Una luce nel labirinto

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Non arrendersi mai.

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Non sottomettersi mai.

sabato 21 luglio 2018

Il governo della paura...


Il governo della “ Paura e del Terrore”: realtà e propaganda.

Il governo “gialloverde” ha iniziato il suo cammino. In una realtà socio-economica di milioni di poveri senza alcun sostentamento, di forte disoccupazione, ad di là dei dati trionfalistici, di crescente precarietà del lavoro, di innumerevoli crisi aziendali, tanti cittadini credevano che il primo atto di Salvini e company sarebbe stata l’abolizione della legge Fornero, come promesso in campagna elettorale. Credevano che Di Maio e la sua cerchia avrebbero posto subito all’ordine del giorno  il superamento della riforma del lavoro di Renzi, compresa la reintroduzione dell’art. 18 e la riduzione dell’orario di lavoro a 28 ore, come scritto nel programma di governo dei Cinquestelle. Credevano che la doppia tassa, favorevole ai più ricchi, il reddito di cittadinanza ed altre promesse della campagna elettorale sarebbero state calendarizzate al più presto. Invece no. Niente di tutto questo. Il governo “gialloverde” è diventato il governo della “Paura e del terrore”. Per distogliere i cittadini dalle promesse i nuovi governanti con un Presidente del Consiglio fantasma, c’è, ma non si vede, hanno scelto la maschera  della “Paura e del Terrore”, indicando nei migranti via mare ,solo il 10 % del totale, visto che la stragrande maggioranza sceglie strade legali, tipo il visto turistico, ad oggi sbarcati circa 15000 persone, e nei rom, circa 30000 in Italia, di cui buona parte integrati totalmente nel vivere sociale, il nemico assoluto, accompagnati in questo percorso dalla quasi totalità dei mass-media e dall’inconsistenza della presunta opposizione politica, sindacale, civile. L’Italia non è la sola in questo tragitto ideologico. Chi più chi meno, ma  molte aree capitalistiche cavalcano quest’onda. Trump è senz’altro il più rappresentativo. L’arma della migrazione, normale nella storia dell’umanità e non ostacolabile, viene utilizzata come depistaggio di massa dai bisogni delle persone per continuare a fare sempre più profitti, aumentando lo sfruttamento e l’estrazione di plusvalore. Questa propaganda disumana  avviene mentre nel mondo la lotta tra le potenze diviene sempre più cruenta per difendere o conquistare zone d’influenza. Gli U.S.A., che nel primo dopoguerra vantavano la metà del prodotto mondiale e che sono scesi a meno di un quinto, con una parabola discendente senza freni, si avviano ad essere superati in questa classifica dalla Cina, che sta sottraendo aree d’influenza allo zio Sam. Una di queste è l’Africa dove il Paese del Grande Dragone sta investendo molto in infrastrutture, quali strade, ferrovie, porti. Molte guerre in  quest’area geografica sono frutto dello scontro tra vecchi poteri e nuovi poteri e vedono l’industria, anche quella italiana, delle armi aumentare, sempre più, i profitti. Si rompono vecchie  alleanze e si costruiscono nuove. Gli U.S.A. , da sempre contrari ad un blocco unico europeo, stanno spingendo sempre più affinchè questo mercato di 500 milioni di persone non sia unificato per non avere un competitor forte sul mercato mondiale e tenerlo al guinzaglio. Cercano nel frattempo alleanze nuove e l’apertura di Trump alla Russia non è l’idea di un “matto”, ma una linea politica ben precisa, per sottrarsi alla supremazia cinese. La stessa Cina cerca di avere rapporti economici e politici sempre più stretti con l’Europa, desiderio corrisposto dall’elite europea. E’ in atto una realtà di mutamenti economici e politici in divenire, che porteranno sulla scacchiera del mondo nuove supremazie  di potenze economico-politiche e nuove dimensioni. Il fatto che gli U.S.A., Paese liberista per eccellenza, stiano portando avanti la politica dei dazi mostra la sua debolezza e ci riporta agli anni trenta del secolo scorso, quando questo tipo di politica fu l’anticamera della guerra. I partiti, cosiddetti sovranisti, tipo la Lega e Cinquestelle, in questa fase servono al sistema, dopo che lo stesso ha bruciato i partiti opportunisti, con le parole vicini ai lavoratori e con i fatti servili agl’interessi del capitale, per sviare i cittadini dalle loro esigenze reali: avere un lavoro, uno stipendio dignitoso, una casa, avvicinarsi alla conoscenza, potersi costruire un futuro, dare cibo alla pancia ed alla mente. Essi, come quelli di prima, promettono una vita migliore, usano parole altisonanti, ma in pratica lo sfruttamento aumenta. Questo accade non da oggi, ma dagli anni ’70 del secolo scorso, dopo la fine dei movimenti di lotta degli anni ’60. Il mondo del lavoro negli anni, sempre con frasi fascinose, si è visto ridurre gli scatti di anzianità a miserie, si è visto ridurre le liquidazioni; ha constatato, in modo negativo, sulla sua pelle le varie riforme pensionistiche, l’abolizione della scala mobile, la perdita di diritti vari, l’emarginazione del collocamento statale e la nascita delle agenzie interinali con il regalo alle aziende del lavoro flessibile, ovvero precario; il jobs-act è stato il colpo finale nel tempo, ma non ultimo se non sorge  un’opposizione alla bramosia del capitale di sfruttare sempre più la forza lavoro. In Italia, capitalismo straccione da sempre, questo disegno è ancora più accentuato per la dimensione medio-piccola delle unità produttive, meno propense ad investimenti tecnologici e più decise a sfruttare al massimo la forza lavoro per competere sul mercato. Non dimenticando che queste imprese sono oltremodo aiutate dalle Stato, con i soldi dei contribuenti, per l’80% lavoratori dipendenti, con  agevolazioni varie e con tassazioni bassissime, che spesso sfociano nell’evasione. I salari italiani, tra i più bassi del mondo, sono conseguenza di questa realtà. Il ruolo dei partiti sovranisti diventa importante per il capitale mondiale e nazionale in questa fase, anche se i vari nazionalismi non potranno avere, in molti casi, gli stessi interessi. Come il fascismo ed il nazismo essi si appropriano di ideologie fondate su  esigenze reali; il bisogno di un lavoro, di un reddito, la speranza di un futuro, ma questa propaganda è accompagnata da quella più massiccia contro un nemico o dei nemici: gli ebrei ed i comunisti per i fascisti ed i nazisti: i migranti, i rom, tutti coloro che si oppongono al “governo del cambiamento”. Sembra che anche i nuovi governanti abbiano fatta propria la frase di Moltke: col tempo solo il capace ha fortuna.” Tutto questo avviene con il gioco delle parti tra maggioranza, opposizione, dirigenze sindacali. Un esempio è il cosiddetto “decreto dignità” che non cambia assolutamente nulla nel mondo della precarietà, ma nel dibattito politico sembra che sia una rivoluzione; un altro esempio è l’opposizione  che svolge la segreteria in una libreria a Tor Bella Monica, in Roma, per ripartire ed essere vicina ai più oppressi, come se bastasse questo per avere una visione di una difesa delle esigenze dei lavoratori immediate e di una società futura, senza avere obiettivi concreti da porre alla base di una strategia, ad esempio l’abolizione del jobs-act ed il superamento della legge “Fornero” nell’immediato e superamento delle disuguaglianze con più libertà, uguaglianza, fraternità nello storico. Sembra la recita di una commedia, dove ognuno ha la sua parte, e l’obiettivo comune è quello di difendere il capitale ed i suoi interessi. D’altronde nessuno dei partiti borghesi si pone l’obiettivo di superare i rapporti di produzione e , di conseguenza, il sistema capitalistico. Senza questo obiettivo nulla potrà mai mutare per le persone che vivono sulla forza delle proprie braccia e della propria mente. Il capitalismo, per sua natura ed interesse, è sottomissione, disuguaglianza, individualismo, sfruttamento, “Il capitalista per giungere al profitto non si fermerebbe davanti a nulla”. Senza il fine di superare questo sistema, non vi potrà essere alcun cambiamento per le classi lavoratrici. Vi saranno momenti migliori o peggiori, a seconda dei cicli economici e delle lotte messe in campo, ma lo sfruttamento sarà sempre concreto. I pugilatori a pagamento con lingua da schiavi continuano a dipingere questo sistema come il migliore possibile, ma la realtà dice che vi sono nel mondo più di due miliardi di persone sottoalimentate, milioni che muoiono d’inedia, tra cui 50 milioni di bambini, più di 70 guerre medie e piccole, miliardi di persone analfabete e lontane dalla conoscenza. I cantori del capitale inventano ogni giorno formule propagandistiche per illudere le persone di un futuro migliore, ma non dicono, lo mostrano gli studi dello stesso sistema, che nei prossimi anni gli occupati diminuiranno per effetto della concorrenza e delle innovazioni tecnologiche. L’unica arma di difesa può essere la lotta per la riduzione d’orario di lavoro per lavorare meno e lavorare tutti ed il salario di vita per chi è senza lavoro. L’essere umano non è al centro del sistema attuale, è necessario che lo sia. La vita di una persona è più importante di tutto e chi è contro la massima emancipazione di ogni essere umano è disumano e non merita di essere parte di una società veramente civile. E’ necessario che ogni essere umano prenda in mano la sua vita ed insieme ai suoi simili si ponga in cammino per la costruzione di una difesa ordinata dei suoi interessi immediati, quali salario, riduzione d’orario, salario di vita, superamento della legge  Fornero e del jobs-act, migliori condizioni di lavoro e di vita e nello storico porsi in condizione di dar vita ad una nuova società in cui i bisogni materiali e spirituali di ogni essere umano siano soddisfatti. Ogni persona ha diritto ad una vita bella e felice!

“Lo sviluppo della produzione rende anacronistica l’ulteriore esistenza di classi sociali distinte. Nella misura in cui scompare l’anarchia della produzione sociale, vien meno anche l’autorità politica dello Stato. Gli uomini, finalmente padroni della forma loro propria di organizzazione sociale, diventano perciò ad un tempo padroni della natura, padroni di se stessi, liberi. Compiere quest’azione di liberazione universale è il compito del proletariato moderno. Studiarne a fondo le condizioni storiche e conseguentemente la natura stessa e dare così alla classe, oggi oppressa e chiamata all’azione, la coscienza delle condizioni e della natura della sua propria azione è il compito del socialismo scientifico, espressione teorica del movimento proletario… Al suo posto deve subentrare un’organizzazione della produzione in cui , da una parte nessun singolo può scaricare sulle spalle di altri la propria partecipazione al lavoro produttivo, fondamento naturale dell’umana esistenza, in cui, dall’altra, il lavoro produttivo, anziché mezzo per l’asservimento, diventa mezzo per l’emancipazione del genere umano, poiché fornisce ad ogni singolo l’occasione di sviluppare e di mettere  in azione tutte quante le sue capacità sia fisiche che spirituali in tutte le direzioni: in cui così il lavoro, da peso, diverrà gioia.”

F. Engels, “ Antiduhring”