Una luce nel labirinto

Una luce nel labirinto
Non arrendersi mai.

una luce nel labirinto

una luce nel labirinto
Non sottomettersi mai.

mercoledì 30 settembre 2020

Non guardare solo con gli occhi...

Non guardare il mondo solo con gli occhi… Ogni giorno rappresentanti del capitale, politici al loro servizio, mass-media, indipendenti solo dalla verità, ci raccontano di un modello di società, la democrazia, come il massimo a cui un essere umano possa aspirare. Gli stessi organi d’informazione sono però pieni di notizie di guerre, di miseria, di morti per effetto di esse, di situazioni inumane che miliardi di persone sono costrette a subire. Per rafforzare le loro tesi fanno vedere realtà capitalistiche di Stato come comuniste, onde dimostrare che quella strada non giova alle aspirazioni di emancipazione dell’umanità. Dimostrano così di essere “ignoranti” culturalmente e dal lato della scienza economico-sociale. Pensano di essere eterni e non guardano la storia del mondo e dell’umanità, che ha visto realtà economico-sociali che vanno dal comunismo primitivo all’attuale capitalismo. Ma eterni non sono e le contraddizioni, sempre più acute, tra benessere prodotto e benessere usufruito non reggeranno all’infinito. Il tutto il mondo, a causa della lotta feroce all’interno del capitale internazionale per la conquista di quote di mercato, la politica attuale è indirizzata all’aumento dello sfruttamento dei lavoratori. Si colpiscono gli stipendi, si peggiorano le condizioni di lavoro, si legiferano leggi che liberalizzano il mercato del lavoro e tolgono garanzie ai lavoratori, utilizzando anche forme nuove di pandemie, all’ombra delle quali la lotta per nuovi profili di economia e nuovi profitti si sviluppa in una lotta acerrima tra imperi economici. Ciò che dovrebbe essere un qualcosa di naturale nel rapporto essere umano-natura, il lavoro, diventa un sogno, una manna nel deserto e porta le persone a vivere di speranze, di desiderio, e le allontana dal mettere in campo la passione per la difesa del sua persona, se non quella dettata dalla paura, della sua vita, della sua dignità, nella lotta per un mondo migliore. Gli esseri umani vengono sempre più spinti ad una condizione simile ai gabbiani, che vivono alla ricerca continua di cibo, che è la prima necessità per ogni persona, ma che non basta a chi è dotato di cuore e cervello e che questo sistema non garantisce a miliardi di esseri umani. Il piccolo gabbiano Jonathan Livingston si sottrae ai luoghi comuni dominanti: “ Il vostro corpo, dalla punta del becco alla coda, dall’una all’altra punta delle ali, non è altro che il vostro pensiero, una forma del vostro pensiero, visibile , concreta. Spezzate le catene che imprigionano il pensiero ed anche il vostro corpo sarà libero!” La cultura individualista del borghese e piccolo borghese s’impossessa delle menti e dei cuori dei lavoratori. Essi non si rendono conto che la loro arma non è chiudersi in se stessi, ma nell’aprirsi agli altri nelle loro stesse condizioni, di unirsi, essendo il numero l’arma vincente di chi vive utilizzando il proprio cervello o le proprie braccia. Le leggi dei governi non toccano però i privilegi di evasori fiscali e contributivi, non toccano la corruzione. Anzi agevolano, in molti casi, questi fenomeni tanto che viene ritenuto più grave rubare una mela che evadere € 300.000. La difesa della salute del cittadino viene ritenuta un costo non sopportabile, nonostante le tasse pagate, e la sanità, dopo i tagli degli ultimi anni, si rivela impreparata ad affrontare malattie vecchie e nuove. Esami ed analisi vedono tempi di attesa di anni. In tutto il mondo capitalistico l’età pensionabile è stata allungata ed è un modo per aumentare l’estrazione di plusvalore. Coloro che legiferano queste scelte sono poi gli stessi che fanno finta di rammaricarsi per l’aumento della disoccupazione giovanile o per la crescente miseria. La vita per chi vive di lavoro diventa sempre più dura, ma le pagine degli organi di stampa sono riempite dalla realtà della pandemia. Dal mattino alla sera i vari mass-media tartassano le menti ed i cuori delle persone con il Covid-19, instillando paure e portando tante persone ad avere conseguenze psicologiche, in alcuni casi gravi. Passano in secondo piano i milioni di famiglie che vivono nella miseria, i posti di lavoro saltati, le migliaia di attività autonome in crisi nera ed a rischio chiusura, i bambini costretti ad abituarsi ad un mondo di paure e non di gioie, una scuola assolutamente carente con insufficienza di insegnanti e di “ATA” per decine di migliaia, pur avendo avuto il governo mesi per avere una scuola normale, i morti per altre gravi malattie che non riescono a ricevere le cure necessarie, le liste di attesa vergognose. Si oscura intanto il fatto che la Cina è ormai fuori pericolo , che la vita è ripresa normalmente e sarà l’unica potenza ad aumentare il Pil del 2,7 %. Esimi professori in campo medico affermano che i tamponi, peraltro non sicuri al 100 per 100, riportano nella quasi totalità dei casi individui asintomatici, non pericolosi, e che non bisogna guardare questo dato, ma quello dei ricoveri. In terapia intensiva ieri vi erano 227 persone in Italia. In situazioni normali forse ve ne sono di più. Il Covid 19 s’inserisce in un periodo di crisi e di cambiamenti dell’economia mondiale. Esiste, ma l’uso che se ne fa porta a pensare che possa essere utilizzato strumentalmente per ristrutturare il sistema economico senza avere reazioni da parte di chi lavora. Comunque esso mostra come le varie sanità siano impreparate e carenti. Si pensi ai farmaci diversi utilizzati ad inizio pandemia da quelli usati in questi giorni. Altro tema portato avanti dai mass-media è quello dell’immigrazione, che s’inserisce nel discorso della paura; paura dell’ignoto e paura del diverso. L’argomento terrorismo sembra sparito, al di là del folle di Parigi. Non si dice nulla sull’aumento degl’incidenti e dei morti sul lavoro in aumento. I governi, i capitalisti, i mass-media parlano sempre e solo di aziende, di esigenze delle aziende, dei mercati, dello spread, mai di persone che lavorano con stipendi da fame, mai di luoghi di lavoro simili a caserme, mai delle sofferenze di un disoccupato, di un precario, ormai si è tutti precari, mai dei sacrifici di una donna lavoratrice, mai di chi studia una vita, investe sul suo futuro e si ritrova con niente in mano. L’uguaglianza è una parola desueta, la libertà è solamente intesa nel senso della libertà di fare profitto, non come soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali. “Scegliamo il nostro mondo successivo in base a ciò che apprendiamo in questo. Se non impari nulla, il mondo di poi sarà identico a quello di prima, con le stesse limitazioni.” Dice il gabbiano Jonathan. La realtà capitalistica, al di là della forma che possa assumere, ci insegna che il sistema è fondato sul furto legalizzato, che non esiste libertà materiale, uguaglianza, fraternità; che l’essere umano conta meno di niente ed è solo utile ad essere una bestia da soma per produrre profitti; che l’intelligenza di ognuno viene sottomessa al conformismo più bieco, che il futuro è il presente ed il presente il futuro se non variano i rapporti di produzione e si superano le classi. Se la base di questa realtà dura e difficile per miliardi di persone è nei rapporti di produzione e noi lo capiremo, il mondo futuro dovrà per forza di cose abolirli per instaurare una società di eguali nella libera soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali. “Non dar retta ai tuoi occhi, non credere a quello che vedi. Gli occhi vedono quello che è limitato. Guarda con il tuo intelletto, e scopri quello che già conosci, allora imparerai come si vola… Quei gabbiani che non hanno una meta ideale e che viaggiano solo per viaggiare, non arrivano da nessuna parte, e vanno piano. Quelli, invece, che aspirano alla perfezione, anche senza intraprendere alcun viaggio, arrivano dovunque in un baleno.” Richard Bach,Il gabbiano Jonathan Livingston.

mercoledì 16 settembre 2020

Una società asociale rende l'essere umano asociale.

Una società asociale rende l’essere umano asociale. Nel capitalismo la produzione è sociale, l’appropriazione è oligarchica. Questa realtà, camuffata da false ideologie, da propaganda ipocrita, da miti fasulli, da paure inventate ed amplificate, da diversivi fittizi fa sì che ci si rifiuti quello che realmente è ed esiste, di riconoscere quello che si produce con le proprie mani, che si menta a se stessi e si adoperi un linguaggio convenzionale di categorie non reali, che ci si aggrappi a vuote astrazioni per non dover confessare a se stessi che nella vita e nella prassi le cose stanno ben diversamente. Si diventa sempre più egoisti, ipocriti, conformisti ed insensibili alla comunità umana di cui noi tutti siamo parte al di là del colore della pelle, del sesso, della nazione di appartenenza. Ci si chiude in se stessi e chiunque al di fuori è un nemico. Intanto le classi dominanti aumentano i loro privilegi, aumentando l’estrazione di plusvalore dalla classe lavoratrice e coinvolgendo sempre più gli oppressi nel giogo dell’oppressione dell’essere umano sull’essere umano. Le varie costituzioni e le loro opinioni pubbliche sono una colossale menzogna, che viene confermata ed occultata da una quantità di altre menzogne allorchè esse si rivelano nella loro natura con troppa chiarezza. Ed anche quando ci si convince che questi artifizi non sono altro che vuote parole, falsità e finzioni ci si ostina a non volersene distaccare, anzi ci si aggrappa ad esse in modo ostinato, affinchè quelle frasi messe insieme senza criterio non si dissolvano e con esse i cardini del mondo delle classi dominanti. La realtà di un mondo basato sulla teoria e sulla falsificazione della realtà non può durare in eterno. La lotta dell’ umanità contro la disumanità dovrà aver termine! La democrazia è incapace di sanare i mali sociali. L’uguaglianza democratica è una chimera, una pura illusione! Fin quando ci saranno i ricchi ed i poveri non vi sarà alcuna uguaglianza e tutti coloro che propagandano nuove frontiere nel sistema diviso in classe sono dei ciarlatani ed imbonitori di piazza, utili solo alla conservazione del modello economico-sociale presente. Viviamo in una società sociale che rende l’essere umano asociale. I sensi dell’essere umano sociale sono diversi da quello asociale e possono svilupparsi in una realtà economico-sociale basata sulla produzione sociale ed appropriazione parimenti sociale. I cinque sensi ed anche quelli spirituali si possono formare nell’umana sensibilità solo in una vita umanizzata dove “ Ogni essere umano da secondo le sue capacità e riceve secondo i suoi bisogni”. Il senso limitato dal bisogno ha una sensibilità limitata “ Per l’uomo affamato non esiste il carattere umano del cibo, bensì soltanto la sua astratta esistenza di cibo: questo potrebbe presentarsi a lui nella forma più rozza e non si può dire in che questa attività nutritiva si distinguerebbe da quella bestiale. L’uomo assorbito da cure, bisognoso, non ha sensi per lo spettacolo più bello, il mercante di minerali vede solo il loro valore mercantile, non la bellezza e la peculiare natura del minerale; non ha alcun senso mineralogico. Dunque si richiede l’oggettivazione dell’ente umano, e sotto l’aspetto teorico e sotto quello pratico, tanto per rendere umani i sensi dell’uomo che per creare la sensibilità umana, corrispondente all’intera ricchezza dell’essenza dell’uomo e della natura.” K. Marx, Manoscritti economico-filosofici. Se vogliamo un essere umano…umano dobbiamo rendere umane le circostanze in cui egli vive. Se le circostanze sono disumane ed insensibili all’uguaglianza, alla libertà, alla fratellanza avremo esseri umani coincidenti con tale realtà. Se un essere umano si forma ogni cognizione, ogni esperienza dal mondo sensibile e dall’esperienza del modo sensibile è necessario allora regolare il mondo empirico in modo tale che ognuno sperimenti ciò che è veramente umano e si riconosca come tale. Questo è il compito, che si basi sulla coscienza e sulla scienza,di chi veramente vuole un mondo umano contrapposto ad un mondo disumano

venerdì 11 settembre 2020

Vorrei accarezzare il tuo viso con il soffio del mio cuore. Mentre s’immerge nei tuoi occhi, il mio cuore si spettina e la mente s’illumina del tuo amore, immenso come il cielo. Ti dono il mio cuore e il tuo lo porto sempre con me, nel sole e nel vento, nel sorriso e nel pianto. Il tuo sorriso è la porta della gioia, della vita, ed io mi perdo mentre ti guardo. Il vento fa svolazzare i tuoi capelli e noi ci perdiamo nella natura che ci circonda e che ci trasporta in un mondo sereno e dolce, in un bacio intenso come l’aurora di un giorno d’estate. Ti accarezzo, mi accarezzi in un fuoco impetuoso che arde nei nostri corpi e attraversa il tempo e tramuta la dolcezza in passione. E voliamo nell’universo infinito e maestoso. Solo noi, due anime in un’anima, due corpi in un corpo, lontani da ogni ipocrisia, in alto, nello spazio e nel tempo infinito. Giuseppe Calocero