Una luce nel labirinto

Una luce nel labirinto
Non arrendersi mai.

una luce nel labirinto

una luce nel labirinto
Non sottomettersi mai.

lunedì 8 giugno 2020

Non siamo tutti sulla stessa barca.

Non siamo tutti sulla stessa barca.

 

Non siamo tutti sulla stessa barca. Meglio sulla stessa nave nella tempesta c’è chi viaggia in prima classe, chi in seconda, chi in terza, chi in mare in una barca di salvataggio, chi cerca di salvarsi disperatamente a nuoto e chi, non sapendo nuotare, è già spacciato. In questa situazione di pandemia tutte le classi sociali sono colpite, ma in modo differente. La differenza di reddito e di condizioni di vita hanno determinato anche una differenza nell’affrontare il “confinamento” e nelle morti. Il 50% dei decessi, secondo fonti dell’ OMS, in Europa sono avvenuti nelle Case di riposo. Nel Vecchio Continente, come pure nelle Americhe, gli anziani sono finiti spesso dimenticati ed abbandonati. Il Covid-19 non ha sottratto al lavoro gli operatori della sanità, i lavoratori della grande distribuzione, della logistica, dei trasporti, operai e tecnici delle manifattura, comparti del pubblico impiego, che hanno affrontato la situazione a viso aperto. Anche il dopo “ confinamento” non è uguale per tutti, visto che milioni di lavoratori hanno perso il posto di lavoro o stanno per perderlo. Si pensi ai lavoratori senza contratto e senza protezione alcuna. Secondo recenti stime dell’ ILO, sono circa il 60 % del totale i lavoratori che fanno parte del settore “informale”, due miliardi di persone. La comunità scientifica internazionale fin dai tempi della Sars, 2003, aveva  lanciato l’allarme su una probabile pandemia. Ne riparlò dopo l’Ebola del 2009. L’OMS raccomandò gli Stati aderenti a formulare piani di emergenza. Questo non è avvenuto. I vari Paesi, sottomessi al caos dei mercati ed alla logica del profitto, non hanno investito sui mezzi per intervenire in situazioni di tale drammaticità. In Italia, ma non solo, mancavano i dispositivi di protezione individuali, le attrezzature per le terapie intensive, i posti letto dedicati. Mancavano le mascherine, perché in Europa non vi era alcuno che le producesse. Non conveniva, non rendevano, erano tra le produzioni delocalizzate nei Paesi asiatici a più bassi salari. Il sistema porta avanti l’ideologia del “tutti saranno protetti e nessuno sarà lasciato solo”, ma tanti non sentono sulla loro pelle queste parole e vedono il presente ed il futuro non roseo. Vedono nero tanti lavoratori dipendenti, ma anche tanti lavoratori autonomi e molti professionisti. Si spera di “tornare presto alla normalità”, trascurando che questa è la normalità del capitalismo. Le crisi sono insite nel sistema attuale.

 

“ Un’ epidemia, che in altra epoca storica sarebbe parsa un controsenso, un’epidemia sociale si rivela nelle crisi, ed è quella della sovrapproduzione. . . Le forze produttive di cui essa dispone non servono più a favorire lo sviluppo della civiltà borghese e dei rapporti di produzione borghese; anzi sono troppo potenti per tali rapporti, che divengono perciò un impedimento; e  tutte le volte che queste forze soverchiano l’impedimento mettono in disordine l’intera società, e minacciano l’esistenza della proprietà borghese. I rapporti borghesi sono diventati oramai troppo angusti per contenere la ricchezza che essi stessi producono. Come riesce la borghesia a superare le crisi? Per un verso tramite la distruzione forzata di una grande quantità di forze produttive; e per un altro verso tramite la conquista di nuovi mercati e il più intenso sfruttamento di quelli esistenti. Come, dunque? Preparando nuove, più estese e formidabili crisi e diminuendo i mezzi per ovviare alle crisi future.”

K. Marx - F.Engels, Manifesto del partito comunista.

L’unico modo per superare la normalità dei rapporti di produzione, causa di crisi, di guerre, di disuguaglianze, di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, di non soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali, è andare oltre questo sistema economico-sociale. Gli esseri umani dovrebbero lottare non per il diritto al lavoro, all’interno del quale vi è lo sfruttamento, il plusvalore e il profitto, ma per il diritto alla vita, in cui il lavoro, rapporto essere umano-natura, sia base per un’esistenza libera, eguale, con la pancia piena e la mente cosciente per una vita con al centro l’essere umano ed i suoi bisogni. Il Covid-19, oltre a far risuscitare la classe lavoratrice, che dicevano scomparsa, come motore della società,  ha messo in risalto tutte le carenze del capitalismo, nascoste sotto l’umanesimo del “siamo tutti sulla stessa barca e nessuno sarà lasciato indietro” e delle sue campagne sulla libertà d’impresa e sul meno Stato sociale con il mercato unico regolatore del sistema. Ha fatto risaltare la differenza tra esseri umani ed altri esseri umani; l’approssimazione della scienza borghese, visti anche i pochi investimenti in questo campo, con sciacalli travestiti da scienziati; la discrepanza tra parole e fatti; la compattezza, con ognuno a recitare una parte nella commedia, dei vari rappresentanti politici della borghesia e piccola borghesia; la volontà di peggiorare le condizioni di vita e di lavoro di chi vive di lavoro con più libertà nella gestione della forza lavoro. La carenza del sistema è stata visibile nelle centinaia di migliaia di persone, malate di cancro, di cardiopatia, di ipertensione arteriosa, di  demenza, di diabete e di altre malattie lasciate ai margini; milioni di visite specialistiche già programmate annullate e non ancora riprese; visite da programmare con liste di attesa che vanno dall’anno ad oltre due anni. E poi si parla di diritto alla salute! Sulla carta, non nei fatti.

“ La conoscenza è l’unica droga che crea indipendenza.”

Anonimo

Per sottrarsi alla propaganda dei ciarlatani della politica borghese, dei magliari, travestiti da capitalisti, visto che insegnano che il capitale investito è un rischio, ma poi pretendono di fare investimenti con denaro pubblico, circa il 90% delle entrate fiscali dello Stato sono a carico dei lavoratori dipendenti e pensionati, bisogna conoscere e prendere coscienza della realtà socio-economica.

“ Nessuno può donare la libertà alla tua mente se non tu stesso.”

Anonimo

Il sistema non regalerà mai la libertà della conoscenza, ma a piene mani donerà la schiavitù dell’ignoranza per meglio controllare e dirigere ogni mente nelle azioni conseguenti.

Fanno sembrare i vari gruppi politici che li rappresentano come fautori di proposte migliorative delle condizioni di vita dei cittadini, ma essi rappresentano le varie frazioni all’interno del sistema ed i loro interessi. Nessuno di essi rappresenta chi lavora per vivere. Nessuno di essi è contro i rapporti di produzione e contro il profitto, basi di questa dimensione economico-sociale e cause della realtà in cui viviamo.

La differenza tra chi vuole un mondo nuovo e chi difende il vecchio mondo è tutta qua: chi è per i rapporti di produzione difende il vecchio, che spesso si camuffa da nuovo, chi è contro i rapporti di produzione è per un mondo nuovo.

Un mondo nuovo in cui ogni essere umano “ possa dare secondo le sue capacità ed avere secondo le sue necessità” e il libero sviluppo di ciascuno  è la condizione del libero sviluppo di tutti.

 


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