Una luce nel labirinto

Una luce nel labirinto
Non arrendersi mai.

una luce nel labirinto

una luce nel labirinto
Non sottomettersi mai.

mercoledì 23 novembre 2016

Prima le persone!

Prima le persone! La ricchezza globale nel mondo è in continuo aumento e fa sì che i ricchi siano sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri; i lavoratori dipendenti vedano il loro stipendio diminuire nel potere d’acquisto; il mercato del lavoro sia sempre più precario e si perda la speranza di una vita vera e dignitosa; le ore lavorate siano inferiori e divise su più persone; la disoccupazione sia sempre uno spettro. Nel sistema la cura della salute è affidata alle possibilità economiche; la scuola è sempre più prerogativa delle classi benestanti; i trasporti sono ottimali per determinati utenti e carentissimi per altri; i lavoratori dipendenti e pensionati pagano le tasse e le categorie autonome e in libera professione possono, in molti casi, evadere il fisco senza che i governi si preoccupino di porre rimedio a questa realtà; regna sovrana l’ideologia “ mancano i soldi”, ma per la finanza, le aziende e la piccola borghesia ci sono; milioni di esseri umani sono costretti ad emigrare dai loro Paesi alla ricerca di realtà che dia loro almeno la speranza di sopravvivere; gl’immigrati sono visti come la peste nei Paesi “più sviluppati”, nonostante contribuiscano al loro benessere; i primi ad essere contro sono proprio coloro che stanno peggio, cullati nelle campagne di stampa delle classi dominanti, e che vedono il nemico nei loro fratelli invece di prendersela con chi li sfrutta e li costringe a vivere una vita di stenti. In questa realtà, triste per chi vive dell’opera delle proprie braccia o del proprio cervello, lo scontro politico tra governi ed opposizioni parlamentari sembra portare avanti proposte politiche diverse, rappresentanti interessi presenti nel sistema, a cui si accodano anche i lavoratori, senza rendersi conto che, così facendo, le proprie esigenze non vengono per nulla salvaguardate. Lo scontro non può essere tra Trump e Clinton, tra Fillon e Le Pen, tra Renzi e Grillo o altri personaggi contro altri ancora, poiché essi, tutti, non si pongono contro il profitto ed il superamento dei rapporti di produzione. Tutti gli effetti negativi del sistema capitalistico sia esso democratico sia esso fascista, quali miseria, disoccupazione, sfruttamento, ingiustizia, disuguaglianza, dipendono essenzialmente dal fatto che è fondato sul primato del profitto. La persona in questa dimensione socio-economica esiste solo per fare profitto ed è una merce come tutte le altre merci prodotte e distribuite. Costruire una società, ove regni il “primato della persona” per vivere una vita che meriti di essere vissuta in tutto il suo splendore e non schiavi ogni giorno dell’ansia del presente e del futuro, è nell’animo di ogni essere umano. Una società ove vengano soddisfatti i bisogni materiali e ove si possa passare dal regno della necessità al regno della libertà , ovvero lo sviluppo delle capacità umane. Il capitalismo non è né il regno della necessità né quello della libertà, poiché non soddisfa le necessità umane ed è un freno alle capacità umane. Pensare in un futuro capitalistico di regno della necessità ed, in seguito, di libertà è pura fantasia! Tutti coloro, individui o gruppi politici, che promettono un futuro diverso senza superare il profitto ed i rapporti di produzione sono dei millantatori coscienti, utilizzati, come i gruppi religiosi ed i pugilatori a pagamento con lingua da schiavi, i pennivendoli, per mantenere lo Statu quo o per adeguare le situazioni alle esigenze del capitale. Prima le persone! Dev’essere un coro che si espanda con forza nell’aria e che silenzi ogni voce contraria. “Nella società borghese il lavoro vivo è soltanto un mezzo per aumentare il lavoro accumulato. Nella società comunista il lavoro accumulato è soltanto un mezzo per rendere più largo, più ricco, più progredito il ritmo di vita degli operai.” K. Marx - F. Engels , “ Il manifesto del partito comunista”.

giovedì 13 ottobre 2016

Il cretinismo parlamentare al servizio del profitto.

Il cretinismo parlamentare al servizio del profitto. “…Infermità che riempie gli sfortunati che ne sono vittime della convinzione solenne che tutto il mondo, la sua storia ed il suo avvenire, sono retti e determinati dalla maggioranza dei voti di quel particolare consesso rappresentativo che ha l’onore di annoverarli tra i suoi membri, e che qualsiasi cosa accada fuori dalle pareti di questo edificio… non conti nulla in confronto con gli eventi incommensurabili legati all’importante questione, qualunque essa sia, che in quel momento occupa l’attenzione dell’onorevole lor assemblea.” F. Engels L’Europa nella lotta quotidiana sul mercato mondiale si trova ad affrontare nodi fondamentali per essere competitiva e cerca di rendere più efficiente il capitalismo. L’essenza del ritornello “ Bisogna fare le riforme!” è nel colpire i salari, le pensioni, lo Stato sociale, le condizioni di lavoro. La propaganda borghese è abile nel far passare vecchie realtà per nuove, nel cercare di convincere chi vive di lavoro dei vantaggi del Jobs Act, che ha aumentato la precarietà e lo sfruttamento dei lavoratori, non certo l’occupazione, al di là dei titoli sui mass-media e che è simile all’”Agenda Hartz” del cancelliere Schroder, che in Germania ha voluto dire 5 milioni di mini-job a 400 euro al mese; della necessità della riforma Fornero, che ha voluto dire aumentare gli anni di sfruttamento della forza lavoro e chiusura al ricambio nei posti di lavoro, contribuendo a tenere fuori dalle attività produttive milioni di giovani, portando negli anni centinaia di miliardi di risparmio nelle erogazioni delle pensioni; della revisione della spesa che colpisce sempre la scuola, la sanità, i trasporti; della correttezza di donare miliardi di euro alle banche ed alle imprese; di altri provvedimenti in linea con la volontà di asservire sempre più i lavoratori al profitto. Le “riforme” sono, dunque, il tentativo borghese di rendere più efficiente il capitalismo, che è un modo di produzione che, per sua natura, è basato sul profitto e sulla divisione in classi ed è, inevitabilmente anarchico e caotico. Di conseguenza nessun governo può risolvere le contraddizioni capitalistiche. La ripresa mondiale è lenta e fragile e viene paventato il timore di essere entrati in una fase di stagnazione secolare. L’incertezza regna sovrana ed i dati sparati dai vari enti internazionali e variati di trimestre in trimestre ne sono la prova. Suscita ansia il rallentamento della Cina dove milioni di lavoratori rischiano il licenziamento nei settori in crisi. Negli ultimi decenni, usando la parola “Riforma” e propagande sofistiche, si sono toccate le liquidazioni, gli scatti di anzianità, la scala mobile, varie volte le pensioni, per un risparmio, calcolando il periodo dalla riforma Dini in poi, di circa 900 miliardi di euro, il mercato del lavoro. Sempre è stato detto che si “riformava” per stare meglio. In realtà ogni volta peggioravano le condizioni di vita e di lavoro per i lavoratori con l’ausilio di burocrati sindacali, espressione degl’interessi delle classi borghesi, messi a dirigere il nostro sindacato, essenziale per la difesa delle nostre condizioni di vita e di lavoro. Se il sindacato fosse stato diretto da lavoratori coscienti, pur in una situazione di difesa, avremmo potuto fare una ritirata ordinata e difendere determinati capisaldi del nostro lavorare e vivere quotidiano. Invece l’azione di dirigenti sindacali, assolutamente lontani dalle esigenze dei lavoratori e vicini a quelli del “Paese”, ci ha portati al “Si salvi chi può”. “La borghesia non può esistere senza rivoluzionare di continuo i mezzi di produzione.” K.Marx Ogni giorno vi sono ristrutturazioni, fusioni, acquisizioni nella siderurgia, nell’elettronica, nella chimica, nell’auto, nella telefonia. E’ il solo modo con cui il capitalismo possa andare avanti, sopravvivere alle crisi e reggere alla concorrenza. I tempi sono duri per i lavoratori! Sono colpiti gli operai, i tecnici, gl’ingegneri ed anche strati considerati “privilegiati” . Le difficoltà sono grandi, ma riconoscerle non significa arrendersi. La riforma costituzionale s’inquadra perfettamente nel disegno capitalistico di centralizzare le decisioni e nel velocizzare le realizzazioni dei governi in rapporto al loro azionista, ovvero la borghesia industriale e finanziaria. E’ una riforma per il profitto! Le parole d’ordine sul futuro e sul passato sono solo parole per infatuare i cittadini e portarli sugl’interessi del sistema in una fase in cui la classe lavoratrice è oggettivamente debole e più facilmente impregnabile di esigenze non sue. Ma “I fatti hanno la testa dura” e “Le ruote non sono quadrate” e mostrano che la realtà può essere più forte della propaganda. L’aumento della pauperizzazione delle masse in confronto alla crescita della ricchezza per pochi, gli stipendi sempre più bassi, la precarietà crescente, l’inoccupazione di milioni di persone, la vita sempre più difficoltosa per chi si trova a vendere le proprie braccia o il proprio cervello per vivere potrebbero essere un muro contro la propaganda di un “Paradiso sulla terra” inesistente ed ad una “democrazia oligarchica”, facendo germogliare nei cuori e nelle menti la necessità di un superamento dei rapporti di classe e di una società che mette al centro il profitto e non l’essere umano e le sue esigenze, partendo da una difesa cosciente delle esigenze immediate per coniugarle con quelle storiche in una società dove “ ognuno possa dare secondo le sue capacità ed avere secondo le sue necessità.”

mercoledì 13 gennaio 2016

Democrazia e libertà

Democrazia e libertà. Democrazia: Forma di governo che si basa sulla sovranità popolare e garantisce ad ogni cittadino la partecipazione in piena uguaglianza all’esercizio del potere pubblico. Libertà: La facoltà di pensare, di operare, di scegliere, a proprio talento, in modo autonomo. Enciclopedia Treccani. L’essere umano, fin dalla nascita, ha come bisogno primario la soddisfazione dei suoi bisogni materiali; mangiare, bere, avere una casa. Con la crescita tre organi del corpo diventano sempre più importanti: la mente, il cuore, la pancia. La mente come strumento di conoscenza, il cuore come contenitore di passioni, la pancia come serbatoio vitale per tutto il corpo. Una persona sta bene se riesce a soddisfare queste necessità. In questa condizione di appagamento si ha la libertà vera. Non è libero l’essere umano che non soddisfa i bisogni primari di cui sopra. Non è libero chi riesce ad appagare parte delle necessità umane, per esempio quelle della pancia e non della mente. Chi non può venire incontro ai bisogni primari non ha, di conseguenza, “la facoltà di pensare, di operare, di scegliere, a proprio talento, in modo autonomo.” Pertanto si può affermare che la libertà, così come viene propagandata, è un inganno, poiché, in realtà, non esiste se non come parola, ma senza alcun contenuto reale. Una società in cui regni la libertà non accetterebbe mai che vi siano persone che non possano sviluppare la conoscenza; non accetterebbe mai che vi siano persone sottoalimentate, che, addirittura, muoiano d’inedia, anche nell’infanzia; non accetterebbe mai che metà del genere umano, quella costituita dalle donne, non abbia la piena uguaglianza giuridica con l’uomo e non sia liberata dalla tutela e dall’oppressione dell’uomo. Queste condizioni derivano dalle realtà economico-sociali che determinano le forme di esercizio del potere pubblico, di governo. La democrazia “ che si basa sulla sovranità popolare e garantisce ad ogni cittadino la partecipazione in piena uguaglianza all’esercizio del poter pubblico”, nei fatti, è basata su frasi pompose, su espressioni altisonanti, su promesse magniloquenti, su belle parole d’ordine di libertà e di uguaglianza. Ma tutto ciò, in effetti, dissimula la mancanza di libertà e di uguaglianza per gran parte dell’umanità, quella dei lavoratori e degli sfruttati. Il sistema democratico è una grande ipocrisia! Dice di essere per la libertà e schiavizza le persone, dice di essere per l’uguaglianza ed aumenta sempre più la disuguaglianza, dice di essere per la sovranità popolare, ma il potere di voto del capitalista, che ha giornali, tv, politici a suo servizio, non è uguale a quello di un semplice lavoratore, di un precario, di un disoccupato. In questo sistema i governi rappresentano gl’interessi del capitale, sono il loro comitato d’affari. Si succedono in base alle esigenze dell’epoca, anche nelle persone. Per avere una società a misura di essere umano e non a misura del profitto, non serve cambiare falchi con gufi, sciacalli con tigri, colombe con aquile, ma è necessario cambiare sistema, mettendo in soffitta rapporti di produzione e profitto.

giovedì 31 dicembre 2015

Un anno nuovo sarà...

Un anno nuovo sarà…. Un anno nuovo sarà quando tutti avranno un lavoro, una casa; quando tutti gli esseri umani avranno abbastanza cibo e non moriranno per fame; quando non vi saranno più bambini sottoalimentati e morti per inedia; quando nessun essere umano ucciderà un suo simile e non vi saranno guerre; quando bombe” intelligenti” non distruggeranno tesori millenari, testimonianza della storia dell’umanità; quando uomini e donne non venderanno più il loro corpo e la propria anima per sopravvivere; quando un organo, chiamato Stato non imporrà le scelte delle persone in tema d’amore e di vita; quando non sarà nascosta la conoscenza e valorizzata l’ignoranza; quando un malato potrà avere cure di qualsiasi tipo in modo gratuito; quando la scuola insegnerà sapere e non ideologie, falsa coscienza della realtà; quando l’informazione sarà al servizio dei cittadini e non dei vari gruppi di potere; quando la produzione non servirà più ai non produttori di arricchirsi sempre più, lasciando i produttori nella povertà; quando si potrà smettere di lavorare non prossimi alla morte con pensioni da fame; quando non vi sarà più differenza tra esseri umani per sesso e colore della pelle; quando la donna sarà con la sua emancipazione il simbolo di una nuova società; quando non ci saranno più eserciti e polizie; quando le banche non avranno modo di esistere; quando gli esseri umani saranno coscienti della realtà, stanchi delle illusioni propagandate, e lotteranno per mettere al centro del mondo essi stessi e non il profitto; quando, guardando le grandi calamità economiche, politiche, sociali, naturali, che si abbattono con violenza sulla società capitalistica, espressione di un determinato grado di sviluppo delle forze produttive, gli esseri umani rifletteranno sull’esigenza oggettiva di una forma superiore, razionale di organizzazione sociale verso la quale il mondo intero, non senza travaglio, dovrà evolvere, sapendo che essa non cadrà dal cielo, ma sarà un prodotto della terra, della natura, della lotta.

martedì 15 dicembre 2015

L'umanità merita un mondo nuovo.

L’umanità merita un mondo nuovo! Le calamità economiche, politiche, sociali, naturali che si abbattono con violenza sulla società capitalista, espressione del grado di sviluppo delle forze produttive, costringono l’essere umano a riflettere sull’esigenza oggettiva di una forma superiore , razionale di organizzazione sociale verso la quale l’umanità intera dovrà evolvere. E’ la classe lavoratrice, dominata, sfruttata, immiserita, in tanti casi privata di una vita dignitosa, che dovrà riflettere sul suo ruolo insostituibile nella lotta per liberare se stessa e l’intera umanità. Le varie forme politiche statali del dominio della borghesia sul proletariato, al di là della facciata, hanno sempre cercato e cercano di mettere al centro dell’universo economico-sociale il profitto e, di conseguenza, la ricerca di massima estrazione di plusvalore e di sfruttamento. L’effetto è la disuguaglianza, l’asservimento, l’ingiustizia, la disoccupazione, la povertà materiale e spirituale. Essendo il grado di sviluppo delle forze produttive tale da permettere un’economia amministrata direttamente dai produttori e senza proprietà privata, è possibile eliminare il disordine economico, lo spreco, il parassitismo ed assicurare il benessere per tutti. E’ realistico economicamente e scientificamente instaurare una società senza rapporti di produzione in cui ognuno dia secondo i suoi bisogni e riceva secondo le sue capacità. La società comunista non cadrà dal cielo, ma sarà un prodotto della terra, della natura, della lotta. Sono proprio i grandi movimenti della natura e della storia dell’umanità, il suo più alto risultato, a portare alla nascita della concezione comunista. La conseguenza dell’elevazione dell’interesse a vincolo unificante dell’umanità, fin quando esso rimarrà soggettivo ed egoistico, porta alla dispersione universale, alla concentrazione degl’individui su se stessi, all’isolamento, alla trasformazione dell’umanità in un aggregato di atomi che si respingono a vicenda. L’interesse particolare si concentra nella proprietà privata ed il suo dominio è il dominio della proprietà. La dissoluzione della servitù feudale ha fatto del denaro l’unico vincolo dell’umanità. Il denaro, questa estrazione vuota ed estraniata dalla proprietà, è stato fatto il signore del mondo. Le costituzioni e le pubbliche opinioni costituzionali non sono altro che vuote menzogne, che vengono nascoste con altre menzogne minori allorchè esse si rivelano nelle loro vere nature con troppa chiarezza. E persino quando ci si convince che tutti questi articoli non sono che vane falsità e finzioni ci si ostina a non volersene distaccare. Ci si aggrappa più saldamente che mai affinchè quelle parole vuote e messe li senza criterio non si dissolvano, poiché esse sono i cardini del mondo borghese e, se crollassero, sarebbe una sciagura per chi detiene il potere. Da questo insieme di falsità aperte ed occulte, di ipocrisia ed autoinganno ci si può fuggire soltanto superando l’attuale realtà economico-sociale. La democrazia, altra faccia della forma autoritaria del sistema, è incapace di sanare i mali sociali, essendone essa stessa la causa. L’uguaglianza democratica è una chimera, la lotta dei poveri contro i ricchi non può essere combattuta sul terreno della democrazia o della politica borghese. Questo grado è un grado transitorio, l’ultimo mezzo, puramente politico che ancora deve essere sperimentato e dal quale deve svilupparsi un nuovo elemento, un principio che oltrepassa la politica. Questo principio è il comunismo. “Il comunismo, in quanto effettiva soppressione della proprietà privata quale autoalienazione dell’uomo e però in quanto reale appropriazione dell’umana essenza da parte dell’uomo e per l’uomo; e in quanto ritorno completo, consapevole, compiuto conservando tutta la ricchezza dello sviluppo precedente, dell’uomo per se quale uomo sociale, cioè uomo umano… è compiuto naturalismo, umanismo. Esso è la verace soluzione del contrasto dell’uomo con la natura e con l’uomo; la verace soluzione del conflitto tra esistenza ed essenza, fra oggettivazione e affermazione soggettiva, fra libertà e necessità, fra individuo e genere. E’ il risolto enigma della storia e si sa come tale soluzione”. K. Marx

giovedì 5 novembre 2015

Capitalismo ed immigrazione

Capitalismo e immigrazione. “La mobilità della forza lavoro è un fenomeno che si sviluppa con il capitalismo…Decine di milioni, generazione dopo generazione, di proletari hanno attraversato i monti, i fiumi, i mari alla ricerca di padroni che comprassero quella forza lavoro che non riuscivano a vendere nel posto dove erano nati.” A. Cervetto Lo sviluppo delle forze produttive entra sempre più in contrasto con i rapporti di produzione nel capitalismo. La produzione mondiale è in grado di soddisfare le esigenze materiali di ogni essere umano, ma questo non avviene per il fatto che questo sistema è basato sul profitto. Lo sviluppo del capitalismo in Asia ed in Africa è responsabile della nuova ondata migratoria, spinta dal desiderio di ricercare nuovi padroni che comprino forza lavoro. La lotta tra le potenze per la spartizione dei mercati e le guerre alimentano il fenomeno. Nello stesso tempo è lo stesso sviluppo capitalistico che porta ad un calo delle nascite nelle vecchie potenze, creando vuoti nei mercati della forza lavoro. In Europa il numero medio dei figli è 1,57, al di sotto del 2,1 che consenta di mantenere il livello di popolazione. In Germania, media degli ultimi dieci anni, vi sono 678.000 nati e 853.000 decessi. Il saldo negativo è di 175.000 persone ogni anno. Se non vi fossero gl’immigrati la popolazione tedesca avrebbe un calo significativo. La stessa realtà vi è in Italia, dove vi sono ogni anno più decessi che nascite. Questa realtà è appesantita dall’invecchiamento della popolazione. Il Financial Times valuta che in Germania mancheranno 350.000 operai qualificati ogni anno. E’ un processo inesorabile nelle attuali condizioni economiche e sociali. Il capitalismo porta ad avere timore del futuro e della vita! “ I pugilatori a pagamento con lingua da schiavi” cercano di creare sempre nuove illusioni e speranze, ma queste restano tali. Non di speranze l’essere umano ha bisogno, ma di realtà che diano libertà materiale e spirituale. Invece vediamo come i ricchi diventino sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri. In Germania si sta organizzando un ingresso rapido degl’immigrati nel mondo del lavoro per non farli pesare sulla spesa pubblica. La Deutsche Bank, in uno studio apposito, propone, onde accelerarne l’impiego, un allentamento dei divieti sul lavoro part-time e chiede di abolire il salario minimo per i rifugiati. La carità si sposa con il profitto! Il sogno europeo per tanti nuovi proletari si realizza, ma sarà la realtà capitalistica a far scoprire loro che non di sogno si tratta, ma di incubo. La propaganda contro gl’immigrati serve a dividere il mondo dei lavoratori ed assoggettarli tutti all’interesse del sistema riducendo i salari, peggiorando le condizioni di lavoro e di vita, eliminando situazioni favorevoli nella sanità, nella scuola, nei trasporti, nei sevizi al cittadino. Intanto la classe lavoratrice cresce, diventa più forte e matura nel numero e nella coscienza, si educa e si tempra nella lotta quotidiana. Si prepara a condizioni storiche che portino ad una nuova realtà socio-economica in cui ognuno possa vivere concretamente la vita, perché essa è bella e merita di essere vissuta in tutto il suo splendore.

martedì 29 settembre 2015

Illusioni e realtà.

Illusioni e realtà. Ogni giorno rappresentanti del capitale, politici al loro servizio, mass-media, indipendenti solo dalla verità, ci raccontano di un modello di società, la democrazia, come il massimo a cui un essere umano possa aspirare. Gli stessi organi d’informazione sono però pieni di notizie di guerre, di miseria, di morti per effetto di esse, di situazioni inumane che miliardi di persone sono costrette a subire. Per rafforzare le loro tesi fanno vedere realtà capitalistiche di Stato come comuniste, onde dimostrare che quella strada non giova alle aspirazioni di emancipazione dell’umanità. Dimostrano così di essere “ignoranti” culturalmente e dal lato della scienza economico-sociale. Pensano di essere eterni e non guardano la storia del mondo e dell’umanità, che ha visto realtà economico-sociali che vanno dal comunismo primitivo all’attuale capitalismo. Ma eterni non sono e le contraddizioni, sempre più acute, tra benessere prodotto e benessere usufruito non reggeranno all’infinito. Il tutto il mondo, a causa della lotta feroce all’interno del capitale internazionale per la conquista di quote di mercato, la politica attuale è indirizzata all’aumento dello sfruttamento dei lavoratori. Si colpiscono gli stipendi, si peggiorano le condizioni di lavoro, si legiferano leggi che liberalizzano il mercato del lavoro e tolgono garanzie ai lavoratori. Ciò che dovrebbe essere un qualcosa di naturale nel rapporto essere umano-natura, il lavoro, diventa un sogno, una manna nel deserto e porta le persone a vivere di speranze, di desiderio, e le allontana dal mettere in campo la passione per la difesa del sua persona, della sua vita, della sua dignità, nella lotta per un mondo migliore. Gli esseri umani vengono sempre più spinti ad una condizione simile ai gabbiani, che vivono alla ricerca continua di cibo, che è la prima necessità per ogni persona, ma che non basta a chi è dotato di cuore e cervello e che questo sistema non garantisce a miliardi di esseri umani. Il piccolo gabbiano Jonathan Livingston si sottrae ai luoghi comuni dominanti: “ Il vostro corpo, dalla punta del becco alla coda, dall’una all’altra punta delle ali, non è altro che il vostro pensiero, una forma del vostro pensiero, visibile , concreta. Spezzate le catene che imprigionano il pensiero ed anche il vostro corpo sarà libero!” La cultura individualista del borghese e piccolo borghese s’impossessa delle menti e dei cuori dei lavoratori. Essi non si rendono conto che la loro arma non è chiudersi in se stessi, ma nell’aprirsi agli altri nelle loro stesse condizioni, di unirsi, essendo il numero l’arma vincente di chi vive utilizzando il proprio cervello o le proprie braccia. Le leggi dei governi, a cui non si sottrae il governo Renzi, non toccano però i privilegi di evasori fiscali e contributivi, non toccano la corruzione. Anzi agevolano, in molti casi, questi fenomeni tanto che viene ritenuto più grave rubare una mela che evadere € 300.000. La difesa della salute del cittadino dal governo Renzi viene ritenuta un costo non sopportabile, nonostante le tasse pagate, e vengono abolite le cosiddette “ analisi inutili”. Ma chi decide se sono inutili se prima non si fanno le analisi? In tutto il mondo capitalistico si cerca di allungare l’età pensionabile ed è un modo per aumentare l’estrazione di plusvalore. Coloro che legiferano queste scelte sono poi gli stessi che fanno finta di rammaricarsi per l’aumento della disoccupazione giovanile. La vita per chi vive di lavoro diventa sempre più dura, ma da molti giorni le prime pagine degli organi di stampa sono riempite dalla realtà dei “migranti”, milioni di persone che fuggono da guerre e miserie in cerca di un presente e futuro migliore. Questo fatto non è nuovo nella storia dell’umanità, che, fin dalla sua alba, ha visto migrazioni. Gli Stati Uniti, per esempio, sono un popolo di migranti. Alcuni dicono che bisogna trovare un modo per frenare questo fenomeno, anche usando la forza. Altri che bisogna accogliere solo i profughi dalle guerre e non quelli per motivo economico. Pensate al fatto che si presentino due migranti, uno scappato dal suo Paese per una guerra, l’altro per non morire di fame, al secondo bisognerebbe dire: “No. Tu no. Non puoi restare. Torna al tuo Paese”. Altri che costruiscono muri non soltanto di carta. Mentre si da da bere ai lavoratori questo teatrino per allontanarli dai loro veri problemi, i capitalisti, i politici, i mass-media sanno che l’Europa capitalista ha necessità entro il 2020 di 20 milioni di persone per il suo mercato del lavoro, causa l’assenza di nascite e l’invecchiamento della popolazione, per poter mantenere un circuito di esercito che lavora e di esercito di riserva che non lavora. Entro il 2040 l’Europa avrà bisogno di 50 milioni di persone in più. Le aperture degli ultimi giorni, ad iniziare dalla Germania, vanno nella direzione di cui sopra. I lavoratori quindi avrebbero necessità di unirsi a questi altri lavoratori e, tutt’insieme, lottare per condizioni di lavoro e di vita migliori. L’unione tra le persone che lavorano la fa la condizione, al di là della razza, del sesso, della religione, dell’età. Dividersi su queste cose indebolisce la classe lavoratrice e rende forte il capitale. In questo senso bisognerebbe prendere esempio dai capitalisti che non si dividono su questioni di razze, religioni, sesso, età, ma solo di interessi. Se in tv si parla solo d’immigrazione e non si dice nulla sull’aumento degl’incidenti e dei morti sul lavoro ci sarà un motivo? I governi, i capitalisti, i mass-media parlano sempre e solo di aziende, di esigenze delle aziende, dei mercati, dello spread, mai di persone che lavorano con stipendi da fame, mai di luoghi di lavoro simili a caserme, mai delle sofferenze di un disoccupato, di un precario, ormai si è tutti precari, mai dei sacrifici di una donna lavoratrice, mai di chi studia una vita, investe sul suo futuro e si ritrova con niente in mano. L’uguaglianza è una parola desueta, la libertà è solamente intesa nel senso della libertà di fare profitto, non come soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali. “Scegliamo il nostro mondo successivo in base a ciò che apprendiamo in questo. Se non impari nulla, il mondo di poi sarà identico a quello di prima, con le stesse limitazioni.” Dice il gabbiano Jonathan. La realtà capitalistica, al di là della forma che possa assumere, ci insegna che il sistema è fondato sul furto legalizzato, che non esiste libertà materiale, uguaglianza, fraternità, che l’essere umano conta meno di niente ed è solo utile ad essere una bestia da soma per produrre profitti, che l’intelligenza di ognuno viene sottomessa al conformismo più bieco, che il futuro è il presente ed il presente il futuro se non variano i rapporti di produzione e si superano le classi. Se la base di questa realtà dura e difficile per miliardi di persone è nei rapporti di produzione e noi lo capiremo, il mondo futuro dovrà per forza di cose abolirli per instaurare una società di eguali nella libera soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali. “Non dar retta ai tuoi occhi, non credere a quello che vedi. Gli occhi vedono quello che è limitato. Guarda con il tuo intelletto, e scopri quello che già conosci, allora imparerai come si vola… Quei gabbiani che non hanno una meta ideale e che viaggiano solo per viaggiare, non arrivano da nessuna parte, e vanno piano. Quelli, invece, che aspirano alla perfezione, anche senza intraprendere alcun viaggio, arrivano dovunque in un baleno.” Il gabbiano Jonathan Livingston.