Una luce nel labirinto

Una luce nel labirinto
Non arrendersi mai.

una luce nel labirinto

una luce nel labirinto
Non sottomettersi mai.

giovedì 28 ottobre 2021

Preghiere capitalistiche.

Preghiere capitalistiche Paul Lafargue (1886) ________________________________________ Fonte: Paul Lafargue, Il diritto all’ozio. La religione del Capitale, a cura di Lanfranco Binni, Firenze, Il Ponte Editore, 2015. Trascritto da Leonardo Maria Battisti su licenza concessa dal Fondo Walter Binni, febbraio 2019. ________________________________________ I. Orazione domenicale Capitale, padre nostro, che siete di questo mondo, Dio onnipotente che cambiate il corso dei fiumi e forate le montagne, separate i continenti e unite le nazioni, creatore delle merci e fonte di vita, che comandate i re e i sudditi, i padroni e i salariati, sia fatto il vostro regno su tutta la terra. Dateci molti compratori per le nostre merci, quelle buone e anche quelle cattive; Dateci dei lavoratori miserabili che accettino senza ribellarsi ogni lavoro e si accontentino del più infimo salario; Dateci dei gonzi che credano alle nostre pubblicità; Fate che i nostri debitori paghino integralmente i loro debiti*1 e che la Banca sconti il nostro credito; Fate che Mazas1 non si apra mai per noi e proteggeteci dal fallimento; Accordateci rendite perpetue. Amen. II. Credo Credo nel Capitale che governa la materia e lo spirito; Credo nel Profitto, suo figlio assolutamente legittimo, e nel Credito, lo Spirito Santo che procede da lui, insieme a lui adorato; Credo nell’Oro e nell’Argento che, torturati nella Zecca, fusi nel crogiolo e coniati al bilanciere, ricompaiono nel mondo come Moneta legale e, ritenuti troppo pesanti, dopo aver circolato per tutta la terra, scendono nei sotterranei della Banca per resuscitare in forma di Carta-moneta; Credo nella Rendita del cinque per cento, ma anche del quattro e del tre per cento, e all’autentica Quotazione dei valori; Credo nel Grande Libro del Debito pubblico, che garantisce il Capitale dai rischi del commercio, dell’industria e dell’usura; Credo nella Proprietà privata, frutto del lavoro altrui, e nella sua durata fino alla fine dei secoli; Credo nella necessità della Miseria, che fornisce salariati ed è la madre del superlavoro; Credo nell’Eternità del Salariato che libera il lavoratore dalle preoccupazioni della proprietà; Credo nel Prolungamento della giornata di lavoro e nella Riduzione dei salari, e anche nella Falsificazione dei prodotti; Credo nel dogma sacro «comprare a basso prezzo e vendere caro», e credo ugualmente nei principi eterni della nostra santissima Chiesa, l’Economia politica ufficiale. Amen. III. Saluto (Ave Miseria) Salve, Miseria, che schiacciate e domate il lavoratore, che dilaniate le sue viscere con i tormenti incessanti della fame, che lo condannate a vendere la sua libertà e la sua vita per un boccone di pane; che spezzate lo spirito di rivolta, che infliggete al produttore, a sua moglie e ai suoi bambini i lavori forzati dei bagni penali capitalisti, salve, Miseria, piena di grazia. Vergine santa che generate il Profitto capitalista, temibile dea che ci consegnate la classe avvilita dei salariati, siate benedetta. Madre tenera e feconda del Superlavoro, generatrice di rendite, vegliate su di noi e sui nostri. Amen. IV. Adorazione dell’oro Oro, merce miracolosa, che porti in te tutte le altre merci; Oro, merce primigenia, in cui si converte ogni merce; Dio, misura di ogni cosa; Tu, la piú perfetta, la piú ideale materializzazione del Dio Capitale, Tu, il piú nobile, il piú magnifico elemento della natura, Tu che non conosci muffa né punteruoli, né ruggine; Oro, merce inalterabile, fiore fiammeggiante, raggio radioso, sole splendente; metallo sempre vergine che, strappato dalle viscere della terra, la madre antica delle cose, torni a nasconderti, lontano dalla luce, nelle casseforti degli usurai e nei sotterranei della Banca e che, dal fondo dei nascondigli dove ti accumuli, trasmetti alla carta vile e miserabile la tua forza che essa moltiplica senza sosta; Oro inerte, che muovi l’universo, davanti alla tua fulgida maestà i secoli viventi si inginocchiano e ti adorano umilmente; Concedi la tua grazia divina ai fedeli che ti implorano e che, per possederti, sacrificano l’onore e la virtù, la stima degli uomini e l’amore della donna del loro cuore e dei figli della loro carne, e sfidano il disprezzo per se stessi. Oro, padrone supremo, sempre invincibile, eterno vittorioso, ascolta le nostre preghiere; Costruttore di città e distruttore di imperi; Stella polare della morale; Tu, che pesi le coscienze; Tu, che detti la legge alle nazioni e pieghi sotto il tuo giogo i papi e gli imperatori, ascolta le nostre preghiere; Tu, che insegni allo scienziato a falsificare la scienza, che persuadi la madre a vendere la verginità della figlia e costringi l’uomo libero ad accettare la schiavitú della fabbrica, ascolta le nostre preghiere; Tu, che compri le sentenze del giudice e i voti del deputato, ascolta le nostre preghiere; Tu, che produci fiori e frutti sconosciuti alla natura; Che semini i vizi e le virtú; Che generi le arti e il lusso, ascolta le nostre preghiere; Tu, che prolunghi gli anni inutili dell’ozioso e accorci i giorni del lavoratore, ascolta le nostre preghiere; Tu, che sorridi al capitalista nella sua culla e colpisci il proletario nel ventre della madre, ascolta le nostre preghiere; Oro, viaggiatore instancabile, che ti diletti in raggiri e imbrogli, esaudisci i nostri voti; Interprete di ogni lingua, Abile intermediario, Seduttore irresistibile, Misura degli uomini e delle cose, esaudisci i nostri voti; Messaggero di pace e fomentatore di discordie; Dispensatore di svaghi e di superlavoro; Ausiliario della virtú e della corruzione, esaudisci i nostri voti; Dio della persuasione che fai udire i sordi e sciogli la lingua ai muti, esaudisci i nostri voti; Oro maledetto e invocato da innumerevoli preghiere, venerato dai capitalisti e amato dalle cortigiane, esaudisci i nostri voti; Dispensatore dei beni e dei mali; Sciagura e gioia degli uomini; Guarigione dei malati e balsamo dei dolori, esaudisci i nostri voti; Tu, che streghi il mondo e corrompi la ragione umana; Tu, che abbellisci le brutture e rimedi alle sciagure; Pacificatore universale, che rendi onorevoli la vergogna e il disonore, e rispettabili il furto e la prostituzione, esaudisci i nostri voti; Tu, che premi la viltà con le glorie dovute al coraggio; Che accordi alla bruttezza gli omaggi dovuti alla bellezza; Che doni alla vecchiaia decrepita amori dovuti alla giovinezza; Mago malefico, esaudisci i nostri voti; Demone che scatena l’assassinio e infonde la follia, esaudisci i nostri voti; Fiamma che illumina le strade della vita; Guida e protettore e salvezza dei capitalisti, esaudisci i nostri voti. Oro, re di gloria, sole di Giustizia; Oro, forza e gioia della vita. Oro, illustre, vieni a noi; Oro, amabile per il capitalista, temibile per il produttore, vieni a noi; Specchio dei godimenti; Tu, che doni all’ozioso i frutti del lavoro, vieni a noi; Tu, che riempi le cantine e i granai di chi non vanga e non pota le vigne, non ara e non miete, vieni a noi; Tu, che nutri di carne e di pesci chi non porta al pascolo gli armenti né sfida le tempeste in mare, vieni a noi; Tu, la forza e la scienza, e l’intelligenza del capitalista, vieni a noi; Tu, la virtù e la gloria, la bellezza e l’onore del capitalista, vieni a noi; Oh! vieni a noi, Oro seducente, speranza suprema, inizio e fine di ogni azione, di ogni pensiero, di ogni sentimento capitalista. Amen. ________________________________________ Note *1. Il Pater noster dei cristiani, scritto da mendicanti e vagabondi per poveri diavoli schiacciati dai debiti, chiedeva a Dio la remissione dei debiti: dimite nobis debita nostra, dice il testo latino. Ma quando dei proprietari e degli usurai si convertirono al cristianesimo, i padri della Chiesa tradirono il testo primitivo e tradussero impudentemente debita con peccati. Tertulliano, dottore della Chiesa e ricco proprietario, che sicuramente avanzava crediti da una folla di persone, scrisse una dissertazione sull’Orazione domenicale sostenendo che bisognava intendere la parola debiti nel senso di peccati, gli unici debiti che i cristiani assolvono. La religione del Capitale, piú avanzata della religione cattolica, doveva reclamare l’integrale pagamento dei debiti, essendo il credito l’anima delle transazioni capitaliste [N.d.A.].↩ 1. Carcere parigino.↩ ________________________________________ ________________________________________Il fondamento della critica alla religione é: è l’uomo che fa la religione, e non è la religione che fa l’uomo. Infatti, la religione è la coscienza di sè e il sentimento di sè dell’uomo che non ha ancora conquistato o ha già di nuovo perduto se stesso. Ma l’uomo non è un'entità astratta posta fuori del mondo. L’uomo è il mondo dell’uomo, lo Stato, la società. Questo Stato, questa società producono la religione, una coscienza capovolta del mondo, poiché essi sono un mondo capovolto. La religione è la teoria generale di questo mondo, il suo compendio enciclopedico, la sua logica in forma popolare, il suo punto d’onore spiritualistico, il suo entusiasmo, la sua sanzione morale, il suo solenne completamento, il suo universale fondamento di consolazione e di giustificazione. Essa è la realizzazione fantastica dell’essenza umana, poiché l’essenza umana non possiede una realtà vera. La lotta contro la religione è dunque, mediatamente, la lotta contro quel mondo, del quale la religione è l’aroma spirituale. La religione è il sospiro della creatura oppressa, è l'anima di un mondo senza cuore, di un mondo che è lo spirito di una condizione senza spirito. Essa è l'oppio del popolo. Eliminare la religione in quanto illusoria felicità del popolo vuol dire esigere la felicità reale. L’esigenza di abbandonare le illusioni sulla sua condizione è l’esigenza di abbandonare una condizione che ha bisogno di illusioni. La critica della religione, dunque, è, in germe, la critica della valle di lacrime, di cui la religione è l'aureola. La critica ha strappato dalla catena i fiori immaginari, non perché l'uomo porti la catena spoglia e sconfortante, ma affinché egli getti via la catena e colga i fiori vivi. La critica della religione disinganna l'uomo affinché egli pensi, operi, dia forma alla sua realtà come un uomo disincantato e giunto alla ragione, affinché egli si muova intorno a se stesso e, perciò, intorno al suo sole reale. La religione è soltanto il sole illusorio che si muove intorno all'uomo, fino a che questi non si muove intorno a se stesso. E' dunque compito della storia, una volta scomparso l'al di la della verità, quello di ristabilire la verità dell'al di qua. E innanzi tutto è compito della filosofia, la quale sta al servizio della storia, una volta smascherata la figura sacra dell'autoestraneazione umana, smascherare l'autoestraneazione nelle sue figure profane. La critica del cielo si trasforma così nella critica della terra, la critica della religione nella critica del diritto, la critica della teologia nella critica della politica. La critica della religione approda alla teoria che l'uomo è per l'uomo l'essere supremo. (MARX, Critica alla filosofia hegeliana del diritto pubblico)

mercoledì 27 ottobre 2021

La classe lavoratrice porta l'acqua con le orecchie al sistema.

La classe lavoratrice porta l’acqua con le orecchie al sistema. I dati dell’ OCSE dell’8.10.2021 sui salari medi annui nei Paesi europei, riferiti al 2020, ottenuti dividendo la massa salariale nazionale per il numero di lavoratori nell’economia totale, moltiplicato poi per il rapporto tra ore settimanali di lavoro per i lavoratori a tempo pieno e ore settimanali di tutti i lavoratori, misurati in dollari ai prezzi costanti e alla parità di potere d’acquisto riferiti al 2016 sono i seguenti: Lussemburgo 65,8 mila Paesi Bassi 58,8 mila Danimarca 58,4 mila Belgio 54,3 mila Germania 53,7 mila Austria 53,1 mila Irlanda 49,5 mila Svezia 47,0 mila Finlandia 46,2 mila Francia 45,6 mila Slovenia 41,4 mila Spagna 37,9 mila Italia 37,8 mila Polonia 32,5 mila Lituania 31,8 mila Estonia 30,7 mila Lettonia 29, 9 mila Repubblica Ceca 29,9 mila Ungheria 25,4 mila Portogallo 28, 4 mila Grecia 27,2 mila Slovacchia 23,6 mila Sempre l’OCSE ha analizzato l’aumento dei salari nei Paesi OCSE negli ultimi 30 anni: Germania + 34 %, Francia 31 %, Grecia 30 %, Spagna 6 %, Italia -3%. La falce della pandemia del 20,21 ha decurtato i salari in ogni Paese dal 3 al 6 %. Secondo la Banca Mondiale il Pil è cresciuto in Germania del 105 %, in Francia, del 77 %, in Italia del 52 %, negli U.S.A. del 49 %. “ Mi spiego: da li conti che se fanno seconno le statistiche d’adesso risurta che te tocca un pollo all’anno: e, se nun entra nelle spese tue, t’entra ne la statistica lo stesso perché c’è un antro che ne magna due.” Trilussa I dati sopracitati mostrano un grande problema salariale in molti Paesi, Italia compresa, che si aggiunge al dramma di circa 17 milioni di persone senza lavoro tra disoccupati, inoccupati, scoraggiati e alla tragedia di un mercato del lavoro dove regnano i lavori a un mese o poco più, con decine di forme di contratti tesi a schiavizzare i lavoratori. Il tema delle pensioni con l’età pensionabile così alta è un modo esplicito di estrarre il massimo del plusvalore dalla classe lavoratrice. I media dicono che la spesa pensionistica in Italia è più alta della media Eurostat, oltre il 16 %. Non dicono che questa percentuale comprende anche l’assistenza che dovrebbe essere a carico dello Stato. La sola previdenza assorbe il 12,88 del Pil in linea con la media Eurostat. Non fanno presente nemmeno che la gestione dei lavoratori dipendenti è in attivo. Sono altre gestioni in passivo. Fanno ridere per non piangere le affermazioni di pugilatori a pagamento con lingua da schiavi sul fatto che più si allunga l’età pensionabile più si pensa ai giovani o la dimenticanza voluta sulla realtà che la pensione è finanziata dai lavoratori con le trattenute mensili in busta paga e che se il lavoratore avesse indietro tutto il capitale versato, avrebbe a disposizione molti denari in più. In questa fase il capitale, a livello mondiale, si sta ristrutturando con nuove forme di produzioni in un quadro di rapporti di forza tra Paesi mutati e mutevoli in ogni area del globo. Vi sono frizioni tra potenze, vi è una corsa agli armamenti, ma su un dato sono tutti d’accordo: aumentare lo sfruttamento della classe lavoratrice. I gruppi politici che rappresentano le varie istanze del sistema sembra che abbiano opinioni diverse, a seconda degl’interessi che rappresentano, ma su una cosa sono tutti d’accordo: aumentare lo sfruttamento dei lavoratori. Il sindacato dovrebbe sottrarsi dal dogma del “ bene del Paese”, che equivale al bene del capitale. Dovrebbe, innanzi tutto, avere piattaforme transnazionali, almeno a livello europeo, che mettano al centro: l’aumento del salario non legato alla produttività e rifuggendo dai cosiddetti “benefits”; la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, già sperimentata con ottimi risultati in alcuni Paesi europei, per dare slancio all’occupazione; rivisitazione del mercato del lavoro con drastica riduzione delle attuali forme contrattuali e privilegiando i contratti a tempo indeterminato; riduzione dell’età pensionabile e possibilità di accedere prima alla pensione; salario di vita per ogni persona; lotta feroce all’evasione fiscale che equivale alla metà di quanto si spende, in Italia, per lo Stato sociale e che, se fosse superata, risolverebbe molti problemi a tanti cittadini. Questi pochi punti potrebbero portare a una difesa ordinata rispetto all’attacco feroce che stanno subendo i lavoratori, ma, per avere la possibilità di vivere e non sopravvivere, bisogna che ognuno prenda in mano la sua vita e la spenda, in modo organizzato, per costruire una società senza rapporti di produzione, senza classi. Una società basata sul benessere del genere umano dove regni la libertà nella soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali, l’uguaglianza vera e non formale, la fratellanza, costruita su interessi comuni. Se lo vogliamo, possiamo sognare! Metti uno specchio nell’anima e lotta per essere felice! “ Il proletariato è la classe degli operai moderni, che vivono fintantochè trovano lavoro, e che trovano lavoro fintantochè il loro lavoro aumenta il capitale. Questi operai, che sono costretti a vendersi al minuto, sono una merce come ogni altro articolo commerciale, e quindi sono esposti, come le altre merci, a tutte le alterne vicende della concorrenza, a tutte le oscillazioni del mercato.” K.Marx