Una luce nel labirinto

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Non arrendersi mai.

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Non sottomettersi mai.

giovedì 20 novembre 2014

L'inferno del capitalismo...

L’inferno del capitalismo ed il paradiso del comunismo. “ Guai a voi, anime prave! Non isperate mai veder lo cielo: ì vegno per menarvi a l’altra riva ne le tenebre eterne, in caldo e ‘n gelo…” Così si esprime nell’ “Inferno” di Dante Caron dimonio dagli occhi di brace, un vecchio bianco per antico pelo, prima di trapassare lo rio. La vita degli esseri umani, che per vivere devono vendere il proprio intelletto o le braccia, nel capitalismo somiglia al trapassar nell’inferno. Da bambini ci si abitua a vivere in condizioni limitate dalla quantità di denaro che entra in famiglia. Oltretutto tanti bimbi sono anche costretti a lavorare. In certe parti del mondo addirittura ad imbracciar le armi. Da ragazzi si fatica a trovare un lavoro e ci si abitua non solo a lavori precari, ma anche ad una vita precaria. Sui mass-media si sente parlare di democrazia, di libertà, di rispetto umano, ma nei posti di lavoro si è trattati come numeri e schiavi. E’ difficile farsi una famiglia, è impossibile vivere una vita dignitosa. Da uomini o donne si è nella stessa condizione. Da anziani si è ai margini della società da ogni punto di vista. La vita di un lavoratore od una lavoratrice nel capitalismo è un inferno. Stanno bene solo i parassiti che vivono di profitto e rendita e coloro che si mettono al servizio del sistema. Stanno bene i politici borghesi, i pugilatori a pagamento con lingua da schiavi dei mass-media, tutti coloro che si mettono sotto l’ombrello del capitale. Sono gli stessi che fanno ogni giorno la morale ai lavoratori , che fanno finta di voler portare avanti politiche economico-sociali per migliorare la condizione di chi lavora. Addirittura propinano da veri ciarlatani che certe nuove leggi, vecchie di secoli ed ad uso e consumo del profitto, possano migliorare la condizione dichi vive di lavoro. Può mai Il F.M.I., la B.C.E., un Marchionne qualsiasi essere per i lavoratori? Possono mai leggi che liberalizzano i licenziamenti aumentare l’occupazione? Può mai l’aumento dell’età pensionabile aprire le porte a nuovi ingressi nel mondo del lavoro? Può mai la videosorveglianza di chi lavora essere concepibile con uno stato di libertà oppure essere proprio di un ambiente carcerario? Può mai il demansionamento essere coerente con un miglioramento della condizione lavorativa? La verità è che in ogni fase il capitale cerca di sfruttare al massimo la forza lavoro e cerca in situazioni di rapporti di forza favorevoli di aumentare l’estrazione di plusvalore per rimpinguare le tasche del profitto, della rendita e dei servi del sistema. Per chi lavora c’è sempre crisi! Chi lavora deve vivere un mese con 1000,00 €, chi sfrutta i lavoratori, va a cena con Caron Renzi versando almeno 1000,00 €! Nel capitalismo non c’è futuro per chi lavora, ma solo presente e passato! Se vogliamo il futuro, dobbiamo conquistarlo! E il futuro è il comunismo, una società senza classi, ove il lavoro è obbligatorio e tutti danno secondo le proprie capacità e tutti hanno secondo le loro necessità. “Nella società borghese, dunque, il passato domina sul presente; nella società comunista il presente sul passato. Nella società borghese il capitale è indipendente e personale, mentre l’individuo operante è dipendente e impersonale…Per libertà si intende entro gli attuali rapporti di produzione, il commercio libero, la libera compravendita. …Il comunismo non toglie a nessuno la facoltà di appropriarsi dei prodotti sociali; toglie soltanto la facoltà di valersi di tale appropriazione per asservire lavoro altrui. E’ stato obiettato che con l’abolizione della proprietà privata cesserebbe ogni attività, si diffonderebbe una neghittosità generale. Se fosse così, la società borghese sarebbe da molto tempo andata in rovina per pigrizia, giacchè in essa chi lavora non guadagna e chi guadagna non lavora.” K. Marx- F. Engels “ Il manifesto del partito comunista.” “Noi non diciamo al mondo: abbandona le tue lotte, sono sciocchezze; noi ti grideremo la vera parola d’ordine della lotta!” K. Marx I buoni borghesi ed i loro servitori invece dicono di non lottare, di lasciare fare a loro, che la lotta non serve. Sono parole dettate dai loro interessi. Bisogna lottare per una vita migliore, per un mondo migliore e non accettare supinamente il presente se vogliamo un futuro. La vita è bella! Ogni essere umano merita di viverla in tutto il suo splendore nella soddisfazione dei bisogni spirituali e materiali! Una società che non garantisce questo all’umanità intera è solo tirannia e merita di essere messa nella soffitta della storia

domenica 28 settembre 2014

Ciarlatani e pugilatori a pagamento con lingua da schiavi.

Ciarlatani e pugilatori a pagamento con lingua da schiavi contro la classe lavoratrice. Il governo Renzi, appoggiato da tutti i poteri economico-finanziari, sta portando avanti una politica contro la classe lavoratrice feroce, nascondendo la sua azione dietro una tattica comunicativa tesa a fa sembrare la sua azione di rottura con il passato, con gli apparati economico-finanziari e partitici. Usa la parola riforma, che ha sempre significato voler trasformare situazioni sociali in modo migliore rispetto al passato, per peggiorare la realtà di chi lavora ed allontanare i cittadini dalle scelte elettive, vedi falsa eliminazione delle province, l’italicum, peggio della legge Acerbo di Mussoliniana memoria, e nuova elezione del senato. Ha superato anche l’ipocrisia dell’etica e della morale, vedi i rapporti con B. e Verdini, vedi le nuove norme sull’amministrazione delle leggi. Ha cercato di nascondere la sua azione contro i lavoratori con l’elargizione di 80 € fino a 26.000 € di reddito, ma nel contempo la Tari, la Tasi, le addizionali comunali hanno contribuito ad azzerare quel buono mensile. Subito però ha legiferato sui contratti a termine ed apprendistato peggiorando la realtà precedente. Nulla ha fatto contro l’evasione fiscale e contributiva, contro la corruzione, veri cancri della società. Nulla ha fatto per riscuotere i 550 md. di credito per evasione. Con questi soldi il problema del debito italiano sarebbe quasi del tutto risolto e si potrebbe avviare una politica d’investimenti tesa, nell’arco di un medio periodo, a creare un apparato produttivo ad alto contenuto tecnologico, concentrato ed in grado di competere con i paesi più avanzati e non con quelli con produzione a basso contenuto tecnologico. Lasciamo stare poi le varie promesse non mantenute sui tempi del suo programma, sulla scuola, sui crediti alle imprese. Alcuni giorni fa’, smentendo se stesso, Renzi, ciarlatano e pugilatore a pagamento con lingua da schiavo, ha fatto sapere che bisogna abolire l’art. 18 dello statuto dei lavoratori, dicendo, insieme ad altri falsificatori della realtà, che lo richiede la modernità, che sarebbe un atto di giustizia,tale concetto ha espresso pure Napolitano, che da giovane era iscritto ai Guf (Gruppi universitari fascisti), che tale norma non esisterebbe in alcun paese al mondo. Invece il reintegro esiste quasi tutti i Paesi industrializzati. In Cina ad esempio, ripeto in Cina, la legge sul lavoro è stata aggiornata a gennaio del 2008. I dipendenti possono essere licenziati solo se il datore di lavoro è in grado di presentare un giustificato motivo. Questo vale anche per il periodo di prova che varia da un mese a sei mesi a seconda della durata del contratto. E’ vietato il licenziamento in caso di malattie dovute all’attività professionale presso l’azienda, con un’anzianità di 15 anni nella stessa azienda e se mancano 5 anni alla pensione. In Germania, e Renzi aveva detto di voler fare come la Germania, ma non lo fa, il licenziamento senza giusta causa è considerato illegittimo e deve essere risarcito con il reintegro sul posto di lavoro. Comunque l’azienda che volesse licenziare un dipendente deve comunicarlo al consiglio d’azienda. Se il sindacato riterrà non fondato il provvedimento, il lavoratore ha il diritto di rimanere al suo posto fino al termine del processo. Se il giudice riterrà l’azione aziendale non giustificata, il lavoratore viene reintegrato in modo effettivo nell’organico. Semmai sono le norme che Renzi e compagnia voglio inserire nel mercato del lavoro che sono solo italiane, né tedesche né danesi. Il reddito di cittadinanza o salario garantito esiste in Germania ed in altri Paesi, oltre al contributo per l’affitto di una casa e per le spese elettriche e del gas senza termine. L’unico obbligo per il lavoratore è di dover accettare un nuovo lavoro con al massimo un rifiuto. Alcuni pugilatori a pagamento con lingua da schiavi portano ad esempio il nuovo codice del lavoro spagnolo, dicendo che la Spagna ha aumentato il Pil di qualche punto, nel 2007 è scesa di circa il 25 % ed è ancora su quei livelli. Ebbene nel Paese iberico i disoccupati sono aumentati, non diminuiti, ed il 36% dei nuovi contratti è ad ore. Manodopera precaria quindi a basso prezzo. Il costo del lavoro italiano, altro elemento di lamentela dei ciarlatani è il costo del lavoro, che uno tra i più bassi d’Europa. I salari poi sono tra i più bassi del mondo. Il motivo vero di questo attacco feroce alle condizione dei lavoratori è il tentativo di conservare i privilegi per il profitto e la rendita e scaricare il peso dell’attuale situazione sulle spalle dei lavoratori, aumentando lo sfruttamento e diminuendo i salari. La classe lavoratrice può difendersi da questo attacco unendo le forze e rivendicando l’abolizione del precariato e la stabilizzazione di due forme contrattuali, uno a tempo indeterminato e l’altro a tempo determinato, circonscritto nel tempo ed in poche situazioni anomali e non programmabili; salario garantito per i disoccupati; riduzione dell’orario di lavoro per dare lavoro a più persone; età pensionabile a 55 anni per le donne e 60 per gli uomini. I soldi ci sono! Non è vero che non ci sono! Tutti devono pagare le tasse! E bisogna che si faccia una lotta seria e severa alla corruzione, all’auto riciclaggio, alla delinquenza con camicia e cravatta. L’italia dopo Mussolini, Berlusconi, si trova Renzi. Anche i primi due dicevano di voler fare la rivoluzione e se la prendevano con la plutocrazia ed i poteri forti a parole, nei fatti facevano i loro interessi. Renzi dice di stare dalla parte di chi si spacca la schiena, per inciso lui non ha mai lavorato in vita sua, ma solo per spaccarglierla ancora di più, non per alleggerirgli il peso e la fatica quotidiana. Sta a noi non passare per fessi e lasciarci ingannare ancora una volta! “Non c’è lavoro, l’Italia arranca, avanza impavido Camicia bianca. Azzannai deboli ma non le banca. Ha proprio fegato Camicia bianca. Perfino i vescovi scrollano la panca, ma non ispirano camicia bianca. Mezzo Paese stenta a campà. Ehi del governo quale novità? Andremo avanti a destra ed a manca, e voi tenetevi Camicia bianca.” A. Fusinato

martedì 23 settembre 2014

Ciarlatani e pugilatori a pagamento....

Ciarlatani e pugilatori a pagamento con lingua da schiavi contro la classe lavoratrice. Il governo Renzi, appoggiato da tutti i poteri economico-finanziari, sta portando avanti una politica contro la classe lavoratrice feroce, nascondendo la sua azione dietro una tattica comunicativa tesa a fa sembrare la sua azione di rottura con il passato, con gli apparati economico-finanziari e partitici. Usa la parola riforma, che ha sempre significato voler trasformare situazioni sociali in modo migliore rispetto al passato, per peggiorare la realtà di chi lavora ed allontanare i cittadini dalle scelte elettive, vedi falsa eliminazione delle province, l’italicum, peggio della legge Acerbo di Mussoliniana memoria, e nuova elezione del senato. Ha superato anche l’ipocrisia dell’etica e della morale, vedi i rapporti con B. e Verdini, vedi le nuove norme sull’amministrazione delle leggi. Ha cercato di nascondere la sua azione contro i lavoratori con l’elargizione di 80 € fino a 26.000 € di reddito, ma nel contempo la Tari, la Tasi, le addizionali comunali hanno contribuito ad azzerare quel buono mensile. Subito però ha legiferato sui contratti a termine ed apprendistato peggiorando la realtà precedente. Nulla ha fatto contro l’evasione fiscale e contributiva, contro la corruzione, veri cancri della società. Nulla ha fatto per riscuotere i 550 md. di credito per evasione. Con questi soldi il problema del debito italiano sarebbe quasi del tutto risolto e si potrebbe avviare una politica d’investimenti tesa, nell’arco di un medio periodo, a creare un apparato produttivo ad alto contenuto tecnologico, concentrato ed in grado di competere con i paesi più avanzati e non con quelli con produzione a basso contenuto tecnologico. Lasciamo stare poi le varie promesse non mantenute sui tempi del suo programma, sulla scuola, sui crediti alle imprese. Alcuni giorni fa’, smentendo se stesso, Renzi, ciarlatano e pugilatore a pagamento con lingua da schiavo, ha fatto sapere che bisogna abolire l’art. 18 dello statuto dei lavoratori, dicendo, insieme ad altri falsificatori della realtà, che lo richiede la modernità, che sarebbe un atto di giustizia,tale concetto ha espresso pure Napolitano, che da giovane era iscritto ai Guf (Gruppi universitari fascisti), che tale norma non esisterebbe in alcun paese al mondo. Invece il reintegro esiste quasi tutti i Paesi industrializzati. In Cina ad esempio, ripeto in Cina, la legge sul lavoro è stata aggiornata a gennaio del 2008. I dipendenti possono essere licenziati solo se il datore di lavoro è in grado di presentare un giustificato motivo. Questo vale anche per il periodo di prova che varia da un mese a sei mesi a seconda della durata del contratto. E’ vietato il licenziamento in caso di malattie dovute all’attività professionale presso l’azienda, con un’anzianità di 15 anni nella stessa azienda e se mancano 5 anni alla pensione. In Germania, e Renzi aveva detto di voler fare come la Germania, ma non lo fa, il licenziamento senza giusta causa è considerato illegittimo e deve essere risarcito con il reintegro sul posto di lavoro. Comunque l’azienda che volesse licenziare un dipendente deve comunicarlo al consiglio d’azienda. Se il sindacato riterrà non fondato il provvedimento, il lavoratore ha il diritto di rimanere al suo posto fino al termine del processo. Se il giudice riterrà l’azione aziendale non giustificata, il lavoratore viene reintegrato in modo effettivo nell’organico. Semmai sono le norme che Renzi e compagnia voglio inserire nel mercato del lavoro che sono solo italiane, né tedesche né danesi. Il reddito di cittadinanza o salario garantito esiste in Germania ed in altri Paesi, oltre al contributo per l’affitto di una casa e per le spese elettriche e del gas senza termine. L’unico obbligo per il lavoratore è di dover accettare un nuovo lavoro con al massimo un rifiuto. Alcuni pugilatori a pagamento con lingua da schiavi portano ad esempio il nuovo codice del lavoro spagnolo, dicendo che la Spagna ha aumentato il Pil di qualche punto, nel 2007 è scesa di circa il 25 % ed è ancora su quei livelli. Ebbene nel Paese iberico i disoccupati sono aumentati, non diminuiti, ed il 36% dei nuovi contratti è ad ore. Manodopera precaria quindi a basso prezzo. Il costo del lavoro italiano, altro elemento di lamentela dei ciarlatani è il costo del lavoro, che uno tra i più bassi d’Europa. I salari poi sono tra i più bassi del mondo. Il motivo vero di questo attacco feroce alle condizione dei lavoratori è il tentativo di conservare i privilegi per il profitto e la rendita e scaricare il peso dell’attuale situazione sulle spalle dei lavoratori, aumentando lo sfruttamento e diminuendo i salari. La classe lavoratrice può difendersi da questo attacco unendo le forze e rivendicando l’abolizione del precariato e la stabilizzazione di due forme contrattuali, uno a tempo indeterminato e l’altro a tempo determinato, circonscritto nel tempo ed in poche situazioni anomali e non programmabili; salario garantito per i disoccupati; riduzione dell’orario di lavoro per dare lavoro a più persone; età pensionabile a 55 anni per le donne e 60 per gli uomini. I soldi ci sono! Non è vero che non ci sono! Tutti devono pagare le tasse! E bisogna che si faccia una lotta seria e severa alla corruzione, all’auto riciclaggio, alla delinquenza con camicia e cravatta. L’italia dopo Mussolini, Berlusconi, si trova Renzi. Anche i primi due dicevano di voler fare la rivoluzione e se la prendevano con la plutocrazia ed i poteri forti a parole, nei fatti facevano i loro interessi. Renzi dice di stare dalla parte di chi si spacca la schiena, per inciso lui non ha mai lavorato in vita sua, ma solo per spaccarglierla ancora di più, non per alleggerirgli il peso e la fatica quotidiana. Sta a noi non passare per fessi e lasciarci ingannare ancora una volta!

martedì 1 aprile 2014

Renzi: Il vecchio ammantato di nuovo.

Renzi: il vecchio ammantato di nuovo. Renzi : appoggiato da tutte le frazioni borghesi e piccolo-borghesi si presenta come il nuovo che avanza. Ma sa di vecchio. Al di là delle chiacchiere il suo primo atto concreto di governo è stato quello di liberalizzare ancora di più il mercato del lavoro per renderlo flessibile al massimo e quindi precario oltre ogni limite. La lotta alle caste sono fumo negli occhi che nasconde la volontà della borghesia italiana da un lato di avere un sistema politico decisionale in tempi rapidi e senza ostacoli, la nuova legge elettorale e le cosiddette riforme costituzionali vanno in questa direzione e ricordano la legge Acerbo e l’avvento del partito unico, dall’altro di poter sfruttare liberamente la classe lavoratrice con utilizzo a seconda delle necessità produttive. In tutto il mondo industrializzato la battaglia sulla riduzione degli stipendi e la mano libera sulla forza lavoro è in prima linea per poter competere sul mercato mondiale. In Italia assume contorni ancora più vistosi, vista la quasi totale produzione di beni a basso contenuto tecnologico, che si trovano a competere con Paesi in via di sviluppo. Uno dei capisaldi della propaganda dei pugilatori a pagamento con lingua da schiavi sarebbe l’eccessivo costo del lavoro italiano. Nei giorni scorsi l’Eurostat ha smentito questo luogo comune affermando che è in linea con la media Ue-17, 28.1 Italia, 28.4 ue-17. La classifica del costo del lavoro vede prima la Svezia con 40 €, seguono Danimarca con 38.4, Belgio 38, Lussemburgo 35.7, Francia 34.3, Olanda 33.2, Austria e Finlandia 31.4, Germania 31.3, Irlanda 29. Al contrario i salari italiani sono tra i più bassi del mondo e confrontati con quelli tedeschi sono meno della metà. Anche le garanzie per chi perde il lavoro sono inferiori, meglio dire inesistenti in Italia, visto che sempre in Germania un disoccupato ha diritto ad un reddito anche se non ha mai avuto un lavoro. Garanzie simili sono presenti in altri Paesi, ad esempio in Francia. In Italia, tutti i dati lo dimostrano, si lavora di più con salari più bassi, si va in pensione più tardi, si ha diritto a meno coperture sociali. L’altro luogo comune, in voga da più di vent’anni, è il mercato del lavoro ingessato rispetto ad altri Paesi. Tutti i dati mostrano il contrario, mettendo in risalto negli altri Paesi le garanzie per chi entra e per chi esce dal mercato del lavoro. Il campo in cui l’Italia è al secondo posto in Europa, dopo la Grecia, è quello dell’evasione fiscale, contributiva e della corruzione. In un convegno dei giorni scorsi, poco pubblicizzato sui mass-media il magistrato Greco del Tribunale di Milano, specialista in reati finanziari, ha affermato che la vera revisione di spesa il governo dovrebbe farla sull’evasione e la corruzione e che una lotta seria porterebbe nelle casse dello Stato circa 500 md. Questa cifra corrisponde a quanto lo Stato italiano spende per il suo mantenimento e la spesa sociale e risolverebbe tutti i problemi di bilancio, di stato sociale, di investimenti produttivi. La lotta all’evasione ed alla corruzione dovrebbe essere al primo posto nella politica di governo, essendo questi mali il cancro del sistema Italia, invece non se ne parla per niente. L’ex ministro Visco nei giorni scorsi ha affermato che nessun gruppo politico si assume questa responsabilità per non correre il rischio di perdere 10 milioni di voti. Semplicemente nessun gruppo politico si sogna questa sfida perché sono per la maggioranza rappresentanti di questi strati sociali. Si arriva all’assurdo poi quando si ascolta lamentele per le troppe tasse da parte di chi non le paga, visto che per il 90 % sono i lavoratori dipendenti e pensionati a pagarle. Le auto all’asta, ma vi sono altre nuove già prenotate, la riduzione degli stipendi ai parlamentari e dirigenti di pochi euro, l’abolizione finta delle province con l’aumento di consiglieri comunali ed assessori, gli 80 euro al mese per la metà dei lavoratori dipendenti, mentre la Tasi e la Tari, unite all’aumento delle addizionali regionali e comunali portano via ben di più dalle tasche dei cittadini, sono solo fumo negli occhi da magliari per nascondere l’obiettivo vero: mantenere gli agi e le ricchezze per borghesia e piccola borghesia grazie all’aumento dello sfruttamento dei lavoratori ed ai bassi salari. Il nuovo Renzi è la prosecuzione del vecchio! Sbigottisce ogni volta che sente i dati sulla disoccupazione, ma fa di tutto per aumentarla con leggi contro il lavoro e per la disoccupazione. Un programma serio per affrontare l’attuale realtà dovrebbe partire dalla lotta all’evasione ed alla corruzione, dall’abolire la riforma Fornero e tornare alla situazione precedente per dare lavoro a giovani e meno giovani, dallo sblocco del turnover nel pubblico impiego, dal dare un reddito a chi si trova in condizione di disoccupazione, dal fare un piano d’industrializzazione con alti contenuti tecnologici a medio-lungo termine, dalla cura dell’ambiente e del territorio. I soldi ci sarebbero se si avesse la volontà di colpire evasione e corruzione, che porterebbero anche ad una riduzione delle tasse, essendoci il contributo sociale di tutti e non di una parte. Sono tutti d’accordo! Borghesia, piccola borghesia, politici, associazioni varie, dirigenti sindacali! Capiscono che oggi la classe operaia è debole e supina a lasciarsi turlupinare dalle chiacchiere e dai finti obiettivi e cercano di rendere le persone, che per vivere devono vendere il proprio cervello o le proprie braccia, ancora più merce ad uso e consumo del sistema. La classe operaia oggi è un gigante addormentato, ma la storia la chiamerà ad appuntamenti risolutivi per essa e per l’intera umanità, degna di vivere una vita vera nella serenità materiale e nella felicità spirituale. “ Tutti i buoni borghesi…vi dicono che la concorrenza, il monopolio, ecc. come principio, cioè presi come pensieri astratti, sono i soli fondamenti della vita, ma che essi lasciano molto a desiderare nella pratica. Tutti svolgono la concorrenza senza le conseguenze funeste di questa. Tutti vogliono l’impossibile, cioè le condizioni della vita borghese senza le conseguenze necessarie di queste condizioni. Tutti non comprendono che la forma borghese della produzione è una forma storica e transitoria così come lo è stata la forma feudale.” Marx

mercoledì 29 gennaio 2014

La democrazia borghese.

La democrazia borghese. La democrazia borghese è lo Stato che riconosce la sottomissione di milioni di esseri umani ad altri individui in un’organizzazione di violenza sistematica fisica, psichica e morale della classe dominante sulla classe dominata, il proletariato. La violenza contro gli uomini e le donne, non permettendo ad ognuno di esprimere le proprie capacità e d avere secondo i propri bisogni, la sottomissione di un essere umano ad un altro sono la norma in un sistema che mette al centro di tutto il profitto. E’ violenza la guerra, è violenza il numero crescente d’ incidenti sul lavoro, il fatto di lavorare con uno stipendio misero e non poter godere dei beni prodotti, la disoccupazione, la precarietà, la povertà, uno stipendio od una pensione sempre più miseri, la perdita continua di diritti e l’essere sempre più simili, almeno così ci vorrebbero, a bestie da soma. Mentre la ricchezza cresce ed il “club dei novanta” detiene metà del patrimonio mondiale, aumenta la miseria per miliardi di persone. La vita è bella! Merita di essere vissuta e goduta in tutto il suo splendore! Ma questa possibilità è sottratta ad un numero sempre più crescente di esseri umani, assillati ogni giorno dalla ricerca della soddisfazione dei bisogni materiali, per essere privilegio di una minoranza della popolazione mondiale. Il potere politico nello Stato, che è un prodotto della società, irretita da antagonismi inconciliabili, ha come finalità di mantenere “l’ordine” e cercare di moderare i conflitti economici e sociali, è l’espressione dell’antagonismo delle classi dentro la società civile. Se non vi fosse antagonismo e classi con interessi differenti e contrastanti, il potere politico non avrebbe senso di esistere e darebbe spazio a forme comuni di gestione della produzione e della distribuzione. Democrazia per un’infima minoranza e per i ricchi. Questa è la democrazia nella società capitalistica, al di là delle forme differenti tra nazione e nazione. Osservandola più da vicino si scopre che solo circa l’1% della popolazione fa attività politica, che il concetto una testa un voto non esiste in realtà, visti gli sbarramenti ed i premi di maggioranza, che i cittadini poveri hanno difficoltà a far sentire le proprie istanze, che gli stessi non possono detenere, per mancanza di mezzi finanziari, tv, giornali ed altre forme di comunicazione di massa. Queste realtà sembrano minime per coloro che non hanno mai conosciuto il bisogno o che non hanno quasi mai avvicinato le classi oppresse, ma sommate escludono i poveri dalla politica e dalla partecipazione attiva alla vita democratica. “Agli oppressi è permesso decidere, una volta ogni qualche anno, quale tra i rappresentanti della classe dominante li rappresenterà e li opprimerà in Parlamento.” L’evoluzione di questa democrazia capitalista, a difesa del profitto, tende a divenire sempre più ristretta e respinge in modo dissimulato i poveri e gli sfruttati. E’ sempre più ipocrita e menzognera. Ormai nei Paesi capitalistici più avanzati vota all’incirca solo il 50% della popolazione. La metà dei cittadini non hanno fiducia nel voto per cambiare la propria esistenza. Eppure chi prende meno della metà di quel 50% ritiene di aver ottenuto un grande risultato e governa in nome del popolo. Quale popolo? Quello del profitto e delle rendite. Il popolo degli sfruttatori. I fatti poi mostrano ogni volta come i poveri diventino sempre più poveri ed i ricchi sempre più ricchi. Tutti governano in nome del Paese, che è un grande Paese, che essi amano, che capiscono la sofferenza di gran parte della popolazione, quella giovanile in particolare, ma che faranno di tutto per migliorare la situazione, che la crisi si sta superando e si vede la luce in fondo al tunnel, che le nuove riforme sul lavoro e le pensioni saranno un atto di giustizia e saranno le basi per nuova occupazione, che vogliono dare una speranza ed un futuro. Il nuovo è il ritorno a forme di sfruttamento da inizio ‘900 e la parola riforma sempre più fa rima con restaurazione. Bisogna prendere coscienza che questo sistema e questo Stato democratico, alla pari di quello dittatoriale, essendo due facce della stessa medaglia, rappresenta solo gl’interessi delle classi dominanti a scapito dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati. Il denaro è il re del mondo capitalistico! L’essere umano è solo un mezzo per produrre profitti e denaro e la sua soddisfazione materiale e spirituale non può essere parte di questo percorso. Sempre più la realtà è più chiara delle infinite chiacchiere dei pugilatori a pagamento con lingua da schiavi e mette fine ad ogni illusione e speranza di un mondo migliore senza abolire i rapporti di produzione. L’unica strada per lottare per un mondo nuovo è il superamento del capitalismo e l’instaurazione di una società senza classi, che metta al centro le esigenze degli esseri umani. Non c’è libertà se le pance e le menti sono vuote!