Una luce nel labirinto

Una luce nel labirinto
Non arrendersi mai.

una luce nel labirinto

una luce nel labirinto
Non sottomettersi mai.

lunedì 1 maggio 2017

Sinistra, destra, centro...


Sinistra, destra. centro, populismo.

Sinistra, destra, centro, populismo sono parole che mediaticamente si sentono spesso per definire posizioni di partiti e movimenti borghesi. Le differenze  a volte sono minime a volte più profonde su temi quali il ruolo dello Stato, l’immigrazione, il lavoro, l’Unione europea, la moneta unica, i diritti civili, il rapporto con le religioni. Sono strumenti di lotta politica borghese per cercare di conquistare posizioni politiche ed economiche e sviare la classe lavoratrice dai suoi veri interessi. Tutti concordano che “ i soldi non ci sono” e che bisogna accettare sacrifici e tagli di ogni tipo. I soldi, invece, ci sono! Sono le centinaia di miliardi di evasione fiscale e contributiva, che, recuperate, coprirebbero più della metà del fabbisogno statale, circa 500,00 miliardi di euro, gli altri 300,00 sono il corrispettivo degl’interessi sul debito. Con l’utilizzo di quella cifra si risolverebbero tanti problemi. Si potrebbero avviare politiche d’investimento su settori produttivi e sulla difesa del territorio, si potrebbe abbassare l’età pensionabile, si potrebbe avere una scuola, una sanità, una rete di trasporti veramente pubblica ed efficiente; si potrebbe dare uno stipendio a chi è disoccupato ed in cerca di lavoro. Si preferisce, invece, non colpire determinate categorie sociali e colpire sempre i lavoratori dipendenti ed i pensionati con una scuola, una sanità, una rete di trasporti sempre più  spinte verso gestioni privatistiche, avvantaggiando gli evasori che, dichiarando redditi bassi, usufruiscono di vantaggi ulteriori, ad esempio sui ticket sanitari, sulle mense scolastiche e sulle tasse universitarie. Tutti, al di là delle differenze parolaie, sono d’accordo sul tenere bassi gli stipendi, affinchè l’economia italiana, basata su settori maturi e da economia in via di sviluppo, con rare eccezioni, possa competere sul mercato mondiale. L’attacco agli stipendi, al di là delle differenze, è comunque un dato comune a tutte le potenze mondiali. D’altronde più bassi sono i salari, più si estrae plusvalore, più si fa profitti. Con la scusa dell’aumento della vita media si manda in pensione più tardi le persone. Questo fatto comporta sia aumento del plusvalore sia del profitto. I diritti del lavoro vengono sempre più smantellati e con l’ottica del nuovo e del mondo che cambia si ritorna ad epoche novecentesche di puro sfruttamento. I luoghi di lavoro sono sempre più caserme. I lavoratori ed i disoccupati sono demoralizzati, senza speranza, persi nella mancanza di sentirsi persone. Sono sballottati da un’ideologia, falsa coscienza della realtà, ad un’altra e, spesso, vedono il nemico nel diverso, nell’immigrato. L’immigrazione serve alla borghesia per avere braccia da utilizzare in settori abbandonati dai residenti e per avere un esercito di riserva di disoccupati, in modo da tener bassa la merce forza lavoro. Nonostante ciò la canea anti immigrazione riempie i mass-media e viene utilizzata per mettere contro  ì lavoratori, simili contro simili. Il nemico non è l’immigrato! Il nemico è il capitalista che sfrutta chi lavora al di là del colore delle pelle! Questa divisione della classe lavoratrice è fonte d’indebolimento e di rafforzamento del capitale. Ogni giorno si vive sulla propria pelle questa realtà nei luoghi di lavoro, nella ricerca di  lavoro, nelle leggi sul lavoro, nell’espulsione dal lavoro. Ognuno sogna una realtà diversa e migliore ed, in tanti casi, segue le ideologie e le illusioni propagandate dal sistema. Ma la realtà non cambia. Sinistra, destra, centro, populismo sono sempre più parole vuote e senza differenza, come è giusto che sia, essendo tutti al servizio del capitale. S’inventa allora in vitro “l’uomo nuovo” né di destra, né di sinistra, né di centro, né populista pur di tenere gl’individui aggrappati al carro della democrazia borghese. Ma “ l’uomo nuovo” è giovane di età, ma vecchio di idee, visto che i suoi concetti sono quelli del massimo liberismo economico e sociale. Di conseguenza ulteriore peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita di chi vive vendendo il proprio cervello o le proprie braccia. Il capitalismo, nonostante sembri forte per la debolezza della classe lavoratrice, è ormai all’epilogo della storia. Nulla più può dare all’umanità di positivo. E’ nato “grondante di sangue”, è vissuto è si avvierà alla conclusione allo stesso modo. La materia è dinamica. Lo stesso concetto vale per l’economia e la società. Il capitalismo, al di là dei suoi travestimenti ideologici, non è per sempre, ma solo una fase della storia dell’umanità. Chi spera in una vita migliore in questo sistema potrà solo illudersi di poterla avere. Le varie forze politiche borghesi, al di là della forma, nella sostanza difendono tutte il sistema capitalistico. Nessuna di loro è contro i rapporti di produzione, contro il profitto, contro la miseria, contro le guerre. Per tutte l’azienda è il caposaldo della loro azione. Dicono che senza aziende non ci sarebbero lavoratori. Semmai è il contrario, senza lavoratori non ci sarebbero aziende. La produzione mondiale per soddisfare le esigenze dell’umanità potrebbe benissimo esserci senza sfruttatori se fosse indirizzata unicamente per la soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali del genere umano, se fosse tutto in comune. Il dilemma è produzione sociale ed appropriazione di pochi o produzione sociale, già esistente, ed appropriazione di tutti. Questa è la differenza tra chi blatera di voler cambiare per non cambiare nulla e chi vuole veramente un mondo nuovo in cui ogni essere umano possa concretamente essere tale. Nell’immediato i burocrati sindacali, invece di farsi propaganda con i referendum, organizzino ed uniscano i lavoratori su riduzione dell’orario di lavoro per avere più occupazione, su stipendio per chi è disoccupato o perde il posto di lavoro, su superamento della legge Fornero, anche questo strumento per aumentare l’occupazione. I capitalisti lottano tra loro per spartirsi i mercati, ma su un punto sono uniti al massimo: il profitto. I lavoratori, divisi  su tutto, prede delle ideologie borghesi, possono trovare l’unità su questi tre obiettivi e lottare per un presente migliore.

“ Fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”

“ …salimmo su, el primo e lo secondo,

tanto ch’i vidi de le cose belle

che porta ‘l ciel, per un pertugio tondo:

e quindi uscimmo a riveder le stelle

Dante Alighieri

“ Per l a filosofia dialettica non vi è nulla di definitivo, di assoluto di sacro; di tutte le cose e in tutte le cose essa mostra caducità e null’altro esiste per essa all’infuori del processo ininterrotto del divenire e del perire, dell’ascensione senza fine del più basso al più alto, di cui essa stessa non che il riflesso nel cervello pensante.”

Marx

La dialettica per Marx  è la scienza delle leggi generali del movimento, così del mondo esterno come del pensiero umano.

Per i capitalisti ed i suoi pugilatori a pagamento con lingua da schiavi il capitalismo e le sue forme sono immutabili.

E’ la fede contro la scienza.

La natura e la storia procedono dialetticamente e non metafisicamente.

Oggi è il primo maggio, una data simbolo per la classe lavoratrice in tutto il mondo. Nato nel 1866 a Chicago nella lotta per le otto ore, fu assunto dalla Seconda internazionale nel 1869 quale giornata internazionale per la riduzione dell’orario di lavoro : “otto ore per lavorare, otto ore per dormire otto ore per educarsi”. Ha segnato oltre cento anni di storia, di lotte economiche e politiche, di vittorie e di sconfitte. E’ un giorno di lotta e di riflessione sul presente ed il futuro dell’unica classe che ha interesse a modificare l’attuale realtà socio-economica ed ad instaurare una società senza classi dove “ Ognuno possa dare secondo le sue capacità ed avere secondo le sue necessità”.

 

 

 

 

 

venerdì 24 febbraio 2017

Superare il capitalismo.

Superare il capitalismo. “Il capitalismo per il suo auto sostentamento avrà bisogno nel tempo di sempre più schiavi e che questi lottino furiosamente l’uno conto l’altro per far si che diminuiscano progressivamente sia le loro retribuzioni sia i loro diritti…” Marx. Viviamo una fase storica in cui la lotta per il profitto realizza la diminuzione delle retribuzioni, la perdita di diritti, maggiore intensità nell’utilizzo della forza lavoro, più sfruttamento . A questa realtà si accompagna una crescita della disoccupazione e forme contrattuali che legalizzano il lavoro nero. Per vivere una vita decente non basta più avere un lavoro, non bastano, in molti casi, neanche averne due. Chi è costretto a vendere le proprie braccia o la propria mente per vivere, vede il presente ed il futuro sempre più incerti. E’ il capitalismo! I pugilatori a pagamento con lingua da schiavi, pur di allontanare le menti dal vedere la vera causa di questa situazione, creano falsi nemici pur di dividere i lavoratori. Fanno sembrare che un governo diverso, dei politici diversi, dei programmi diversi possano mutare la realtà. Ma essa ha la testa dura e non cambia mai in meglio per chi lavora, per il semplice motivo che il capitalismo è basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e sul profitto, sui rapporti di produzione, sulle classi. Se non ci si libera delle basi del sistema attuale, mai l’umanità potrà vivere una vita vera e “goderla in tutto il suo splendore”. Coloro che, nella storia, hanno propagandato e propagandano la riformabilità del capitalismo o sono degl’illusi, se sono in buna fede, o sono degl’ignoranti. Il capitalismo non è riformabile! Vi possono essere momenti storici in cui la lotta dei lavoratori porta a condizioni migliori di lavoro e di vita, ma, appena la forza del movimento cala, anche per mutamenti economico-sociali, il capitale si riprende con gl’interessi ciò che ha dovuto concedere. I pugilatori a pagamento con lingua da schiavi che dicono che non c’è altra società possibile e che propagandano il fallimento del comunismo, prendendo ad esempio la Russia, la Cina ed altre realtà, nelle quali solo loro hanno visto quella forma socio-economica, sono dei falsari della storia. Il tentativo di costruzione di una società comunista, a parte l’esperienza della Comune di Parigi, ha visto nella storia solo l’esperienza della Rivoluzione di ottobre in Russia, che con l’avvento di Stalin ha significato la controrivoluzione e l’instaurazione di un sistema capitalistico di Stato. Dire diversamente è, come minimo, mancanza di cultura. “Abbiamo detto sempre nettamente che questa vittoria non sarà duratura, se non sarà sorretta dalla rivoluzione proletaria in Occidente e che l’unica valutazione giusta della nostra rivoluzione può essere fatta solo dal punto di vista internazionale” Lenin, 1920 L’essere umano che spera e sogna, fin dalla nascita, una vita serena e di soddisfazioni materiali ed intellettuali non vedrà mai realizzare quanto sperato e sognato nel sistema capitalistico. Pensare che ciò avvenga con Tizio o Caio è vera e pura illusione. Il capitalismo ha le sue leggi! O le si accetta o le si supera. Le guerre, la miseria, la disoccupazione, la disuguaglianza, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, l’incertezza nel presente e nel futuro sono insite in questo sistema. Se si accetta il capitalismo, si accettano le realtà di cui sopra e mai alcun “ciarlatano borghese della politica borghese” potrà cambiarle, al di là delle frasi roboanti, ma prive di contenuto, sulla libertà, sull’uguaglianza, sulla giustizia, sull’amore, sul futuro. Le leggi del capitale si eliminano solo e soltanto superando il suo sistema. “ Ma la democrazia pura e semplice è incapace di sanare i mali sociali. L’eguaglianza democratica è una chimera. La lotta dei poveri contro i ricchi non può essere combattuta sul terreno della democrazia o della politica. Anche questo grado è dunque puramente transitorio, l’ultimo mezzo puramente politico che ancora dev’essere sperimentato e dal quale deve svilupparsi un nuovo elemento, un principio che oltrepassa la politica. Questo principio è il socialismo.” F. Engels. “ Lineamenti di una critica dell’economia politica”. Le forze politiche borghesi parlano, parlano, parlano …ma solo di ciò che interessa alla borghesia . Per le banche i soldi ci sono, per i disoccupati, per chi perde il posto di lavoro sono scarsi ed a tempo breve! Il motivo è semplice: in questo sistema domina il profitto, non le esigenze dell’essere umano. Se si vuole avere un mondo migliore, in cui ogni persona possa vivere la vita e non sopravvivere ad essa, bisogna convincersi che l’unica strada possibile è una società in cui “ognuno da secondo le sue capacità e riceve secondo le sue necessità.” “ …il comunismo in quanto effettiva soppressione della proprietà privata quale autoalienazione dell’uomo, e però in quanto reale appropriazione dell’umana essenza da parte dell’uomo e per l’uomo; e in quanto ritorno completo, consapevole, compiuto conservando tutta la ricchezza dello sviluppo precedente, dell’uomo per se quale uomo sociale, cioè uomo umano. Questo comunismo è, in quanto compiuto naturalismo, umanismo… è la verace soluzione del contrasto dell’uomo con la natura e con l’uomo; la verace soluzione del conflitto fra esistenza ed essenza, fra oggettivazione e affermazione soggettiva, fra libertà e necessità, fra individuo e genere. E’ il risolto enigma della storia e si sa come tale soluzione.” K. Marx “Manoscritti economici filosofici”

mercoledì 23 novembre 2016

Prima le persone!

Prima le persone! La ricchezza globale nel mondo è in continuo aumento e fa sì che i ricchi siano sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri; i lavoratori dipendenti vedano il loro stipendio diminuire nel potere d’acquisto; il mercato del lavoro sia sempre più precario e si perda la speranza di una vita vera e dignitosa; le ore lavorate siano inferiori e divise su più persone; la disoccupazione sia sempre uno spettro. Nel sistema la cura della salute è affidata alle possibilità economiche; la scuola è sempre più prerogativa delle classi benestanti; i trasporti sono ottimali per determinati utenti e carentissimi per altri; i lavoratori dipendenti e pensionati pagano le tasse e le categorie autonome e in libera professione possono, in molti casi, evadere il fisco senza che i governi si preoccupino di porre rimedio a questa realtà; regna sovrana l’ideologia “ mancano i soldi”, ma per la finanza, le aziende e la piccola borghesia ci sono; milioni di esseri umani sono costretti ad emigrare dai loro Paesi alla ricerca di realtà che dia loro almeno la speranza di sopravvivere; gl’immigrati sono visti come la peste nei Paesi “più sviluppati”, nonostante contribuiscano al loro benessere; i primi ad essere contro sono proprio coloro che stanno peggio, cullati nelle campagne di stampa delle classi dominanti, e che vedono il nemico nei loro fratelli invece di prendersela con chi li sfrutta e li costringe a vivere una vita di stenti. In questa realtà, triste per chi vive dell’opera delle proprie braccia o del proprio cervello, lo scontro politico tra governi ed opposizioni parlamentari sembra portare avanti proposte politiche diverse, rappresentanti interessi presenti nel sistema, a cui si accodano anche i lavoratori, senza rendersi conto che, così facendo, le proprie esigenze non vengono per nulla salvaguardate. Lo scontro non può essere tra Trump e Clinton, tra Fillon e Le Pen, tra Renzi e Grillo o altri personaggi contro altri ancora, poiché essi, tutti, non si pongono contro il profitto ed il superamento dei rapporti di produzione. Tutti gli effetti negativi del sistema capitalistico sia esso democratico sia esso fascista, quali miseria, disoccupazione, sfruttamento, ingiustizia, disuguaglianza, dipendono essenzialmente dal fatto che è fondato sul primato del profitto. La persona in questa dimensione socio-economica esiste solo per fare profitto ed è una merce come tutte le altre merci prodotte e distribuite. Costruire una società, ove regni il “primato della persona” per vivere una vita che meriti di essere vissuta in tutto il suo splendore e non schiavi ogni giorno dell’ansia del presente e del futuro, è nell’animo di ogni essere umano. Una società ove vengano soddisfatti i bisogni materiali e ove si possa passare dal regno della necessità al regno della libertà , ovvero lo sviluppo delle capacità umane. Il capitalismo non è né il regno della necessità né quello della libertà, poiché non soddisfa le necessità umane ed è un freno alle capacità umane. Pensare in un futuro capitalistico di regno della necessità ed, in seguito, di libertà è pura fantasia! Tutti coloro, individui o gruppi politici, che promettono un futuro diverso senza superare il profitto ed i rapporti di produzione sono dei millantatori coscienti, utilizzati, come i gruppi religiosi ed i pugilatori a pagamento con lingua da schiavi, i pennivendoli, per mantenere lo Statu quo o per adeguare le situazioni alle esigenze del capitale. Prima le persone! Dev’essere un coro che si espanda con forza nell’aria e che silenzi ogni voce contraria. “Nella società borghese il lavoro vivo è soltanto un mezzo per aumentare il lavoro accumulato. Nella società comunista il lavoro accumulato è soltanto un mezzo per rendere più largo, più ricco, più progredito il ritmo di vita degli operai.” K. Marx - F. Engels , “ Il manifesto del partito comunista”.

giovedì 13 ottobre 2016

Il cretinismo parlamentare al servizio del profitto.

Il cretinismo parlamentare al servizio del profitto. “…Infermità che riempie gli sfortunati che ne sono vittime della convinzione solenne che tutto il mondo, la sua storia ed il suo avvenire, sono retti e determinati dalla maggioranza dei voti di quel particolare consesso rappresentativo che ha l’onore di annoverarli tra i suoi membri, e che qualsiasi cosa accada fuori dalle pareti di questo edificio… non conti nulla in confronto con gli eventi incommensurabili legati all’importante questione, qualunque essa sia, che in quel momento occupa l’attenzione dell’onorevole lor assemblea.” F. Engels L’Europa nella lotta quotidiana sul mercato mondiale si trova ad affrontare nodi fondamentali per essere competitiva e cerca di rendere più efficiente il capitalismo. L’essenza del ritornello “ Bisogna fare le riforme!” è nel colpire i salari, le pensioni, lo Stato sociale, le condizioni di lavoro. La propaganda borghese è abile nel far passare vecchie realtà per nuove, nel cercare di convincere chi vive di lavoro dei vantaggi del Jobs Act, che ha aumentato la precarietà e lo sfruttamento dei lavoratori, non certo l’occupazione, al di là dei titoli sui mass-media e che è simile all’”Agenda Hartz” del cancelliere Schroder, che in Germania ha voluto dire 5 milioni di mini-job a 400 euro al mese; della necessità della riforma Fornero, che ha voluto dire aumentare gli anni di sfruttamento della forza lavoro e chiusura al ricambio nei posti di lavoro, contribuendo a tenere fuori dalle attività produttive milioni di giovani, portando negli anni centinaia di miliardi di risparmio nelle erogazioni delle pensioni; della revisione della spesa che colpisce sempre la scuola, la sanità, i trasporti; della correttezza di donare miliardi di euro alle banche ed alle imprese; di altri provvedimenti in linea con la volontà di asservire sempre più i lavoratori al profitto. Le “riforme” sono, dunque, il tentativo borghese di rendere più efficiente il capitalismo, che è un modo di produzione che, per sua natura, è basato sul profitto e sulla divisione in classi ed è, inevitabilmente anarchico e caotico. Di conseguenza nessun governo può risolvere le contraddizioni capitalistiche. La ripresa mondiale è lenta e fragile e viene paventato il timore di essere entrati in una fase di stagnazione secolare. L’incertezza regna sovrana ed i dati sparati dai vari enti internazionali e variati di trimestre in trimestre ne sono la prova. Suscita ansia il rallentamento della Cina dove milioni di lavoratori rischiano il licenziamento nei settori in crisi. Negli ultimi decenni, usando la parola “Riforma” e propagande sofistiche, si sono toccate le liquidazioni, gli scatti di anzianità, la scala mobile, varie volte le pensioni, per un risparmio, calcolando il periodo dalla riforma Dini in poi, di circa 900 miliardi di euro, il mercato del lavoro. Sempre è stato detto che si “riformava” per stare meglio. In realtà ogni volta peggioravano le condizioni di vita e di lavoro per i lavoratori con l’ausilio di burocrati sindacali, espressione degl’interessi delle classi borghesi, messi a dirigere il nostro sindacato, essenziale per la difesa delle nostre condizioni di vita e di lavoro. Se il sindacato fosse stato diretto da lavoratori coscienti, pur in una situazione di difesa, avremmo potuto fare una ritirata ordinata e difendere determinati capisaldi del nostro lavorare e vivere quotidiano. Invece l’azione di dirigenti sindacali, assolutamente lontani dalle esigenze dei lavoratori e vicini a quelli del “Paese”, ci ha portati al “Si salvi chi può”. “La borghesia non può esistere senza rivoluzionare di continuo i mezzi di produzione.” K.Marx Ogni giorno vi sono ristrutturazioni, fusioni, acquisizioni nella siderurgia, nell’elettronica, nella chimica, nell’auto, nella telefonia. E’ il solo modo con cui il capitalismo possa andare avanti, sopravvivere alle crisi e reggere alla concorrenza. I tempi sono duri per i lavoratori! Sono colpiti gli operai, i tecnici, gl’ingegneri ed anche strati considerati “privilegiati” . Le difficoltà sono grandi, ma riconoscerle non significa arrendersi. La riforma costituzionale s’inquadra perfettamente nel disegno capitalistico di centralizzare le decisioni e nel velocizzare le realizzazioni dei governi in rapporto al loro azionista, ovvero la borghesia industriale e finanziaria. E’ una riforma per il profitto! Le parole d’ordine sul futuro e sul passato sono solo parole per infatuare i cittadini e portarli sugl’interessi del sistema in una fase in cui la classe lavoratrice è oggettivamente debole e più facilmente impregnabile di esigenze non sue. Ma “I fatti hanno la testa dura” e “Le ruote non sono quadrate” e mostrano che la realtà può essere più forte della propaganda. L’aumento della pauperizzazione delle masse in confronto alla crescita della ricchezza per pochi, gli stipendi sempre più bassi, la precarietà crescente, l’inoccupazione di milioni di persone, la vita sempre più difficoltosa per chi si trova a vendere le proprie braccia o il proprio cervello per vivere potrebbero essere un muro contro la propaganda di un “Paradiso sulla terra” inesistente ed ad una “democrazia oligarchica”, facendo germogliare nei cuori e nelle menti la necessità di un superamento dei rapporti di classe e di una società che mette al centro il profitto e non l’essere umano e le sue esigenze, partendo da una difesa cosciente delle esigenze immediate per coniugarle con quelle storiche in una società dove “ ognuno possa dare secondo le sue capacità ed avere secondo le sue necessità.”

mercoledì 13 gennaio 2016

Democrazia e libertà

Democrazia e libertà. Democrazia: Forma di governo che si basa sulla sovranità popolare e garantisce ad ogni cittadino la partecipazione in piena uguaglianza all’esercizio del potere pubblico. Libertà: La facoltà di pensare, di operare, di scegliere, a proprio talento, in modo autonomo. Enciclopedia Treccani. L’essere umano, fin dalla nascita, ha come bisogno primario la soddisfazione dei suoi bisogni materiali; mangiare, bere, avere una casa. Con la crescita tre organi del corpo diventano sempre più importanti: la mente, il cuore, la pancia. La mente come strumento di conoscenza, il cuore come contenitore di passioni, la pancia come serbatoio vitale per tutto il corpo. Una persona sta bene se riesce a soddisfare queste necessità. In questa condizione di appagamento si ha la libertà vera. Non è libero l’essere umano che non soddisfa i bisogni primari di cui sopra. Non è libero chi riesce ad appagare parte delle necessità umane, per esempio quelle della pancia e non della mente. Chi non può venire incontro ai bisogni primari non ha, di conseguenza, “la facoltà di pensare, di operare, di scegliere, a proprio talento, in modo autonomo.” Pertanto si può affermare che la libertà, così come viene propagandata, è un inganno, poiché, in realtà, non esiste se non come parola, ma senza alcun contenuto reale. Una società in cui regni la libertà non accetterebbe mai che vi siano persone che non possano sviluppare la conoscenza; non accetterebbe mai che vi siano persone sottoalimentate, che, addirittura, muoiano d’inedia, anche nell’infanzia; non accetterebbe mai che metà del genere umano, quella costituita dalle donne, non abbia la piena uguaglianza giuridica con l’uomo e non sia liberata dalla tutela e dall’oppressione dell’uomo. Queste condizioni derivano dalle realtà economico-sociali che determinano le forme di esercizio del potere pubblico, di governo. La democrazia “ che si basa sulla sovranità popolare e garantisce ad ogni cittadino la partecipazione in piena uguaglianza all’esercizio del poter pubblico”, nei fatti, è basata su frasi pompose, su espressioni altisonanti, su promesse magniloquenti, su belle parole d’ordine di libertà e di uguaglianza. Ma tutto ciò, in effetti, dissimula la mancanza di libertà e di uguaglianza per gran parte dell’umanità, quella dei lavoratori e degli sfruttati. Il sistema democratico è una grande ipocrisia! Dice di essere per la libertà e schiavizza le persone, dice di essere per l’uguaglianza ed aumenta sempre più la disuguaglianza, dice di essere per la sovranità popolare, ma il potere di voto del capitalista, che ha giornali, tv, politici a suo servizio, non è uguale a quello di un semplice lavoratore, di un precario, di un disoccupato. In questo sistema i governi rappresentano gl’interessi del capitale, sono il loro comitato d’affari. Si succedono in base alle esigenze dell’epoca, anche nelle persone. Per avere una società a misura di essere umano e non a misura del profitto, non serve cambiare falchi con gufi, sciacalli con tigri, colombe con aquile, ma è necessario cambiare sistema, mettendo in soffitta rapporti di produzione e profitto.

giovedì 31 dicembre 2015

Un anno nuovo sarà...

Un anno nuovo sarà…. Un anno nuovo sarà quando tutti avranno un lavoro, una casa; quando tutti gli esseri umani avranno abbastanza cibo e non moriranno per fame; quando non vi saranno più bambini sottoalimentati e morti per inedia; quando nessun essere umano ucciderà un suo simile e non vi saranno guerre; quando bombe” intelligenti” non distruggeranno tesori millenari, testimonianza della storia dell’umanità; quando uomini e donne non venderanno più il loro corpo e la propria anima per sopravvivere; quando un organo, chiamato Stato non imporrà le scelte delle persone in tema d’amore e di vita; quando non sarà nascosta la conoscenza e valorizzata l’ignoranza; quando un malato potrà avere cure di qualsiasi tipo in modo gratuito; quando la scuola insegnerà sapere e non ideologie, falsa coscienza della realtà; quando l’informazione sarà al servizio dei cittadini e non dei vari gruppi di potere; quando la produzione non servirà più ai non produttori di arricchirsi sempre più, lasciando i produttori nella povertà; quando si potrà smettere di lavorare non prossimi alla morte con pensioni da fame; quando non vi sarà più differenza tra esseri umani per sesso e colore della pelle; quando la donna sarà con la sua emancipazione il simbolo di una nuova società; quando non ci saranno più eserciti e polizie; quando le banche non avranno modo di esistere; quando gli esseri umani saranno coscienti della realtà, stanchi delle illusioni propagandate, e lotteranno per mettere al centro del mondo essi stessi e non il profitto; quando, guardando le grandi calamità economiche, politiche, sociali, naturali, che si abbattono con violenza sulla società capitalistica, espressione di un determinato grado di sviluppo delle forze produttive, gli esseri umani rifletteranno sull’esigenza oggettiva di una forma superiore, razionale di organizzazione sociale verso la quale il mondo intero, non senza travaglio, dovrà evolvere, sapendo che essa non cadrà dal cielo, ma sarà un prodotto della terra, della natura, della lotta.

martedì 15 dicembre 2015

L'umanità merita un mondo nuovo.

L’umanità merita un mondo nuovo! Le calamità economiche, politiche, sociali, naturali che si abbattono con violenza sulla società capitalista, espressione del grado di sviluppo delle forze produttive, costringono l’essere umano a riflettere sull’esigenza oggettiva di una forma superiore , razionale di organizzazione sociale verso la quale l’umanità intera dovrà evolvere. E’ la classe lavoratrice, dominata, sfruttata, immiserita, in tanti casi privata di una vita dignitosa, che dovrà riflettere sul suo ruolo insostituibile nella lotta per liberare se stessa e l’intera umanità. Le varie forme politiche statali del dominio della borghesia sul proletariato, al di là della facciata, hanno sempre cercato e cercano di mettere al centro dell’universo economico-sociale il profitto e, di conseguenza, la ricerca di massima estrazione di plusvalore e di sfruttamento. L’effetto è la disuguaglianza, l’asservimento, l’ingiustizia, la disoccupazione, la povertà materiale e spirituale. Essendo il grado di sviluppo delle forze produttive tale da permettere un’economia amministrata direttamente dai produttori e senza proprietà privata, è possibile eliminare il disordine economico, lo spreco, il parassitismo ed assicurare il benessere per tutti. E’ realistico economicamente e scientificamente instaurare una società senza rapporti di produzione in cui ognuno dia secondo i suoi bisogni e riceva secondo le sue capacità. La società comunista non cadrà dal cielo, ma sarà un prodotto della terra, della natura, della lotta. Sono proprio i grandi movimenti della natura e della storia dell’umanità, il suo più alto risultato, a portare alla nascita della concezione comunista. La conseguenza dell’elevazione dell’interesse a vincolo unificante dell’umanità, fin quando esso rimarrà soggettivo ed egoistico, porta alla dispersione universale, alla concentrazione degl’individui su se stessi, all’isolamento, alla trasformazione dell’umanità in un aggregato di atomi che si respingono a vicenda. L’interesse particolare si concentra nella proprietà privata ed il suo dominio è il dominio della proprietà. La dissoluzione della servitù feudale ha fatto del denaro l’unico vincolo dell’umanità. Il denaro, questa estrazione vuota ed estraniata dalla proprietà, è stato fatto il signore del mondo. Le costituzioni e le pubbliche opinioni costituzionali non sono altro che vuote menzogne, che vengono nascoste con altre menzogne minori allorchè esse si rivelano nelle loro vere nature con troppa chiarezza. E persino quando ci si convince che tutti questi articoli non sono che vane falsità e finzioni ci si ostina a non volersene distaccare. Ci si aggrappa più saldamente che mai affinchè quelle parole vuote e messe li senza criterio non si dissolvano, poiché esse sono i cardini del mondo borghese e, se crollassero, sarebbe una sciagura per chi detiene il potere. Da questo insieme di falsità aperte ed occulte, di ipocrisia ed autoinganno ci si può fuggire soltanto superando l’attuale realtà economico-sociale. La democrazia, altra faccia della forma autoritaria del sistema, è incapace di sanare i mali sociali, essendone essa stessa la causa. L’uguaglianza democratica è una chimera, la lotta dei poveri contro i ricchi non può essere combattuta sul terreno della democrazia o della politica borghese. Questo grado è un grado transitorio, l’ultimo mezzo, puramente politico che ancora deve essere sperimentato e dal quale deve svilupparsi un nuovo elemento, un principio che oltrepassa la politica. Questo principio è il comunismo. “Il comunismo, in quanto effettiva soppressione della proprietà privata quale autoalienazione dell’uomo e però in quanto reale appropriazione dell’umana essenza da parte dell’uomo e per l’uomo; e in quanto ritorno completo, consapevole, compiuto conservando tutta la ricchezza dello sviluppo precedente, dell’uomo per se quale uomo sociale, cioè uomo umano… è compiuto naturalismo, umanismo. Esso è la verace soluzione del contrasto dell’uomo con la natura e con l’uomo; la verace soluzione del conflitto tra esistenza ed essenza, fra oggettivazione e affermazione soggettiva, fra libertà e necessità, fra individuo e genere. E’ il risolto enigma della storia e si sa come tale soluzione”. K. Marx