Una luce nel labirinto

Una luce nel labirinto
Non arrendersi mai.

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Non sottomettersi mai.

mercoledì 27 ottobre 2021

La classe lavoratrice porta l'acqua con le orecchie al sistema.

La classe lavoratrice porta l’acqua con le orecchie al sistema. I dati dell’ OCSE dell’8.10.2021 sui salari medi annui nei Paesi europei, riferiti al 2020, ottenuti dividendo la massa salariale nazionale per il numero di lavoratori nell’economia totale, moltiplicato poi per il rapporto tra ore settimanali di lavoro per i lavoratori a tempo pieno e ore settimanali di tutti i lavoratori, misurati in dollari ai prezzi costanti e alla parità di potere d’acquisto riferiti al 2016 sono i seguenti: Lussemburgo 65,8 mila Paesi Bassi 58,8 mila Danimarca 58,4 mila Belgio 54,3 mila Germania 53,7 mila Austria 53,1 mila Irlanda 49,5 mila Svezia 47,0 mila Finlandia 46,2 mila Francia 45,6 mila Slovenia 41,4 mila Spagna 37,9 mila Italia 37,8 mila Polonia 32,5 mila Lituania 31,8 mila Estonia 30,7 mila Lettonia 29, 9 mila Repubblica Ceca 29,9 mila Ungheria 25,4 mila Portogallo 28, 4 mila Grecia 27,2 mila Slovacchia 23,6 mila Sempre l’OCSE ha analizzato l’aumento dei salari nei Paesi OCSE negli ultimi 30 anni: Germania + 34 %, Francia 31 %, Grecia 30 %, Spagna 6 %, Italia -3%. La falce della pandemia del 20,21 ha decurtato i salari in ogni Paese dal 3 al 6 %. Secondo la Banca Mondiale il Pil è cresciuto in Germania del 105 %, in Francia, del 77 %, in Italia del 52 %, negli U.S.A. del 49 %. “ Mi spiego: da li conti che se fanno seconno le statistiche d’adesso risurta che te tocca un pollo all’anno: e, se nun entra nelle spese tue, t’entra ne la statistica lo stesso perché c’è un antro che ne magna due.” Trilussa I dati sopracitati mostrano un grande problema salariale in molti Paesi, Italia compresa, che si aggiunge al dramma di circa 17 milioni di persone senza lavoro tra disoccupati, inoccupati, scoraggiati e alla tragedia di un mercato del lavoro dove regnano i lavori a un mese o poco più, con decine di forme di contratti tesi a schiavizzare i lavoratori. Il tema delle pensioni con l’età pensionabile così alta è un modo esplicito di estrarre il massimo del plusvalore dalla classe lavoratrice. I media dicono che la spesa pensionistica in Italia è più alta della media Eurostat, oltre il 16 %. Non dicono che questa percentuale comprende anche l’assistenza che dovrebbe essere a carico dello Stato. La sola previdenza assorbe il 12,88 del Pil in linea con la media Eurostat. Non fanno presente nemmeno che la gestione dei lavoratori dipendenti è in attivo. Sono altre gestioni in passivo. Fanno ridere per non piangere le affermazioni di pugilatori a pagamento con lingua da schiavi sul fatto che più si allunga l’età pensionabile più si pensa ai giovani o la dimenticanza voluta sulla realtà che la pensione è finanziata dai lavoratori con le trattenute mensili in busta paga e che se il lavoratore avesse indietro tutto il capitale versato, avrebbe a disposizione molti denari in più. In questa fase il capitale, a livello mondiale, si sta ristrutturando con nuove forme di produzioni in un quadro di rapporti di forza tra Paesi mutati e mutevoli in ogni area del globo. Vi sono frizioni tra potenze, vi è una corsa agli armamenti, ma su un dato sono tutti d’accordo: aumentare lo sfruttamento della classe lavoratrice. I gruppi politici che rappresentano le varie istanze del sistema sembra che abbiano opinioni diverse, a seconda degl’interessi che rappresentano, ma su una cosa sono tutti d’accordo: aumentare lo sfruttamento dei lavoratori. Il sindacato dovrebbe sottrarsi dal dogma del “ bene del Paese”, che equivale al bene del capitale. Dovrebbe, innanzi tutto, avere piattaforme transnazionali, almeno a livello europeo, che mettano al centro: l’aumento del salario non legato alla produttività e rifuggendo dai cosiddetti “benefits”; la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, già sperimentata con ottimi risultati in alcuni Paesi europei, per dare slancio all’occupazione; rivisitazione del mercato del lavoro con drastica riduzione delle attuali forme contrattuali e privilegiando i contratti a tempo indeterminato; riduzione dell’età pensionabile e possibilità di accedere prima alla pensione; salario di vita per ogni persona; lotta feroce all’evasione fiscale che equivale alla metà di quanto si spende, in Italia, per lo Stato sociale e che, se fosse superata, risolverebbe molti problemi a tanti cittadini. Questi pochi punti potrebbero portare a una difesa ordinata rispetto all’attacco feroce che stanno subendo i lavoratori, ma, per avere la possibilità di vivere e non sopravvivere, bisogna che ognuno prenda in mano la sua vita e la spenda, in modo organizzato, per costruire una società senza rapporti di produzione, senza classi. Una società basata sul benessere del genere umano dove regni la libertà nella soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali, l’uguaglianza vera e non formale, la fratellanza, costruita su interessi comuni. Se lo vogliamo, possiamo sognare! Metti uno specchio nell’anima e lotta per essere felice! “ Il proletariato è la classe degli operai moderni, che vivono fintantochè trovano lavoro, e che trovano lavoro fintantochè il loro lavoro aumenta il capitale. Questi operai, che sono costretti a vendersi al minuto, sono una merce come ogni altro articolo commerciale, e quindi sono esposti, come le altre merci, a tutte le alterne vicende della concorrenza, a tutte le oscillazioni del mercato.” K.Marx

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