Alle grandi potenze nulla importa della Siria, ma la Siria è
importante come lotta per le aree d’influenza.
In Siria, con l’indebolimento
economico U.S.A. e la loro diminuita
capacità di fare “il guardiano del
mondo”, da alcuni anni si scontrano
volontà d’influenze ed interessi che riguardano la Russia, L’Iran, la Turchia,
l’Arabia Saudita, Israele. La Russia cerca
spazio nell’area medio orientale per rafforzare le aree d’influenza e lo sbocco
in mare aperto, L’Iran ha i medesimi obiettivi ed usa anche il collante
religioso, la Turchia vorrebbe appropriarsi dell’area siriana curda, l’Arabia
Saudita ed Israele temono, anche per credi religiosi diversi e non avendo più
una copertura forte degli U.S.A., di trovarsi
a dover fronteggiare attacchi, soprattutto dell’Iran per la supremazia
nell’area. Negli anni scorsi sono stati proprio gli U.S.A. a determinare la
lotta dei ribelli siriani, da una parte dei quali è poi nata l’Isis. Gli stessi
americani hanno poi appoggiato i curdi, essenziali nella lotta contro l’Isis.
La situazione ultima ha visto la Turchia, membro della N.A.T.O., fare guerra ai
curdi con gli U.S.A. che lasciano fare; la Russia, che, insieme ai curdi, ha
quasi sconfitto lo Stato islamico; Russia, Iran e Turchia, che hanno avuto un
summit, decisi a spartirsi la Siria. Questa situazione ha allarmato l’Arabia
Saudita ed Israele, che hanno spinto gli U.S.A. ad intervenire per mostrare al
mondo che se anche procedessero al ritiro delle truppe in quell’area, come ha
detto Trump alcuni giorni fa, essi sono sempre pronti ad intervenire in caso di
necessità. Ieri mattina l’intervento militare c’è stato. Insieme agli americani
hanno partecipato all’azione la Francia, che non abbandona mai il sogno di
grandeur, e l’Inghilterra, mai dimentica del passato coloniale ed alleata
fedele degli U.S.A.. Prima dell’iniziativa bellica, come ha dichiarato la
ministra della difesa francese, hanno comunicato (sic) ai russi il piano
d’azione e le coordinate dei bersagli in modo che i siriani fossero avvisati.
L’intervento non ha avuto la copertura dell’ O.N.U. né della N.A.T.O., ove
siedono sia gli americani sia i turchi, avversari in questa realtà del mondo. La
causa, che ha determinato la decisione dell’azione, è stata, secondo le nazioni
attaccanti, la certezza dell’uso di armi chimiche da parte di Assad. Certezza
non dimostrata e che, secondo i russi, la responsabilità va data ad agenti
inglesi infiltrati. Va detto, per dovere di cronaca, che c’era stato un accordo
tra Assad ed i ribelli, con la supervisione della Russia per liberare l’area.
Di conseguenza, ipoteticamente, il governo siriano non avrebbe avuto alcun
interesse ad usare armi chimiche. Certo lascia pensare il fatto che nessuno
parla mai delle stragi dell’Arabia Saudita in Yemen, anche con armi italiane, e
che il mezzo milione di morti, finora, della guerra siriana siano solo un dato
numerico. Carl von Clausewitz in “Della
guerra” scriveva: “La guerra è la continuazione della politica con altri
mezzi…La guerra è un atto di violenza per imporre all’avversario la nostra
volontà… La guerra è un gioco di interazioni fra incertezze, frizioni,
casualità. E’ un atto d’intelligenza politica, calcolo di probabilità e
disponibilità al rischio.” Al di là dei comodi palliativi propagandistici che
ogni volta vengono messi in campo, resta il fatto che il capitalismo è guerra,
fame e miseria per miliardi di esseri umani nel mondo. Nel capitalismo le
parole amore, pace, libertà, giustizia, uguaglianza, democrazia sono parole
vuote, non riempite da una realtà ove ogni essere umano sia libero dai bisogni,
uguale ad ogni altro nei diritti, fratello o sorella di ogni altro essere umano
nell’unità d’intenti e di volere nel cammino della vita, libera da oppressioni,
sfruttamento, egoismo, ipocrisia e resa bella e meritevole di essere vissuta.