Una luce nel labirinto

Una luce nel labirinto
Non arrendersi mai.

una luce nel labirinto

una luce nel labirinto
Non sottomettersi mai.

mercoledì 15 febbraio 2023

Astenersi dal voto non basta.

Astenersi dal voto non basta. In Italia, come in altre democrazie mature, partecipa alle tornate elettorali circa il 40 % degli aventi diritto, 6 su 10 potenziali elettori si astengono. Questa realtà dimostra come tanti individui ritengano inutile la farsa elettorale. Pensano che, comunque vada, nessun partito parlamentare possa migliorare la propria condizione di vita. Questa presa d’atto è positiva. Il capitalismo in ogni sua azione mira, essenzialmente, al profitto e alla rendita per la sua base di massa. La classe lavoratrice è solo uno strumento per giungere all’obiettivo. Profitto e rendita significano, per chi vive offrendo al mercato le proprie braccia o il proprio cervello, precarietà nel lavoro, condizioni di lavoro sempre peggiori, bassi salari, pensioni misere in età sempre più avanzata, disoccupazione, condizioni di vita sempre più insicure e basate più sulla sopravvivenza che non sul vivere la vita in tutto il suo splendore. Partiti parlamentari, dirigenti sindacali, mass-media, sondaggisti, percettori di profitto e rendita sono un circolo chiuso a difesa del capitale e delle sue regole. I lavoratori sono al di fuori del club, sottomessi al bisogno e alle necessità del capitale. A questa classe i pugilatori a pagamento con lingua da schiavi danno in pasto, oltre a una vita misera e malsicura, un insieme di false ideologie, illusioni, vane speranze e miti fasulli pur di allontanarli dalla coscienza della loro condizione e renderli disillusi, frustrati, individualisti e egoisti nella loro miserevole vita. La classe lavoratrice, pur avendo nel numero e nell’organizzazione finalizzati a una strategia, con momenti tattici, la sua arma vincente, si lascia intrappolare dal sistema e dai suoi ciarlatani. Il sindacato, che è lo strumento organizzativo per eccellenza, per difendere le condizioni di lavoro e di vita nell’immediato, purtroppo, per l’afasia dei lavoratori, lo si lascia in mano a individui borghesi o piccoli borghesi. Questa realtà ha visto negli ultimi decenni peggiorare il mercato del lavoro, le liquidazioni, le pensioni, i livelli salariali senza che vi fosse una risposta adeguata e incisiva. I burocrati sindacali arrivano sempre dopo e la risposta è inesistente di fronte agli attacchi portati dalla borghesia e piccola borghesia al proletariato. Se il nostro strumento fosse tolto dalle grinfie degli infiltrati e fosse nelle nostre mani, non staremmo a seguire le istanze borghesi e piccole borghesi, ma prepareremmo una nostra piattaforma basata su pochi punti , ma basilari per le condizioni di lavoro e di vita per chi lavora: riduzione dell’orario di lavoro per aumentare l’occupazione; sostanziosi aumenti salariali, i salari italiani sono tra i bassi del mondo; riforma del mercato del lavoro, basato solo sul contratto a tempo indeterminato, full-time o part-time; tempo determinato solo per aumento del lavoro non prevedibile da concordare con il sindacato; riforma degli uffici del lavoro nel senso che ogni nuovo lavoro deve passare da questi centri; sugli ultimi due punti si è basata la riforma del lavoro in Spagna con risultati molto soddisfacenti per l’occupazione; riduzione dell’età pensionabile, 60 anni per gli uomini e 57 per le donne, la cassa Inps per i lavoratori dipendenti è da sempre in attivo; la stessa Inps spende per le pensioni il 50 % della sua spesa, nonostante molte categorie siano da sempre in passivo, il resto è corrisposto per materie che dovrebbero essere in carico alla spesa dello Stato come l’assistenza; salario minimo rappresentato dai contratti di lavoro; rappresentanza sindacale basata sulla reale presenza numerica all’interno delle aziende per combattere i contratti pirati; Salario di vita, affinchè nessuno si trovi a non avere la possibilità di affrontare momenti negativi del mercato. Questa piattaforma andrebbe discussa con i lavoratori nelle assemblee e portata alle associazioni padronali e del governo, preparandosi alla lotta fin quando non vi siano risposte positive. La classe lavoratrice non si tirerebbe indietro con una tale piattaforma rivendicativa. Invece, nonostante la drammaticità della situazione della nostra classe, il nostro sindacato, guidato da burocrati, attenti più agli interessi del Paese, ovvero del capitale e della rendita, nulla fanno se non pantomima parolaia. D’altronde alla guida vi sono personaggi che hanno come riferimento i partiti parlamentari che rappresentano gli interessi del capitale e della rendita e che nella commedia ognuno recita la sua parte, ma mai in difesa di chi lavora. Il nodo è se si sia per un sistema basato sui rapporti di produzione o per un sistema basato sui consumi. Il club di cui sopra è per il primo e in quella struttura non c’è posto per la libertà, l’uguaglianza, la giustizia sociale. Solo superando i rapporti di produzione e instaurando una dimensione socio-economica per il consumo, ogni essere umano potrà soddisfare le sue necessità materiali e spirituali e vivere la vita in tutto il suo splendore. Ogni essere umano dalla nascita desidera una vita serena che soddisfi i suoi bisogni e cerca in ogni modo, a volte anche non lecito, di giungere a questa meta. Ma le cose semplici in questa realtà diventano complicate da comprendere, il sistema spesso mette i paraocchi al nostro cervello, l’acqua spegne i fuochi, ma è un composto chimico formato da idrogeno e ossigeno. Per conoscere e non lascarsi ingannare è necessario studiare, studiare, studiare. Solo acquisendo conoscenza e coscienza della realtà, possiamo aspirare a cambiarla e a spostare in avanti le lancette della storia. “ Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l’ignoranza.” Socrate

domenica 5 febbraio 2023

Io sono comunista

Io sono comunista • Io sono comunista • Perché non vedo una economia migliore nel mondo che il comunismo. • Io sono comunista • Perché soffro nel vedere le persone soffrire. • Io sono comunista • Perché credo fermamente nell’utopia d’una società giusta. • Io sono comunista • Perché ognuno deve avere ciò di cui ha bisogno e dare ciò che può. • Io sono comunista • Perché credo fermamente che la felicità dell’uomo sia nella solidarietà. • Io sono comunista • Perché credo che tutte le persone abbiano diritto a una casa, alla salute, all’istruzione, ad un lavoro dignitoso, alla pensione. • Io sono comunista • Perché non credo in nessun dio. • Io sono comunista • Perché nessuno ha ancora trovato un’idea migliore. • Io sono comunista • Perché credo negli esseri umani. • Io sono comunista • Perché spero che un giorno tutta l’umanità sia comunista. • Io sono comunista • Perché molte delle persone migliori del mondo erano e sono comuniste. • Io sono comunista • Perché detesto l’ipocrisia e amo la verità. • Io sono comunista • Perché non c’è nessuna distinzione tra me e gli altri. • Io sono comunista • Perché sono contro il libero mercato. • Io sono comunista • Perché desidero lottare tutta la vita per il bene dell’umanità. • Io sono comunista • Perché il popolo unito non sarà mai vinto. • Io sono comunista • Perché si può sbagliare, ma non fino al punto di essere capitalista. • Io sono comunista • Perché amo la vita e lotto al suo fianco. • Io sono comunista • Perché troppe poche persone sono comuniste. • Io sono comunista • Perché c’è chi dice di essere comunista e non lo è. • Io sono comunista • Perché lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo esiste perché non c’è il comunismo. • Io sono comunista • Perché la mia mente e il mio cuore sono comunisti. • Io sono comunista • Perché mi critico tutti i giorni. • Io sono comunista • Perché la cooperazione tra i popoli è l’unica via di pace tra gli uomini. • Io sono comunista • Perché la responsabilità di tanta miseria nell’umanità è di tutti coloro che non sono comunisti. • Io sono comunista • Perché non voglio potere personale, voglio il potere del popolo. • Io sono comunista • Perché nessuno è mai riuscito a convincermi di non esserlo. DARIO PULCINI

venerdì 3 febbraio 2023

La storia siamo noi!

Il capitalista nella produzione ha un ruolo sociale, non meramente personale. Il capitale è un prodotto comune e non può essere messo in movimento se non vi sia un’attività comune di parecchi membri, in ultima istanza da tutti i membri della società. Il capitale non è, quindi, una potenza personale, è una potenza sociale! Trasformando il capitale in proprietà comune, proprietari tutti i membri della società, si trasforma unicamente il carattere sociale della proprietà e si perde il carattere di classe. Il passato nel sistema capitalistico domina sul presente nel senso che continuano a esserci sfruttati e sfruttatori, nella società comunista il presente domina sul passato con l’eliminazione dei rapporti di classe e dando a ogni essere umano la possibilità di “ Dare secondo le sue capacità ed avere secondo le sue necessità”. “Nella società borghese il capitale è indipendente e personale, mentre l’individuo è dipendente e personale” Marx, Engels, Il manifesto del partito comunista. Si ribadisce il concetto che il capitale, pur appartenendo a persone o società, personale, è indipendente nel vivere nel mercato dove le volontà di ognuno sono condizionate dalle volontà di altri, mentre l’essere umano che è costretto a vendere o il proprio cervello o le proprie braccia è dipendente dal mercato e la sue facoltà, nel momento in cui vende la propria opera, appartengono al datore di lavoro. Di conseguenza è impersonale, ovvero esprime se stesso solo in qualità di prestatore d’opera. In una società borghese il singolo borghese si fa della sua libertà e della sua proprietà concetti “ Pro domo sua” universalizzando un concetto storicamente determinato e particolare. La libertà nel sistema attuale è intesa come libertà nel commerciare, nel fare affari, nel poter rincorrere il profitto, di poter meglio utilizzare la forza lavoro. Non è certo intesa nella soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali della persona. Il comunismo vuole abolire tutto questo e dare all’essere umano una vita vera in una dimensione socio-economica che metta ogni persona nella condizione di avere soddisfazione di ogni necessità materiale e spirituale. In una società che ha come obiettivo la soddisfazione dei bisogni dell’umanità la produzione è per il consumo, non per la produzione e per il profitto. In questo contesto si realizza pienamente la persona. Nel capitalismo, invece, la persona è intesa solo come proprietario borghese . La cultura nel sistema borghese è propedeutica al sistema stesso, è un prodotto dei rapporti di produzione. Parimenti il diritto, che esprime la volontà della borghesia elevata a legge, il cui contenuto è dato dalle condizioni di vita di quella classe. In ogni epoca le idee dominanti sono quelle della classe dominante. Man mano che nella società si formano gli elementi di una nuova si affermano nuove idee che rappresentano nuovi rapporti economico-sociali, di vita. La materia è dinamica, non statica. Lo stesso concetto vale nella realtà socio-economica. Chi vede nel capitalismo l’ultima forma sociale ed economica fa torto alla scienza affermando la staticità della materia e ,quindi, della società. E’ un’opinione interessata , che viene portata avanti quasi in termini di legge eterna e naturale e nega la storia fatta di produzione e di proprietà storicamente determinata, di realtà sociali storicamente determinate. L’umanità ha bisogno di avere una vita vera, di godere dello splendore della vita! Non può accontentarsi delle briciole di vita che ci elemosina il sistema, a volte neanche quelle. Nel comunismo, causa di tutta l’umanità, vivrebbe meglio anche il capitalista nella sua essenza di essere umano, scevro da ogni pensiero “contro” e libero di esprimere l’idea “insieme”. Con lo sviluppo attuale della tecnologia, per la produzione di beni per l‘intera umanità basterebbe che ognuno desse 90 minuti al giorno, impegnato nei settori più consoni alle sue aspettative e capacità. Il resto della giornata ognuno potrebbe viverla come desidera e secondo le sue passioni. Quello che potremmo fare e avere in un sistema comune noi non riusciamo neanche a immaginarlo, succubi dei limiti che pone alla nostra mente il sistema attuale.