Prima i lavoratori!
Per ingannare e tenere
stretti i lavoratori alla catena del
capitale in ogni periodo il sistema borghese ed i suoi pugilatori a pagamento
con lingua da schiavi, oltre a vari strumenti ideologici e religiosi, alcuni vecchi
e riverniciati, altri nuovi, lanciano slogan. L’ultimo è quello di enunciare a
gran voce: “ Prima gli americani!” “Prima gli ungheresi!” “ Prima i polacchi!”
“Prima gl’italiani!” Insieme ai nuovi slogan si mettono in campo nuovi
interpreti, visto che il tempo, oggi in modo più veloce, logora i precedenti.
Si pensi in Italia a Berlusconi, Monti, Renzi, per stare solo agli ultimi anni.
Insieme ai nuovi rappresentanti degl’interessi del sistema, a volte, si fanno
entrare sulla scena nuovi partiti, si pensi a “La Republique en marche” in Francia,
a “Cinque stelle” in Italia. Come se costruire un partito politico fosse
facile! I nuovi attori della scena politica, o vecchi riciclati, tipo Macron e
Salvini, propagandano nuovi scenari e promettono presente e futuro migliori.
Nei fatti continuano l’opera dei precedenti governanti. Macron in Francia continua
l’opera di demolizione dei diritti dei lavoratori, In Italia, più avanti della
Francia nell’eliminazione dei diritti di chi lavora, al di là della propaganda, si stabilizza lo “in statu quo ante”, ovvero
le condizioni di prima. Negl’ultimi anni c’è stato un attacco agli stipendi,
alle condizioni di lavoro, ai diritti. Il lavoro è diventato sempre più
precario. Il presente ed il futuro si presenta denso d’insicurezza. I “Cinque
stelle” nel programma ante elezioni avevano promesso, tra le altre cose,
l’abolizione del jobs act, della legge Fornero, la riduzione dell’orario di
lavoro a 28 ore settimanali, il reddito di cittadinanza. “ La Lega-Salvini
Premier” aveva promesso , insieme ad altre proposte, come primo atto del nuovo
governo l’abolizione della legge Fornero, la Flat Tax, pagamento immediato dei
debiti della PA, uso dei fondi europei per azzerare gap infrastrutturale,
aumento pensioni minime ed assegno anche alle mamme, assegni familiari più consistenti,,
raddoppio pensioni minime d’invalidità, asili nido gratuiti, blocco degli
sbarchi degl’immigrati e respingimento
assistiti. Appena al governo, Salvini aveva promesso il rimpatrio di 600.000
migranti. Sono trascorsi circa tre mesi e mezzo dall’insediamento del nuovo
governo e l’unico atto approvato è il “decreto Di Maio”, pomposamente chiamato
“decreto dignità”, che andrà in vigore dal primo ottobre 2018 e che nulla
risolve in tema di precarietà del lavoro. Nel frattempo abbiamo assistito ad una
propaganda feroce sulla questione migranti e sulla pelle di tanti esseri umani,
anche con atti simbolici, propagandati al massimo dai mass-media, nascondendo
che il 90% di essi giunge in Italia ed in altri Paesi con il visto turistico.
Nascondendo anche le tante piccole imbarcazioni approdate sulle spiagge della
Sicilia, della Calabria, della Puglia. Abbiamo assistito al braccio di ferro
(sic) con l’Europa nel tentativo di avere più soldi nel prossimo bilancio, non
potendo contare su cifre desiderate, visto il forte debito pubblico. D’altronde
il nuovo governo, come i precedenti, non vuole assolutamente toccare
gl’interessi della piccola borghesia, i cui interessi tutti i partiti
rappresentano, e varare leggi, magari copiando dagli U.S.A., contro l’evasione
fiscale e contributiva, che supera i 300 md. l’anno. Non intende assolutamente
procedere per recuperare i 100.000 miliardi
di crediti vantati da Equitalia, che sia la Lega sia Cinque stelle
vogliono abolire. Eppure se si facessero pagare le tasse a tutti, non solo
ognuno pagherebbe meno, ma tutti i problemi dell’Italia sarebbero risolti,
costando lo Stato sociale circa 500 md. all’anno. Si potrebbe avere una scuola,
una sanità, un servizio di trasporti migliori; andare in pensione prima ed in
età accettabile e non con la badante; avere un reddito di vita per tutti i
disoccupati, come in altri Paesi europei, garantire a tutti uno Stato sociale
reale e non fantomatico. I programmi elettorali dei partiti di governo sono
ancora sulla carta e lì rischiano di rimanere. Non lottando contro l’evasione
fiscale e contributiva, non aggredendo gli sprechi e le elargizioni, non c’è
spazio per aumentare la spesa dello Stato, se non con l’aumento del debito
pubblico, che dal 2000 ad oggi è aumentato di circa il 130%. In Italia l’assetto
produttivo è composto per il 90% circa da piccole imprese. Non esiste una
borghesia vera se non in minima parte. Si aggiunga poi il peso non indifferente
della piccola borghesia parassitaria e si avrà il quadro di un capitalismo
straccione. Ne discende che ogni partito parlamentare è più attento a quel tipo
d’interessi nella difesa dei rapporti di produzione. Ne consegue che, essendo
quella classe reazionaria e conservatrice, veda ogni cambiamento come una
rovina. I suoi rappresentanti, coerenti con gl’interessi che rappresentano, non
portano avanti una maggiore concentrazione produttiva, incrementando la parte
tecnologica, non indirizzano la loro azione politica in modo da superare
situazioni di privilegio e di blocco del mercato nella distribuzione dei
carburanti, nella distribuzione delle merci, nel rendere aperte situazioni
settoriali chiuse e non aperte al mercato. Questa realtà porta ad avere sul
mercato produzioni, al di là di poche eccezioni, a basso contenuto tecnologico,
che per essere competitive hanno necessità di avere un costo del lavoro basso
ed una forza lavoro non flessibile, ma precaria. La conseguenza è che i salari
italiani siano tra i più bassi del mondo, che la precarietà italiana sia tra la
più che alta, che si vada in pensione più tardi che in altri Paesi, che i
servizi sociali siano, in divenire ancora di più, tra i più scadenti del mondo.
Non che negli altri Paesi non vi sia un attacco alle condizioni salariali, di
lavoro, di diritti dei lavoratori, ma si parte da dimensioni migliori nei
salari, negli orari, nei diritti e non si arriva ai livelli italiani. D’altronde
il capitalismo è profitto ed ha necessità di plusvalore per averlo. In un mondo
capitalistico globale voler chiudersi nei propri confini indica un’analisi
della realtà confusa, che, sviluppandosi nella difesa del nazionalismo,
potrebbe portare anche a situazioni tragiche. Nel capitalismo i confini sono
solo in geografia. Non esistono per il denaro e le merci. La competitività
delle merci è determinata dal prezzo, questi dal costo del lavoro fisso e
variabile. Meno lavoro fisso vi è in una merce e più il plusvalore
estratto cade sulle spalle del lavoro variabile. Il nuovo governo, stante l’attuale
realtà socio-economica, per i lavoratori nulla cambierà, per la borghesia
grande e piccola invece continuerà a cercare di dare vantaggi, ma i margini saranno
sempre più ristretti. La Lega ed i Cinque stelle, come i loro predecessori, mancano
di visione capitalistica e cercano di arrangiarsi. La visione non si costruisce
e realizza in un giorno, ha bisogno di tempo e di strategia chiara. Per
distogliere l’attenzione, aiutati dai mass-media, drammatizzeranno sempre più
le migrazioni, la cronaca nera, lo scandalismo, l’etica morale e religiosa. Per
i cittadini, per i lavoratori ci sarà la crescita delle disillusioni, delle
frustrazioni, delle rassegnazioni, dell’individualismo, dell’isolamento dalla
vita sociale e politica. Così facendo, faranno gl’interessi della grande e
piccola borghesia. Ci saranno spettatori, spettatori interessati, ma sempre
meno protagonisti. Essere protagonisti vuol dire non sottomettersi ed
arrendersi mai, studiare, conoscere, prendere coscienza della realtà in cui
viviamo, avere tattica e strategia per superare questa realtà, lottare per un
mondo migliore, dove “ Dove ognuno possa dare secondo le sue capacità ed avere
secondo le sue necessità” Nel mondo vi sono circa sette miliardi di persone.
Siamo tutti fratelli e sorelle, senza distinzione di colore della pelle, di
lingua, di razza. Tutti meritano di vivere una vita serena e bella. Oggi non è
così. Innumerevoli tragedie colpiscono l’umanità. Una vita migliore ed un mondo
migliore non vi potrà mai essere in un sistema basato sullo sfruttamento dell’uomo
sull’uomo. La democrazia borghese è la libertà di fare profitto. “Con le chiacchiere
non si riempie la pancia. La pancia si riempie con la pasta asciutta.” Diceva
mio nonno.
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