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venerdì 11 novembre 2022

Tassa piatta e stralcio cartelle: chi ci guadagna?

La Stampa 11.11.22 Flat tax e stralcio delle cartelle esattoriali: ecco chi ci guadagnerà di più e come cambieranno gli stipendi Le simulazioni caso per caso per partite Iva, dipendenti pubblici e privati PAOLO RUSSO 11 Novembre 2022Aggiornato alle 10:01 (ansa) Maxi sconti fiscali per gli autonomi e formato mini per quei pochi dipendenti che di questi tempi possono dire di aver guadagnato di più rispetto agli ultimi tre, quattro anni. Il tutto con un premio agli evasori che potranno saldare cartelle esattoriali da 50mila euro con un risparmio di oltre 22mila euro. Sono gli effetti della manovra fiscale che il governo si appresta a varare con la legge di bilancio. I vantaggi per gli autonomi La flat tax estesa da 65 a 85mila euro di reddito per il popolo delle partite Iva molto probabilmente si farà, perché a dirlo ora non è più solo la Lega, da sempre primo sponsor della “tassa piatta”, ma anche un esponente di punta di FdI, come il vice-ministro dell’Economia, Maurizio Leo, responsabile economico del partito di Giorgia Meloni. La misura dell'incremento della Flat tax da 65 mila a 85 mila euro «non dovrebbe costare cifre elevate. È una misura che è condivisa anche a livello europeo, che stimola la crescita e contrasta l'evasione fiscale», ha detto anticipandone il via libera, sia pura in misura ridotta rispetto all’applicazione fino a 100mila euro di reddito promessa in campagna elettorale. Così fino a 85mila euro di reddito si applicherebbe l’aliquota piatta del 15% e anziché portare in detrazione spese e Iva si entrerebbe nel regime forfettario che fa detrarre una quota fissa del 22% di quanto guadagnato da professionisti, artigiani e commercianti. Con quali effetti lo ha calcolato per La Stampa lo Studio tributario Timpone, uno dei più noti della Capitale. Con un reddito di 75mila euro un geometra single oggi tra Irpef, addizionali regionali e comunali versa 27.917 euro di imposta. Con la flat tax al 15% l’importo si riduce invece a 8.775, calcolando che la detrazione forfettaria delle spese è di 16.500. Il risparmio è quindi di 19.142 euro. Che paradossalmente scende a 14.992 euro se si ha un coniuge e un figlio a carico, visto che al vantaggio dell’aliquota più bassa si contrappone la perdita di 1.150 euro di detrazione per il figlio e 3mila di oneri detraibili. Ma poiché la flat tax non è progressiva, più si guadagna e più il fisco si mostra generoso. Ecco così che un artigiano che di euro ne ha guadagnati 85mila se single anziché versarne 32.586 di imposte se la caverà con 9.945 euro di tasse con un risparmio più che doppio, visto che in tasca del nostro libero professionista resterebbero ben 22.641 euro. Vantaggio che scende a 18.491 con coniuge e figlio a carico per gli stessi motivi esposti nel caso del geometra. Quelli più modesti per i dipendenti Va comunque decisamente peggio per i dipendenti, ai quali la flat tax verrebbe applicata solo sulla eventuale quota di maggior reddito rispetto al massimo guadagnato negli ultimi tre, se non quattro anni. Nella maggioranza dei casi, viste le cattive acque in cui versa la maggior parte delle imprese e gli stipendi bloccati dei dipendenti pubblici, pochi saranno coloro che brinderanno ad aumenti sostanziosi. Ma mettiamo il caso di un dipendente che tra promozione, straordinari e benefit balzi da 30mila a 50mila euro di reddito. Oggi con la tassazione ordinaria verserebbe 14.400 euro, un domani con la “flat tax incrementale” cara alla Meloni se la caverebbe con 9.700, pari a un risparmio di 4.700 euro, non da buttare, ma che resta poca cosa rispetto al fisco amico degli autonomi. «Fermo restando -spiega Gianluca Timpone- che sarebbe utile fissare un tetto massimo allo stipendio di chi può avvantaggiarsi della flat tax incrementale perché sarebbe forse eccessivo premiare oltremisura manager che magari incamerano aumenti anche di qualche centinaia di migliaia di euro». Ma se la flat tax incrementale fosse estesa anche agli autonomi, ad avvantaggiarsene potrebbe essere il popolo dei commercianti, che per abbattere gli utili di impresa e la relativa tassazione, spesso si auto attribuiscono uno stipendio in qualità di amministratori. Che potrebbero avere la tentazione di aumentare in misura più che robusta, sapendo di dover pagare sulla quota incrementale solo il 15%, alleggerendo però nello stesso tempo il resto della tassazione sull’impresa commerciale. I vantaggi della sanatoria fiscale Con la sanatoria fiscale la manovra sembra poi voler tendere un’altra volta la mano agli autonomi, i quali sicuramente in maggior misura dei dipendenti, che le tasse le pagano alla fonte, possiedono una quota consistente dei quei 23milioni di cartelle esattoriali pronte a partire da qui a fine anno verso i contribuenti infedeli. Qui le ipotesi allo studio in vista della manovra partono da una sanatoria per le cartelle entro 2.500 euro di valore dietro il versamento di un modesto 20% dell’importo dovuto, interessi e sanzioni compresi. Secondo i calcoli dello Studio Timpone una cartella da 1.500 euro, che lievita a 2.050 con interessi e sanzioni, si ridurrebbe invece a 1.260 euro, con un risparmio di 790 euro, calcolando che una quota per gli interessi, sia pur minima, sarebbe comunque dovuta. Per le cartelle di importo superiore a 2.500 euro si applicherebbe invece il “saldo e stralcio” che in questo caso consentirebbe di cavarsela pagando per intero l’imposta dovuta, ma con una maggiorazione del solo 5% in sostituzione di interessi e sanzioni, «che mediamente pesano un buon 40%», spiega Gianluca Timpone. Ecco allora che l’esborso per 50mila euro di tasse non pagate, che oggi lievitano a 75mila euro, scenderebbe a 52.500, con un risparmio di 22.500 euro da pagare in comode rate quinquennali da 729 euro mensili. Anche se, secondo il tributarista, «Il meccanismo così come concepito per avere più appeal dovrebbe prevedere l’abbattimento dell’80% degli importi anche per cartelle di valore superiore, magari fissando un limite Isee che tenda la mano a chi è effettivamente in difficoltà».

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