Erano…
Erano contro il jobs-act, contro
la legge “Fornero”, contro la “buona scuola”, contro l’immunità per i
parlamentari. Dicevano che al primo Consiglio dei ministri avrebbero abolito la
“Fornero”, avrebbero mandato via 600.000 migranti, avrebbero cambiato
“l’Europa”, avrebbero promulgato una legge contro l’evasione fiscale con
manette agli evasori, non avrebbero mai accettato condoni, avrebbero messo una
tassazione unica per tutti ed altro. Il jobs-act è sempre in vigore, la legge
“Fornero” pure, la “buona scuola” procede tranquilla, i migranti sono sempre in
Italia ed altri arrivano sotto il silenzio del circo mediatico, che si sveglia
solo per fare propaganda ogni tanto sulla pelle di quei sventurati, la legge
non è uguale per tutti, l’evasione fiscale cresce e la si agevola con i
condoni, le tasse si continuano a versare come sempre, la realtà economica
peggiora ogni giorno di più con decine di aziende che chiudono e migliaia di
posti di lavoro che si perdono. Tra disoccupati, inattivi, scoraggiati i senza
lavoro sono circa 17 milioni di persone. I cittadini in povertà assoluta e
relativa sono in aumento. Tanti cittadini, come mostrano le ultime elezioni,
circa il 50%, non vota più, sfiduciati dai politicanti del sistema. Il restante
dei votanti si divide tra i vari partiti, tra i quali cresce la Lega, che basa
il suo consenso non sulle promesse mantenute, ma sulla pseudo avversità ai
migranti e sull’appoggio del circo mediatico. Le lavoratrici ed i lavoratori
cascano ancora una volta nell’inganno, come con altri personaggi negli ultimi
vent’anni, e vedono il nemico nel fratello più bisognoso, invece di alzare lo
sguardo verso chi e cosa rendono le condizioni di vita di tante persone sempre
più tristi. Il caso dei “pastori sardi”
è emblematico nel mostrare la realtà della società in cui viviamo. Questi
allevatori sono costretti a vendere il loro latte sottocosto e chiedono un
compenso adeguato. Non si rendono conto però che nel capitalismo ed in una
economia di mercato il prezzo lo fa il mercato stesso. Il 65 % del latte da
loro venduto viene usato per produrre il Pecorino sardo, romano ed il Fiore
sardo, formaggi che stanno subendo un calo di vendita in Italia ed all’estero.
Di conseguenza le aziende casearie riducono il prezzo di vendita ed a seguire
il prezzo di acquisto del latte, intaccando l’economicità delle aziende del
latte. Nel capitalismo il mercato e il profitto sono sovrani ed in una realtà
globale il mercato è sempre più sovranazionale. I confini tra le nazioni sono
solo geografici. Il capitale è mondiale e non ha confini. Per stare sul mercato
bisogna avere prodotti in grado di essere venduti e comprati e più basso è il
contenuto tecnologico più basso è il profitto. Il problema dell’Italia è di
avere tante piccole aziende, la maggior parte con produzione a basso contenuto
tecnologico, le quali per competere operano su salari da fame. Il capitalismo
italiano è rimasto quello straccione dell’inizio del secolo scorso. Vi sono
rare aziende private di grande dimensione e poche statali. Più del 90% sono
piccole o piccolissime unità produttive che si dedicano, in molti casi, a
produzioni da Paesi in via di sviluppo. Le aziende con produzioni ad alto
contenuto tecnologico sono quasi inesistenti. Manca una borghesia con una
visione di un Paese moderno, che miri ad aumentare le dimensioni delle unità
produttive e che investa su produzioni tecnologicamente avanzate. I
rappresentanti politici portano avanti soprattutto le esigenze della piccola
borghesia. Non guardano al presente ed al futuro, ma al passato. Non si
adoperano per cambiare , ma per difendere lo statu quo, facendo ricadere il
peso della conservazione sulle classi più deboli. Non osano porre rimedio
all’evasione fiscale e contributiva, vero cancro della realtà italiana. Se
facessero questo, ci sarebbero centinaia di miliardi per affrontare i nodi
dell’economia e rendere partecipi tutti in egual misura del finanziamento dello
Stato sociale. Tanti ciarlatani e pugilatori a pagamento con lingua da schiavi
affollano le trasmissioni televisive cercando di spiegare la realtà e dando la
colpa di determinate situazioni sempre ad altri. Nessuno che parli e ,
soprattutto indichi vie da percorrere per superare tale realtà, del ritardo
italiano nello sviluppo economico, nell’affrontare la corruzione, l’evasione,
la criminalità organizzata, i mali della burocrazia, la lentezza della
giurisdizione civile e penale. La difesa dello statu quo non porta benefici ai
lavoratori dipendenti, costretti al lavoro precario, ai bassi salari, ai
licenziamenti, ma neanche a larghi strati del lavoro autonomo, che vedono le
loro attività con poca domanda. Quando i soldi non girano è dura per tutti! La
realtà non deve apparire ed il faro negli occhi dei migranti serve a non farci
vedere, a coprire gli occhi con una benda. Togliamoci la luce dagli occhi,
togliamoci la benda!
E potremo vedere che nel 2018 le
banche hanno avuto profitti enormi e che molte aziende hanno goduto dello
stesso rendimento;
che i ricchi sono sempre più
ricchi ed i poveri sempre più poveri ed in aumento;
che la sanità pubblica è sempre
più carente, una visita oculistica ha un anno di attesa, per avvantaggiare
quella privata;
che la scuola peggiora sempre di
più;
che nei trasporti si avvantaggia
solo l’alta velocità ed il resto si arrangi;
che “quota 100” non è “quota 100”
ma “62 +38” con una pensione tagliata dal 5% al 25%;
che il reddito di cittadinanza va
bene, non è proprio simile al reddito minimo tedesco, ma dovrebbe essere
universale;
che i dati trionfalistici
sull’occupazione includono circa 5 milioni di persone che lavorano poche ore
alla settimana, in molti casi un’ora, difatti nei potenziali aventi diritto al
R.D.C. vi sono circa 1 250 000 persone che , comunque, hanno un lavoro;
che la legge non è uguale per
tutti, “Dura lex, sed lex”, vale solo per i cittadini, non per alcuni;
che gli stipendi sono sempre più magri;
che il lavoro precario è sempre
più precario e che nei vari ministeri, anche in quello di Salvini e di Maio,
operano molti in queste condizioni, all’ Anpal sono tutti precari;
che tanti negozi chiudono;
che tante case sono invendute per
l’impossibilità di comprarle, anche per la difficoltà di godere di un mutuo.
Se gli occhi sapranno vedere la
realtà vera, nuda e cruda, avremo un animo diverso, che si specchierà negli
occhi e si porrà in modo nuovo verso chi vive
offrendo al mercato le proprie braccia o la propria mente, al di là del
colore della pelle, del sesso, della nazione, della lingua.
Si dice “ Gli occhi sono lo
specchio dell’anima.”
Se guardiamo senza bende e con
l’ausilio della conoscenza, il nostro animo sarà portato a prendere coscienza
delle cause di tali realtà ed inizierà ad essere libero e pronto a poter
aspirare a dimensioni economico-sociali, aderenti ai bisogni materiali e
spirituali dell’essere umano, liberandosi dalle catene dei rapporti di
produzione e dalla produzione per la produzione per aspirare alla produzione
per il consumo.