sabato 25 ottobre 2025
Il capitalista ha un ruolo sociale...
Il capitalista nella produzione ha un ruolo sociale, non meramente personale. Il capitale è un prodotto comune e non può essere messo in movimento se non vi sia un’attività comune di parecchi membri, in ultima istanza da tutti i membri della società. Il capitale non è, quindi, una potenza personale, è una potenza sociale! Trasformando il capitale in proprietà comune, proprietari tutti i membri della società, si trasforma unicamente il carattere sociale della proprietà e si perde il carattere di classe. Il passato nel sistema capitalistico domina sul presente nel senso che continuano a esserci sfruttati e sfruttatori, nella società comunista il presente domina sul passato con l’eliminazione dei rapporti di classe e dando a ogni essere umano la possibilità di “ Dare secondo le sue capacità ed avere secondo le sue necessità”. “Nella società borghese il capitale è indipendente e personale, mentre l’individuo è dipendente e personale” Marx, Engels, Il manifesto del partito comunista. Si ribadisce il concetto che il capitale, pur appartenendo a persone o società, personale, è indipendente nel vivere nel mercato dove le volontà di ognuno sono condizionate dalle volontà di altri, mentre l’essere umano che è costretto a vendere o il proprio cervello o le proprie braccia è dipendente dal mercato e la sue facoltà, nel momento in cui vende la propria opera, appartengono al datore di lavoro. Di conseguenza è impersonale, ovvero esprime se stesso solo in qualità di prestatore d’opera. In una società borghese il singolo borghese si fa della sua libertà e della sua proprietà concetti “ Pro domo sua” universalizzando un concetto storicamente determinato e particolare. La libertà nel sistema attuale è intesa come libertà nel commerciare, nel fare affari, nel poter rincorrere il profitto, di poter meglio utilizzare la forza lavoro. Non è certo intesa nella soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali della persona. Il comunismo vuole abolire tutto questo e dare all’essere umano una vita vera in una dimensione socio-economica che metta ogni persona nella condizione di avere soddisfazione di ogni necessità materiale e spirituale. In una società che ha come obiettivo la soddisfazione dei bisogni dell’umanità la produzione è per il consumo, non per la produzione e per il profitto. In questo contesto si realizza pienamente la persona. Nel capitalismo, invece, la persona è intesa solo come proprietario borghese . La cultura nel sistema borghese è propedeutica al sistema stesso, è un prodotto dei rapporti di produzione. Parimenti il diritto, che esprime la volontà della borghesia elevata a legge, il cui contenuto è dato dalle condizioni di vita di quella classe. In ogni epoca le idee dominanti sono quelle della classe dominante. Man mano che nella società si formano gli elementi di una nuova si affermano nuove idee che rappresentano nuovi rapporti economico-sociali, di vita. La materia è dinamica, non statica. Lo stesso concetto vale nella realtà socio-economica. Chi vede nel capitalismo l’ultima forma sociale ed economica fa torto alla scienza affermando la staticità della materia e ,quindi, della società. E’ un’opinione interessata , che viene portata avanti quasi in termini di legge eterna e naturale e nega la storia fatta di produzione e di proprietà storicamente determinata, di realtà sociali storicamente determinate. L’umanità ha bisogno di avere una vita vera, di godere dello splendore della vita! Non può accontentarsi delle briciole di vita che ci elemosina il sistema, a volte neanche quelle. Nel comunismo, causa di tutta l’umanità, vivrebbe meglio anche il capitalista nella sua essenza di essere umano, scevro da ogni pensiero “contro” e libero di esprimere l’idea “insieme”. Con lo sviluppo attuale della tecnologia, per la produzione di beni per ‘intera umanità basterebbe che ognuno desse 90 minuti al giorno, impegnato nei settori più consoni alle sue aspettative e capacità. Il resto della giornata ognuno potrebbe viverla come desidera e secondo le sue passioni. Quello che potremmo fare e avere in un sistema comune noi non riusciamo neanche a immaginarlo, succubi dei limiti che pone alla nostra mente il sistema attuale.
lunedì 13 ottobre 2025
Una società asociale rende l'essere umano asociale.
Una società asociale rende l’essere umano asociale.
Nel capitalismo la produzione è sociale, l’appropriazione è oligarchica. Questa realtà, camuffata da false ideologie, da propaganda ipocrita, da miti fasulli, da paure inventate ed amplificate, da diversivi fittizi fa sì che ci si rifiuti quello che realmente è ed esiste, di riconoscere quello che si produce con le proprie mani, che si menta a se stessi e si adoperi un linguaggio convenzionale di categorie non reali, che ci si aggrappi a vuote astrazioni per non dover confessare a se stessi che nella vita e nella prassi le cose stanno ben diversamente. Si diventa sempre più egoisti, ipocriti, conformisti ed insensibili alla comunità umana di cui noi tutti siamo parte al di là del colore della pelle, del sesso, della nazione di appartenenza. Ci si chiude in se stessi e chiunque al di fuori è un nemico. Intanto le classi dominanti aumentano i loro privilegi, aumentando l’estrazione di plusvalore dalla classe lavoratrice e coinvolgendo sempre più gli oppressi nel giogo dell’oppressione dell’essere umano sull’essere umano. Le varie costituzioni e le loro opinioni pubbliche sono una colossale menzogna, che viene confermata ed occultata da una quantità di altre menzogne allorchè esse si rivelano nella loro natura con troppa chiarezza. Ed anche quando ci si convince che questi artifizi non sono altro che vuote parole, falsità e finzioni ci si ostina a non volersene distaccare, anzi ci si aggrappa ad esse in modo ostinato, affinchè quelle frasi messe insieme senza criterio non si dissolvano e con esse i cardini del mondo delle classi dominanti. La realtà di un mondo basato sulla teoria e sulla falsificazione della realtà non può durare in eterno. La lotta dell’ umanità contro la disumanità dovrà aver termine! La democrazia è incapace di sanare i mali sociali. L’uguaglianza democratica è una chimera, una pura illusione! Fin quando ci saranno i ricchi ed i poveri non vi sarà alcuna uguaglianza e tutti coloro che propagandano nuove frontiere nel sistema diviso in classe sono dei ciarlatani ed imbonitori di piazza, utili solo alla conservazione del modello economico-sociale presente. Viviamo in una società sociale che rende l’essere umano asociale. I sensi dell’essere umano sociale sono diversi da quello asociale e possono svilupparsi in una realtà economico-sociale basata sulla produzione sociale ed appropriazione parimenti sociale. I cinque sensi ed anche quelli spirituali si possono formare nell’umana sensibilità solo in una vita umanizzata dove “ Ogni essere umano da secondo le sue capacità e riceve secondo i suoi bisogni”. Il senso limitato dal bisogno ha una sensibilità limitata
“ Per l’uomo affamato non esiste il carattere umano del cibo, bensì soltanto la sua astratta esistenza di cibo: questo potrebbe presentarsi a lui nella forma più rozza e non si può dire in che questa attività nutritiva si distinguerebbe da quella bestiale. L’uomo assorbito da cure, bisognoso, non ha sensi per lo spettacolo più bello, il mercante di minerali vede solo il loro valore mercantile, non la bellezza e la peculiare natura del minerale; non ha alcun senso mineralogico. Dunque si richiede l’oggettivazione dell’ente umano, e sotto l’aspetto teorico e sotto quello pratico, tanto per rendere umani i sensi dell’uomo che per creare la sensibilità umana, corrispondente all’intera ricchezza dell’essenza dell’uomo e della natura.”
K. Marx, Manoscritti economico-filosofici.
Se vogliamo un essere umano…umano dobbiamo rendere umane le circostanze in cui egli vive. Se le circostanze sono disumane ed insensibili all’uguaglianza, alla libertà, alla fratellanza avremo esseri umani coincidenti con tale realtà. Se un essere umano si forma ogni cognizione, ogni esperienza dal mondo sensibile e dall’esperienza del modo sensibile è necessario allora regolare il mondo empirico in modo tale che ognuno sperimenti ciò che è veramente umano e si riconosca come tale.
Questo è il compito, che si basi sulla coscienza e sulla scienza,. di chi veramente vuole un mondo umano contrapposto ad un mondo disumano
domenica 5 ottobre 2025
Astenersi dal voto non basta.
Astenersi dal voto non basta.
In Italia, come in altre democrazie mature, partecipa alle tornate elettorali circa il 40 % degli aventi diritto, 6 su 10 potenziali elettori si astengono. Questa realtà dimostra come tanti individui ritengano inutile la farsa elettorale. Pensano che, comunque vada, nessun partito parlamentare possa migliorare la propria condizione di vita. Questa presa d’atto è positiva. Il capitalismo in ogni sua azione mira, essenzialmente, al profitto e alla rendita per la sua base di massa. La classe lavoratrice è solo uno strumento per giungere all’obiettivo. Profitto e rendita significano, per chi vive offrendo al mercato le proprie braccia o il proprio cervello, precarietà nel lavoro, condizioni di lavoro sempre peggiori, bassi salari, pensioni misere in età sempre più avanzata, disoccupazione, condizioni di vita sempre più insicure e basate più sulla sopravvivenza che non sul vivere la vita in tutto il suo splendore. Partiti parlamentari, dirigenti sindacali, mass-media, sondaggisti, percettori di profitto e rendita sono un circolo chiuso a difesa del capitale e delle sue regole. I lavoratori sono al di fuori del club, sottomessi al bisogno e alle necessità del capitale. A questa classe i pugilatori a pagamento con lingua da schiavi danno in pasto, oltre a una vita misera e malsicura, un insieme di false ideologie, illusioni, vane speranze e miti fasulli pur di allontanarli dalla coscienza della loro condizione e renderli disillusi, frustrati, individualisti e egoisti nella loro miserevole vita. La classe lavoratrice, pur avendo nel numero e nell’organizzazione finalizzati a una strategia, con momenti tattici, la sua arma vincente, si lascia intrappolare dal sistema e dai suoi ciarlatani. Il sindacato, che è lo strumento organizzativo per eccellenza, per difendere le condizioni di lavoro e di vita nell’immediato, purtroppo, per l’afasia dei lavoratori, lo si lascia in mano a individui borghesi o piccoli borghesi. Questa realtà ha visto negli ultimi decenni peggiorare il mercato del lavoro, le liquidazioni, le pensioni, i livelli salariali senza che vi fosse una risposta adeguata e incisiva. I burocrati sindacali arrivano sempre dopo e la risposta è inesistente di fronte agli attacchi portati dalla borghesia e piccola borghesia al proletariato. Se il nostro strumento fosse tolto dalle grinfie degli infiltrati e fosse nelle nostre mani, non staremmo a seguire le istanze borghesi e piccole borghesi, ma prepareremmo una nostra piattaforma basata su pochi punti , ma basilari per le condizioni di lavoro e di vita per chi lavora:
riduzione dell’orario di lavoro per aumentare l’occupazione;
sostanziosi aumenti salariali, i salari italiani sono tra i più bassi del mondo;
riforma del mercato del lavoro, basato solo sul contratto a tempo indeterminato, full-time o part-time; tempo determinato solo per aumento del lavoro non prevedibile da concordare con il sindacato;
riforma degli uffici del lavoro nel senso che ogni nuovo lavoro deve passare da questi centri;
sugli ultimi due punti si è basata la riforma del lavoro in Spagna con risultati molto soddisfacenti per l’occupazione;
riduzione dell’età pensionabile, 60 anni per gli uomini e 57 per le donne, la cassa Inps per i lavoratori dipendenti è da sempre in attivo; la stessa Inps spende per le pensioni il 50 % della sua spesa, nonostante molte categorie siano da sempre in passivo, il resto è corrisposto per materie che dovrebbero essere in carico alla spesa dello Stato come l’assistenza;
salario minimo rappresentato dai contratti di lavoro;
rappresentanza sindacale basata sulla reale presenza numerica all’interno delle aziende per combattere i contratti pirati;
Salario di vita, affinchè nessuno si trovi a non avere la possibilità di affrontare momenti negativi del mercato del lavoro.
Questa piattaforma andrebbe discussa con i lavoratori nelle assemblee e portata alle associazioni padronali e del governo, preparandosi alla lotta fin quando non vi siano risposte positive. La classe lavoratrice non si tirerebbe indietro con una tale piattaforma rivendicativa.
Invece, nonostante la drammaticità della situazione della nostra classe, il nostro sindacato, guidato da burocrati, attenti più agli interessi del Paese, ovvero del capitale e della rendita, nulla fanno se non pantomima parolaia.
D’altronde alla guida vi sono personaggi che hanno come riferimento i partiti parlamentari che rappresentano gli interessi del capitale e della rendita e che nella commedia ognuno recita la sua parte, ma mai in difesa di chi lavora.
Il nodo è se si sia per un sistema basato sui rapporti di produzione o per un sistema basato sui consumi. Il club di cui sopra è per il primo e in quella struttura non c’è posto per la libertà, l’uguaglianza, la giustizia sociale. Solo superando i rapporti di produzione e instaurando una dimensione socio-economica per il consumo, ogni essere umano potrà soddisfare le sue necessità materiali e spirituali e vivere la vita in tutto il suo splendore.
Ogni essere umano dalla nascita desidera una vita serena che soddisfi i suoi bisogni e cerca in ogni modo, a volte anche non lecito, di giungere a questa meta.
Ma le cose semplici in questa realtà diventano complicate da comprendere, il sistema spesso mette i paraocchi al nostro cervello, l’acqua spegne i fuochi, ma è un composto chimico formato da idrogeno e ossigeno.
Per conoscere e non lascarsi ingannare è necessario studiare, studiare, studiare. Solo acquisendo conoscenza e coscienza della realtà, possiamo aspirare a cambiarla e a spostare in avanti le lancette della storia.
Il capitalismo è guerre, sfruttamento, disuguaglianza, miseria, ingiustizia, condizioni di vita per chi offre al mercato il suo cervello o le sue braccia precarie e insicure.
E’ illusorio pensare di vivere una vita vera e compiuta in questo sistema. Solo superandolo e con esso andando oltre la divisione in classi si potrà godere dello splendore della vita.
Un Mondo nuovo è possibile! Bisogna abbandonare la frustrazione per “il voto che nulla cambia”, per i partiti” che sono tutti uguali”, per il sindacato “ che non difende i lavoratori”; bisogna tralasciare l’individualismo nel cercare di superare i problemi, l’egoismo nel percorso della vita, bisogna andare oltre la falsa conoscenza dei mass-media e dei nuovi strumenti di propaganda.
Bisogna studiare, organizzarsi, avere una tattica e una strategia per portare avanti la bandiera del Comunismo, tutto in comune, per godere la vita in tutto il suo splendore.
“ Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l’ignoranza.”
Socrate
Iscriviti a:
Commenti (Atom)


