Non siamo tutti sulla stessa barca.
Non siamo tutti sulla stessa
barca. Meglio sulla stessa nave nella tempesta c’è chi viaggia in prima classe,
chi in seconda, chi in terza, chi in mare in una barca di salvataggio, chi
cerca di salvarsi disperatamente a nuoto e chi, non sapendo nuotare, è già
spacciato. In questa situazione di pandemia tutte le classi sociali sono
colpite, ma in modo differente. La differenza di reddito e di condizioni di
vita hanno determinato anche una differenza nell’affrontare il “confinamento” e
nelle morti. Il 50% dei decessi, secondo fonti dell’ OMS, in Europa sono
avvenuti nelle Case di riposo. Nel Vecchio Continente, come pure nelle
Americhe, gli anziani sono finiti spesso dimenticati ed abbandonati. Il
Covid-19 non ha sottratto al lavoro gli operatori della sanità, i lavoratori
della grande distribuzione, della logistica, dei trasporti, operai e tecnici
delle manifattura, comparti del pubblico impiego, che hanno affrontato la
situazione a viso aperto. Anche il dopo “ confinamento” non è uguale per tutti,
visto che milioni di lavoratori hanno perso il posto di lavoro o stanno per
perderlo. Si pensi ai lavoratori senza contratto e senza protezione alcuna.
Secondo recenti stime dell’ ILO, sono circa il 60 % del totale i lavoratori che
fanno parte del settore “informale”, due miliardi di persone. La comunità
scientifica internazionale fin dai tempi della Sars, 2003, aveva lanciato l’allarme su una probabile pandemia.
Ne riparlò dopo l’Ebola del 2009. L’OMS raccomandò gli Stati aderenti a
formulare piani di emergenza. Questo non è avvenuto. I vari Paesi, sottomessi
al caos dei mercati ed alla logica del profitto, non hanno investito sui mezzi
per intervenire in situazioni di tale drammaticità. In Italia, ma non solo,
mancavano i dispositivi di protezione individuali, le attrezzature per le
terapie intensive, i posti letto dedicati. Mancavano le mascherine, perché in
Europa non vi era alcuno che le producesse. Non conveniva, non rendevano, erano
tra le produzioni delocalizzate nei Paesi asiatici a più bassi salari. Il
sistema porta avanti l’ideologia del “tutti saranno protetti e nessuno sarà
lasciato solo”, ma tanti non sentono sulla loro pelle queste parole e vedono il
presente ed il futuro non roseo. Vedono nero tanti lavoratori dipendenti, ma anche
tanti lavoratori autonomi e molti professionisti. Si spera di “tornare presto
alla normalità”, trascurando che questa è la normalità del capitalismo. Le
crisi sono insite nel sistema attuale.
“ Un’ epidemia, che in altra
epoca storica sarebbe parsa un controsenso, un’epidemia sociale si rivela nelle
crisi, ed è quella della sovrapproduzione. . . Le forze produttive di cui essa
dispone non servono più a favorire lo sviluppo della civiltà borghese e dei
rapporti di produzione borghese; anzi sono troppo potenti per tali rapporti,
che divengono perciò un impedimento; e
tutte le volte che queste forze soverchiano l’impedimento mettono in
disordine l’intera società, e minacciano l’esistenza della proprietà borghese.
I rapporti borghesi sono diventati oramai troppo angusti per contenere la
ricchezza che essi stessi producono. Come riesce la borghesia a superare le
crisi? Per un verso tramite la distruzione forzata di una grande quantità di
forze produttive; e per un altro verso tramite la conquista di nuovi mercati e
il più intenso sfruttamento di quelli esistenti. Come, dunque? Preparando nuove,
più estese e formidabili crisi e diminuendo i mezzi per ovviare alle crisi
future.”
K. Marx - F.Engels, Manifesto del
partito comunista.
L’unico modo per superare la
normalità dei rapporti di produzione, causa di crisi, di guerre, di disuguaglianze,
di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, di non soddisfazione dei bisogni materiali
e spirituali, è andare oltre questo sistema economico-sociale. Gli esseri umani
dovrebbero lottare non per il diritto al lavoro, all’interno del quale vi è lo
sfruttamento, il plusvalore e il profitto, ma per il diritto alla vita, in cui
il lavoro, rapporto essere umano-natura, sia base per un’esistenza libera,
eguale, con la pancia piena e la mente cosciente per una vita con al centro l’essere
umano ed i suoi bisogni. Il Covid-19, oltre a far risuscitare la classe
lavoratrice, che dicevano scomparsa, come motore della società, ha messo in risalto tutte le carenze del
capitalismo, nascoste sotto l’umanesimo del “siamo tutti sulla stessa barca e
nessuno sarà lasciato indietro” e delle sue campagne sulla libertà d’impresa e
sul meno Stato sociale con il mercato unico regolatore del sistema. Ha fatto
risaltare la differenza tra esseri umani ed altri esseri umani; l’approssimazione
della scienza borghese, visti anche i pochi investimenti in questo campo, con
sciacalli travestiti da scienziati; la discrepanza tra parole e fatti; la
compattezza, con ognuno a recitare una parte nella commedia, dei vari
rappresentanti politici della borghesia e piccola borghesia; la volontà di
peggiorare le condizioni di vita e di lavoro di chi vive di lavoro con più
libertà nella gestione della forza lavoro. La carenza del sistema è stata
visibile nelle centinaia di migliaia di persone, malate di cancro, di
cardiopatia, di ipertensione arteriosa, di demenza, di diabete e di altre malattie
lasciate ai margini; milioni di visite specialistiche già programmate annullate
e non ancora riprese; visite da programmare con liste di attesa che vanno dall’anno
ad oltre due anni. E poi si parla di diritto alla salute! Sulla carta, non nei
fatti.
“ La conoscenza è l’unica droga
che crea indipendenza.”
Anonimo
Per sottrarsi alla propaganda dei
ciarlatani della politica borghese, dei magliari, travestiti da capitalisti,
visto che insegnano che il capitale investito è un rischio, ma poi pretendono
di fare investimenti con denaro pubblico, circa il 90% delle entrate fiscali
dello Stato sono a carico dei lavoratori dipendenti e pensionati, bisogna
conoscere e prendere coscienza della realtà socio-economica.
“ Nessuno può donare la libertà
alla tua mente se non tu stesso.”
Anonimo
Il sistema non regalerà mai la libertà
della conoscenza, ma a piene mani donerà la schiavitù dell’ignoranza per meglio
controllare e dirigere ogni mente nelle azioni conseguenti.
Fanno sembrare i vari gruppi
politici che li rappresentano come fautori di proposte migliorative delle
condizioni di vita dei cittadini, ma essi rappresentano le varie frazioni all’interno
del sistema ed i loro interessi. Nessuno di essi rappresenta chi lavora per
vivere. Nessuno di essi è contro i rapporti di produzione e contro il profitto,
basi di questa dimensione economico-sociale e cause della realtà in cui
viviamo.
La differenza tra chi vuole un
mondo nuovo e chi difende il vecchio mondo è tutta qua: chi è per i rapporti di
produzione difende il vecchio, che spesso si camuffa da nuovo, chi è contro i
rapporti di produzione è per un mondo nuovo.
Un mondo nuovo in cui ogni essere
umano “ possa dare secondo le sue capacità ed avere secondo le sue necessità” e
il libero sviluppo di ciascuno è la
condizione del libero sviluppo di tutti.
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