Una luce nel labirinto

Una luce nel labirinto
Non arrendersi mai.

una luce nel labirinto

una luce nel labirinto
Non sottomettersi mai.

mercoledì 4 dicembre 2019

In piedi, signori, davanti a una donna!

venerdì 29 novembre 2019

Bisogna essere sordi e ciechi...


Bisogna essere ciechi e sordi
per non vedere una donna piangere per essere stata stuprata,
per non sentire le sue grida di dolore per essere stata violata nella sua intimità,
per non accorgersi della sua solitudine in un mondo arcaico nel pensiero,
per passare oltre e sentirla una realtà normale, che rende colpevoli gl’innocenti e
innocenti i colpevoli.
“ Il cambiamento di un’epoca storica si può definire sempre dal progresso femminile verso la libertà, perché qui, nel rapporto della donna con l’uomo, del debole col forte, appare nel modo più evidente la vittoria della natura umana sulla brutalità. Il grado dell’emancipazione femminile è la misura naturale dell’emancipazione universale.”
Charles Fourier
Bisogna essere ciechi e sordi
per non vedere che la libertà nel sistema capitalistico è solo la libertà del profitto,
per non vedere pochi appropriarsi delle ricchezze prodotte e molti arrabattarsi per vivere,
per non sentire le grida della povertà di miliardi di esseri umani,
per non udire i pianti di 50 milioni di bambini che ogni anno muoiono di fame.
Bisogna essere ciechi e sordi
per credere a un mondo di pace quando vi sono guerre in tutto il pianeta,
per non vedere eventi bellici basati sulla conquista di aree con materie prime,
per far finta di nulla sull’uso di armi chimiche contro esseri umani indifesi,
per non sapere che l’industria delle armi è quella sempre più in crescita.
Bisogna essere ciechi e sordi
per pensare che i nuovi modelli di acquisizione della forza lavoro siano migliorative,
per non sentire le grida di chi vive presente e futuro in modo precario,
per non vedere l’essere umano trattato come una merce qualsiasi,
per accettare la perdita di ogni dignità umana.
Bisogna essere ciechi e sordi
per credere a coloro che non mettono in discussione i rapporti di produzione,
per pensare che coloro che sono per il profitto possano essere per il salario,
per avere speranza che nuovi governi, rappresentanti delle classi dominanti, possano cambiare la condizione dei lavoratori,
per lasciarsi abbindolare dalle parole e non guardare ai fatti.
Bisogna essere ciechi e sordi
per scagliarsi contro i propri simili solo per differenza di colore della pelle, di nazionalità, di lingua,
per non vedere che la lotta tra poveri avvantaggia i ricchi,
per non sentire le risa dell’oscurantismo del potere.
Bisogna essere ciechi e sordi
per non utilizzare la scienza, come forma di conoscenza, per sottrarsi alla sottomissione,
per non cercare di capire, di conoscere e vedere la conoscenza come forma di libertà,
per iniziare un cammino che porti gli esseri umani ad avere interessi comuni e nella comunanza di essi determinare una realtà socio-economica dove ogni essere umano
“possa dare secondo le sue capacità ed avere secondo le sue necessità.”

Seguire la corrente è facile, andare controcorrente è difficile!
Diventa semplice e normale se si è armati di conoscenza.
Galilei docet.


mercoledì 27 novembre 2019

giovedì 21 novembre 2019

Una luce nel labirinto.




"Cerca sempre ciò che ami per non accontentarti di ciò che trovi"
Un grande amore, la determinazione nella lotta per la vita, l'ambizione di un mondo nuovo per uscire dal labirinto di oppressione, di miseria morale e materiale, di  ignoranza, di conformismo ed entrare in una nuova frontiera di libertà materiale e spirituale.
"Una luce nel labirinto" illumina i cuori e le menti.

sabato 19 ottobre 2019


"Una luce nel labirinto" è dedicato a tutti coloro che credono nell’Amore con  la A maiuscola, che hanno potuto assaporare in tutta la sua pienezza questo sentimento così meraviglioso e, nel contempo, struggente in grado di “spettinare” il cuore e la mente.

 

“Tre fiammiferi  accesi

uno per uno nella notte.

il primo per vederti

tutto il viso,

il secondo

per vederti

gli occhi,

l’ultimo

per vedere

la tua bocca

e tutto il buio

per ricordarmi

queste cose,

mentre

ti stringo

fra le mie braccia.!

Paris at night, Jacques Prevert.

 

 A tutti coloro che vivono una vita negata. Che un giorno possano trovare una luce nel labirinto della loro esistenza ed uscire a “ vedere le stelle”!

 

“ Lo duca e io per quel cammino ascoso

intrammo a ritornar nel chiaro mondo;

e sanza cura aver d’alcun riposo,

salimmo su, el primo e io secondo,

tanto ch’i’ vidi de le cose belle,

che porta ‘l ciel, per un pertugio tondo;

e quindi uscimmo a riveder le stelle.”

La Divina commedia, Inferno, Dante Alighieri

 

A tutti coloro che sognano un mondo nuovo  e che lottano per superare la triste realtà in cui sono costretti a vivere per vedere realizzata una società libera, uguale, fraterna, dove ognuno possa soddisfare i propri bisogni materiali e spirituali.

 

“ Alla tirannia fondata su l’assoluta barbarie, superstizione, e l’intera bestialità dei sudditi, giova l’ignoranza, e nuoce definitivamente e mortalmente l’introduzione dei lumi.”

La strage delle illusioni, Giacomo Leopardi.

 

Ad Alessia e Lorenzo, i miei nipoti. Che possano un giorno vedere superata la triste realtà del 10% della loro fascia di età, secondo l’ILO, di bambini, il doppio secondo la WORDL BANK, che sono costretti a lavorare in condizioni disumane. I bambini dovrebbero giocare e sognare!

 

“ Gli stati parti riconoscono il diritto del fanciullo di essere protetto contro lo sfruttamento economico e di non essere costretto ad alcun lavoro che comporti rischi o sia suscettibile di porre a repentaglio la sua educazione o di nuocere alla sua salute o al suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale.”

Convenzione sui diritti dell’infanzia.

 

“ La giù trovammo gente dipinta

che giva intorno assai con lenti passi,

piangendo e nel sembiante stanca e vinta.

elli avean cappe con cappucci bassi

dinanzi a li occhi, fatte de la taglia

che in Glugni per li monaci fassi.

Di fuor dorate son ch’ elli abbaglia;

ma dentro tutte piombo, e gravi tanto,

che federigo la mettea di paglia.

Oh in eterno faticoso manto.”

La Divina Commedia, Inferno, Dante Alighieri.

Così il “ Sommo poeta” descrive la pena per gl’ipocriti.

 

Ogni essere umano dovrebbe vivere la vita e goderla in tutto il suo splendore!

“ Le nostre vite non dovranno essere sudate

dalla nascita fino alla fine;

i cuori han fame così come i corpi.

Pane e Rose! Pane e Rose”

Da canzone “ Pane e Rose”, James Oppenheimer.

 

Una luce nel labirinto



martedì 25 giugno 2019

Chi di speranza vive, di speranza muore...


Chi di speranza vive di speranza muore…

 



hi di speranza vive di speranza muore...Nell’anno 2018 le entrate tributarie dello stato italiano sono state di 463,2 miliardi, +1,7 sul 2017. Le imposte dirette ammontano a 247,6 miliardi, +0,8 sul 2017, sostenute in particolare dalla dinamica delle ritenute IRPEF da lavoro dipendente e da pensione. Le imposte  indirette  sono state di 215,6 miliardi, +2,7 sul 2017. La rimanente cifra deriva dai giochi e da accertamenti di controllo. Il gettito dell’imposta sul reddito delle società evidenzia una flessione del 7,2 %per effetto della riduzione dell’aliquota IRES.

Fonte: ISTAT

Il bilancio di previsione del 2019 prevede entrate correnti per 576.379 md.

Sulla base delle dichiarazioni del 2018 13 milioni di italiani sono a IRPEF zero, il 45 % dei contribuenti è al di sotto dei 15.000 €, che vale il 4% dell’Irpef totale. Tra 15.000 e 50.000 € troviamo il 50% delle dichiarazioni, che coprono il 50% dell’Irpef totale.

L’ammontare dei pagamenti in nero è stimato in 80 miliardi. L’ammontare tra imposte teoriche e quelle versate è di 107 miliardi, di cui l’11,6 % per le sole entrate contributive. L’Iva è evasa per 35 miliardi ed ha effetto di trascinamento sul altri tributi: IRAP, IRES, IRPEF per lavoro autonomo e impresa. Mancano altri 48,8 miliardi. Complessivamente il tasso di evasione è del 21,3 %, ma se si escludono i lavoratori dipendenti e pensionati, sui quali grava quasi la totalità del peso fiscale, su 100 € di tasse e contributi teorici ne vengono evasi mediamente oltre 30. Se guardiamo la platea dei contribuenti che paga  l’IRPEF da lavoro autonomo e impresa : ogni 100 € dovuti se ne evadono circa 68. Questa è la fascia dei cittadini premiata con la cosiddetta flat tax del governo del cambia niente.

Uno studio di marzo 2019 di The Tax Research LLP dice che l’Italia è prima in Europa per evasione con la cifra di 190,9 miliardi.

Nel 2019 i dai di spesa dello stato italiano prevedono Rimborso titoli del debito statale : 228.3 md;

Oneri finanziari su titoli del debito statale: 67 md;

Fonte: gov.it.

Come si nota 295,3 md. sono per coprire il debito pubblico.

Nello stesso bilancio vi sono 41,6 miliardi di € a favore delle imprese, oltre ad altre agevolazioni nascoste che portano altri soldi alle stesse.

Da questi dati emerge in modo chiaro quale sia l’azione prioritaria da intraprendere per avere un bilancio dello Stato meno esposto ai prestiti del mercato e che affronti i problemi socio-economici del sistema Italia. La vera emergenza è la lotta seria all’evasione fiscale e contributiva! Quando si tratta di colpire i lavoratori si prendono esempi da altri Paesi, per stanare gli evasori si faccia lo stesso! Si copi il sistema americano ove la maggioranza dei carcerati appartengono a questa categoria. Se si facesse una lotta seria ed incisiva a questa piaga, tanti problemi si potrebbero risolvere ad iniziare da una vera riduzione fiscale per giungere ad un’età pensionabile accettabile, ad un reddito universale per chi è senza lavoro, ben diverso dal reddito di cittadinanza, ad una sanità pubblica vera, ad una scuola dove non bisogna portare la carta igienica ed altro per farla andare avanti, ad una rete di trasporti vicina ad ogni cittadino e non solo ai più abbienti, ad una cura del territorio reale, ad un’edilizia popolare concreta. Ma le forze politiche da questo orecchio non sentono. Parlano di tutto, inventano proposte come l’abolizione della “Fornero” e l’eliminazione delle accise sulla benzina al primo Consiglio dei ministri, l’espatrio di 600.000 migranti, asili nido gratis, che non si realizzano o ciarlano di sesso degli angeli quando si riempiono la bocca della necessità di più lavoro, di stare vicino ai sofferenti senza una proposta concreta. Sono gli stessi che erano contro la “Fornero”, contro il Jobs act, contro il mercato del lavoro sempre più precario, dove lo sfruttamento regna sovrano, ma che nulla fanno per superare queste leggi e queste realtà. Nel chiacchiericcio politico e mediatico quotidiano si parla sempre di imprese e delle loro esigenze, non si parla quasi mai, se non in termini pietistici della condizione dei lavoratori in balia di leggi sul lavoro propedeutiche allo sfruttamento più bieco ed alla negazione della dignità degli esseri umani, a cui si nega sia il presente sia il futuro. Nei milioni di poveri assoluti, in aumento, vi sono anche persone che hanno un lavoro. Questa realtà mostra a quali livelli salariali sono costretti a vendere la propria forza lavoro milioni di persone. Il capitalismo straccione italiano è in grado di competere con altri Paesi solo con salari da fame, non avendo produzioni ad alto contenuto tecnologico e non avendo strutture produttive di medie e grandi dimensioni. Un capitalismo serio si porrebbe come obiettivo investimenti in settori a tecnologia avanzata e lo sviluppo di medie e grandi unità produttive mettendoci denari. Invece i prenditori nostrani, privati e pubblici, sanno solo investire con i soldi dello Stato, con i nostri euro. Per nascondere queste realtà, avvantaggiati su altre epoche anche dal progresso delle rete, utilizzano, oltre alle solite ideologie religiose, alla cronaca nera, al gossip, allo sport, in primis la questione migranti, mettendo poveri contro poveri, i quali, invece di guardare verso l’alto, si fermano allo sguardo verso il basso. I lavoratori, non tutti, visto che alle ultime elezioni europee dei non votanti il 34% appartiene alla classe lavoratrice ed il 14% alla platea dei pensionati, nella loro miseria quotidiana si scagliano contro il diverso per nazionalità, colore della pelle, credenza religiosa. Senza volerlo e nella pura incoscienza, così facendo si danno ancora di più la zappa sui piedi. In alcuni casi si lasciano prendere da ideologie, ignorando la storia, che tanto male hanno prodotto ai lavoratori ed al genere umano. Il sistema incoraggia a suo piacimento questa falsa coscienza della realtà, perché serve a tenere sotto il tallone di ferro il mondo del lavoro. Eppure la realtà nella sua verità è semplice: il capitalismo è sfruttamento, povertà, negazione della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza, della fratellanza per milioni di persone. Il motivo è semplicissimo: esso è basato sui rapporti di produzione, su una società divisa in classi ed ha come scopo principe la ricerca del profitto, il quale non potrà mia esservi se non si estrae plusvalore al lavoro della persona che lavora. I rappresentanti politici del sistema che ogni volta promettono la luna, stante la realtà dei rapporti di produzione e della ricerca del profitto, nulla potranno fare per mutare determinate realtà di miseria e di sfruttamento. Negli ultimi vent’anni abbiamo visto all’opera apprendisti stregoni della cosiddetta destra e della denominata sinistra, i termini derivano dal posto occupato in Parlamento, che in concreto nelle azioni sembrano rifarsi  alle linee ideologiche dei conservatori e dei liberali, non certo a  storie politiche della classe lavoratrice. Nonostante i proclami di Prodi, D’Alema, Berlusconi, Monti, Letta Renzi, oggi Salvini, che sembra il B.2.0 aggiornato, e Di Maio, chi vive di lavoro oggi sta peggio di vent’anni fà. La situazione è peggiorata per la classe lavoratrice, ma anche per molti del lavoro autonomo. Quando Salvini passerà, come è successo per Renzi, il tempo oggi corre veloce, stante l’attuale realtà socio-economica, verrà un altro imbonitore che dirà che la colpa è di chi c’era prima, dell’Europa, della Cina, del cane di Pompeo e del gatto nero in una notte buia. Prometterà non solo la luna, ma anche Marte e tutto rimarrà tale e quale, poiché la politica borghese è quella cosa con la quale e senza la quale tutto rimane tale e quale. Negli ultimi vent’anni hanno sfregiato il mondo del lavoro, eliminando tanti diritti e rendendo il lavoratore sempre più una merce da usare quando serve e da buttare quando non è più utile allo scopo. E la dirigenza sindacale cosa ha messo in atto per contrastare questo brutale attacco alla persona che lavora? Nulla. Bisogna aver chiaro in mente che il sindacato è necessario ai lavoratori, perché il sindacato è organizzazione delle loro esigenze, tramutate in istanze, per la difesa nella fase capitalistica dagl’interessi del profitto. Il sindacato è uno strumento essenziale per chi lavora! Il problema nasce quando alla guida non vi sono gli stessi lavoratori, ma rappresentanti dei partiti che si riferiscono a forze politiche della borghesia o della piccola borghesia, preminente in Italia. Negli ultimi vent’anni, iniziando dalla “riforma Treu” per continuare con quella di Maroni, con il Jobs act, con la “Fornero”, mentre i diritti dei lavoratori, conquistati con lotte intense, venivano calpestati a tutto spiano, si assisteva ad una debole risposta sindacale.  Il caso della riforma, parola usata spesso a sproposito, “Fornero” è emblematico. Furono proclamate solo tre ore di sciopero senza un minimo di preparazione di fronte ad una legge che avrebbe cambiato in peggio la vita di milioni di lavoratori e lavoratrici. Oggi ci troviamo con un mercato del lavoro che dire precario è un eufemismo, quando le persone sono sempre e solo merce e quando crescono i casi di vera e propria schiavitù. Di fronte a questa triste e tragica realtà cosa si fa? Si dice che le politiche del governo sono sbagliate, che ci vuole più lavoro, che ci vogliono investimenti pubblici e privati. Enunciazioni! Conseguenza: i lavoratori hanno sfiducia nella loro organizzazione e, spinti dalla paura del presente e del futuro, rifugiano le loro menti in ideologie ancora più nocive per i loro interessi, perché, comunque illudono. “Nulla è più facile che illudersi, perché ciò che ogni uomo desidera, crede che sia vero.” Demostene. Invece bisogna sfidare la realtà con la propria organizzazione che dovrebbe dettare l’agenda, non subirla.  E’ necessario preparare una proposta rivendicativa, discuterla in assemblee con i lavoratori, presentarla alle aziende ed al governo e rafforzarla con momenti di lotta settoriali e generali fino al raggiungimento degli obiettivi.

I punti essenziali da inserire nella piattaforma devono partire dal fare chiarezza sulla questione fiscale in modo che sia chiaro che i soldi ci sono e che non si può far parte di una comunità, goderne i benefici e non partecipare al suo sostentamento. Nel fare questo bisogna chiarire che INPS raccoglie i contributi dei lavoratori per la previdenza e non per fare assistenza. L’assistenza è un dovere dello Stato. Le varie casse dell’Istituto devono essere coperte dai settori che rappresentano. In questo momento l’unica gestione in attivo è quella dei lavoratori dipendenti. Questo per  sgombrare il campo dalla difficoltà di erogare pensioni da parte dell’Istituto di previdenza. Essendoci i soldi si passa ai punti rivendicativi:

riforma del mercato del lavoro con contratti di lavoro basati su tempo indeterminato, tempo parziale, tempo determinato per sostituzione maternità, ferie e periodi d’intensificazione produttiva;

reintroduzione dell’art. 18 per tutti;

riduzione dell’orario di lavoro a 32 ore settimanali a parità di stipendio, unico modo per aumentare l’occupazione, visto che, se non vi sono nuovi insediamenti produttivi, sono intensivi, ovvero in tecnologie, ed hanno come conseguenza la diminuzione degli occupati;

reddito di vita universale;

età pensionabile a 62 anni per tutti con l’80% dell’ultimo stipendio e, per coloro che raggiungono i 40 anni di contributi, trattamento pensionistico anche con età inferiore.

Con questi pochi punti non staremmo più a parlare di Di Maio, Salvini e compagnia che fanno finta di volere il bene dei lavoratori. Sarebbero smascherati nella loro nullità e insipienza. Daremmo anche una spinta alla revisione della cultura d’impresa in Italia verso un capitalismo più moderno e non straccione come l’attuale.

Il sindacato dei lavoratori deve fare il suo mestiere ed il suo ruolo si svolge nella difesa di chi vive vendendo o le braccia o la propria intelligenza, ricordandoci sempre  che il sindacato non può mirare a superare i rapporti di produzione. Esso ci può consentire la difesa ordinata all’interno di essi, ci può aiutare nella formazione della coscienza. Per superare i rapporti di produzione e la produzione per la produzione e non per il consumo, per mettere l’essere umano sul piedistallo del sistema e non il profitto, è necessario la frontiera del comunismo.

“Da ognuno secondo le sue capacità, ad ognuno secondo le sue necessità.”

K.Marx

 

 

 

giovedì 28 marzo 2019

La paura...la scienza


La paura ha radice in questa realtà economico-sociale fin dall’infanzia e porta gli esseri umani a temere ogni tipo di presente e futuro per gli effetti della precarietà nel poter o non poter soddisfare i bisogni materiali e spirituali. Essa frena lo sviluppo armonico dell’essere umano nel rapporto con i propri simili e con la natura. Il potere economico, sociale e politico delle classi dominanti è basato sullo sfruttamento degli esseri umani su altri esseri umani ed ha, spesso, nella paura lo strumento migliore per sottomettere le menti ed i corpi, perché chi è succube di questo sentimento è portato a non lottare. Chiusi nelle prigioni della paura, tanti si votano alla speranza. Speranza in un mondo ultraterreno, speranza in un domani migliore, speranza in un colpo di fortuna. Ed intanto la vita va e poco o nulla muta. Il sistema da vita a questo sentimento e pone all’attenzione politica nuovi personaggi che promettono “la luna nel pozzo”, non mettendo mai in discussione la causa di una realtà triste per miliardi di esseri umani, ovvero i rapporti di produzione e la logica del profitto. La speranza si tramuta in illusione.  “ Nulla è più facile che illudersi, perché ciò che ogni uomo desidera, crede anche che sia vero.” Demostene. E presi da questa sensazione si crede che le speranze di una migliore realtà possano concretizzarsi. Avere un lavoro, un buon stipendio, una famiglia ed una casa; poter andare in pensione in età accettabile con un buon assegno; riuscire a godere di una sanità efficiente, di una scuola efficace, di una rete di trasporti vicina ai bisogni dei cittadini; vedere che tutti paghino le tasse e non solo una parte di popolazione. D’altronde i nuovi ciarlatani della politica  riempiono l’etere di promesse, risultati raggiunti e migliore dimensione socio-economica. Ma le illusioni, dopo un po’, crollano come i castelli di sabbia e subentra la rassegnazione, che è come arrendersi al sistema e nulla di buono potrà mai portare. Eppur ci sarebbe la strada maestra da percorrere per lottare per un mondo nuovo, la via impervia, ma affascinante della scienza. “ Le verità scientifiche non si decidono a maggioranza” Galilei. Solo con la scienza …marxista chi desidera un mondo nuovo potrà conoscere questa realtà e capire come difendersi nell’immediato e nello storico per non cadere nelle trappole della paura, dell’illusione, delle rassegnazione, per interpretare scientificamente i processi storici. “Da ognuno secondo le sue capacità, ad ognuno secondo le sue necessità.” Marx

giovedì 21 febbraio 2019

Erano...


Erano…

Erano contro il jobs-act, contro la legge “Fornero”, contro la “buona scuola”, contro l’immunità per i parlamentari. Dicevano che al primo Consiglio dei ministri avrebbero abolito la “Fornero”, avrebbero mandato via 600.000 migranti, avrebbero cambiato “l’Europa”, avrebbero promulgato una legge contro l’evasione fiscale con manette agli evasori, non avrebbero mai accettato condoni, avrebbero messo una tassazione unica per tutti ed altro. Il jobs-act è sempre in vigore, la legge “Fornero” pure, la “buona scuola” procede tranquilla, i migranti sono sempre in Italia ed altri arrivano sotto il silenzio del circo mediatico, che si sveglia solo per fare propaganda ogni tanto sulla pelle di quei sventurati, la legge non è uguale per tutti, l’evasione fiscale cresce e la si agevola con i condoni, le tasse si continuano a versare come sempre, la realtà economica peggiora ogni giorno di più con decine di aziende che chiudono e migliaia di posti di lavoro che si perdono. Tra disoccupati, inattivi, scoraggiati i senza lavoro sono circa 17 milioni di persone. I cittadini in povertà assoluta e relativa sono in aumento. Tanti cittadini, come mostrano le ultime elezioni, circa il 50%, non vota più, sfiduciati dai politicanti del sistema. Il restante dei votanti si divide tra i vari partiti, tra i quali cresce la Lega, che basa il suo consenso non sulle promesse mantenute, ma sulla pseudo avversità ai migranti e sull’appoggio del circo mediatico. Le lavoratrici ed i lavoratori cascano ancora una volta nell’inganno, come con altri personaggi negli ultimi vent’anni, e vedono il nemico nel fratello più bisognoso, invece di alzare lo sguardo verso chi e cosa rendono le condizioni di vita di tante persone sempre più tristi.  Il caso dei “pastori sardi” è emblematico nel mostrare la realtà della società in cui viviamo. Questi allevatori sono costretti a vendere il loro latte sottocosto e chiedono un compenso adeguato. Non si rendono conto però che nel capitalismo ed in una economia di mercato il prezzo lo fa il mercato stesso. Il 65 % del latte da loro venduto viene usato per produrre il Pecorino sardo, romano ed il Fiore sardo, formaggi che stanno subendo un calo di vendita in Italia ed all’estero. Di conseguenza le aziende casearie riducono il prezzo di vendita ed a seguire il prezzo di acquisto del latte, intaccando l’economicità delle aziende del latte. Nel capitalismo il mercato e il profitto sono sovrani ed in una realtà globale il mercato è sempre più sovranazionale. I confini tra le nazioni sono solo geografici. Il capitale è mondiale e non ha confini. Per stare sul mercato bisogna avere prodotti in grado di essere venduti e comprati e più basso è il contenuto tecnologico più basso è il profitto. Il problema dell’Italia è di avere tante piccole aziende, la maggior parte con produzione a basso contenuto tecnologico, le quali per competere operano su salari da fame. Il capitalismo italiano è rimasto quello straccione dell’inizio del secolo scorso. Vi sono rare aziende private di grande dimensione e poche statali. Più del 90% sono piccole o piccolissime unità produttive che si dedicano, in molti casi, a produzioni da Paesi in via di sviluppo. Le aziende con produzioni ad alto contenuto tecnologico sono quasi inesistenti. Manca una borghesia con una visione di un Paese moderno, che miri ad aumentare le dimensioni delle unità produttive e che investa su produzioni tecnologicamente avanzate. I rappresentanti politici portano avanti soprattutto le esigenze della piccola borghesia. Non guardano al presente ed al futuro, ma al passato. Non si adoperano per cambiare , ma per difendere lo statu quo, facendo ricadere il peso della conservazione sulle classi più deboli. Non osano porre rimedio all’evasione fiscale e contributiva, vero cancro della realtà italiana. Se facessero questo, ci sarebbero centinaia di miliardi per affrontare i nodi dell’economia e rendere partecipi tutti in egual misura del finanziamento dello Stato sociale. Tanti ciarlatani e pugilatori a pagamento con lingua da schiavi affollano le trasmissioni televisive cercando di spiegare la realtà e dando la colpa di determinate situazioni sempre ad altri. Nessuno che parli e , soprattutto indichi vie da percorrere per superare tale realtà, del ritardo italiano nello sviluppo economico, nell’affrontare la corruzione, l’evasione, la criminalità organizzata, i mali della burocrazia, la lentezza della giurisdizione civile e penale. La difesa dello statu quo non porta benefici ai lavoratori dipendenti, costretti al lavoro precario, ai bassi salari, ai licenziamenti, ma neanche a larghi strati del lavoro autonomo, che vedono le loro attività con poca domanda. Quando i soldi non girano è dura per tutti! La realtà non deve apparire ed il faro negli occhi dei migranti serve a non farci vedere, a coprire gli occhi con una benda. Togliamoci la luce dagli occhi, togliamoci la benda!

E potremo vedere che nel 2018 le banche hanno avuto profitti enormi e che molte aziende hanno goduto dello stesso rendimento;

che i ricchi sono sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri ed in aumento;

che la sanità pubblica è sempre più carente, una visita oculistica ha un anno di attesa, per avvantaggiare quella privata;

che la scuola peggiora sempre di più;

che nei trasporti si avvantaggia solo l’alta velocità ed il resto si arrangi;

che “quota 100” non è “quota 100” ma “62 +38” con una pensione tagliata dal 5% al 25%;

che il reddito di cittadinanza va bene, non è proprio simile al reddito minimo tedesco, ma dovrebbe essere universale;

che i dati trionfalistici sull’occupazione includono circa 5 milioni di persone che lavorano poche ore alla settimana, in molti casi un’ora, difatti nei potenziali aventi diritto al R.D.C. vi sono circa 1 250 000 persone che , comunque, hanno un lavoro;

che la legge non è uguale per tutti, “Dura lex, sed lex”, vale solo per i cittadini, non per alcuni;

che gli stipendi  sono sempre più magri;

che il lavoro precario è sempre più precario e che nei vari ministeri, anche in quello di Salvini e di Maio, operano molti in queste condizioni, all’ Anpal sono tutti precari;

che tanti negozi chiudono;

che tante case sono invendute per l’impossibilità di comprarle, anche per la difficoltà di godere di un mutuo.

Se gli occhi sapranno vedere la realtà vera, nuda e cruda, avremo un animo diverso, che si specchierà negli occhi e si porrà in modo nuovo verso chi vive  offrendo al mercato le proprie braccia o la propria mente, al di là del colore della pelle, del sesso, della nazione, della lingua.

Si dice “ Gli occhi sono lo specchio dell’anima.”

Se guardiamo senza bende e con l’ausilio della conoscenza, il nostro animo sarà portato a prendere coscienza delle cause di tali realtà ed inizierà ad essere libero e pronto a poter aspirare a dimensioni economico-sociali, aderenti ai bisogni materiali e spirituali dell’essere umano, liberandosi dalle catene dei rapporti di produzione e dalla produzione per la produzione per aspirare alla produzione per il consumo.

 

venerdì 1 febbraio 2019

L'essere umano...


L’essere umano e la sua essenza universale.

In un mondo in cui l’interesse è soggettivo ed egoistico si ha, di conseguenza, la concentrazione degl’individui su se stessi, la trasformazione dell’umanità in un aggregato di atomi che si respingono a vicenda. Sul trono viene posto il denaro, elemento privo di spirito, vero signore del pianeta. L’ essere umano, che non ha cessato di essere schiavo di altri esseri umani, è divenuto schiavo della “cosa”. La venalità, giunta a perfezione, è ormai universale ed è disumana. Molti individui si prostrano dinanzi a false realtà, a vuoti nomi e negano la realtà. Ci si rifiuta di riconoscere il reale e si adopera un linguaggio convenzionale di categorie fittizie. Ci si aggrappa a vuote astrazioni, ciascuna delle quali è una diffamazione della realtà. Tutta la realtà di questa dimensione economico-sociale è una grande menzogna , che è occultata da una quantità di altre menzogne allorchè si rivela nella sua natura con chiarezza. Persino quando ci si convince che tutti questi artifizi non sono che vane falsità e finzioni ci si ostina a non volersene distaccare. Anzi ci si aggrappa ad esse più saldamente che mai, affinchè quelle parole vuote non si dissolvano. La lotta della prassi contro la teoria , della realtà contro l’astrazione , dell’essere umano contro l’inumanità dovrà avere sempre più forza per giungere alla meta ed elevare l’interesse di tutti gli esseri umani a vincolo unificante di tutta l’umanità. Il risolto enigma della storia è nel superare il contrasto dell’uomo con la natura e con l’uomo, il conflitto fra esistenza ed essenza, fra necessità e  libertà, fra oggettivazione ed affermazione soggettiva, fra individuo e genere. L’essere umano in tal modo si appropria della sua essenza universale in maniera universale, in quanto uomo totale. Ognuno dei suoi rapporti umani con il mondo, il vedere, l’udire, l’odorare , il gustare, il toccare, il pensare, l’intuire, il sentire, il volere, l’agire, l’amare, organi della sua individualità, si appropriano della realtà umana nell’essere organi sociali. Nell’attuale società tutti i sensi fisici e spirituali sono stati sostituiti dall’alienazione di essi dal senso dell’avere. L’emancipazione dei sensi umani passa dal superamento dei rapporti di produzione, unico modo per umanizzarli sia soggettivamente sia oggettivamente. A seconda dei momenti storici nuovi ciarlatani, simoniaci e barattieri vengono posti dal sistema a guardia dei propri interessi. Tutti promettono mari e monti, ma la realtà, per chi vive sull’utilizzo del proprio cervello o delle proprie braccia, diventa sempre più dura e sofferente. Negli ultimi vent’anni abbiamo visto alcuni di costoro all’opera, forse stiamo meglio di vent’anni fa? Tutti cercano di orizzontilizzare il contrasto sociale e mettono i deboli contro i deboli, invece di verticalizzarlo, come sarebbe corretto. La verità è che chiunque sproloquia di migliori condizioni sociali senza superare i rapporti di produzione è un ingannatore o in malafede o per ignoranza. In questa società l’essere umano, reso individualista ed egoista, in realtà è un essere asociale. I suoi sensi sono profondamente diversi dall’essere umano sociale. Soltanto con la dispiegata ricchezza oggettiva dell’essenza umana si può avere la soggettiva dell’umana sensibilità. Giacchè non solo i cinque sensi, ma anche i sensi spirituali, la sensibilità pratica, la volontà, l’amore, in una parola l’umanità dei sensi,  si formano soltanto nella natura umanizzata. Il senso costretto dal rozzo bisogno pratico ha una sensibilità limitata. Per l’individuo affamato non esiste il carattere umano del cibo, ma soltanto la sua astratta esistenza di cibo. Questo potrebbe presentarsi a lui nella forma più rozza e non si distinguerebbe in questa attività nutritiva da quella bestiale. Il mercante di minerali vede solo il loro valore mercantile, non la bellezza e la peculiare natura del minerale. Se l’essere umano si forma ogni cognizione, ogni sensazione dal mondo sensibile e dall’esperienza del mondo sensibile, bisogna rendere  umano il mondo empirico, in modo che faccia esperienza di ciò che è veramente umano e si abitui a riconoscersi come essere umano. Se l’essere umano è formato dalle circostanze, si devono rendere umane le circostanze. Se egli è sociale per natura, sviluppa la sua vera natura solo nella società e la potenza della sua natura deve trovare la sua misura non nella potenza dell’individuo singolo, ma nella potenza della società, ove al centro vi è l’interesse dell’intera umanità ed ogni essere umano si appropria della sua essenza universale.

sabato 12 gennaio 2019

Metti uno specchio nell'anima...


A te che ti alzi all’alba per andare al lavoro

per un misero stipendio che non ti permette

di vivere da essere umano;

A te che hai studiato tanto per laurearti ed

avere una vita bella,

ma sei costretto ad operare in un call center

per  poche centinaia di euro al mese;

a te che, nonostante i tuoi studi, non trovi lavoro stabile,

ma solo alcune ore nel fine settimana;

a te che cerchi lavoro da una vita senza risultati,

a cui dicono che se “uno ha voglia di lavorare, il lavoro c’è”;

a te pensionato, che, dopo un’esistenza, dedicata alla tua azienda,

non riesci a vivere in modo decente  col tuo assegno;

a te che, se i tuoi versamenti fossero stati capitalizzati,

avresti avuto la pensione solo con gl’interessi;

a te, donna, che lavori fuori casa e dentro casa  e che lo Stato

non aiuta dandoti servizi migliori e gratuiti per la tua famiglia ed i tuoi figli;

a te, donna, che sei ritenuta il “sesso debole” ed , ancora oggi, inferiore

nei tuoi diritti in una società moderna nel progresso tecnologico,

ma arcaica nel pensiero;

a te,  a cui tutti promettono una realtà migliore, ma il tempo passa

e rimpiangi il tempo andato in una dimensione sempre più precaria;

a te che sfoghi la tua ira interiore, ammazzando la tua vita e credi

che tutto sia ormai perduto;

a te che hai sognato un mondo migliore e che ti sei arreso di fronte

alla propaganda dell’ignoranza;

a te che credi all’ ennesimo “ciarlatano” del sistema cheti “lega” ad ideologie

reazionarie e disumane;

a te che credi nell’al di là, ma non dai importanza al di qua;

a te che propagandi amore, ma semini odio, rancore, cattiveria ed ipocrisia;

a te che, pur di fare più soldi, ammazzeresti tua madre;

a te che tutto è merce e tutto ha un suo prezzo;

a te che ancora sogni un mondo nuovo, aiutato dalla conoscenza e dalla scienza;

pensiero ancora più convinto, dati anni di studio scientifico in un mondo sempre

più oscuro ed oscurantista;

a te…

metti uno specchio nell’anima e lotta per  il tuo sogno;

metti uno specchio nell’anima ed opera per un mondo nuovo;

metti un o specchio nell’anima  e propaganda umanità;

 libertà materiale e spirituale,

uguaglianza sociale,

fratellanza in comunità d’intenti tra tutti gli esseri umani.

giovedì 10 gennaio 2019

Esseri umani...


Esseri umani trattati come schiavi,

senza un lavoro, senza una casa,

che muoiono d’inedia;

50 milioni di bambini morti per fame

ogni anno;

due miliardi di persone sottoalimentate;

miliardi di esseri umani non scolarizzati

e lontani da un minimo di conoscenza;

guerre medie e piccole con migliaia di morti;

donne ai margini della società e sfruttate;

ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri;

età di pensionamento sempre più lontana;

servizio sanitario sempre più scadente e privatizzato;

scuole carenti;

trasporti inefficienti;

mercato del lavoro precarizzato al massimo;

stipendi sempre più bassi;

criminalità organizzata sempre più diffusa in economia;

governanti che promettono mari e monti,

ma poi non mantengono le illusioni sparse.

Per allontanare i cittadini dalla scoperta della verità si mette in piedi un circo mediatico, basato sui migranti responsabili di ogni cosa.

La verità è, invece, che i fatti di cui sopra sono insiti nel sistema capitalistico, nell’ottica del profitto, nello sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

Il nemico non è il migrante, fratello nella condizione di chi è costretto a vivere vendendo le proprie braccia o il proprio cervello, ma il sistema capitalistico.

Un mondo nuovo può sorgere solo superando i rapporti di produzione!

“Per i suoi principi, il comunismo è al di sopra del dissidio tra borghesia e proletariato, poiché lo considera giustificato solo nel presente, non per il futuro; esso intende appunto sopprimere tale dissidio. Riconosce perciò, finchè il dissidio permane, che il risentimento del proletariato contro i suoi oppressori è una necessità che rappresenta la leva più importante del movimento operaio ai suoi inizi, ma va oltre tale risentimento, perché il comunismo è appunto una causa di tutta l’umanità.”

F. Engels “ La situazione della classe operaia in Inghilterra.”

“ Se l’uomo è formato dalle circostanze, si devono rendere umane le circostanze. Se l’uomo è sociale per natura, egli sviluppa la sua vera natura solo nella società e la potenza della sua natura deve trovare la sua misura non nella potenza dell’individuo singolo, ma nella potenza della società.”

K. Marx, F. Engels “ La sacra famiglia.”