Una luce nel labirinto

Una luce nel labirinto
Non arrendersi mai.

una luce nel labirinto

una luce nel labirinto
Non sottomettersi mai.

domenica 28 aprile 2024

Primo maggio internazionalista.

Primo maggio internazionalista. E’ in corso un riarmo globale e una lotta per un nuovo ordine mondiale che tenga conto delle differenti forze emerse negli ultimi decenni. L’ordine scaturito dopo la seconda guerra mondiale non è più attuale e le nuove potenze cercano più spazio nella contesa mentre le vecchie si danno da fare per difendere il loro potere in decadenza. La guerra in Ucraina è uno scontro tra potenze imperialistiche. Lo stesso vale per la tragica realtà israeliana-palestinese-iraniana. Sono le prime di una lunga serie che segnerà la nuova era nelle relazioni tra le potenze. La classe lavoratrice è carne da macello in questa lotta imperialistica. L’ unico modo per fermare questa tragedia è far si che i lavoratori diventino potenza tra le potenze ed esprimano con forza la determinazione di lottare per un mondo nuovo. Sono 300 milioni i proletari europei, russi e ucraini; se uniti porterebbero al macero ogni imperialismo e ogni nazionalismo. La ferocia del sistema capitalistico si manifesta in tutte le sue guerre, attualmente vi sono 65 nel mondo, anche in quelle oscurate dai mass-media, e nel trattamento dei migranti che muoiono a centinaia nel Mediterraneo e nel mondo nella generale indifferenza. L’unica alternativa risolutiva a questo scempio è l’unità di tutti i lavoratori. Se si vuole la pace, bisogna lottare per superare i rapporti di classe, la produzione per il profitto e non, come sarebbe nel mondo nuovo, per il consumo. Non c’è bisogno di pacifismo, ma di comunismo! Se i lavoratori si rendessero conto del potere che avrebbero, se si appropriassero di conoscenza e organizzazione, il mondo sarebbe diverso e più aderente alle necessità spirituali e materiali dell’umanità intera in una società dove “Ogni essere umano possa dare secondo le sue capacità e ricevere secondo le sue necessità.” Il primo maggio ricorda la lotta dei lavoratori per le otto ore, otto ore di lavoro, otto ore di svago, otto ore per dormire. Le otto ore al giorno La nascita del 1° Maggio, come Giornata internazionale dei lavoratori, è legata indissolubilmente alla lotta per l'introduzione per legge della giornata lavorativa di otto ore. Siamo nella seconda metà del 1800, agli albori del movimento organizzato dei lavoratori. Allora i capitalisti imponevano, anche ai fanciulli, di lavorare per un misero salario dalle 12 alle 16 ore al giorno pena il licenziamento. Nel 1886 negli Stati Uniti per la prima volta fu avanzata questa importantissima rivendicazione. "La prima e grande necessità del presente - recitava la risoluzione del Congresso operaio generale di Baltimora - per liberare il lavoro di questo Paese dalla schiavitù capitalistica, è la promulgazione di una legge per la quale otto ore devono costituire la giornata normale in tutti gli Stati dell'Unione americana". Nel settembre dello stesso anno, a Ginevra, la Prima Internazionale dei partiti operai guidata da Marx ed Engels assunse tale rivendicazione: "Dichiariamo - si leggeva nel testo di una risoluzione - che la limitazione della giornata lavorativa è una condizione preliminare, senza la quale non possono non fallire tutti gli altri sforzi di emancipazione (...) Proponiamo otto ore di lavoro come limite legale della giornata lavorativa". Proprio per rivendicare le otto ore, il sindacato americano, che allora si chiamava "Nobile ordine dei Cavalieri del lavoro", organizzò il 1° Maggio del 1886 a Chicago una grande manifestazione cui presero parte 50 mila operai. La repressione governativa e padronale fu brutale e selvaggia. Intervennero la polizia e l'esercito. Sulla folla dei manifestanti si abbatté una pioggia di proiettili e venne fatta esplodere una bomba in mezzo al corteo. Morti e feriti si contarono a decine. Centinaia furono gli arrestati. Fra questi gli organizzatori e i leader del movimento, processati sommariamente e condannati alla pena capitale per impiccagione. Tre anni dopo, si tenne il 14 luglio 1889 a Parigi lo storico Congresso della fondazione della Seconda Internazionale di cui Engels sarà dirigente e capo riconosciuto; presenti 391 delegati in rappresentanza delle organizzazioni operaie di 21 paesi. In quella sede fu istituita la Giornata internazionale dei lavoratori, in ricordo dell'eccidio degli operai di Chicago. Nel documento intitolato "Manifestazione internazionale del Primo Maggio 1890" è scritto: "Sarà organizzata una grande manifestazione internazionale a data fissa, in modo che contemporaneamente in tutti i Paesi e in tutte le città, lo stesso giorno convenuto, ingiungano ai poteri pubblici di ridurre legalmente a otto ore la giornata lavorativa e di applicare le altre risoluzioni del Congresso internazionale di Parigi". In ricordo dell'eccidio di Chicago Cosicché nel 1° Maggio del 1890 si tennero grandi manifestazioni di lavoratori nelle più importanti città degli Usa e dell'Europa sfidando in parecchie circostanze le cariche e gli arresti della polizia, serrate padronali e licenziamenti. Per la prima volta nella storia, nello stesso momento, in tutti i Paesi dell'occidente, la classe operaia organizzata manifestava per la propria emancipazione. Un avvenimento di grandissimo rilievo che non a caso nella prefazione del "Manifesto del Partito Comunista", datata 1° Maggio, Engels sottolineava con queste parole: "Oggi, mentre scrivo queste righe, il proletariato d'Europa e d'America passano in rivista le sue forze mobilitate per la prima volta come un solo esercito, sotto una sola bandiera, per un solo fine prossimo: la giornata lavorativa normale di otto ore, proclamata già dal congresso di Ginevra dell'Internazionale del 1886, e di nuovo dal congresso operaio di Parigi del 1889, da introdursi per legge. E lo spettacolo di questa giornata aprirà gli occhi ai capitalisti e ai proprietari terrieri di tutti i Paesi sul fatto che oggi i proletari di tutti i Paesi si sono effettivamente uniti. Fosse Marx accanto a me, a vederlo con i suoi occhi!". Accanto alla repressione antioperaia della borghesia e dei governi reazionari, si mobilitò anche la Chiesa cattolica che temeva la lotta di classe, il marxismo e le idee del socialismo. Papa Leone XIII, il 15 maggio 1891, pubblicò l'enciclica "Rerum Novarum" che conteneva la dottrina sociale dei cattolici. Un dottrina interclassista, che predicava l'inviolabilità della proprietà privata e la conciliazione degli interessi tra sfruttati e sfruttatori. In essa il papa sosteneva che la proprietà privata rappresentava un "diritto di natura"; condannava il socialismo perché sovvertitore dell'ordine esistente; dipingeva la lotta di classe come lo "sconcio maggiore", da rigettare e sostituire con la "concordia sociale". Dato che, aggiungeva, si "deve supportare la condizione propria dell'umanità: togliere dal mondo le disparità sociali è cosa impossibile". Di conseguenza anche lo sciopero veniva definito nella stessa enciclica "sconcio grave e frequente". L'orientamento della Chiesa consisteva insomma nel "conciliare e mettere d'accordo fra loro i ricchi e i proletari, ricordando agli uni e agli altri i mutui doveri". Un orientamento che, non c'è dubbio ha fatto scuola non solo per i cattolici ma anche per i riformisti e i rinnegati del comunismo di tutti i tempi, fino ai nostri giorni. Il 1° Maggio in Italia In Italia la prima celebrazione del 1° Maggio (1890) ebbe un gran successo e dimensioni diffuse e imponenti. Scioperi e manifestazioni si tennero nelle principali città del Paese: a Livorno, nonostante che il governo Crispi l'avesse vietata esplicitamente prendendo a pretesto lo scoppio sospetto di una bomba; a Napoli, Torino, Genova, Palermo, Pavia; inoltre a Roma e Milano con migliaia e migliaia di lavoratori in piazza. Da allora, il 1° Maggio ha segnato momenti storici di lotta incancellabili: le proteste del 1914 contro la prima guerra mondiale imperialista; le lotte operaie del 1920; gli scioperi del 1943 contro la dittatura mussoliniana; le folle immense che riempirono le piazze nel 1945 all'indomani della Liberazione dal nazifascismo; la manifestazione di Portella della Ginestra del '47 dove fu compiuta la prima strage di Stato; le grandi lotte del '68 e degli anni '70. Così è stato anche in tutto il mondo. Non solo nel nostro Paese, non solo negli Usa e in Europa, ma anche in Asia, America Latina, Africa, Australia. Che il 1° Maggio abbia sempre avuto un'impronta proletaria, rivoluzionaria, anticapitalista, antifascista e antimperialista è dimostrato anche dal fatto che sia Hitler che Mussolini appena saliti al potere abolirono tassativamente la celebrazione della ricorrenza. Il duce sostituì il 1° Maggio, con la "festa del lavoro" in chiave corporativa fascista, da tenersi il 21 aprile ricorrenza del "natale di Roma". Ecco cosa diceva Lenin in un celebre discorso del 1905: "Compagni operai! Il giorno della grande festa degli operai di tutto il mondo è venuto. Il Primo Maggio gli operai festeggiano il loro risveglio alla luce e alla conoscenza, la loro unione in un'alleanza fraterna per lottare contro ogni oppressione, contro ogni arbitrio, contro ogni sfruttamento per dare un assetto socialista alla società". “ Per i suoi principi, il comunismo è al di sopra del dissidio tra borghesia e proletariato, poiché lo considera giustificato nel suo significato storico soltanto per il presente, non per il futuro; esso intende appunto sopprimere tale dissidio. Riconosce perciò, finchè il dissidio permane, che il risentimento del proletariato contro i suoi oppressori è una necessità, che rappresenta la leva più importante del movimento operaio ai suoi inizi; ma va oltre tale risentimento, perché il comunismo è appunto una causa di tutta l’umanità, non soltanto degli operai.” F. Engels, La situazione della classe operaia in Inghilterra. “ Noi ci chiamiamo comunisti. Che cos’è un comunista? Comunista è una parola latina. Comunista deriva dalla parola comune. La società comunista significa: tutto in comune, la terra, le fabbriche, il lavoro. Ecco cos’è il comunismo!” Lenin, I compiti delle associazioni giovanili. La classe lavoratrice, se s’impossessa di organizzazione e coscienza, può aspirare a un mondo nuovo. Se lo vogliamo, possiamo sognare! Possiamo vivere la vita e non sopravvivere ad essa, se la realtà economico-sociale fa proprio il concetto:” Da ognuno secondo le sue capacità, ad ognuno secondo le sue necessità”.

lunedì 22 aprile 2024

Amore non è amore...

Non sia mai ch'io ponga impedimenti all'unione di anime fedeli; Amore non e' Amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana. Oh no! Amore e' un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; è la stella-guida di ogni sperduta barca, il cui valore e' sconosciuto, benche' nota la distanza. Amore non e' soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore o settimane,ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio: se questo e' errore e mi sara' provato,Io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato. William Shakespeare, Sonetto 116.

venerdì 12 aprile 2024

" Da ognuno secondo le sue capacità, ad ognuno secondo le sue necessità"!

“ Da ognuno secondo le sue capacità, ad ognuno secondo le sue necessità”! Il capitalismo, basato sui rapporti di produzione e sul profitto, propaganda egoismo, ipocrisia, calcolo e convenienza personale nei rapporti umani, ignoranza. Tanti, purtroppo, in determinati periodi storici sono succubi di tali prerogative e vivono una vita come i gabbiani, fondata solo sulla ricerca del cibo. Vi sono, al contrario persone che hanno la passione per una diversa dimensione socio-economica, altruiste, sincere, che vivono i rapporti umani con sincerità e amicizia, che amano la conoscenza. Quest’ultima smonta tutte le false ideologie del sistema e fa vedere che, scientificamente,le lancette della storia possono essere portate avanti in determinate fasi storiche. Esse lavorano per questa meta, talvolta sono sconfitte, ma non sono mai vinte. Sono persone vere. “ Le persone vere spaventano. Per questo spesso rimangono sole. Perchè sono sincere, sono oneste e quando vogliono dire qualcosa, lo dicono nel modo più vero che conoscono.” Margherita Hach Il mondo in cui viviamo ha bisogno di persone vere, leali, oneste, coscienti della verità. “ Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un criminale.” Bertolt Brecht E la verità è che un sistema dove al centro di ogni azione vi è il profitto, con la conseguenza di pochi ricchi e tanti in miseria, di bassi salari, disoccupazione, precariato, non attenzione alla salute delle persone, alla loro istruzione, alla loro vita, propenso a ogni tipo di guerre per difendere interessi propri, non è un mondo ideale per l’umanità intera, anche se tale vogliono farcelo apparire i rappresentanti politici e i vari pugilatori a pagamento con lingua da schiavi. “Esiste un solo bene, la conoscenza, ed un solo male, l’ignoranza.” Socrate Se vogliamo una vita diversa, nuova, umana, nella libertà materiale e spirituale, nell’uguaglianza, nella fratellanza, dobbiamo arrivare a conoscere la verità ed essa può essere acquisita solo con la coscienza tramite la conoscenza. “ Tutti noi abbiamo un’ origine comune, siamo tutti figli dell’evoluzione dell’universo, dell’evoluzione delle stelle, e quindi siamo davvero tutti fratelli e sorelle.” Margherita Hach “Da ognuno secondo le sue capacità, ad ognuno secondo le sue necessità” !

mercoledì 3 aprile 2024

" Chi di speranza vive, disperato muore."

“Chi di speranza vive, disperato muore”. Ogni giorno di più la realta’ economico-sociale mostra l’aumento della pauperizzazione delle masse e l’aumento della ricchezza in mano di pochi. I vari partiti politici, rappresentanti degl’interessi delle frazioni borghesi, hanno “l’illuminazione di padre Cuio, che con molti lumi faceva buio” e fanno discorsi che lasciano il tempo che trovano e non chiariscono nulla, pur di non rendere consapevoli i cittadini della cruda verità. Recitano la parte in commedia, basata sul nulla, senza affrontare mai la realtà misera dei lavoratori, dei pensionati, di chi cerca un lavoro o di chi lavora, ma non riesce, comunque ad arrivare a fine mese per i bassi salari. Il capitalismo è disuguaglianza, è miseria per molti e ricchezza per pochi, è guerra, come dimostrano quelle in atto, portate avanti perché il vecchio ordine mondiale, nato dopo la seconda guerra mondiale, non è più attuale. I rapporti di forza tra le potenze sono variati e le nuove forze cercano di avere più peso negli organismi economico-finanziari internazionali. Le vecchie potenze non accettano, non vogliono cedere ed è scontro. Alla fine, come sempre è avvenuto nella storia, il nuovo prenderà il posto del vecchio, ma questo passaggio non sarà indolore per l’umanità. E’ un furto legalizzato ai danni della classe lavoratrice. La lotta donchisciottesca agl’ immigrati, che regolarmente vengono sfruttati e che sono nostri fratelli con cui unirci nella lotta, alla povertà, alle disuguaglianze sono parole vuote se non si affronta il nodo della questione, che è quello di vivere in una società, basata sul profitto e dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Dicono :” Nessuno rimarrà indietro!” Stanno aumentando quelli che non riescono a tenere la marcia. Ci parlano di destra e sinistra, consapevoli che sono solo i posti occupati in Parlamento, poiché ambedue hanno un’idea di società comunque capitalista, solo per illudere che vi siano differenze sostanziali. Non stufi di aver propagandato la controrivoluzione borghese di Stalin ed altre aberrazioni capitalistiche come comunismo, addirittura parlano della Cina come comunista. Scambiare il capitalismo di Stato, che sempre capitalismo è, per comunismo è quantomeno ignoranza culturale. Tutto serve a nascondere la verità ed ad allontanare i lavoratori dalla coscienza che, fin quando ci sarà il capitalismo, ci saranno disuguaglianze, disoccupazione, miseria, guerre. Tanti esseri umani in questo sistema vivono nella speranza che qualcosa cambi, senza rendersi conto di fare come “l’asino che porta vino e beve acqua”. Chi spera in un partito, chi nella religione, chi in un colpo di fortuna, ma, alla fine, la speranza lascia il posto alla disillusione, allo sconforto, alla depressione, senza accorgersi che piano piano così si muore e si lascia campo libero all’avversario di classe. La dimensione economico-sociale attuale non potrà mai essere cambiata con il romanticismo, con la speranza, con le illusioni , con la fede, ma con la scienza. Se noi ci appropriamo di essa, non solo avremo un’ analisi corretta delle situazioni immediate e storiche della società capitalistica, ma sapremo come agire nel presente e nel futuro nel determinarsi di realtà storiche diverse e non avremo false speranze, illusioni, demoralizzazioni, perché avremo la coscienza. La conoscenza fa paura! Dicono, quando bisogna prendere un provvedimento per i lavoratori o i pensionati, “Non ci sono i soldi”! Per la banche, per le imprese però ci sono ! Sopportare nel bilancio dello Stato un’evasione di centinaia di miliardi è possibile! Lasciare senza riscossione più di mille miliardi, il doppio di un bilancio annuale dello Stato, di crediti non pagati è normale. Non sono incidenti di percorso, ma, semplicemente, situazioni coerenti con il sistema, dove comanda la borghesia , che cerca di salvaguardare la sua base di massa, la piccola borghesia, in Italia, in gran parte, parassitaria. Anche se la realtà economica colpisce pure questa branca della società. Si assiste al calo degli esercizi commerciali, meno 22000 nell’ultimo anno, dei professionisti, vi sono legali che non riescono a pagare neppure la loro quota all’ordine. Costoro pensano di essere coperti nei loro interessi dalle norme governative, ma non si rendono conto che il loro peso sociale è destinato a ridursi sempre di più. Paragonano lo Stalinismo, che non c’entra nulla con il comunismo, al nazismo ed al fascismo, pur di demonizzare il loro vero incubo: il comunismo. Intanto sempre più si rivaluta il fascismo ed il nazismo, l’altra faccia della democrazia borghese, senza spiegare e far conoscere la ferocia barbarica di quelle esperienze storiche, e s’illude che possano migliorare la condizione dei lavoratori senza coscienza. I capitalisti hanno la loro forza nel denaro, con cui, tra l’altro, foraggiano i pugilatori a pagamento con lingua da schiavi, noi abbiamo il numero, che, senza strategia ed organizzazione, è ininfluente. Se, invece, si appropria di scienza, organizzazione e strategia, è imbattibile! “ Il più grande movimento di liberazione di una classe oppressa, della classe più rivoluzionaria della storia, non potrebbe esistere senza una teoria rivoluzionaria…Si chiama marxismo…” Lenin Il marxismo è la scienza per una nuova realtà economico-sociale, in cui ogni essere umano possa, liberamente esprimere le sue capacità ed avere secondo la sue necessità. Con lo sviluppo attuale ogni essere umano nel mondo potrebbe vivere nell’abbondanza, mentre nel capitalismo miliardi di persone sono sotto alimentate e soffrono la fame. Non è un accidente, ma una scelta di sistema, di un sistema, basato sul profitto. “La ripartizione degli oggetti di consumo è ogni volta soltanto conseguenza della ripartizione delle condizioni di produzione. Ma quest’ultima ripartizione è un carattere del modo stesso di produzione.” Marx Il capitale è un prodotto comune e non può essere messo in moto se non dall’attività comune di molti membri della società, anzi, in ultima istanza, soltanto dall’attività comune di tutti i membri della società. Se dunque il capitale viene trasformato in proprietà comune, appartenente a tutti i membri della società, ciò non vuol dire che si trasformi una proprietà personale in proprietà sociale. Si trasforma soltanto il carattere sociale della proprietà. La proprietà perde il suo carattere di classe. Se si vuole un futuro diverso la strada passa per una nuova dimensione sociale, che bisogna conquistarsi con la scienza, l’organizzazione, la strategia. Passare dal regno della necessità al regno della libertà, nel senso della soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali, si può e così sarà. Il capitalismo è ormai al termine della sua funzione storica. Lottare per il comunismo è lottare per il futuro! “ La libertà materiale e la libertà spirituale sono intimamente legate l’una all’altra. La civiltà presuppone uomini liberi, perché soltanto da uomini liberi essa può venire concepita e realizzata. Albert Schweitzer, Rispetto per la vita.