Una luce nel labirinto

Una luce nel labirinto
Non arrendersi mai.

una luce nel labirinto

una luce nel labirinto
Non sottomettersi mai.

giovedì 21 febbraio 2019

Erano...


Erano…

Erano contro il jobs-act, contro la legge “Fornero”, contro la “buona scuola”, contro l’immunità per i parlamentari. Dicevano che al primo Consiglio dei ministri avrebbero abolito la “Fornero”, avrebbero mandato via 600.000 migranti, avrebbero cambiato “l’Europa”, avrebbero promulgato una legge contro l’evasione fiscale con manette agli evasori, non avrebbero mai accettato condoni, avrebbero messo una tassazione unica per tutti ed altro. Il jobs-act è sempre in vigore, la legge “Fornero” pure, la “buona scuola” procede tranquilla, i migranti sono sempre in Italia ed altri arrivano sotto il silenzio del circo mediatico, che si sveglia solo per fare propaganda ogni tanto sulla pelle di quei sventurati, la legge non è uguale per tutti, l’evasione fiscale cresce e la si agevola con i condoni, le tasse si continuano a versare come sempre, la realtà economica peggiora ogni giorno di più con decine di aziende che chiudono e migliaia di posti di lavoro che si perdono. Tra disoccupati, inattivi, scoraggiati i senza lavoro sono circa 17 milioni di persone. I cittadini in povertà assoluta e relativa sono in aumento. Tanti cittadini, come mostrano le ultime elezioni, circa il 50%, non vota più, sfiduciati dai politicanti del sistema. Il restante dei votanti si divide tra i vari partiti, tra i quali cresce la Lega, che basa il suo consenso non sulle promesse mantenute, ma sulla pseudo avversità ai migranti e sull’appoggio del circo mediatico. Le lavoratrici ed i lavoratori cascano ancora una volta nell’inganno, come con altri personaggi negli ultimi vent’anni, e vedono il nemico nel fratello più bisognoso, invece di alzare lo sguardo verso chi e cosa rendono le condizioni di vita di tante persone sempre più tristi.  Il caso dei “pastori sardi” è emblematico nel mostrare la realtà della società in cui viviamo. Questi allevatori sono costretti a vendere il loro latte sottocosto e chiedono un compenso adeguato. Non si rendono conto però che nel capitalismo ed in una economia di mercato il prezzo lo fa il mercato stesso. Il 65 % del latte da loro venduto viene usato per produrre il Pecorino sardo, romano ed il Fiore sardo, formaggi che stanno subendo un calo di vendita in Italia ed all’estero. Di conseguenza le aziende casearie riducono il prezzo di vendita ed a seguire il prezzo di acquisto del latte, intaccando l’economicità delle aziende del latte. Nel capitalismo il mercato e il profitto sono sovrani ed in una realtà globale il mercato è sempre più sovranazionale. I confini tra le nazioni sono solo geografici. Il capitale è mondiale e non ha confini. Per stare sul mercato bisogna avere prodotti in grado di essere venduti e comprati e più basso è il contenuto tecnologico più basso è il profitto. Il problema dell’Italia è di avere tante piccole aziende, la maggior parte con produzione a basso contenuto tecnologico, le quali per competere operano su salari da fame. Il capitalismo italiano è rimasto quello straccione dell’inizio del secolo scorso. Vi sono rare aziende private di grande dimensione e poche statali. Più del 90% sono piccole o piccolissime unità produttive che si dedicano, in molti casi, a produzioni da Paesi in via di sviluppo. Le aziende con produzioni ad alto contenuto tecnologico sono quasi inesistenti. Manca una borghesia con una visione di un Paese moderno, che miri ad aumentare le dimensioni delle unità produttive e che investa su produzioni tecnologicamente avanzate. I rappresentanti politici portano avanti soprattutto le esigenze della piccola borghesia. Non guardano al presente ed al futuro, ma al passato. Non si adoperano per cambiare , ma per difendere lo statu quo, facendo ricadere il peso della conservazione sulle classi più deboli. Non osano porre rimedio all’evasione fiscale e contributiva, vero cancro della realtà italiana. Se facessero questo, ci sarebbero centinaia di miliardi per affrontare i nodi dell’economia e rendere partecipi tutti in egual misura del finanziamento dello Stato sociale. Tanti ciarlatani e pugilatori a pagamento con lingua da schiavi affollano le trasmissioni televisive cercando di spiegare la realtà e dando la colpa di determinate situazioni sempre ad altri. Nessuno che parli e , soprattutto indichi vie da percorrere per superare tale realtà, del ritardo italiano nello sviluppo economico, nell’affrontare la corruzione, l’evasione, la criminalità organizzata, i mali della burocrazia, la lentezza della giurisdizione civile e penale. La difesa dello statu quo non porta benefici ai lavoratori dipendenti, costretti al lavoro precario, ai bassi salari, ai licenziamenti, ma neanche a larghi strati del lavoro autonomo, che vedono le loro attività con poca domanda. Quando i soldi non girano è dura per tutti! La realtà non deve apparire ed il faro negli occhi dei migranti serve a non farci vedere, a coprire gli occhi con una benda. Togliamoci la luce dagli occhi, togliamoci la benda!

E potremo vedere che nel 2018 le banche hanno avuto profitti enormi e che molte aziende hanno goduto dello stesso rendimento;

che i ricchi sono sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri ed in aumento;

che la sanità pubblica è sempre più carente, una visita oculistica ha un anno di attesa, per avvantaggiare quella privata;

che la scuola peggiora sempre di più;

che nei trasporti si avvantaggia solo l’alta velocità ed il resto si arrangi;

che “quota 100” non è “quota 100” ma “62 +38” con una pensione tagliata dal 5% al 25%;

che il reddito di cittadinanza va bene, non è proprio simile al reddito minimo tedesco, ma dovrebbe essere universale;

che i dati trionfalistici sull’occupazione includono circa 5 milioni di persone che lavorano poche ore alla settimana, in molti casi un’ora, difatti nei potenziali aventi diritto al R.D.C. vi sono circa 1 250 000 persone che , comunque, hanno un lavoro;

che la legge non è uguale per tutti, “Dura lex, sed lex”, vale solo per i cittadini, non per alcuni;

che gli stipendi  sono sempre più magri;

che il lavoro precario è sempre più precario e che nei vari ministeri, anche in quello di Salvini e di Maio, operano molti in queste condizioni, all’ Anpal sono tutti precari;

che tanti negozi chiudono;

che tante case sono invendute per l’impossibilità di comprarle, anche per la difficoltà di godere di un mutuo.

Se gli occhi sapranno vedere la realtà vera, nuda e cruda, avremo un animo diverso, che si specchierà negli occhi e si porrà in modo nuovo verso chi vive  offrendo al mercato le proprie braccia o la propria mente, al di là del colore della pelle, del sesso, della nazione, della lingua.

Si dice “ Gli occhi sono lo specchio dell’anima.”

Se guardiamo senza bende e con l’ausilio della conoscenza, il nostro animo sarà portato a prendere coscienza delle cause di tali realtà ed inizierà ad essere libero e pronto a poter aspirare a dimensioni economico-sociali, aderenti ai bisogni materiali e spirituali dell’essere umano, liberandosi dalle catene dei rapporti di produzione e dalla produzione per la produzione per aspirare alla produzione per il consumo.

 

venerdì 1 febbraio 2019

L'essere umano...


L’essere umano e la sua essenza universale.

In un mondo in cui l’interesse è soggettivo ed egoistico si ha, di conseguenza, la concentrazione degl’individui su se stessi, la trasformazione dell’umanità in un aggregato di atomi che si respingono a vicenda. Sul trono viene posto il denaro, elemento privo di spirito, vero signore del pianeta. L’ essere umano, che non ha cessato di essere schiavo di altri esseri umani, è divenuto schiavo della “cosa”. La venalità, giunta a perfezione, è ormai universale ed è disumana. Molti individui si prostrano dinanzi a false realtà, a vuoti nomi e negano la realtà. Ci si rifiuta di riconoscere il reale e si adopera un linguaggio convenzionale di categorie fittizie. Ci si aggrappa a vuote astrazioni, ciascuna delle quali è una diffamazione della realtà. Tutta la realtà di questa dimensione economico-sociale è una grande menzogna , che è occultata da una quantità di altre menzogne allorchè si rivela nella sua natura con chiarezza. Persino quando ci si convince che tutti questi artifizi non sono che vane falsità e finzioni ci si ostina a non volersene distaccare. Anzi ci si aggrappa ad esse più saldamente che mai, affinchè quelle parole vuote non si dissolvano. La lotta della prassi contro la teoria , della realtà contro l’astrazione , dell’essere umano contro l’inumanità dovrà avere sempre più forza per giungere alla meta ed elevare l’interesse di tutti gli esseri umani a vincolo unificante di tutta l’umanità. Il risolto enigma della storia è nel superare il contrasto dell’uomo con la natura e con l’uomo, il conflitto fra esistenza ed essenza, fra necessità e  libertà, fra oggettivazione ed affermazione soggettiva, fra individuo e genere. L’essere umano in tal modo si appropria della sua essenza universale in maniera universale, in quanto uomo totale. Ognuno dei suoi rapporti umani con il mondo, il vedere, l’udire, l’odorare , il gustare, il toccare, il pensare, l’intuire, il sentire, il volere, l’agire, l’amare, organi della sua individualità, si appropriano della realtà umana nell’essere organi sociali. Nell’attuale società tutti i sensi fisici e spirituali sono stati sostituiti dall’alienazione di essi dal senso dell’avere. L’emancipazione dei sensi umani passa dal superamento dei rapporti di produzione, unico modo per umanizzarli sia soggettivamente sia oggettivamente. A seconda dei momenti storici nuovi ciarlatani, simoniaci e barattieri vengono posti dal sistema a guardia dei propri interessi. Tutti promettono mari e monti, ma la realtà, per chi vive sull’utilizzo del proprio cervello o delle proprie braccia, diventa sempre più dura e sofferente. Negli ultimi vent’anni abbiamo visto alcuni di costoro all’opera, forse stiamo meglio di vent’anni fa? Tutti cercano di orizzontilizzare il contrasto sociale e mettono i deboli contro i deboli, invece di verticalizzarlo, come sarebbe corretto. La verità è che chiunque sproloquia di migliori condizioni sociali senza superare i rapporti di produzione è un ingannatore o in malafede o per ignoranza. In questa società l’essere umano, reso individualista ed egoista, in realtà è un essere asociale. I suoi sensi sono profondamente diversi dall’essere umano sociale. Soltanto con la dispiegata ricchezza oggettiva dell’essenza umana si può avere la soggettiva dell’umana sensibilità. Giacchè non solo i cinque sensi, ma anche i sensi spirituali, la sensibilità pratica, la volontà, l’amore, in una parola l’umanità dei sensi,  si formano soltanto nella natura umanizzata. Il senso costretto dal rozzo bisogno pratico ha una sensibilità limitata. Per l’individuo affamato non esiste il carattere umano del cibo, ma soltanto la sua astratta esistenza di cibo. Questo potrebbe presentarsi a lui nella forma più rozza e non si distinguerebbe in questa attività nutritiva da quella bestiale. Il mercante di minerali vede solo il loro valore mercantile, non la bellezza e la peculiare natura del minerale. Se l’essere umano si forma ogni cognizione, ogni sensazione dal mondo sensibile e dall’esperienza del mondo sensibile, bisogna rendere  umano il mondo empirico, in modo che faccia esperienza di ciò che è veramente umano e si abitui a riconoscersi come essere umano. Se l’essere umano è formato dalle circostanze, si devono rendere umane le circostanze. Se egli è sociale per natura, sviluppa la sua vera natura solo nella società e la potenza della sua natura deve trovare la sua misura non nella potenza dell’individuo singolo, ma nella potenza della società, ove al centro vi è l’interesse dell’intera umanità ed ogni essere umano si appropria della sua essenza universale.