Una luce nel labirinto

Una luce nel labirinto
Non arrendersi mai.

una luce nel labirinto

una luce nel labirinto
Non sottomettersi mai.

martedì 28 aprile 2015

Bisogni sociali e loro soddisfazione

Bisogni sociali e loro soddisfazione. Nell’attuale società, dominata dal capitale e dal dio profitto i bisogni sociali, materiali e spirituali, degli esseri umani non sono soddisfatti. Tanti esseri umani nel lavoro scoprono una forma nuova di schiavitù, altri aspirano a quella condizione per poter sopravvivere, ma ci riescono in modo discontinuo o per nulla. La povertà estrema colpisce circa un miliardo di persone nel mondo, circa dieci milioni in Italia, e circa cinquanta milioni di bambini muoiono ogni anno per fame. Il 10% della popolazione controlla il 90 % della ricchezza totale ed al 90% non resta che dividersi le briciole del 10 %. La libertà nell’attuale dimensione socio-economica è intesa solo ed essenzialmente nel fare profitti e nello sfruttare la classe lavoratrice, non nel senso di soddisfare i bisogni materiali e spirituali di ogni essere umano. La classe lavoratrice è il motore della società! E’ l’unica produttrice di beni e servizi, ma prende solo un pezzetto della torta. Lo Stato, che rappresenta il dominio della classe borghese sulla classe lavoratrice, e non certo le esigenze di tutti, è finanziato con la tassazione al 90% circa dei redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. La borghesia e la piccola borghesia partecipano in minima parte, nonostante il 90% della torta sia di loro proprietà. Eppure, nell’attuale fase storica, la “rabbia” di chi lavora non è indirizzata verso quel 10%, verso l’ evasione e l’elusione fiscale, verso la corruzione, che costano all’erario circa 300miliardi, senza contare i crediti fiscali non riscossi per circa 500 miliardi. Teniamo presente che la spesa pubblica complessiva, senza contare gl’interessi sul debito, è di circa 500 miliardi. Con i soldi di cui sopra lo Stato italiano potrebbe trattare le pensioni e l’età pensionabile in modo diverso è più vicino alle esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici; potrebbe dare un’assistenza sanitaria migliore e senza tickets; potrebbe aver maggior cura della scuola pubblica, senza chiedere contributi ai genitori; potrebbe dare stipendi e pensioni più adeguate al costo della vita; potrebbe pianificare una politica industriale negli anni in grado di dare al Paese una base produttiva più concentrata e più efficace sul mercato con la creazione di posti di lavoro; potrebbe garantire ad ogni cittadino disoccupato un reddito minimo vitale. La “rabbia” dei cittadini lavoratori è indirizzata, dietro campagne di stampa e dei media, verso gl’immigrati, cioè verso coloro che sono nella loro stessa condizione, dovendo, per vivere, vendere le proprie braccia od il proprio cervello. La storia delle idee dimostra che la produzione spirituale si trasforma insieme con quella materiale. Le idee dominanti di un’epoca sono sempre quelle della classe dominante. Così è nell’attuale situazione. Dominano le idee della classe dominante e chi non ha una coscienza di classe è preda di esse. Bisogna ricordare che alla internazionalizzazione del capitale corrisponde la internalizzazione della forza lavoro. Lo sviluppo delle forze produttive, delle quali la classe lavoratrice è la principale, rende sempre più internazionale la scienza e la tecnica. La cultura intesa nel senso storico di istruzione, perfezione, miglioramento di tutte le forme, che accompagnano l’evoluzione della specie umana, non ha confine, è universale. La storia dei popoli è storia di migrazioni. Nel capitalismo le motivazioni di questi flussi migratori giace nella necessità di avere forza lavoro a basso prezzo, che soddisfa le disponibilità che si creano nell’agricoltura, nell’industria, nell’edilizia, nei servizi. Sono lavoratori a bassa qualificazione, comprati a basso prezzo senza alcun rispetto di contratti e leggi, che accettano lavori che i cittadini dei capitalismi maturi non ritengono confacenti alle loro aspirazioni. Non bisogna dividersi da loro, ma unirli a noi nelle battaglie per condizioni di lavoro e di vita migliori per ogni persona che lavora e produce. Dividendosi si fa il gioco di chi sfrutta noi e loro e si aiuta quel 10 % ad essere sempre più ricco e quel 90% ad essere sempre più povero. Chi porta avanti ideologie di tipo reazionario e razzista non vuol cambiare alcunchè, vuole che rimanga una società libera solo per la borghesia, diseguale, ingiusta, non fraterna. La comunità apparente nella quale finora si sono uniti gl’individui si è resa autonoma di contro a loro e, allo stesso tempo, essendo l’unione di una classe di contro ad un’altra, per la classe dominata non è soltanto una comunità illusoria, ma anche una catena. Nella comunità reale le persone acquistano la loro libertà nella loro associazione e per mezzo di essa. Come il selvaggio deve lottare con la natura per soddisfare i suoi bisogni, per conservare e riprodurre la sua vita, così deve fare anche l’uomo civile. La libertà vera può consistere soltanto in ciò che l’uomo socializzato, cioè i produttori associati, regolano il ricambio organico con la natura, lo portano sotto il loro comune controllo, invece di essere dominati come da una forza cieca. Superando il regno delle necessità con lo sviluppo delle capacità umane inizia il vero regno della libertà; libertà come liberazione dalla schiavitù dei bisogni materiali e spirituali e soddisfazione totale di essi nel concetto: “Da ognuno secondo le sue capacità, ad ognuno secondo le sue necessità”. “Il proletariato esegue la condanna che la proprietà privata pronuncia su se stessa producendo il proletariato, così come esegue la sua condanna che il lavoro salariato pronuncia su se stesso producendo la ricchezza altrui e la propria miseria. Se vince, il proletariato non diventa perciò il lato assoluto della società; infatti esso vince solo togliendo se stesso ed il suo opposto . Allora scompare sia il proletariato sia l’opposto che lo condiziona, la proprietà privata”. K.Marx, F. Engels, “ La sacra famiglia”