Una luce nel labirinto

Una luce nel labirinto
Non arrendersi mai.

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Non sottomettersi mai.

mercoledì 18 dicembre 2013

Il proletariato deve liberare se stesso...

Il proletariato deve liberare se stesso e l’umanità intera. Negli ultimi anni una delle ideologie più propagandate è stata ed è che la “crisi”, presunta tale per il capitale e la rendita, sia responsabilità delle precedenti generazioni e che con nuove nei posti di governo si possa cambiare la realtà. Si “piange” sulla situazione dei giovani, immersi nel precariato e senza futuro, nascondendo la realtà che la percentuale di disoccupati tra i 45 e 65 anni sia la stessa di coloro tra i 18 ed i 35 anni. Ci si addolora per il fatto che tanti lavoratori debbano, stante la situazione attuale, andare in pensione a 70 anni. Si soffre per le donne che hanno poche opportunità di lavoro e di diritti. Ci si dispiace per gli stipendi sempre più magri e le pensioni da fame. Escludendo chi si trova in queste situazioni e che vorrebbe, giustamente, una vita diversa e migliore, coloro che in TV, sui giornali, nella rete, lamentano più fortemente questa realtà sono quelli che l’hanno voluta e creata. E’ B. ed i suoi accoliti, è il PD, è Monti, Casini, la Lega, è la dirigenza sindacale, sono i nuovi illusionisti della politica borghese, Grillo e Renzi, addirittura la BCE e il FMI. Tutti costoro hanno lottato per precarizzare il lavoro, per aumentare l’età pensionabile, per tenere bassi gli stipendi, per ridimensionare le tutele per i licenziati ed i disoccupati. Oltretutto, mentre strillano contro la disoccupazione, la perdita del potere d’acquisto degli stipendi e delle pensioni, contro le poche opportunità per le donne, contro il precariato, preparano altri colpi di mano per aumentare lo sfruttamento dei lavoratori ed asservirli all’interesse del capitale e della rendita. Giocando sulla riduzione dei debiti pubblici, cresciuti negli ultimi anni per effetto dei miliardi di dollari ed euro donati alle banche e non certo per un miglioramento dello Stato sociale, essi camuffano la realtà e fanno passare i lavoratori colpevoli di anni lussuosi, è ridicolo, pur di non dire che le banche hanno aumentato i debiti pubblici. I lavoratori giovani ed anziani sono tutti preda dei rapporti di produzione ieri ed oggi e, se attualmente più forte è l’attacco alle condizioni di lavoro e di vita di chi lavora, lo si deve alla debolezza della classe lavoratrice senza alcuna rappresentanza politica e sindacale, nella parte dirigenziale, nel panorama politico-sindacale borghese. Prendere consapevolezza degl’inganni mediatici e materiali che ogni giorno vengono perpetrati nei confronti dei lavoratori è il primo passo verso la coscienza della propria dimensione e degl’interessi di classe. Il capitalismo non potrà mai garantire piena occupazione, uguali diritti, una vita degna di essere vissuta da esseri umani nella soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali. I suonatori che cambiano servono solo ad illudere che la musica sarà diversa, ma essa non cambia mai! Il capitalismo ha le sue leggi e la prima è fare profitto. Ciò comporta sfruttamento e miseria per miliardi di persone ed agi e privilegi per una minoranza di individui. Il capitalismo eleva l’interesse a vincolo dell’umanità. L’interesse soggettivo ed egoistico determina la dispersione universale, la concentrazione degl’individui su se stessi, l’isolamento, la trasformazione dell’umanità in un aggregato di atomi che si respingono a vicenda. La proprietà privata è la principale estraneazione e fa sì che l’interesse debba essere, giocoforza particolare. Il dominio del capitale si concentra nel dominio della proprietà privata. La proprietà, l’elemento naturale e privo di spirito che si contrappone all’elemento umano e spirituale, viene così elevata sul trono e, in ultima istanza, onde portare a compimento codesta estraneazione, il denaro, questa astrazione vuota ed estraniata dalla proprietà, è stato fatto il signore del mondo. Con il capitalismo l’essere umano ha cessato di essere schiavo dell’uomo ed è divenuto schiavo della cosa. E’ necessario di conseguenza attrezzarsi ed organizzarsi per lottare nell’immediato per la difesa del lavoro, dello stipendio, dei diritti, nello storico per superare una dimensione sociale che è contro la socialità dell’essere umano. “Il proletariato esegue la condanna che la proprietà privata pronuncia su se stessa producendo il proletariato, così come esegue la condanna che il lavoro salariato pronuncia su se stesso producendo la ricchezza altrui e la propria miseria. Se vince, il proletariato non diventa perciò il lato assoluto della società; infatti esso vince solo togliendo se stesso ed il suo opposto. Allora scompare sia il proletariato sia l’opposto che lo condiziona, la proprietà privata…Ciò che conta non è che cosa questo o quel proletario, o anche tutto il proletariato si rappresenta temporaneamente come fine. Ciò che conta è che cosa esso sia costretto a fare storicamente in conformità a questo suo essere” K.Marx, F. Engels “La sacra famiglia”. “ Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente.” K.Marx, F.Engels, “L’ideologia tedesca”. Il comunismo si distingue da ogni movimento finora esistito in quanto rovescia la base di tutti i rapporti di produzione e le forme di relazione finora esistite. Per la prima volta tratta coscientemente tutti i presupposti naturali come creazione degli uomini finora esistiti. La sua organizzazione è quindi essenzialmente economica, è la creazione materiale delle condizioni dell’unione degli esseri umani e dei loro interessi comuni e fa delle condizioni esistenti le condizioni dell’unione. “Nella società borghese il lavoro vivo è soltanto un mezzo per aumentare il lavoro accumulato. Nella società comunista il lavoro accumulato è soltanto un mezzo per rendere più largo, più ricco, più progredito il ritmo di vita degli esseri umani.” K. Marx, F.Engels, “ Il manifesto del partito comunista”. Il futuro è nelle nostre mani e lo possiamo realizzare liberando il proletariato e l’umanità intera dal giogo capitalistico.

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