classe operaia in Russia. Nella Repubblica Sovietica le operaie e le contadine non hanno più bisogno di lottare per il diritto di voto e per i diritti civili. Hanno già ottenuto queste vittorie. Le operaie e le contadine russe hanno uguale cittadinanza - nelle loro mani c'è un'arma potente nella lotta per una vita migliore - il diritto al voto per prendere parte ai Soviet e in tutte le organizzazioni collettive.

Ma ottenere i diritti, di per sé, non è abbastanza. Dobbiamo imparare ad usarli. Il diritto al voto è un'arma che dobbiamo maneggiare a nostro vantaggio e per il benessere della Repubblica dei lavoratori.

Nei due anni di potere sovietico, la vita non è cambiata del tutto. Siamo ancora solo allo stadio della lotta per il Comunismo, accerchiate dal mondo che abbiamo ereditato da un passato buio e repressivo. Le catene della famiglia, del lavoro domestico, della prostituzione… gravano ancora pesantemente sulle donne. Le operaie e le contadine possono sbarazzarsi di questa situazione e conquistare una vita di reale uguaglianza, non solo attraverso le leggi, ma mettendo tutte le proprie energie per far diventare la Russia una vera società comunista.

E per accelerare i tempi dobbiamo anzitutto rimettere in sesto quest'economia frantumata. Dobbiamo affrontare in modo prioritario due compiti: la creazione di una forza lavoro politicamente cosciente e ben organizzata e la ristrutturazione dei trasporti. Se lavoreremo bene avremmo di nuovo motori, le ferrovie cominceranno a funzionare. Questo vuol dire che le operaie e gli operai avranno pane e legna da ardere che servono disperatamente.

Con i trasporti efficienti anche la vittoria del comunismo sarà più spedita. E con la vittoria del comunismo avremo la completa e fondamentale uguaglianza delle donne. Per questa ragione il messaggio della Giornata delle donne lavoratrici di quest'anno deve essere "donne operaie, contadine, madri, mogli e sorelle tutti gli sforzi dovranno essere concentrati nell'aiutare gli operai e i compagni a superare il caos delle ferrovie e a ristabilire i trasporti. Tutti gli sforzi per il pane, la legna e le materie prime". L'anno scorso lo slogan era "tutta la vittoria sul fronte rosso". Ora chiamiamo le operaie a dimostrare la loro forza su un nuovo fronte: il fronte del lavoro !

L'Armata Rossa sconfisse il nemico esterno perché era organizzata, disciplinata e pronta al sacrificio. Con l'organizzazione, il duro lavoro, l'autodisciplina e il sacrificio la Repubblica dei Lavoratori sconfiggerà il nemico interno - la destrutturazione dei trasporti e dell'economia, la fame, il freddo, le malattie. "Tutti sul fronte del lavoro fino alla vittoria! Tutti per questa vittoria !"

I nuovi obiettivi del "giorno delle donne"

La Rivoluzione d'Ottobre dette alle donne gli stessi diritti civili degli uomini. Le donne del proletariato russo che non molto tempo fa erano le più sfortunate e oppresse, ora, nella Repubblica Sovietica riescono a mostrare con orgoglio ai compagni d'altre nazioni il percorso per l'uguaglianza politica attraverso la dittatura del proletariato e il potere sovietico.

La situazione è molto differente nelle nazioni capitaliste dove le donne sono ancora oberate di lavoro e sottopagate. In questi paesi la voce della donna operaia è debole e senza vita. È vero che in Norvegia, Australia, Finlandia e in alcuni stati del Nord America le donne hanno ottenuto diritti civili prima della guerra. In Germania, dopo la caduta del Kaiser, si instaurò la repubblica borghese capeggiata dai "conciliatori"; 36 donne entrarono in Parlamento, ma neppure una comunista! Nel 1919, in Inghilterra, una donna fu eletta per la prima volta membro del Parlamento. Ma chi era ? Una "lady", un'aristocratica, una latifondista. Anche in Francia la questione del voto alle donne ha assunto un'importanza sempre maggiore. Ma a cosa servono questi diritti per le lavoratrici in un parlamento borghese? Fino a quando il potere è nelle mani dei capitalisti e dei latifondisti, i diritti politici non salveranno l'operaia dalla tradizionale condizione di schiavitù nella casa e nella società. La borghesia francese è pronta a dare il voto alle donne, sì, ma solo per contrastare la diffusione delle idee bolsceviche nel proletariato.

Signor borghese è troppo tardi !

Dopo l'esperienza della Rivoluzione d'Ottobre è chiaro ad ogni operaia, in Francia, in Inghilterra e in altri paesi, che solo la dittatura del proletariato, solo il potere dei Soviet può garantire una completa ed assoluta uguaglianza; la vittoria definitiva del comunismo spezzerà le catene secolari della repressione e della mancanza di diritti.

Se in origine lo scopo della Giornata internazionale della donna lavoratrice era di lottare contro la supremazia parlamentare della borghesia e per il diritto di voto alle donne, la classe operaia adesso ha un nuovo compito: organizzare le lavoratrici intorno alle parole d'ordine della Terza Internazionale. Invece di partecipare solo ai lavori del parlamento borghese ascoltate il richiamo della Russia:

Donne di tutte le nazioni! Organizziamoci in un fronte proletario unito nella lotta contro coloro che stanno saccheggiando il mondo! Basta con il parlamentarismo della borghesia! Salutiamo il potere sovietico! Basta con le disuguaglianze patite dai lavoratori e dalle lavoratrici! Lottiamo con gli operai per il trionfo mondiale del comunismo!

Questa chiamata che è stata ascoltata per la prima volta nelle lotte per una nuova società e nelle battaglie della guerra civile sarà recepita nei cuori delle operaie di altri paesi. Le lavoratrici ascolteranno e comprenderanno la giustezza di questo richiamo.

Fino a poco tempo fa le lavoratrici pensavano che mandare qualche rappresentante in Parlamento potesse migliorare la loro vita e rendere più tollerabile l'oppressione del capitalismo. Adesso la pensano diversamente. Solo l'abbattimento del capitalismo e l'instaurazione del potere sovietico le salverà dalle sofferenze, dalle umiliazioni e dalle disuguaglianze che rendono, nel capitalismo, la vita delle lavoratrici così dura. La Giornata della donna lavoratrice passa da giornata di lotta per il diritto al voto a giornata di lotta internazionale per la completa e assoluta liberazione delle donne, vale a dire lotta per la vittoria dei Soviet e per il comunismo !

Basta con il mondo della proprietà e del potere del capitale!

Via la disuguaglianza, la mancanza di diritti e l'oppressione delle donne, eredità del mondo borghese!

Verso l'unità internazionale dei lavoratori e delle lavoratrici nella lotta per la dittatura del proletariato - il proletariato di entrambi i sessi!