![(7° giorno – Lo stregone non è più capace di dominare le potenze oscure) Ma abbiamo visto che i mezzi di produzione e di scambio sulla cui base si era venuta costituendo la borghesia erano stati prodotti entro la società feudale. A un certo grado dello sviluppo di quei mezzi di produzione e di scambio, le condizioni nelle quali la società feudale produceva e scambiava, l’organizzazione feudale dell’agricoltura e della manifattura, in una parola i rapporti feudali della proprietà, non corrisposero più alle forze produttive ormai sviluppate. Essi inceppavano la produzione invece di promuoverla. Si trasformarono in altrettante catene. […]](file:///C:/Users/Prometeo/AppData/Local/Temp/msohtmlclip1/01/clip_image001.png)
(7°
giorno – Lo
stregone non è più capace di dominare le potenze oscure)
Ma abbiamo visto che i mezzi di produzione e di
scambio sulla cui base si era venuta costituendo la borghesia erano stati
prodotti entro la società feudale. A un certo grado dello sviluppo di quei
mezzi di produzione e di scambio, le condizioni nelle quali la società feudale
produceva e scambiava, l’organizzazione feudale dell’agricoltura e della
manifattura, in una parola i rapporti feudali della proprietà, non corrisposero
più alle forze produttive ormai sviluppate. Essi inceppavano la produzione
invece di promuoverla. Si trasformarono in altrettante catene. Dovevano essere
spezzate e furono spezzate.
Ad esse subentrò la libera concorrenza con la
confacente costituzione sociale e politica, con il dominio economico e politico
della classe dei borghesi.
Sotto i nostri occhi si svolge un moto analogo. I
rapporti borghesi di produzione e di scambio, i rapporti borghesi di proprietà,
la società borghese moderna che ha creato per incanto mezzi di produzione e di
scambio così potenti, rassomiglia al mago che non riesce più a dominare le
potenze degli inferi da lui evocate. Sono decenni ormai che la storia
dell’industria e del commercio è soltanto storia della rivolta delle forze
produttive moderne contro i rapporti moderni della produzione, cioè contro i
rapporti di proprietà che costituiscono le condizioni di esistenza della
borghesia e del suo dominio. Basti ricordare le crisi commerciali che col loro
periodico ritorno mettono in forse sempre più minacciosamente l’esistenza di
tutta la società borghese.
Nelle crisi commerciali viene regolarmente
distrutta non solo una parte dei prodotti ottenuti, ma addirittura gran parte
delle forze produttive già create. Nelle crisi scoppia una epidemia sociale che
in tutte le epoche precedenti sarebbe apparsa un assurdo: l’epidemia della
sovraproduzione. La società si trova all’improvviso ricondotta a uno stato di
momentanea barbarie; sembra che una carestia, una guerra generale di sterminio
le abbiano tagliato tutti i mezzi di sussistenza; l’industria, il commercio
sembrano distrutti. E perché? Perché la società possiede troppa civiltà, troppi
mezzi di sussistenza, troppa industria, troppo commercio. Le forze produttive
che sono a sua disposizione non servono più a promuovere la civiltà borghese e
i rapporti borghesi di proprietà; anzi, sono divenute troppo potenti per quei
rapporti e ne vengono ostacolate, e appena superano questo ostacolo mettono in
disordine tutta la società borghese, mettono in pericolo l’esistenza della
proprietà borghese. I rapporti borghesi sono divenuti troppo angusti per poter
contenere la ricchezza da essi stessi prodotta. -Con quale mezzo la borghesia
supera le crisi? Da un lato, con la distruzione coatta di una massa di forze
produttive; dall’altro, con la conquista di nuovi mercati e con lo sfruttamento
più intenso dei vecchi. Dunque, con quali mezzi? Mediante la preparazione di
crisi più generali e più violente e la diminuzione dei mezzi per prevenire le
crisi stesse.
Marx, Engels,
II manifesto