Una luce nel labirinto

Una luce nel labirinto
Non arrendersi mai.

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Non sottomettersi mai.

mercoledì 15 novembre 2017

Esiste ancora la schiavitù.


Esiste ancora la schiavitù.

Ieri la CNN ha pubblicato un video in cui si mostra un’asta per la vendita come schiavi di esseri umani in Libia. La notizia, nonostante la gravità, ha avuto poco impatto sui mass-media ed ha lasciato spazio a parole di circostanza. Eppure questa realtà, che riguarda anche donne e bambini, dovrebbe far rivoltare le viscere agli esseri umani; esseri umani appunto, non certo a chi si crede di esserlo, ma, intontito dalla propaganda dominante, fatta di luoghi comuni, è ridotto ad un cartone animato. Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, nel mondo vi sono, calcolo fatto per difetto, ancora 40 milioni di persone ridotte a forme di schiavitù e 152 milioni di bambini costretti a lavorare . Sempre l’Ilo stima per questa cruda realtà un giro d’affari di 150 miliardi di dollari. E’ trascorso un secolo e mezzo da quando Lincoln ha abolito la schiavitù. Quasi settant’anni dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, che vieta la schiavitù, ma ancora oggi i lavoratori sfruttati sull’orlo della schiavitù, essendo labile il confine tra questa realtà e i lavori più infami e degradanti, sono tantissimi. Rientrano  nella definizione di schiavitù certamente i lavori forzati, le prestazioni professionali svolte non volontariamente o con costrizioni fisiche. Anche la prostituzione, la tratta di umani , lo schiavismo sessuale fanno parte di questa barbarie. L’Ilo non considera  forme di schiavitù i lavori sottopagati o svolti in condizioni ambientali inadeguate. Non si include qualsiasi fenomeno di costrizione. Questo fenomeno riguarda anche Paesi che,  a parole, sono per la libertà, la democrazia ed i diritti. In Michigan, il più grande produttore di mirtilli degli U.S.A. bambini, immigrati dal Messico, vengono sfruttati nei campi per raccogliere i frutti, perché hanno le mani piccole, più adatte a raccogliere le piccole bacche. In Florida i raccoglitori di pomodori devono lavorare su turni di dieci ore per una paga settimanale di 40 dollari. Raccolgono 480 chili di pomodori al giorno e vivono “ come animali in anguste baracche.” In Italia vi è la stessa realtà, in ispecie , nell’area meridionale. Si lavora, anche italiani, dall’alba al tramonto per pochi euro e si è costretti a vivere in contesti degradanti, senza alcuna tutela igienico-sanitaria. A queste situazioni si aggiunge la realtà dei minori di 18 anni attualmente impegnati in conflitti bellici nel mondo, sono più di 300.000. La maggioranza di loro va dai 15 ai 18 anni, ma vi sono  reclute di 10 anni. Anche le ragazze, in misura minore, sono reclutate e, probabilmente, costrette a subire stupri e prevaricazioni sessuali. Il lavoro forzato era diffuso nelle civiltà più antiche. La storia di Spartaco, gladiatore romano di origini tracie, che nel 73 a.c.  fu a capo di una rivolta di schiavi e tenne testa alle legioni romane per più di un anno, prima di essere soffocata nel sangue con 6000 crocifissi sulla strada tra Capua e Roma, è emblematica. La civiltà cristiana, giudaica, greca, romana e persiana praticavano tutte la schiavitù. La nascita dell’Islam e del diritto islamico, che proibiva di schiavizzare i musulmani, favorì una tratta di schiavi durata oltre mille anni. Il cristianesimo, diffuso tra gli schiavi dell’impero romano, nei primi tre secoli di vita non ha controllato alcun governo, però non pare che abbia influito più di tanto nell’economia della schiavitù, dato che quando arrivò al potere poco cambiò. La schiavitù è esistita nella parte orientale dell’impero romano, a Bisanzio, fino alla presa dei turchi nel 1452. La schiavitù era scomparsa nell’anno mille nell’occidente cristiano, sostituita dal sistema feudale ove le persone più modeste erano, comunque, ridotte in stato di schiavitù. Con la colonizzazione delle Americhe nel cinquecento, gli europei hanno cominciato ad acquistare schiavi dall’ Africa, come gl’imperi islamici di Medio Oriente ed India avevano continuato a fare. Gli schiavisti musulmani catturavano, generalmente, più donne che uomini, esistendo una maggiore domanda di schiave sessuali che di schiavi guerrieri. La domanda di lavoratori agricoli era inesistente. Gli schiavisti europei sequestravano 2 o 3 maschi per ogni donna , avendo interesse ad avere forza lavoro per l’agricoltura commerciale. A fine 700 sorse il primo vero movimento di massa per l’abolizione della schiavitù. Una delle prime battaglie fu il boicottaggio dello zucchero delle colonie al grido: “ lo zucchero si fa col sangue.” La prima vittoria fu l’abolizione della tratta da parte della Gran Bretagna nel 1807, che decise di estendere il divieto in tutto il mondo e mise in mare una flotta che dava la caccia ai vascelli negrieri. Prima dei britannici, in verità, nel 1792 i danesi avevano già compiuto questo passo. A fine 800 la schiavitù era ancora diffusa nei regni africani, arabi e nell’impero ottomano. Il suo sradicamento fu uno dei pretesti per le potenze europee per avviare la conquista coloniale di Africa  e Medio Oriente. Anche in America, nell’800, iniziarono le ribellioni degli schiavi, tanto che alcuni Stati la proibirono. Molti schiavi tentarono di rifugiarsi in quei territori. Con la vittoria degli Stati dell’Unione nella guerra di secessione la schiavitù venne abolita. La Dichiarazione di emancipazione, pronunciata da Lincoln il 1.1.1863, decretò la fine di tale pratica. Il 13° emendamento della Costituzione americana entrò in vigore il 18.12.1865. La Dichiarazione universale dei diritti umani, firmata a Parigi il 10.12 1948, dichiara: “ Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.” La realtà quotidiana mostra ogni giorno come ancora oggi esistano forme di schiavitù ed asservimento, che vengono ignorate.  La libertà consiste nella soddisfazione delle necessità materiali e spirituali di ogni essere umano. Fin quando un sistema non riesce a garantire  queste necessità, gli asservimenti e le varie forme di schiavitù di uomini, donne e bambini non spariranno.

“ L’organizzazione feudale del lavoro sociale poggiava sulla disciplina del bastone, quando i lavoratori, spogliati e vessati da un pugno di grandi proprietari fondiari, erano estremamente ignoranti ed abbruttiti. L’organizzazione capitalistica del lavoro sociale poggia sulla disciplina imposta dalla fame, e la grandissima massa dei lavoratori, nonostante tutto il progresso della cultura borghese e della democrazia borghese, resta, anche nelle repubbliche più avanzate, civili e democratiche, una massa ignorante e timorosa di schiavi salariati…, spogliati e vessati da un pugno di capitalisti. L’organizzazione comunista del lavoro sociale… poggerà sempre più sulla disciplina libera e cosciente dei lavoratori stessi, che hanno scosso il giogo… dei capitalisti.”

Lenin, “ La grande iniziativa”.

domenica 12 novembre 2017

SE...


Se la sanità è sempre meno pubblica, se la scuola è un’azienda e sempre meno palestra di studio, se i trasporti peggiorano sempre più, se si va in pensione così tardi, se non vi è uno stipendio anche per i disoccupati, come in altre nazioni  prenditela con chi evade il fisco ed i contributi e con chi nulla fa per superare questo latrocinio.