Una luce nel labirinto

Una luce nel labirinto
Non arrendersi mai.

una luce nel labirinto

una luce nel labirinto
Non sottomettersi mai.

domenica 17 novembre 2013

"Come l'asino poerta vino e beve acqua"

“Come l’asino che porta vino e beve acqua.” La produzione di tutti i beni è generata dall’opera della classe lavoratrice, che crea i presupposti per il benessere sociale. Solo una minima frazione del valore prodotto va a chi, tramite la sua opera, lo produce. La gran parte va al capitale, che, insieme alla rendita, gode della fatica dei lavoratori. Mentre i salari perdono sempre più in potere d’acquisto, la precarietà e lo sfruttamento aumentano, la disoccupazione raggiunge livelli enormi, nonostante le “riforme” che in questi anni ci hanno propinato come propedeutiche alla maggiore occupazione, mentre erano solo un mezzo per aumentare lo sfruttamento, la povertà di sempre più larghi strati sociali cresce, si nota un aumento della ricchezza per alcuni strati della società che vivono di profitto e rendita. Tutti si riempiono la bocca di voler “cambiare”, creare una società più giusta, lottare la disoccupazione e la miseria, dare un futuro ai giovani ed ai meno giovani, far sì che le donne abbiano pari opportunità di lavoro e di vita, ma, in realtà, proseguono sulla strada dell’aumento dell’ sfruttamento per i lavoratori. L’ultimo esempio è la legge di stabilità, di cui si sta discutendo in parlamento, che non affronta i problemi della disoccupazione e della miseria, dello sfruttamento nei luoghi di lavoro, dei licenziamenti; che continua a rodere gli stipendi dando da una parte, e non a tutti, briciole e togliendo dall’altra grosse fette di pane. Eppure se solo si volesse… I crediti dello Stato nei confronti d’imprese e cittadini in libera professione o nel lavoro autonomo, accertati con azioni fiscali, superano i 500 miliardi di euro. Si parla solo dei crediti delle aziende nei confronti dell’amministrazione statale, ma non si parla di quanto capitale e rendita devono allo Stato! Se a questi miliardi aggiungiamo l’evasione fiscale e contributiva, che annualmente è di circa 300 miliardi, se aggiungiamo la corruzione, che si stima sui 60 miliardi, avremo una cifra enorme per abbattere il debito e rilanciare produzione e consumo. Potremmo non assistere ad una scuola pubblica dove i genitori devono contribuire finanziariamente e materialmente per farla andare avanti, mentre, nel contempo, si continua a foraggiare la scuola privata. Potremmo finalmente mettere in sicurezza l’edilizia scolastica. Potremmo avere una sanità dove non bisognerebbe aspettare 6-8 mesi per una visita oculistica e, magari, senza costi aggiuntivi per chi già contribuisce con la tassazione. Potremmo avere una rete di trasporto pubblico più efficiente e vicino ai bisogni dei cittadini. Si potrebbero aprire tanti cantieri di opere pubbliche e di salvaguardia del territorio. Si potrebbe porre fine all’imbroglio all’età della pensione ritardata perché si sarebbe ancora giovani, ma si è vecchi per poter avere un lavoro già intorno ai 45-50 anni. Tutto il castello di chiacchiere e di prese in giro dei vari vecchi B. e giovani B., unitamente ai loro seguaci in tutti i partiti parlamentari, cadrebbe. L’arrampicarsi sui muri scivolosi dei vari dirigenti sindacali, supini alla linea dell’aumento dello sfruttamento per i lavoratori, sarebbe chiaro. Invece continuano a dire che “ i soldi non ci sono” “le capacità di spesa sono poche” per non toccare profitto e rendita, i ricchi, e continuare a salassare la classe lavoratrice attiva e pensionata. Ogni volta c’è un novello ciarlatano che dice di vedere la luce in fondo al tunnel. In realtà loro non hanno mai visto il buio del licenziamento, della disoccupazione, dello sfruttamento, della miseria, della perdita di dignità umana nell’impossibilità di soddisfare i bisogni materiali e spirituali. Fidarsi dei capitalisti e dei loro servitori è come fidarsi del lupo che vuol mangiarsi l’agnello. Pensare che una società migliore possa venire per un’elezione in più od in meno e per mano dei vecchi e nuovi illusionisti è pura demagogia. “ Il grido di battaglia non è affatto tra monarchia o repubblica, ma tra dominio della classe operaia o dominio della borghesia” Marx Sta a noi lavoratori prendere in mano il nostro futuro e conquistarcelo.

"Come l'asino porta vino e beve acqua"

“Come l’asino che porta vino e beve acqua.” La produzione di tutti i beni è generata dall’opera della classe lavoratrice, che crea i presupposti per il benessere sociale. Solo una minima frazione del valore prodotto va a chi, tramite la sua opera, lo produce. La gran parte va al capitale, che, insieme alla rendita, gode della fatica dei lavoratori. Mentre i salari perdono sempre più in potere d’acquisto, la precarietà e lo sfruttamento aumentano, la disoccupazione raggiunge livelli enormi, nonostante le “riforme” che in questi anni ci hanno propinato come propedeutiche alla maggiore occupazione, mentre erano solo un mezzo per aumentare lo sfruttamento, la povertà di sempre più larghi strati sociali cresce, si nota un aumento della ricchezza per alcuni strati della società che vivono di profitto e rendita. Tutti si riempiono la bocca di voler “cambiare”, creare una società più giusta, lottare la disoccupazione e la miseria, dare un futuro ai giovani ed ai meno giovani, far sì che le donne abbiano pari opportunità di lavoro e di vita, ma, in realtà, proseguono sulla strada dell’aumento dell’ sfruttamento per i lavoratori. L’ultimo esempio è la legge di stabilità, di cui si sta discutendo in parlamento, che non affronta i problemi della disoccupazione e della miseria, dello sfruttamento nei luoghi di lavoro, dei licenziamenti; che continua a rodere gli stipendi dando da una parte, e non a tutti, briciole e togliendo dall’altra grosse fette di pane. Eppure se solo si volesse… I crediti dello Stato nei confronti d’imprese e cittadini in libera professione o nel lavoro autonomo, accertati con azioni fiscali, superano i 500 miliardi di euro. Si parla solo dei crediti delle aziende nei confronti dell’amministrazione statale, ma non si parla di quanto capitale e rendita devono allo Stato! Se a questi miliardi aggiungiamo l’evasione fiscale e contributiva, che annualmente è di circa 300 miliardi, se aggiungiamo la corruzione, che si stima sui 60 miliardi, avremo una cifra enorme per abbattere il debito e rilanciare produzione e consumo. Potremmo non assistere ad una scuola pubblica dove i genitori devono contribuire finanziariamente e materialmente per farla andare avanti, mentre, nel contempo, si continua a foraggiare la scuola privata. Potremmo finalmente mettere in sicurezza l’edilizia scolastica. Potremmo avere una sanità dove non bisognerebbe aspettare 6-8 mesi per una visita oculistica e, magari, senza costi aggiuntivi per chi già contribuisce con la tassazione. Potremmo avere una rete di trasporto pubblico più efficiente e vicino ai bisogni dei cittadini. Si potrebbero aprire tanti cantieri di opere pubbliche e di salvaguardia del territorio. Si potrebbe porre fine all’imbroglio all’età della pensione ritardata perché si sarebbe ancora giovani, ma si è vecchi per poter avere un lavoro già intorno ai 45-50 anni. Tutto il castello di chiacchiere e di prese in giro dei vari vecchi B. e giovani B., unitamente ai loro seguaci in tutti i partiti parlamentari, cadrebbe. L’arrampicarsi sui muri scivolosi dei vari dirigenti sindacali, supini alla linea dell’aumento dello sfruttamento per i lavoratori, sarebbe chiaro. Invece continuano a dire che “ i soldi non ci sono” “le capacità di spesa sono poche” per non toccare profitto e rendita, i ricchi, e continuare a salassare la classe lavoratrice attiva e pensionata. Ogni volta c’è un novello ciarlatano che dice di vedere la luce in fondo al tunnel. In realtà loro non hanno mai visto il buio del licenziamento, della disoccupazione, dello sfruttamento, della miseria, della perdita di dignità umana nell’impossibilità di soddisfare i bisogni materiali e spirituali. Fidarsi dei capitalisti e dei loro servitori è come fidarsi del lupo che vuol mangiarsi l’agnello. Pensare che una società migliore possa venire per un’elezione in più od in meno e per mano dei vecchi e nuovi illusionisti è pura demagogia. “ Il grido di battaglia non è affatto tra monarchia o repubblica, ma tra dominio della classe operaia o dominio della borghesia” Marx Sta a noi lavoratori prendere in mano il nostro futuro e conquistarcelo.