Solo il comunismo può donare una vita vera!
Gli ultimi dieci anni hanno visto da parte dei governi e dalle aziende un attacco feroce ai diritti, alle condizioni di lavoro ed ai salari dei lavoratori.
La disoccupazione è aumentata, la precarietà è divenuta stabile e costante, le pensioni, finanziate con i contributi di chi lavora, hanno visto una riduzione in percentuale, insieme all’aumento dell’età pensionabile.
Le imprese, nonostante le continue lamentele hanno continuato a sfornare profitti, comprese le banche, artefici della situazione critica del 2008 e finanziate con i soldi degli Stati e quindi nostri.
La crescita mondiale si aggira intorno al 4.2 %.
Dal 2001 al 2011, secondo l’Istat l’inflazione è aumentata del 20%, i salari solo del 13 %.
I lavoratori hanno perso ben il 7 % di potere d’acquisto! Questo nonostante alcuni abbiano promesso il paradiso in terra.
In Italia, sempre secondo l’Istat il 10% delle famiglie possiede il 50% della ricchezza nazionale, mentre 2.9 milioni di persone vivono in condizione di povertà assoluta e circa 8 milioni di povertà relativa.
Il 90.8 % del reddito complessivamente dichiarato proviene dal mondo del lavoro dipendente, il 5% dai redditi d’impresa ed il 4.2 % dal lavoro autonomo.
In questo scenario triste, a volte tragico per i lavoratori, tra luglio ed agosto il governo Berlusconi-Bossi- Scilipoti ha presentato tre manovre finanziarie, operative tra quest’anno ed il 2014, per un valore di circa 130 milardi di €.
Sono misure che colpiscono essenzialmente il lavoro dipendente pubblico e privato e che attaccano, nell’art. 8 del decreto del 13.08.2011, lo statuto dei lavoratori e l’articolo 18, inserendo la possibilità di licenziare, senza giusta causa o giustificato motivo, con accordi aziendali o territoriali in deroga.
In campo sanitario si realizza l’introduzione del ticket
di 10 euro per le visite specialistiche, in aggiunta al costo in atto, e 25 € per visite al pronto soccorso ritenute di codice bianco.
In campo previdenziale
si programma di portare in modo scaglionato il pensionamento delle donne del settore privato a 65 anni;
si vuole anticipare gli scaloni di pensionamento in atto, ponendosi come obiettivo il pensionamento a 70 anni per gli uomini;
ricordiamo che i parlamentari possono andare in pensione a 50 anni e, pur con una singola legislatura, avere diritto ad una pensione minima di oltre 3000 € nette. Chi ha più legislature può arrivare ad una quota pensionistica di oltre 8000 € nette;
si riduce la rivalutazione delle pensioni in rapporto all’aumento dell’inflazione;
si riduce la platea e la quota delle pensioni di reversibilità,
s’incide fortemente sulle pensioni d’invalidità e sull’indennità di accompagnamento.
In campo assistenziale e fiscale
si prevede una riduzione delle detrazioni fiscali per il reddito sia da lavoro dipendente sia da pensione;
si vuole incidere pesantemente sulle agevolazioni legate al TFR, agli assegni familiari;
s’intende tagliare gli sgravi fiscali sulla prima casa, sulle spese mediche, sulle ristrutturazioni, sulle tasse universitarie ed altri.
Quest’azione ridurrebbe in modo significativo gli stipendi ed il governo metterebbe mani e piedi nelle tasche degl’italiani!
Festività:
la prima stesura prevedeva l’abolizione delle festività laiche, in commissione queste sono state ripristinate, ma verrebbe abolita la festa patronale.
Nel pubblico, oltre al blocco dei contratti di lavoro e delle retribuzioni fino al 2014, alla perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, s’intende dare la liquidazione al lavoratore dopo 24 mesi dal pensionamento , pur essendo soldi suoi;
s’inaspriscono le regole sulla mobilità, sui trasferimenti, sull’aspettativa.
Si attaccano i servizi pubblici con la volontà di privatizzarli, non dando conto al referendum di giugno, con la volontà di fare profitti e non venire incontro alle esigenze dei cittadini.
L’attacco all’articolo 18 e la volontà di dare all’impresa libertà assoluta, al di là dell’etica, dei diritti e delle leggi mostra la volontà del governo al servizio delle aziende, delle banche, dei ricconi e degli evasori di voler trattare i lavoratori dipendenti come bestie da soma, che quando non servono, possono essere alienate e quindi licenziate.
In Italia l’evasione e l’elusione fiscale supera i 350 milioni di €. La medesima cifra raggiunge il lavoro nero.
Basterebbe che tutti pagassero le base in base al reddito ed il problema del debito pubblico sarebbe risolto, avendo anche parecchi milioni di € per investire e creare opportunità di lavoro.
Invece il governo dei ricconi, delle aziende, delle banche e degli evasori non toglie un euro a queste categorie.
Porta via soldi a chi ha poco e continua a dare a chi ha molto ed usufruisce, nel caso degli evasori, dei servizi dello Stato senza contribuire alle sue spese.
E’ ora che la classe lavoratrice prenda coscienza che in questo sistema conta solo il profitto e che gli esseri umani sono solo pedine per giungere a quella meta!
Bisogna lottare duramente contro l’assedio feroce del governo e dei suoi rappresentati, ma se vogliamo avere una vita e goderla in tutto il suo splendore è necessario costruire una società comunista.
martedì 6 settembre 2011
giovedì 7 luglio 2011
Pagano sempre i lavoratori dipendenti!
Pagano solo e sempre i lavoratori dipendenti! Lottare per il comunismo!
L’ultima manovra del governo Berlusconi-Bossi-Scilipoti, come è già accaduto negli anni precedenti, colpisce duramente i lavoratori dipendenti ed i pensionati. Il profitto e la rendita non vengono minimamente toccati. L’evasione fiscale ed il lavoro nero, che ammontano a circa 350 miliardi di euro, non vengono per nulla scalfiti. Con quella cifra lo Stato italiano risolverebbe tutti i suoi problemi! Invece quelle categorie, comprendente milioni di cittadini, continuano a non partecipare alla gestione dei servizi ed in tanti casi ne usufruiscono meglio degli altri, avendo un reddito basso o nullo, come nel caso della scuola e della sanità.
Queste classi sociali sono privilegiate perché sono la base di massa del sistema e, di conseguenza, vengono difese dal profitto e dallo Stato che rappresenta profitto e rendita, non certo il salario.
Questa realtà mostra ancora una volta che fascismo e democrazia sono due facce della stessa medaglia ed ambedue portano avanti, a seconda dei momenti storici, gl’interessi di chi vive sulle spalle di chi lavora e produce ricchezza, ovvero il proletariato.
Al di là delle differenziazioni di facciata tutti partiti parlamentari o che sedevano in parlamento sono d’accordo nel far pagare il conto ai lavoratori ed alle lavoratrici.
I sindacati fanno finta di sbraitare, ma poi non organizzano alcuna difesa vera. Essi sono per il bene del Paese, non certo del salario, delle condizioni di lavoro e di vita di milioni lavoratrici e lavoratori, di milioni di pensionate e pensionati.
Le organizzazioni aziendali plaudono al “nuovo che avanza” dimenticando che quanto sta avvenendo negli ultimi anni semmai è il vecchio che ritorna.
Lavoratrici e lavoratori è ora di prendere coscienza!
Prendere coscienza che non vi è un partito parlamentare dalla nostra parte;
che il sindacato, che è uno strumento importante per le nostre lotte, se non è diretto da noi, non difende le nostre esigenze, bensì quelle del profitto e della rendita;
che bisogna guardare ai fatti e non alle parole ed i fatti, che hanno “la testa dura” dicono che negli ultimi anni la nostra vita è peggiorata;
I posti di lavoro sono sempre più caserme, altro che democrazia!
Sono aumentati i disoccupati, che il sistema per nascondere i dati divide in disoccupati, inattivi, scoraggiati, fino ad arrivare a circa 15 milioni di persone senza un lavoro.
I salari e le pensioni diminuiscono giorno dopo giorno in potere di acquisto.
La scuola è sempre più derelitta e cara.
La sanità è come se fosse ormai privata, nonostante le tasse, che i lavoratori dipendenti pagano per il 92% delle entrate dello Stato.
I trasporti sono sempre più di minor qualità, pur costando di più.
Tutta la vita di chi lavora è peggiorata e continua, per opera del governo Berlusconi-Bossi-Scilipoti, di tutti i partiti parlamentari e dei dirigenti sindacali, a peggiorare.
I signori del governo, dell’opposizione, della dirigenza sindacale, dei giornali e delle tivù vendono a noi fumo, fatto di illusioni, false speranze, promesse vane, mentre l’arrosto del benessere e dei privilegi è tutto per loro, fedeli servitori del profitto.
E’ ora di prendere coscienza che da soli non si va da alcuna parte!
La forza del movimento dei lavoratori è il numero!
Bisogna che si unisca, si organizzi, basandosi su una strategia che ponga come nuova frontiera non un nuovo governo, ma il superamento del sistema, in cui il profitto sia abolito e la produzione sia per il consumo, per il benessere di tutti.
Un sistema che metta al centro del sistema produttivo e distributivo non il profitto e la rendita, ma l’essere umano ed i suoi bisogni materiali e spirituali.
Solo soddisfacendo le proprie necessità l’essere umano può dirsi libero, concretamente libero.
Mandiamo nella soffitta della storia il capitalismo ed i suoi servi!
Se lo vogliamo, possiamo farlo!
Tutti i cuori e le menti che desiderano vivere la piena libertà, non possono che lottare per il comunismo!
L’ultima manovra del governo Berlusconi-Bossi-Scilipoti, come è già accaduto negli anni precedenti, colpisce duramente i lavoratori dipendenti ed i pensionati. Il profitto e la rendita non vengono minimamente toccati. L’evasione fiscale ed il lavoro nero, che ammontano a circa 350 miliardi di euro, non vengono per nulla scalfiti. Con quella cifra lo Stato italiano risolverebbe tutti i suoi problemi! Invece quelle categorie, comprendente milioni di cittadini, continuano a non partecipare alla gestione dei servizi ed in tanti casi ne usufruiscono meglio degli altri, avendo un reddito basso o nullo, come nel caso della scuola e della sanità.
Queste classi sociali sono privilegiate perché sono la base di massa del sistema e, di conseguenza, vengono difese dal profitto e dallo Stato che rappresenta profitto e rendita, non certo il salario.
Questa realtà mostra ancora una volta che fascismo e democrazia sono due facce della stessa medaglia ed ambedue portano avanti, a seconda dei momenti storici, gl’interessi di chi vive sulle spalle di chi lavora e produce ricchezza, ovvero il proletariato.
Al di là delle differenziazioni di facciata tutti partiti parlamentari o che sedevano in parlamento sono d’accordo nel far pagare il conto ai lavoratori ed alle lavoratrici.
I sindacati fanno finta di sbraitare, ma poi non organizzano alcuna difesa vera. Essi sono per il bene del Paese, non certo del salario, delle condizioni di lavoro e di vita di milioni lavoratrici e lavoratori, di milioni di pensionate e pensionati.
Le organizzazioni aziendali plaudono al “nuovo che avanza” dimenticando che quanto sta avvenendo negli ultimi anni semmai è il vecchio che ritorna.
Lavoratrici e lavoratori è ora di prendere coscienza!
Prendere coscienza che non vi è un partito parlamentare dalla nostra parte;
che il sindacato, che è uno strumento importante per le nostre lotte, se non è diretto da noi, non difende le nostre esigenze, bensì quelle del profitto e della rendita;
che bisogna guardare ai fatti e non alle parole ed i fatti, che hanno “la testa dura” dicono che negli ultimi anni la nostra vita è peggiorata;
I posti di lavoro sono sempre più caserme, altro che democrazia!
Sono aumentati i disoccupati, che il sistema per nascondere i dati divide in disoccupati, inattivi, scoraggiati, fino ad arrivare a circa 15 milioni di persone senza un lavoro.
I salari e le pensioni diminuiscono giorno dopo giorno in potere di acquisto.
La scuola è sempre più derelitta e cara.
La sanità è come se fosse ormai privata, nonostante le tasse, che i lavoratori dipendenti pagano per il 92% delle entrate dello Stato.
I trasporti sono sempre più di minor qualità, pur costando di più.
Tutta la vita di chi lavora è peggiorata e continua, per opera del governo Berlusconi-Bossi-Scilipoti, di tutti i partiti parlamentari e dei dirigenti sindacali, a peggiorare.
I signori del governo, dell’opposizione, della dirigenza sindacale, dei giornali e delle tivù vendono a noi fumo, fatto di illusioni, false speranze, promesse vane, mentre l’arrosto del benessere e dei privilegi è tutto per loro, fedeli servitori del profitto.
E’ ora di prendere coscienza che da soli non si va da alcuna parte!
La forza del movimento dei lavoratori è il numero!
Bisogna che si unisca, si organizzi, basandosi su una strategia che ponga come nuova frontiera non un nuovo governo, ma il superamento del sistema, in cui il profitto sia abolito e la produzione sia per il consumo, per il benessere di tutti.
Un sistema che metta al centro del sistema produttivo e distributivo non il profitto e la rendita, ma l’essere umano ed i suoi bisogni materiali e spirituali.
Solo soddisfacendo le proprie necessità l’essere umano può dirsi libero, concretamente libero.
Mandiamo nella soffitta della storia il capitalismo ed i suoi servi!
Se lo vogliamo, possiamo farlo!
Tutti i cuori e le menti che desiderano vivere la piena libertà, non possono che lottare per il comunismo!
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sabato 4 giugno 2011
L'avvenire è nel presente!
L’avvenire nel presente!
Il fattore elementare nella legge dello sviluppo della storia umana, al di là degli orpelli ideologici, è che gli esseri umani “devono innanzi tutto mangiare, bere, avere un tetto e vestirsi, prima di occuparsi di politica, di scienza, d’arte, di religione; e che, per conseguenza, la produzione dei mezzi materiali immediati di esistenza e, con essa, il grado di sviluppo economico di un popolo e di un’epoca in ogni momento determinato costituiscono la base sulla quale si sviluppano le istituzioni statali, le concezioni giuridiche, l’arte ed anche le idee religiose degli uomini, e, partendo dalla quale esse devono venir spiegate e non inversamente”.
Il sogno di ogni essere umano è poter soddisfare questi bisogni materiali e spirituali.
Il capitalismo, affermatosi lordo di sangue, come ogni epoca storica, fin dai suoi albori, si è presentato come un sistema in grado di dare libertà, uguaglianza, fraternità, lasciando poi nei fatti solo enunciazione e niente sostanza.
Sono trascorsi più di due secoli ed ogni giorno di più appare chiaro che questa realtà economico-sociale, che si basa sull’estrazione del plusvalore e sul profitto, non garantirà mai al genere umano la soddisfazione delle sue necessità.
Le “teste vuote” della politica, della stampa, della televisione, del mondo economico, che tendono a mettere sul piedistallo della storia il capitalismo, sono solo al suo servizio o dell’opportunismo.
La realtà mostra quanti esseri umani soffrano la fame o siano sottoalimentati, quanti, pur avendo un lavoro, facciano fatica a tirare avanti, quanti siano costretti alla disoccupazione, quanta differenza vi sia tra i ricchi ed i poveri.
Per uscire fuori da questo inferno non vi sono mezze misure. Bisogna superare il plusvalore ed il profitto ed indirizzare la produzione non per la produzione, ma per il consumo.
Il nodo che differenzia chi vuole il bene dell’umanità e chi vuole far bene solo agl’interessi del capitale è tutto qua.
I primi vogliono una società senza classi, dove ognuno”possa dare secondo le sue capacità e ricevere secondo i suoi bisogni”; i secondi, al di là delle differenziazioni, vogliono mantenere lo “statu quo”.
Ne consegue che la classe lavoratrice debba valutare le varie proposte politiche con questo metro per portare avanti i suoi interessi, altrimenti rischia di cadere nella lotta tra le varie frazioni borghesi, tutte d’accordo nello sfruttare al massimo chi lavora e nell’estrarre più plusvalore possibile.
La nostra vittoria vi sarà quando supereremo l’attuale sistema e potremo costruire una realtà economico-sociale in cui l’essere umano sia al centro di ogni attività produttiva e sociale.
L’attuale realtà si basa già su un modo di produzione collettivo, anche se l’appropriazione è oligarchica.
Si tratta di rendere anche l’appropriazione collettiva.
L’avvenire è nel presente!
La produzione è sociale, i risultati di essa sono di pochi.
Basterebbe espropriare questi usurpatori per avere una nuova società ed un mondo nuovo.
Non vi sono altre strade per uscire dalle prigioni del capitale!
“ Quando ci si parla di morale, noi diciamo: per un comunista la morale è tutta in questa disciplina compatta e solidale e nella lotta di massa cosciente contro gli sfruttatori.
Non crediamo nella morale eterna e smascheriamo ogni specie di favole ingannatrici sulla morale. La morale deve servire a elevare la società umana, a liberarci dallo sfruttamento del lavoro…
Alla base della morale comunista sta la lotta per consolidare il comunismo e portarlo a compimento.”
Lenin
Lottare per l’essere umano e la soddisfazione dei suoi bisogni, la libertà, la fratellanza, l’uguaglianza, la giustizia, la pace, il rispetto della natura è lottare per il comunismo!
Il fattore elementare nella legge dello sviluppo della storia umana, al di là degli orpelli ideologici, è che gli esseri umani “devono innanzi tutto mangiare, bere, avere un tetto e vestirsi, prima di occuparsi di politica, di scienza, d’arte, di religione; e che, per conseguenza, la produzione dei mezzi materiali immediati di esistenza e, con essa, il grado di sviluppo economico di un popolo e di un’epoca in ogni momento determinato costituiscono la base sulla quale si sviluppano le istituzioni statali, le concezioni giuridiche, l’arte ed anche le idee religiose degli uomini, e, partendo dalla quale esse devono venir spiegate e non inversamente”.
Il sogno di ogni essere umano è poter soddisfare questi bisogni materiali e spirituali.
Il capitalismo, affermatosi lordo di sangue, come ogni epoca storica, fin dai suoi albori, si è presentato come un sistema in grado di dare libertà, uguaglianza, fraternità, lasciando poi nei fatti solo enunciazione e niente sostanza.
Sono trascorsi più di due secoli ed ogni giorno di più appare chiaro che questa realtà economico-sociale, che si basa sull’estrazione del plusvalore e sul profitto, non garantirà mai al genere umano la soddisfazione delle sue necessità.
Le “teste vuote” della politica, della stampa, della televisione, del mondo economico, che tendono a mettere sul piedistallo della storia il capitalismo, sono solo al suo servizio o dell’opportunismo.
La realtà mostra quanti esseri umani soffrano la fame o siano sottoalimentati, quanti, pur avendo un lavoro, facciano fatica a tirare avanti, quanti siano costretti alla disoccupazione, quanta differenza vi sia tra i ricchi ed i poveri.
Per uscire fuori da questo inferno non vi sono mezze misure. Bisogna superare il plusvalore ed il profitto ed indirizzare la produzione non per la produzione, ma per il consumo.
Il nodo che differenzia chi vuole il bene dell’umanità e chi vuole far bene solo agl’interessi del capitale è tutto qua.
I primi vogliono una società senza classi, dove ognuno”possa dare secondo le sue capacità e ricevere secondo i suoi bisogni”; i secondi, al di là delle differenziazioni, vogliono mantenere lo “statu quo”.
Ne consegue che la classe lavoratrice debba valutare le varie proposte politiche con questo metro per portare avanti i suoi interessi, altrimenti rischia di cadere nella lotta tra le varie frazioni borghesi, tutte d’accordo nello sfruttare al massimo chi lavora e nell’estrarre più plusvalore possibile.
La nostra vittoria vi sarà quando supereremo l’attuale sistema e potremo costruire una realtà economico-sociale in cui l’essere umano sia al centro di ogni attività produttiva e sociale.
L’attuale realtà si basa già su un modo di produzione collettivo, anche se l’appropriazione è oligarchica.
Si tratta di rendere anche l’appropriazione collettiva.
L’avvenire è nel presente!
La produzione è sociale, i risultati di essa sono di pochi.
Basterebbe espropriare questi usurpatori per avere una nuova società ed un mondo nuovo.
Non vi sono altre strade per uscire dalle prigioni del capitale!
“ Quando ci si parla di morale, noi diciamo: per un comunista la morale è tutta in questa disciplina compatta e solidale e nella lotta di massa cosciente contro gli sfruttatori.
Non crediamo nella morale eterna e smascheriamo ogni specie di favole ingannatrici sulla morale. La morale deve servire a elevare la società umana, a liberarci dallo sfruttamento del lavoro…
Alla base della morale comunista sta la lotta per consolidare il comunismo e portarlo a compimento.”
Lenin
Lottare per l’essere umano e la soddisfazione dei suoi bisogni, la libertà, la fratellanza, l’uguaglianza, la giustizia, la pace, il rispetto della natura è lottare per il comunismo!
venerdì 29 aprile 2011
Conquistiamoci il futuro!
Conquistiamoci il futuro!
Nell’ultimo decennio la realtà della classe lavoratrice è peggiorata notevolmente. I salari hanno perso potere d’acquisto, i diritti sono stati ridimensionati, il mercato del lavoro è divenuto sempre più precario, la disoccupazione, mettendo insieme disoccupati, inattivi e scoraggiati, è aumentata a dismisura, l’età pensionabile è stata portata in avanti, le pensioni presenti e future sono state decurtate, le tasse continuano a pagarle solo i lavoratori dipendenti ed i pensionati e con l’autonomia fiscale degli enti locali sarà ancora più salasso.
Chi vive di lavoro vive male.
Tutto ciò in un periodo, al di là delle enunciazioni, di profitti per le aziende, anche quelle bancarie, da record.
La nobile ditta Berlusconi-Bossi, complici i partiti di opposizione, solo a chiacchiere, ed i sindacati ha tolto ai poveri e dato ai ricchi.
Questo è potuto succedere sia per la fase d’inerzia del movimento dei lavoratori sia per mancanza di rappresentanza politica, che non si può identificare in alcun partito dell’arco parlamentare o di chi aspira a farne parte.
Il gruppo di cui sopra si pone compatto a difesa del profitto e nulla può aspettarsi da questo strato la classe lavoratrice, se non parole, parole, parole.
Il nocciolo della questione è che o si è per il profitto o per il salario, non si può essere per ambedue.
O si è per il proletariato o per la borghesia!
Coloro che dicono, ma essi stessi non lo pensano possibile, di voler conciliare gl’interessi di tutte le classi sociali nel sistema capitalistico sono dei magliari della politica.
Il salario non è conciliabile con profitto e rendita.
Privilegiando il profitto, quindi il capitalismo, al di là della forma democratica o meno, si favorisce lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, le disuguaglianze sociali, le guerre in armi o diplomatiche, l’asservimento psichico e fisico di chi vive offrendo forza lavoro, la povertà e la miseria di larga parte del genere umano.
Per superare questa misera realtà per chi vive di lavoro la strada obbligata è lottare per una società senza classi, lottare per il comunismo.
Altre vie sono solo rappresentanze della fiera delle illusioni.
“Diverse lingue, orribili favelle,
parole di dolore, accenti d’ira,
voci alte e fioche, e suon di man con elle
facevano un tumulto, il qual s’aggira
sempre in quell’aura sanza tempo tinta,
come la rena quando turbo spira.
E io ch’avea d’orror la testa cinta,
dissi: “Maestro, che è quel ch’io odo?
E che gent’è che par nel duol sì vinta?”
Ed elli a me:” Questo misero modo
Tengon l’anima triste di coloro
che visser senza infamia e sanza lodo.
…Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita è tanto bassa
che ‘nvidiosi son d’ogni altra sorte.
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna;
non ragioniam di loro, ma guarda e passa”.
La divina Commedia- Inferno- Dante Alighieri
Se vogliamo il futuro, dobbiamo conquistarlo! Mettendo in campo coraggio, coscienza, organizzazione.
Il numero è la forza dei lavoratori. Se organizzato e cosciente, nessuna frontiera è preclusa!
Nell’ultimo decennio la realtà della classe lavoratrice è peggiorata notevolmente. I salari hanno perso potere d’acquisto, i diritti sono stati ridimensionati, il mercato del lavoro è divenuto sempre più precario, la disoccupazione, mettendo insieme disoccupati, inattivi e scoraggiati, è aumentata a dismisura, l’età pensionabile è stata portata in avanti, le pensioni presenti e future sono state decurtate, le tasse continuano a pagarle solo i lavoratori dipendenti ed i pensionati e con l’autonomia fiscale degli enti locali sarà ancora più salasso.
Chi vive di lavoro vive male.
Tutto ciò in un periodo, al di là delle enunciazioni, di profitti per le aziende, anche quelle bancarie, da record.
La nobile ditta Berlusconi-Bossi, complici i partiti di opposizione, solo a chiacchiere, ed i sindacati ha tolto ai poveri e dato ai ricchi.
Questo è potuto succedere sia per la fase d’inerzia del movimento dei lavoratori sia per mancanza di rappresentanza politica, che non si può identificare in alcun partito dell’arco parlamentare o di chi aspira a farne parte.
Il gruppo di cui sopra si pone compatto a difesa del profitto e nulla può aspettarsi da questo strato la classe lavoratrice, se non parole, parole, parole.
Il nocciolo della questione è che o si è per il profitto o per il salario, non si può essere per ambedue.
O si è per il proletariato o per la borghesia!
Coloro che dicono, ma essi stessi non lo pensano possibile, di voler conciliare gl’interessi di tutte le classi sociali nel sistema capitalistico sono dei magliari della politica.
Il salario non è conciliabile con profitto e rendita.
Privilegiando il profitto, quindi il capitalismo, al di là della forma democratica o meno, si favorisce lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, le disuguaglianze sociali, le guerre in armi o diplomatiche, l’asservimento psichico e fisico di chi vive offrendo forza lavoro, la povertà e la miseria di larga parte del genere umano.
Per superare questa misera realtà per chi vive di lavoro la strada obbligata è lottare per una società senza classi, lottare per il comunismo.
Altre vie sono solo rappresentanze della fiera delle illusioni.
“Diverse lingue, orribili favelle,
parole di dolore, accenti d’ira,
voci alte e fioche, e suon di man con elle
facevano un tumulto, il qual s’aggira
sempre in quell’aura sanza tempo tinta,
come la rena quando turbo spira.
E io ch’avea d’orror la testa cinta,
dissi: “Maestro, che è quel ch’io odo?
E che gent’è che par nel duol sì vinta?”
Ed elli a me:” Questo misero modo
Tengon l’anima triste di coloro
che visser senza infamia e sanza lodo.
…Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita è tanto bassa
che ‘nvidiosi son d’ogni altra sorte.
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna;
non ragioniam di loro, ma guarda e passa”.
La divina Commedia- Inferno- Dante Alighieri
Se vogliamo il futuro, dobbiamo conquistarlo! Mettendo in campo coraggio, coscienza, organizzazione.
Il numero è la forza dei lavoratori. Se organizzato e cosciente, nessuna frontiera è preclusa!
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martedì 12 aprile 2011
Sulle ali della libertà
“Sulle Ali della libertà”
In un pianeta denso di mutamenti economici, sociali e politici, con la Cina sempre più protagonista sulla scena mondiale, si ergono due esseri umani, di diversa età, Jonathan,in Italia e Hao nella terra del dragone, sognatori di libertà, intesa come soddisfazione delle necessità materiali e spirituali, di uguaglianza sociale, di fratellanza e di giustizia.
I loro animi trasudano amore per il genere umano, speranza di un mondo diverso e migliore, sogno per una vita, goduta da ogni persona, in tutto il suo splendore.
Il movimento “Le ali della libertà”, fondato da Hao, si pone come nuova frontiera per il mondo una nuova dimensione sociale con al centro le esigenze degli esseri umani.
La vecchia società, in lotta tra i vari interessi di area geografica, nazionali, particolari, ma unita contro chi vuole superarla, si oppone alle nuove istanze popolari ed usa ogni arma per bloccarle. La storia però non si ferma alle volontà di alcuno e fa il suo corso, basato su nuove realtà già radicate nel contesto economico-sociale, che si affermano con tutta la loro forza.
“Sulle ali della libertà” è uno sguardo al futuro nell’osservazione del presente, partendo dal passato, e prefigura una potenziale tappa storica , forse non lontana.
Jonathan e Hao, sulle ali della libertà, volano in alto, pieni di amore, nel cercare di realizzare il “sogno”, presente in ogni animo umano di una vita serena, tranquilla e felice.
In un pianeta denso di mutamenti economici, sociali e politici, con la Cina sempre più protagonista sulla scena mondiale, si ergono due esseri umani, di diversa età, Jonathan,in Italia e Hao nella terra del dragone, sognatori di libertà, intesa come soddisfazione delle necessità materiali e spirituali, di uguaglianza sociale, di fratellanza e di giustizia.
I loro animi trasudano amore per il genere umano, speranza di un mondo diverso e migliore, sogno per una vita, goduta da ogni persona, in tutto il suo splendore.
Il movimento “Le ali della libertà”, fondato da Hao, si pone come nuova frontiera per il mondo una nuova dimensione sociale con al centro le esigenze degli esseri umani.
La vecchia società, in lotta tra i vari interessi di area geografica, nazionali, particolari, ma unita contro chi vuole superarla, si oppone alle nuove istanze popolari ed usa ogni arma per bloccarle. La storia però non si ferma alle volontà di alcuno e fa il suo corso, basato su nuove realtà già radicate nel contesto economico-sociale, che si affermano con tutta la loro forza.
“Sulle ali della libertà” è uno sguardo al futuro nell’osservazione del presente, partendo dal passato, e prefigura una potenziale tappa storica , forse non lontana.
Jonathan e Hao, sulle ali della libertà, volano in alto, pieni di amore, nel cercare di realizzare il “sogno”, presente in ogni animo umano di una vita serena, tranquilla e felice.
martedì 29 marzo 2011
Il mondo vhe vorrei.
Il mondo che vorrei.
Tutti nell’attuale società dicono di essere per la vita, per la difesa della vita. Intanto miliardi di persone non godono delle bellezze dell’esistenza, non vivono. Sopravvivono! Miliardi di esseri umani soffrono la fame. Milioni di bambini muoiono d’inedia. Ciò nonostante la produzione di beni abbia raggiunto livelli tali da poter soddisfare i bisogni di tutto il genere umano.
Eppure ancora vi sono coloro che, testardi, continuano a difendere l’attuale sistema sociale, economico e politico!
“Taciti, soli, senza compagnia
n’andavan l’un dinanzi e l’altro dopo,
come i frati minor vanno via”
Come dice Dante degl’ipocriti nel canto XXIII dell’ Inferno.
Ancora credono che possa migliorarsi e non si accorgono che peggiora con il tempo e che le condizioni umane siano secondarie all’ottica del profitto ed allo sfruttamento, che ne consegue.
Sono in buona fede o difendono interessi ben precisi?
Costoro continuano a perpetrare un falso storico e cioè che il mondo nuovo sia stato già realizzato nell’Unione Sovietica, in Cina ed altri paesi e non sanno o forse non vogliono sapere che in quei paesi non c’è mai stato sistema senza l’egida del profitto e che la forma assunta in certi momenti storici non era altro che capitalismo di stato. Cosa c’entra Stalin con il mondo nuovo?
Egli semmai è stato un persecutore delle speranze di una nuova società, arrivando ad uccidere le persone che avevano nel cuore una nuova realtà sociale.
“Uno spettro si aggira per l’Europa:è il comunismo!” Diceva Cavour.
Oggi, visto l’abnegazione che tanti mettono in campo nel cercare di combattere questa dottrina, lo spettro continua ad aggirarsi!
E il fatto che nella società vi siano pensieri e sentimenti, che ardono nei cuori e nelle menti sulla necessità di un mondo nuovo, mostra come nella stessa società vi siano i germi di un futuro di libertà, uguaglianza, fratellanza, pace. Il capitalismo è un morto che cammina!
Sembra forte, più forte di sempre, ma più aumenta la sua forza e più cresce la sua debolezza, poiché crescono le sue contraddizioni insanabili. Salario e profitto non potranno mai andare d’accordo!
“Cioè appena il lavoro comincia ad essere diviso ciascuno ha una sfera di attività che gli viene imposta e dalla quale non può sfuggire: è cacciatore, pescatore, o pastore o critico critico, e tale deve restare se non vuole perdere i mezzi per vivere; laddove nella società comunista, in cui ciascuno non ha una sfera di attività esclusiva ma può perfezionarsi in qualsiasi ramo a piacere, la società regola la produzione generale e appunto in tal modo mi rende possibile di fare oggi questa cosa, domani quell’altra, la mattina andare a caccia, il pomeriggio pescare, la sera allevare il bestiame, dopo pranzo criticare, così come mi vien voglia; senza diventare né cacciatore, né pescatore, né pastore, né critico.”
“L’ideologia tedesca
K. Marx F. Engels
Questa è la vita che vogliamo! Questa è la vita che meritiamo!
“ Se l’uomo è sociale per natura, egli sviluppa la sua vera natura solo nella società, e la potenza della sua natura deve trovare la sua misura non nella potenza dell’individuo singolo ma nella potenza della società.”
La sacra famiglia
K. Marx F. Engels
L’interesse di ogni persona deve coincidere con l’interesse del genere umano!
In questa società non è così. Non sarà mai così.
Chi è per la vita deve lavorare per la coincidenza dell’interesse individuale con quello generale dell’umanità.
Solo così si è per la vita e per l’umanità; per la sua libertà, uguaglianza, fratellanza!
Se lo vogliamo, possiamo assaporare il caldo respiro della speranza!
Se lo vogliamo, possiamo sognare!
Tutti nell’attuale società dicono di essere per la vita, per la difesa della vita. Intanto miliardi di persone non godono delle bellezze dell’esistenza, non vivono. Sopravvivono! Miliardi di esseri umani soffrono la fame. Milioni di bambini muoiono d’inedia. Ciò nonostante la produzione di beni abbia raggiunto livelli tali da poter soddisfare i bisogni di tutto il genere umano.
Eppure ancora vi sono coloro che, testardi, continuano a difendere l’attuale sistema sociale, economico e politico!
“Taciti, soli, senza compagnia
n’andavan l’un dinanzi e l’altro dopo,
come i frati minor vanno via”
Come dice Dante degl’ipocriti nel canto XXIII dell’ Inferno.
Ancora credono che possa migliorarsi e non si accorgono che peggiora con il tempo e che le condizioni umane siano secondarie all’ottica del profitto ed allo sfruttamento, che ne consegue.
Sono in buona fede o difendono interessi ben precisi?
Costoro continuano a perpetrare un falso storico e cioè che il mondo nuovo sia stato già realizzato nell’Unione Sovietica, in Cina ed altri paesi e non sanno o forse non vogliono sapere che in quei paesi non c’è mai stato sistema senza l’egida del profitto e che la forma assunta in certi momenti storici non era altro che capitalismo di stato. Cosa c’entra Stalin con il mondo nuovo?
Egli semmai è stato un persecutore delle speranze di una nuova società, arrivando ad uccidere le persone che avevano nel cuore una nuova realtà sociale.
“Uno spettro si aggira per l’Europa:è il comunismo!” Diceva Cavour.
Oggi, visto l’abnegazione che tanti mettono in campo nel cercare di combattere questa dottrina, lo spettro continua ad aggirarsi!
E il fatto che nella società vi siano pensieri e sentimenti, che ardono nei cuori e nelle menti sulla necessità di un mondo nuovo, mostra come nella stessa società vi siano i germi di un futuro di libertà, uguaglianza, fratellanza, pace. Il capitalismo è un morto che cammina!
Sembra forte, più forte di sempre, ma più aumenta la sua forza e più cresce la sua debolezza, poiché crescono le sue contraddizioni insanabili. Salario e profitto non potranno mai andare d’accordo!
“Cioè appena il lavoro comincia ad essere diviso ciascuno ha una sfera di attività che gli viene imposta e dalla quale non può sfuggire: è cacciatore, pescatore, o pastore o critico critico, e tale deve restare se non vuole perdere i mezzi per vivere; laddove nella società comunista, in cui ciascuno non ha una sfera di attività esclusiva ma può perfezionarsi in qualsiasi ramo a piacere, la società regola la produzione generale e appunto in tal modo mi rende possibile di fare oggi questa cosa, domani quell’altra, la mattina andare a caccia, il pomeriggio pescare, la sera allevare il bestiame, dopo pranzo criticare, così come mi vien voglia; senza diventare né cacciatore, né pescatore, né pastore, né critico.”
“L’ideologia tedesca
K. Marx F. Engels
Questa è la vita che vogliamo! Questa è la vita che meritiamo!
“ Se l’uomo è sociale per natura, egli sviluppa la sua vera natura solo nella società, e la potenza della sua natura deve trovare la sua misura non nella potenza dell’individuo singolo ma nella potenza della società.”
La sacra famiglia
K. Marx F. Engels
L’interesse di ogni persona deve coincidere con l’interesse del genere umano!
In questa società non è così. Non sarà mai così.
Chi è per la vita deve lavorare per la coincidenza dell’interesse individuale con quello generale dell’umanità.
Solo così si è per la vita e per l’umanità; per la sua libertà, uguaglianza, fratellanza!
Se lo vogliamo, possiamo assaporare il caldo respiro della speranza!
Se lo vogliamo, possiamo sognare!
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mercoledì 23 febbraio 2011
Lottare per il comunismo. Lottare per la vita!
Lottare per il comunismo, lottare per la vita!
In Libia i cittadini manifestano contro la dittatura della famiglia Gheddafi. Il potere ordina di bombardare i cittadini in piazza. Muoiono centinaia di persone.
Per le strade delle città libiche girano mercenari in borghese su auto senza targa, che sparano a chiunque incontrino per strada. Muoiono altre centinaia, se non migliaia di esseri umani inermi.
Sono realtà gravissime che mettono fuori da ogni concetto di umanità chi le porta avanti!
Gheddafi è un assassino, circondato da assassini!
La comunità economico-politica internazionale, di fronte a questi atti disumani tentenna, non è capace d’intervenire.
In Italia il governo cerca di non mettersi contro il raiss e dice frasi senza alcun senso. L’unica preoccupazione è l’immigrazione eventuale, che è sempre esistita. La storia dimostra che nessuno può fermare i flussi migratori dai paesi poveri ai paesi ricchi, che in Italia si realizza per il 90% via terra e non via mare.
Non vi è condanna chiara delle uccisioni!
La chiesa, che proclama di essere per la vita, non dice e non fa nulla per fermare questo genocidio.
Tutti coloro che si dichiaravano “pro life” sono chiusi nei loro bunker, pieni d’ipocrisia.
Gheddafi è un prodotto del capitalismo mondiale, come Ben Ali, come Mubarak, come tanti altri. La prudenza delle borghesie internazionali e dei loro rappresentanti politici è figlia dei loro interessi, ovvero del profitto, che vola al di sopra della vita, dei diritti, delle false democrazie, delle false giustizie, delle false libertà, delle false uguaglianze.
Il profitto è furto legalizzato, è sfruttamento, miseria per i popoli, schiavitù, guerre, morti.
Pensare di donare all’umanità la libertà nella soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali, l’uguaglianza, la fratellanza, la pace, la vita, la felicità in un sistema che mette al centro il profitto è come concepire che un essere umano possa volare simile ad un uccello.
L’umanità deve liberarsi dei Gheddafi e dei suoi simili, sfruttatori ed assassini, ma non per avere altri Gheddafi, ma per superare l’era del profitto.
Solo superando il profitto ed il capitalismo non avremo più i vari Gheddafi nella storia dell’umanità.
Lottare per il comunismo è lottare per la vita!
“ Un nuovo ordine sociale è possibile, nel quale spariranno le attuali differenze di classe e nel quale, forse dopo un breve periodo di transizione, un po’ travagliato, ma ad ogni modo molto utile dal punto di vista morale, grazie all’utilizzo secondo un piano ed all’ulteriore sviluppo delle esistenti immense forze produttive di tutti i membri della società, ad un eguale obbligo al lavoro corrisponderà una situazione in cui anche i mezzi per vivere, per godere la vita, per la educazione e lo sviluppo di tutte le facoltà fisiche e spirituali saranno a disposizione di tutti, in modo eguale ed in misura sempre crescente.”
F. Engels
Non é con i Gheddafi, i Ben Ali, i Mubarak, ma neanche con i Berlusconi, i Sarkozy, le Merkel che l’umanità potrà vedere una nuova alba.
Questi signori, al di là dei loro nomi, rappresentanti degl’interessi propri e delle borghesie nazionali ed internazionali ci stanno rendendo il presente sempre più buio.
Cresce la disoccupazione, la riduzione dei salari, lo sfruttamento, la miseria.
Aumenta la perdita dei diritti e l’impossibilità di vivere da esseri umani.
Nel buio del presente non scorgiamo il futuro. Se lo intravediamo ci sembra sempre più scuro.
Eppure la ricchezza mondiale aumenta e le imprese fanno profitti record!
Se guardiamo i PIL dei vari Paesi, notiamo che diminuisce sempre più la quota che va al lavoro dipendente, mentre cresce quella che va al profitto ed alla rendita.
La crisi è solo per lavora! Per i lavoratori è una crisi stabile!
Se non lottiamo per superare il sistema capitalistico, non ci predisporremo per una vita nuova e migliore. Non basta cambiare i governanti se il sistema continua a basarsi sul profitto. Avremmo volti nuovi in una storia vecchia. Bisogna lottare per scrivere una storia nuova!
Lottare per il comunismo è lottare per la vita!
In Libia i cittadini manifestano contro la dittatura della famiglia Gheddafi. Il potere ordina di bombardare i cittadini in piazza. Muoiono centinaia di persone.
Per le strade delle città libiche girano mercenari in borghese su auto senza targa, che sparano a chiunque incontrino per strada. Muoiono altre centinaia, se non migliaia di esseri umani inermi.
Sono realtà gravissime che mettono fuori da ogni concetto di umanità chi le porta avanti!
Gheddafi è un assassino, circondato da assassini!
La comunità economico-politica internazionale, di fronte a questi atti disumani tentenna, non è capace d’intervenire.
In Italia il governo cerca di non mettersi contro il raiss e dice frasi senza alcun senso. L’unica preoccupazione è l’immigrazione eventuale, che è sempre esistita. La storia dimostra che nessuno può fermare i flussi migratori dai paesi poveri ai paesi ricchi, che in Italia si realizza per il 90% via terra e non via mare.
Non vi è condanna chiara delle uccisioni!
La chiesa, che proclama di essere per la vita, non dice e non fa nulla per fermare questo genocidio.
Tutti coloro che si dichiaravano “pro life” sono chiusi nei loro bunker, pieni d’ipocrisia.
Gheddafi è un prodotto del capitalismo mondiale, come Ben Ali, come Mubarak, come tanti altri. La prudenza delle borghesie internazionali e dei loro rappresentanti politici è figlia dei loro interessi, ovvero del profitto, che vola al di sopra della vita, dei diritti, delle false democrazie, delle false giustizie, delle false libertà, delle false uguaglianze.
Il profitto è furto legalizzato, è sfruttamento, miseria per i popoli, schiavitù, guerre, morti.
Pensare di donare all’umanità la libertà nella soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali, l’uguaglianza, la fratellanza, la pace, la vita, la felicità in un sistema che mette al centro il profitto è come concepire che un essere umano possa volare simile ad un uccello.
L’umanità deve liberarsi dei Gheddafi e dei suoi simili, sfruttatori ed assassini, ma non per avere altri Gheddafi, ma per superare l’era del profitto.
Solo superando il profitto ed il capitalismo non avremo più i vari Gheddafi nella storia dell’umanità.
Lottare per il comunismo è lottare per la vita!
“ Un nuovo ordine sociale è possibile, nel quale spariranno le attuali differenze di classe e nel quale, forse dopo un breve periodo di transizione, un po’ travagliato, ma ad ogni modo molto utile dal punto di vista morale, grazie all’utilizzo secondo un piano ed all’ulteriore sviluppo delle esistenti immense forze produttive di tutti i membri della società, ad un eguale obbligo al lavoro corrisponderà una situazione in cui anche i mezzi per vivere, per godere la vita, per la educazione e lo sviluppo di tutte le facoltà fisiche e spirituali saranno a disposizione di tutti, in modo eguale ed in misura sempre crescente.”
F. Engels
Non é con i Gheddafi, i Ben Ali, i Mubarak, ma neanche con i Berlusconi, i Sarkozy, le Merkel che l’umanità potrà vedere una nuova alba.
Questi signori, al di là dei loro nomi, rappresentanti degl’interessi propri e delle borghesie nazionali ed internazionali ci stanno rendendo il presente sempre più buio.
Cresce la disoccupazione, la riduzione dei salari, lo sfruttamento, la miseria.
Aumenta la perdita dei diritti e l’impossibilità di vivere da esseri umani.
Nel buio del presente non scorgiamo il futuro. Se lo intravediamo ci sembra sempre più scuro.
Eppure la ricchezza mondiale aumenta e le imprese fanno profitti record!
Se guardiamo i PIL dei vari Paesi, notiamo che diminuisce sempre più la quota che va al lavoro dipendente, mentre cresce quella che va al profitto ed alla rendita.
La crisi è solo per lavora! Per i lavoratori è una crisi stabile!
Se non lottiamo per superare il sistema capitalistico, non ci predisporremo per una vita nuova e migliore. Non basta cambiare i governanti se il sistema continua a basarsi sul profitto. Avremmo volti nuovi in una storia vecchia. Bisogna lottare per scrivere una storia nuova!
Lottare per il comunismo è lottare per la vita!
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