Una luce nel labirinto

Una luce nel labirinto
Non arrendersi mai.

una luce nel labirinto

una luce nel labirinto
Non sottomettersi mai.

giovedì 20 novembre 2014

L'inferno del capitalismo...

L’inferno del capitalismo ed il paradiso del comunismo. “ Guai a voi, anime prave! Non isperate mai veder lo cielo: ì vegno per menarvi a l’altra riva ne le tenebre eterne, in caldo e ‘n gelo…” Così si esprime nell’ “Inferno” di Dante Caron dimonio dagli occhi di brace, un vecchio bianco per antico pelo, prima di trapassare lo rio. La vita degli esseri umani, che per vivere devono vendere il proprio intelletto o le braccia, nel capitalismo somiglia al trapassar nell’inferno. Da bambini ci si abitua a vivere in condizioni limitate dalla quantità di denaro che entra in famiglia. Oltretutto tanti bimbi sono anche costretti a lavorare. In certe parti del mondo addirittura ad imbracciar le armi. Da ragazzi si fatica a trovare un lavoro e ci si abitua non solo a lavori precari, ma anche ad una vita precaria. Sui mass-media si sente parlare di democrazia, di libertà, di rispetto umano, ma nei posti di lavoro si è trattati come numeri e schiavi. E’ difficile farsi una famiglia, è impossibile vivere una vita dignitosa. Da uomini o donne si è nella stessa condizione. Da anziani si è ai margini della società da ogni punto di vista. La vita di un lavoratore od una lavoratrice nel capitalismo è un inferno. Stanno bene solo i parassiti che vivono di profitto e rendita e coloro che si mettono al servizio del sistema. Stanno bene i politici borghesi, i pugilatori a pagamento con lingua da schiavi dei mass-media, tutti coloro che si mettono sotto l’ombrello del capitale. Sono gli stessi che fanno ogni giorno la morale ai lavoratori , che fanno finta di voler portare avanti politiche economico-sociali per migliorare la condizione di chi lavora. Addirittura propinano da veri ciarlatani che certe nuove leggi, vecchie di secoli ed ad uso e consumo del profitto, possano migliorare la condizione dichi vive di lavoro. Può mai Il F.M.I., la B.C.E., un Marchionne qualsiasi essere per i lavoratori? Possono mai leggi che liberalizzano i licenziamenti aumentare l’occupazione? Può mai l’aumento dell’età pensionabile aprire le porte a nuovi ingressi nel mondo del lavoro? Può mai la videosorveglianza di chi lavora essere concepibile con uno stato di libertà oppure essere proprio di un ambiente carcerario? Può mai il demansionamento essere coerente con un miglioramento della condizione lavorativa? La verità è che in ogni fase il capitale cerca di sfruttare al massimo la forza lavoro e cerca in situazioni di rapporti di forza favorevoli di aumentare l’estrazione di plusvalore per rimpinguare le tasche del profitto, della rendita e dei servi del sistema. Per chi lavora c’è sempre crisi! Chi lavora deve vivere un mese con 1000,00 €, chi sfrutta i lavoratori, va a cena con Caron Renzi versando almeno 1000,00 €! Nel capitalismo non c’è futuro per chi lavora, ma solo presente e passato! Se vogliamo il futuro, dobbiamo conquistarlo! E il futuro è il comunismo, una società senza classi, ove il lavoro è obbligatorio e tutti danno secondo le proprie capacità e tutti hanno secondo le loro necessità. “Nella società borghese, dunque, il passato domina sul presente; nella società comunista il presente sul passato. Nella società borghese il capitale è indipendente e personale, mentre l’individuo operante è dipendente e impersonale…Per libertà si intende entro gli attuali rapporti di produzione, il commercio libero, la libera compravendita. …Il comunismo non toglie a nessuno la facoltà di appropriarsi dei prodotti sociali; toglie soltanto la facoltà di valersi di tale appropriazione per asservire lavoro altrui. E’ stato obiettato che con l’abolizione della proprietà privata cesserebbe ogni attività, si diffonderebbe una neghittosità generale. Se fosse così, la società borghese sarebbe da molto tempo andata in rovina per pigrizia, giacchè in essa chi lavora non guadagna e chi guadagna non lavora.” K. Marx- F. Engels “ Il manifesto del partito comunista.” “Noi non diciamo al mondo: abbandona le tue lotte, sono sciocchezze; noi ti grideremo la vera parola d’ordine della lotta!” K. Marx I buoni borghesi ed i loro servitori invece dicono di non lottare, di lasciare fare a loro, che la lotta non serve. Sono parole dettate dai loro interessi. Bisogna lottare per una vita migliore, per un mondo migliore e non accettare supinamente il presente se vogliamo un futuro. La vita è bella! Ogni essere umano merita di viverla in tutto il suo splendore nella soddisfazione dei bisogni spirituali e materiali! Una società che non garantisce questo all’umanità intera è solo tirannia e merita di essere messa nella soffitta della storia