L’essere umano e la sua essenza universale.
In un mondo in cui l’interesse è
soggettivo ed egoistico si ha, di conseguenza, la concentrazione degl’individui
su se stessi, la trasformazione dell’umanità in un aggregato di atomi che si
respingono a vicenda. Sul trono viene posto il denaro, elemento privo di
spirito, vero signore del pianeta. L’ essere umano, che non ha cessato di
essere schiavo di altri esseri umani, è divenuto schiavo della “cosa”. La
venalità, giunta a perfezione, è ormai universale ed è disumana. Molti
individui si prostrano dinanzi a false realtà, a vuoti nomi e negano la realtà.
Ci si rifiuta di riconoscere il reale e si adopera un linguaggio convenzionale
di categorie fittizie. Ci si aggrappa a vuote astrazioni, ciascuna delle quali
è una diffamazione della realtà. Tutta la realtà di questa dimensione
economico-sociale è una grande menzogna , che è occultata da una quantità di
altre menzogne allorchè si rivela nella sua natura con chiarezza. Persino
quando ci si convince che tutti questi artifizi non sono che vane falsità e
finzioni ci si ostina a non volersene distaccare. Anzi ci si aggrappa ad esse
più saldamente che mai, affinchè quelle parole vuote non si dissolvano. La
lotta della prassi contro la teoria , della realtà contro l’astrazione ,
dell’essere umano contro l’inumanità dovrà avere sempre più forza per giungere
alla meta ed elevare l’interesse di tutti gli esseri umani a vincolo unificante
di tutta l’umanità. Il risolto enigma della storia è nel superare il contrasto
dell’uomo con la natura e con l’uomo, il conflitto fra esistenza ed essenza,
fra necessità e libertà, fra
oggettivazione ed affermazione soggettiva, fra individuo e genere. L’essere
umano in tal modo si appropria della sua essenza universale in maniera
universale, in quanto uomo totale. Ognuno dei suoi rapporti umani con il mondo,
il vedere, l’udire, l’odorare , il gustare, il toccare, il pensare, l’intuire,
il sentire, il volere, l’agire, l’amare, organi della sua individualità, si
appropriano della realtà umana nell’essere organi sociali. Nell’attuale società
tutti i sensi fisici e spirituali sono stati sostituiti dall’alienazione di
essi dal senso dell’avere. L’emancipazione dei sensi umani passa dal
superamento dei rapporti di produzione, unico modo per umanizzarli sia
soggettivamente sia oggettivamente. A seconda dei momenti storici nuovi
ciarlatani, simoniaci e barattieri vengono posti dal sistema a guardia dei
propri interessi. Tutti promettono mari e monti, ma la realtà, per chi vive
sull’utilizzo del proprio cervello o delle proprie braccia, diventa sempre più
dura e sofferente. Negli ultimi vent’anni abbiamo visto alcuni di costoro
all’opera, forse stiamo meglio di vent’anni fa? Tutti cercano di
orizzontilizzare il contrasto sociale e mettono i deboli contro i deboli,
invece di verticalizzarlo, come sarebbe corretto. La verità è che chiunque
sproloquia di migliori condizioni sociali senza superare i rapporti di
produzione è un ingannatore o in malafede o per ignoranza. In questa società
l’essere umano, reso individualista ed egoista, in realtà è un essere asociale.
I suoi sensi sono profondamente diversi dall’essere umano sociale. Soltanto con
la dispiegata ricchezza oggettiva dell’essenza umana si può avere la soggettiva
dell’umana sensibilità. Giacchè non solo i cinque sensi, ma anche i sensi
spirituali, la sensibilità pratica, la volontà, l’amore, in una parola
l’umanità dei sensi, si formano soltanto
nella natura umanizzata. Il senso costretto dal rozzo bisogno pratico ha una
sensibilità limitata. Per l’individuo affamato non esiste il carattere umano
del cibo, ma soltanto la sua astratta esistenza di cibo. Questo potrebbe
presentarsi a lui nella forma più rozza e non si distinguerebbe in questa
attività nutritiva da quella bestiale. Il mercante di minerali vede solo il
loro valore mercantile, non la bellezza e la peculiare natura del minerale. Se
l’essere umano si forma ogni cognizione, ogni sensazione dal mondo sensibile e
dall’esperienza del mondo sensibile, bisogna rendere umano il mondo empirico, in modo che faccia
esperienza di ciò che è veramente umano e si abitui a riconoscersi come essere
umano. Se l’essere umano è formato dalle circostanze, si devono rendere umane
le circostanze. Se egli è sociale per natura, sviluppa la sua vera natura solo
nella società e la potenza della sua natura deve trovare la sua misura non
nella potenza dell’individuo singolo, ma nella potenza della società, ove al
centro vi è l’interesse dell’intera umanità ed ogni essere umano si appropria
della sua essenza universale.
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