Una luce nel labirinto

Una luce nel labirinto
Non arrendersi mai.

una luce nel labirinto

una luce nel labirinto
Non sottomettersi mai.

sabato 30 settembre 2023

Illusioni e realtà.

llusioni e realtà. Ogni giorno rappresentanti del capitale, politici al loro servizio, mass-media, indipendenti solo dalla verità, ci raccontano di un modello di società, la democrazia, come il massimo a cui un essere umano possa aspirare. Gli stessi organi d’informazione sono però pieni di notizie di guerre, di miseria, di morti per effetto di esse, di situazioni inumane che miliardi di persone sono costrette a subire. Per rafforzare le loro tesi fanno vedere realtà capitalistiche di Stato come comuniste, onde dimostrare che quella strada non giova alle aspirazioni di emancipazione dell’umanità. Dimostrano così di essere “ignoranti” culturalmente e dal lato della scienza economico-sociale. Pensano di essere eterni e non guardano la storia del mondo e dell’umanità, che ha visto realtà economico-sociali che vanno dal comunismo primitivo all’attuale capitalismo. Ma eterni non sono e le contraddizioni, sempre più acute, tra benessere prodotto e benessere usufruito non reggeranno all’infinito. Il tutto il mondo, a causa della lotta feroce all’interno del capitale internazionale per la conquista di quote di mercato, la politica attuale è indirizzata all’aumento dello sfruttamento dei lavoratori. Si colpiscono gli stipendi, si peggiorano le condizioni di lavoro, si legiferano leggi che liberalizzano il mercato del lavoro e tolgono garanzie ai lavoratori. Ciò che dovrebbe essere un qualcosa di naturale nel rapporto essere umano-natura, il lavoro, diventa un sogno, una manna nel deserto e porta le persone a vivere di speranze, di desiderio, e le allontana dal mettere in campo la passione per la difesa della sua persona, della sua vita, della sua dignità, nella lotta per un mondo migliore. Gli esseri umani vengono sempre più spinti ad una condizione simile ai gabbiani, che vivono alla ricerca continua di cibo, che è la prima necessità per ogni persona, ma che non basta a chi è dotato di cuore e cervello e che questo sistema non garantisce a miliardi di esseri umani. Il piccolo gabbiano Jonathan Livingston si sottrae ai luoghi comuni dominanti: “ Il vostro corpo, dalla punta del becco alla coda, dall’una all’altra punta delle ali, non è altro che il vostro pensiero, una forma del vostro pensiero, visibile , concreta. Spezzate le catene che imprigionano il pensiero ed anche il vostro corpo sarà libero!” La cultura individualista del borghese e piccolo borghese s’impossessa delle menti e dei cuori dei lavoratori. Essi non si rendono conto che la loro arma non è chiudersi in se stessi, ma nell’aprirsi agli altri nelle loro stesse condizioni, di unirsi, essendo il numero l’arma vincente di chi vive utilizzando il proprio cervello o le proprie braccia. Le leggi dei governi, a cui non si sottrae il governo Meloni, non toccano però i privilegi di evasori fiscali e contributivi, non toccano la corruzione. Anzi agevolano, in molti casi, questi fenomeni tanto che viene ritenuto più grave rubare una mela che evadere milioni di euro. La difesa della salute del cittadino dal governo Meloni viene ritenuta un costo non sopportabile, nonostante le tasse pagate, in ispecie dai lavoratori dipendenti. Le liste di attesa sono infinite e, in tanti casi, chi ha necessità di una visita o di un esame ed ha disponibilità finanziarie, si rivolge al privato. La scuola pubblica è in continuo deterioramento. I trasporti privilegiano le tratte ad alta velocità e i pendolari viaggiano, in molti casi, su treni del secolo scorso. In tutto il mondo capitalistico si cerca di allungare l’età pensionabile ed è un modo per aumentare l’estrazione di plusvalore. Coloro che legiferano queste scelte sono poi gli stessi che fanno finta di rammaricarsi per l’aumento della disoccupazione giovanile. La vita per chi vive di lavoro diventa sempre più dura, ma da molti giorni le prime pagine degli organi di stampa sono riempite dalla realtà dei “migranti”, milioni di persone che fuggono da guerre e miserie in cerca di un presente e futuro migliore. Questo fatto non è nuovo nella storia dell’umanità, che, fin dalla sua alba, ha visto migrazioni. Gli Stati Uniti, per esempio, sono un popolo di migranti. Alcuni dicono che bisogna trovare un modo per frenare questo fenomeno, anche usando la forza. Altri che bisogna accogliere solo i profughi dalle guerre e non quelli per motivo economico. Pensate al fatto che si presentino due migranti, uno scappato dal suo Paese per una guerra, l’altro per non morire di fame, al secondo bisognerebbe dire: “No. Tu no. Non puoi restare. Torna al tuo Paese”. Altri che costruiscono muri non soltanto di carta. Mentre si fa bere ai lavoratori questo teatrino per allontanarli dai loro veri problemi, i capitalisti, i politici, i mass-media sanno che l’Europa capitalista ha necessità nel prossimo futuro di milioni di persone per il suo mercato del lavoro, causa l’assenza di nascite e l’invecchiamento della popolazione, per poter mantenere un circuito di esercito che lavora e di esercito di riserva che non lavora. Entro il 2040 l’Europa avrà bisogno di 50 milioni di persone in più. Le aperture degli ultimi giorni, ad iniziare dalla Germania, vanno nella direzione di cui sopra. I lavoratori quindi avrebbero necessità di unirsi a questi altri lavoratori e, tutt’insieme, lottare per condizioni di lavoro e di vita migliori. L’unione tra le persone che lavorano la fa la condizione, al di là della razza, del sesso, della religione, dell’età. Dividersi su queste cose indebolisce la classe lavoratrice e rende forte il capitale. In questo senso bisognerebbe prendere esempio dai capitalisti che non si dividono su questioni di razze, religioni, sesso, età, ma solo di interessi. Se in tv si parla solo d’immigrazione e non si dice nulla sull’aumento degl’incidenti e dei morti sul lavoro ci sarà un motivo? I governi, i capitalisti, i mass-media parlano sempre e solo di aziende, di esigenze delle aziende, dei mercati, dello spread, mai di persone che lavorano con stipendi da fame, mai di luoghi di lavoro simili a caserme, mai delle sofferenze di un disoccupato, di un precario, ormai si è tutti precari, mai dei sacrifici di una donna lavoratrice, mai di chi studia una vita, investe sul suo futuro e si ritrova con niente in mano. L’uguaglianza è una parola desueta, la libertà è solamente intesa nel senso della libertà di fare profitto, non come soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali. “Scegliamo il nostro mondo successivo in base a ciò che apprendiamo in questo. Se non impari nulla, il mondo di poi sarà identico a quello di prima, con le stesse limitazioni.” Dice il gabbiano Jonathan. La realtà capitalistica, al di là della forma che possa assumere, ci insegna che il sistema è fondato sul furto legalizzato, che non esiste libertà materiale, uguaglianza, fraternità, che l’essere umano conta meno di niente ed è solo utile ad essere una bestia da soma per produrre profitti, che l’intelligenza di ognuno viene sottomessa al conformismo più bieco, che il futuro è il presente ed il presente il futuro se non variano i rapporti di produzione e si superano le classi. Se la base di questa realtà dura e difficile per miliardi di persone è nei rapporti di produzione e noi lo capiremo, il mondo futuro dovrà per forza di cose abolirli per instaurare una società di eguali nella libera soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali. “Non dar retta ai tuoi occhi, non credere a quello che vedi. Gli occhi vedono quello che è limitato. Guarda con il tuo intelletto, e scopri quello che già conosci, allora imparerai come si vola… Quei gabbiani che non hanno una meta ideale e che viaggiano solo per viaggiare, non arrivano da nessuna parte, e vanno piano. Quelli, invece, che aspirano alla perfezione, anche senza intraprendere alcun viaggio, arrivano dovunque in un baleno.” Il gabbiano Jonathan Livingston.

lunedì 25 settembre 2023

Un mondo nuovo è necessario.

Un mondo nuovo è necessario. La classe lavoratrice si trova ad affrontare una realtà sempre più misera. Bassi salari, occupazione precaria, disoccupazione, sfruttamento sempre più intenso. I servizi che lo Stato dovrebbe dare ai cittadini in merito alla scuola, alla sanità, al trasporto peggiorano sempre di più. A pagare sono soprattutto i lavoratori dipendenti e pensionati, soggetti al prelievo fiscale per circa il 90 % delle entrate statali. L’evasione fiscale e contributiva cresce e il nuovo governo fa di tutto per non affrontarla, anzi cerca in ogni modo di salvaguardarla. Ancora una volta si dimostra che, seguendo gli illusionisti politici borghesi si passa dalla padella alla brace. Negli ultimi 30 anni abbiamo visto sulla scena diversi imbonitori illusionisti che hanno fatto sperare condizioni di lavoro e di vita migliori. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Dopo la fase di ognuno di loro il movimento operaio si è ritrovato sempre in condizioni peggiori. Hanno fatto passare per riforme azioni reazionarie e di supporto al sistema. Hanno creato falsi nemici, hanno diviso i lavoratori. Una delle false rappresentazioni della realtà è stata il rappresentare lo Stato come una famiglia dove ognuno dovrebbe dare il suo contributo per sua sussistenza. Abbiamo avuto finti padri di famiglia. Oggi abbiamo una finta madre. Ebbene, volendo stare nella loro visione di Stato-famiglia, è necessario soffermarsi su alcuni punti. In una famiglia con padre, madre e tre figli, tutti occupati in attività lavorative, è normale che ognuno collabori ai bisogni di essa. Sarebbe inammissibile che uno dei figli usufruisca dei servizi familiari e non partecipi alle spese. Nello Stato, invece, avviene proprio questo. Tutti usufruiscono dei servizi, ma determinate categorie non versano il loro contributo, anzi, in molti casi, si appropriano anche di aiuti finanziari e quindi dei soldi di altri cittadini, che sono costretti a versare aliquote fiscali e altri denari per non incorrere nelle liste di attesa degli ospedali, per pagarsi il trasporto, per far funzionare l’attività scolastica. Non è vero che i soldi non ci sono! I soldi ci sono! Sono le centinaia di miliardi dell’evasione fiscale e contributiva. Con quei denari lo Stato avrebbe un’altra dimensione. Ma i partiti parlamentari, tutti, pare non sentano da questo orecchio. E’ notizia di alcuni giorni fa’ che negli U.S.A. i lavoratori dell’auto hanno iniziato a scioperare. Rivendicano aumenti salariali del 40%, la paga oraria attuale è di 32 $ all’ora, il superamento delle gabbie salariali per i nuovi assunti, paga oraria di 17 $ all’ora, più giorni di ferie, orario settimanale di 32 ore. Sono pochi obiettivi, ma molto chiari. Il sindacato italiano dovrebbe trarre esempio da questa lotta, invece di partecipare al teatrino dove ognuno recita una parte, ma ai lavoratori rimane quella dei cornuti e mazziati. I mass-media, veri pugilatori a pagamento con lingue da schiavi, assecondano il sistema e invece di soffermarsi sulla miseria di tanti cittadini, anche di chi ha un lavoro, danno sempre più spazio alla cronaca nera, al gossip, alla questione migranti con analisi ridicole, dimenticando che il primo a creare la migrazione fu lo stesso Dio quando cacciò Adamo e Eva dal Paradiso e li costrinse a cercare altri lidi. Se vogliamo una vita vera, vissuta, serena; se vogliamo un Mondo nuovo, la prima cosa da fare e allontanarsi dai ciarlatani della politica borghese, poi darsi alla conoscenza per acquisire coscienza della realtà e lottare in prima persona per cambiarla. “ Mai abbattersi e sottomettersi! Il cuore e la mente devono riempirsi di ira, le tigri dell’ira sono più sagge dei cavalli del confromismo, nel vedere le ingiustizie, le disuguaglianze, le false libertà che ci da in pasto il sistema. Questa ira deve essere accompagnata dalla forza della ragione, della conoscenza, della coscienza e realizzarsi in organizzazione, dotata di tattica e strategia per giungere a un Mondo nuovo. “ La maggior parte dei sudditi crede di essere tale perchè il Re è Re, non si rende conto che in realtà il Re è Re perché essi sono sudditi.” K. Marx

domenica 24 settembre 2023

L' uomo fa la religione, e non la religione l'uomo.

L'esistenza profana dell'errore è compromessa dacché è stata confutata la sua celeste oratio pro aris et focis. L'uomo il quale nella realtà fantastica del cielo, dove cercava un superuomo, non ha trovato che l'immagine riflessa di se stesso, non sarà più disposto a trovare soltanto l'immagine apparente di sé, soltanto il non-uomo, là dove cerca e deve cercare la sua vera realtà. Il fondamento della critica irreligiosa è: l'uomo fa la religione, e non la religione l'uomo. Infatti, la religione è la coscienza di sé e il sentimento di sé dell'uomo che non ha ancora conquistato o ha già di nuovo perduto se stesso. Ma l'uomo non è un essere astratto, posto fuori del mondo. L'uomo è il mondo dell'uomo, Stato, società. Questo Stato, questa società producono la religione, una coscienza capovolta del mondo, poiché essi sono un mondo capovolto. La religione è la teoria generale di questo mondo, il suo compendio enciclopedico, la sua logica in forma popolare, il suo point d'honneur spiritualistico, il suo entusiasmo, la sua sanzione morale, il suo solenne compimento, il suo universale fondamento di consolazione e di giustificazione. Essa è la realizzazione fantastica dell'essenza umana, poiché l'essenza umana non possiede una realtà vera. La lotta contro la religione è dunque mediatamente la lotta contro quel mondo, del quale la religione è l'aroma spirituale. La miseria religiosa è insieme l'espressione della miseria reale e la protesta contro la miseria reale. La religione è il sospiro della creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore, così come è lo spirito di una condizione senza spirito. Essa è l'oppio del popolo. Eliminare la religione in quanto illusoria felicità del popolo vuol dire esigerne la felicità reale. L'esigenza di abbandonare le illusioni sulla sua condizione è l'esigenza di abbandonare una condizione che ha bisogno di illusioni. La critica della religione, dunque, è, in germe, la critica della valle di lacrime, di cui la religione è l'aureola. La critica ha strappato dalla catena i fiori immaginari, non perché l'uomo porti la catena spoglia e sconfortante, ma affinché egli getti via la catena e colga i fiori vivi. La critica della religione disinganna l'uomo affinché egli pensi, operi, configuri la sua realtà come un uomo disincantato e giunto alla ragione, affinché egli si muova intorno a se stesso e perciò, intorno al suo sole reale. La religione è soltanto il sole illusorio che si muove intorno all'uomo, fino a che questi non si muove intorno a se stesso. È dunque compito della storia, una volta scomparso l'al di là della verità, quello di ristabilire la verità dell'al di qua. È innanzi tutto compito della filosofia, la quale sta al servizio della storia, una volta smascherata la figura sacra dell'autoestraneazione umana, quello di smascherare l'autoestraneazione nelle sue figure profane. La critica del cielo si trasforma così nella critica della terra, la critica della religione nella critica del diritto, la critica della teologia nella critica della politica. Per la critica della filosofia del diritto di Hegel K. Marx