Il governo della “ Paura e del Terrore”: realtà e
propaganda.
Il governo “gialloverde” ha
iniziato il suo cammino. In una realtà socio-economica di milioni di poveri
senza alcun sostentamento, di forte disoccupazione, ad di là dei dati
trionfalistici, di crescente precarietà del lavoro, di innumerevoli crisi
aziendali, tanti cittadini credevano che il primo atto di Salvini e company
sarebbe stata l’abolizione della legge Fornero, come promesso in campagna
elettorale. Credevano che Di Maio e la sua cerchia avrebbero posto subito
all’ordine del giorno il superamento
della riforma del lavoro di Renzi, compresa la reintroduzione dell’art. 18 e la
riduzione dell’orario di lavoro a 28 ore, come scritto nel programma di governo
dei Cinquestelle. Credevano che la doppia tassa, favorevole ai più ricchi, il
reddito di cittadinanza ed altre promesse della campagna elettorale sarebbero
state calendarizzate al più presto. Invece no. Niente di tutto questo. Il
governo “gialloverde” è diventato il governo della “Paura e del terrore”. Per
distogliere i cittadini dalle promesse i nuovi governanti con un Presidente del
Consiglio fantasma, c’è, ma non si vede, hanno scelto la maschera della “Paura e del Terrore”, indicando nei
migranti via mare ,solo il 10 % del totale, visto che la stragrande maggioranza
sceglie strade legali, tipo il visto turistico, ad oggi sbarcati circa 15000
persone, e nei rom, circa 30000 in Italia, di cui buona parte integrati
totalmente nel vivere sociale, il nemico assoluto, accompagnati in questo
percorso dalla quasi totalità dei mass-media e dall’inconsistenza della
presunta opposizione politica, sindacale, civile. L’Italia non è la sola in
questo tragitto ideologico. Chi più chi meno, ma molte aree capitalistiche cavalcano
quest’onda. Trump è senz’altro il più rappresentativo. L’arma della migrazione,
normale nella storia dell’umanità e non ostacolabile, viene utilizzata come
depistaggio di massa dai bisogni delle persone per continuare a fare sempre più
profitti, aumentando lo sfruttamento e l’estrazione di plusvalore. Questa
propaganda disumana avviene mentre nel
mondo la lotta tra le potenze diviene sempre più cruenta per difendere o
conquistare zone d’influenza. Gli U.S.A., che nel primo dopoguerra vantavano la
metà del prodotto mondiale e che sono scesi a meno di un quinto, con una
parabola discendente senza freni, si avviano ad essere superati in questa
classifica dalla Cina, che sta sottraendo aree d’influenza allo zio Sam. Una di
queste è l’Africa dove il Paese del Grande Dragone sta investendo molto in
infrastrutture, quali strade, ferrovie, porti. Molte guerre in quest’area geografica sono frutto dello
scontro tra vecchi poteri e nuovi poteri e vedono l’industria, anche quella
italiana, delle armi aumentare, sempre più, i profitti. Si rompono vecchie alleanze e si costruiscono nuove. Gli U.S.A.
, da sempre contrari ad un blocco unico europeo, stanno spingendo sempre più
affinchè questo mercato di 500 milioni di persone non sia unificato per non
avere un competitor forte sul mercato mondiale e tenerlo al guinzaglio. Cercano
nel frattempo alleanze nuove e l’apertura di Trump alla Russia non è l’idea di
un “matto”, ma una linea politica ben precisa, per sottrarsi alla supremazia cinese.
La stessa Cina cerca di avere rapporti economici e politici sempre più stretti
con l’Europa, desiderio corrisposto dall’elite europea. E’ in atto una realtà
di mutamenti economici e politici in divenire, che porteranno sulla scacchiera
del mondo nuove supremazie di potenze
economico-politiche e nuove dimensioni. Il fatto che gli U.S.A., Paese
liberista per eccellenza, stiano portando avanti la politica dei dazi mostra la
sua debolezza e ci riporta agli anni trenta del secolo scorso, quando questo tipo
di politica fu l’anticamera della guerra. I partiti, cosiddetti sovranisti,
tipo la Lega e Cinquestelle, in questa fase servono al sistema, dopo che lo
stesso ha bruciato i partiti opportunisti, con le parole vicini ai lavoratori e
con i fatti servili agl’interessi del capitale, per sviare i cittadini dalle
loro esigenze reali: avere un lavoro, uno stipendio dignitoso, una casa,
avvicinarsi alla conoscenza, potersi costruire un futuro, dare cibo alla pancia
ed alla mente. Essi, come quelli di prima, promettono una vita migliore, usano
parole altisonanti, ma in pratica lo sfruttamento aumenta. Questo accade non da
oggi, ma dagli anni ’70 del secolo scorso, dopo la fine dei movimenti di lotta
degli anni ’60. Il mondo del lavoro negli anni, sempre con frasi fascinose, si
è visto ridurre gli scatti di anzianità a miserie, si è visto ridurre le
liquidazioni; ha constatato, in modo negativo, sulla sua pelle le varie riforme
pensionistiche, l’abolizione della scala mobile, la perdita di diritti vari,
l’emarginazione del collocamento statale e la nascita delle agenzie interinali
con il regalo alle aziende del lavoro flessibile, ovvero precario; il jobs-act
è stato il colpo finale nel tempo, ma non ultimo se non sorge un’opposizione alla bramosia del capitale di
sfruttare sempre più la forza lavoro. In Italia, capitalismo straccione da
sempre, questo disegno è ancora più accentuato per la dimensione medio-piccola
delle unità produttive, meno propense ad investimenti tecnologici e più decise
a sfruttare al massimo la forza lavoro per competere sul mercato. Non
dimenticando che queste imprese sono oltremodo aiutate dalle Stato, con i soldi
dei contribuenti, per l’80% lavoratori dipendenti, con agevolazioni varie e con tassazioni
bassissime, che spesso sfociano nell’evasione. I salari italiani, tra i più
bassi del mondo, sono conseguenza di questa realtà. Il ruolo dei partiti
sovranisti diventa importante per il capitale mondiale e nazionale in questa
fase, anche se i vari nazionalismi non potranno avere, in molti casi, gli
stessi interessi. Come il fascismo ed il nazismo essi si appropriano di
ideologie fondate su esigenze reali; il
bisogno di un lavoro, di un reddito, la speranza di un futuro, ma questa
propaganda è accompagnata da quella più massiccia contro un nemico o dei nemici:
gli ebrei ed i comunisti per i fascisti ed i nazisti: i migranti, i rom, tutti
coloro che si oppongono al “governo del cambiamento”. Sembra che anche i nuovi
governanti abbiano fatta propria la frase di Moltke: col tempo solo il capace
ha fortuna.” Tutto questo avviene con il gioco delle parti tra maggioranza,
opposizione, dirigenze sindacali. Un esempio è il cosiddetto “decreto dignità”
che non cambia assolutamente nulla nel mondo della precarietà, ma nel dibattito
politico sembra che sia una rivoluzione; un altro esempio è l’opposizione che svolge la segreteria in una libreria a Tor
Bella Monica, in Roma, per ripartire ed essere vicina ai più oppressi, come se
bastasse questo per avere una visione di una difesa delle esigenze dei
lavoratori immediate e di una società futura, senza avere obiettivi concreti da
porre alla base di una strategia, ad esempio l’abolizione del jobs-act ed il
superamento della legge “Fornero” nell’immediato e superamento delle
disuguaglianze con più libertà, uguaglianza, fraternità nello storico. Sembra
la recita di una commedia, dove ognuno ha la sua parte, e l’obiettivo comune è
quello di difendere il capitale ed i suoi interessi. D’altronde nessuno dei
partiti borghesi si pone l’obiettivo di superare i rapporti di produzione e ,
di conseguenza, il sistema capitalistico. Senza questo obiettivo nulla potrà
mai mutare per le persone che vivono sulla forza delle proprie braccia e della
propria mente. Il capitalismo, per sua natura ed interesse, è sottomissione,
disuguaglianza, individualismo, sfruttamento, “Il capitalista per giungere al
profitto non si fermerebbe davanti a nulla”. Senza il fine di superare questo
sistema, non vi potrà essere alcun cambiamento per le classi lavoratrici. Vi
saranno momenti migliori o peggiori, a seconda dei cicli economici e delle
lotte messe in campo, ma lo sfruttamento sarà sempre concreto. I pugilatori a
pagamento con lingua da schiavi continuano a dipingere questo sistema come il
migliore possibile, ma la realtà dice che vi sono nel mondo più di due miliardi
di persone sottoalimentate, milioni che muoiono d’inedia, tra cui 50 milioni di
bambini, più di 70 guerre medie e piccole, miliardi di persone analfabete e
lontane dalla conoscenza. I cantori del capitale inventano ogni giorno formule
propagandistiche per illudere le persone di un futuro migliore, ma non dicono,
lo mostrano gli studi dello stesso sistema, che nei prossimi anni gli occupati
diminuiranno per effetto della concorrenza e delle innovazioni tecnologiche.
L’unica arma di difesa può essere la lotta per la riduzione d’orario di lavoro
per lavorare meno e lavorare tutti ed il salario di vita per chi è senza
lavoro. L’essere umano non è al centro del sistema attuale, è necessario che lo
sia. La vita di una persona è più importante di tutto e chi è contro la massima
emancipazione di ogni essere umano è disumano e non merita di essere parte di
una società veramente civile. E’ necessario che ogni essere umano prenda in
mano la sua vita ed insieme ai suoi simili si ponga in cammino per la
costruzione di una difesa ordinata dei suoi interessi immediati, quali salario,
riduzione d’orario, salario di vita, superamento della legge Fornero e del jobs-act, migliori condizioni di
lavoro e di vita e nello storico porsi in condizione di dar vita ad una nuova
società in cui i bisogni materiali e spirituali di ogni essere umano siano
soddisfatti. Ogni persona ha diritto ad una vita bella e felice!
“Lo sviluppo della produzione
rende anacronistica l’ulteriore esistenza di classi sociali distinte. Nella
misura in cui scompare l’anarchia della produzione sociale, vien meno anche l’autorità
politica dello Stato. Gli uomini, finalmente padroni della forma loro propria
di organizzazione sociale, diventano perciò ad un tempo padroni della natura,
padroni di se stessi, liberi. Compiere quest’azione di liberazione universale è
il compito del proletariato moderno. Studiarne a fondo le condizioni storiche e
conseguentemente la natura stessa e dare così alla classe, oggi oppressa e
chiamata all’azione, la coscienza delle condizioni e della natura della sua
propria azione è il compito del socialismo scientifico, espressione teorica del
movimento proletario… Al suo posto deve subentrare un’organizzazione della
produzione in cui , da una parte nessun singolo può scaricare sulle spalle di
altri la propria partecipazione al lavoro produttivo, fondamento naturale dell’umana
esistenza, in cui, dall’altra, il lavoro produttivo, anziché mezzo per l’asservimento,
diventa mezzo per l’emancipazione del genere umano, poiché fornisce ad ogni
singolo l’occasione di sviluppare e di mettere
in azione tutte quante le sue capacità sia fisiche che spirituali in
tutte le direzioni: in cui così il lavoro, da peso, diverrà gioia.”
F. Engels, “ Antiduhring”